Stalker

di
genere
sentimentali

Ti ho conosciuta per poche ore. Un incontro folgorante, eccitante, intenso.

Ho respirato con te una libertà nuova, totale, primordiale. Ti devo una ritrovata creatività che per molto tempo avevo chiuso in un cassetto.

Non posso definirlo né amore, né sesso. Non lo era. Non lo è stato. Troppo poco per dare un senso alle poche chiacchere scambiate. Eppure, per quelle magie che caratterizzano la nostra mente, ti devo molto di più di quello che puoi immaginare e che le parole possano descrivere.

Si. Avrei voluto baciarti, scriverti, continuare a passare del tempo con te. Afferrare il tempo alla radice e ridere. Scopare e ridere allo stesso tempo, come ballare, cascare, abbracciare. E guardare quello stupendo sorriso che esce dalle anime belle.

Ti ho scritto. Non mi hai risposto. Ti ho riscritto e non mi hai risposto. Vorrei riscriverti per un bisogno mio, per condividere un pensiero. Per gioia di farlo. Per segnare con l'inchiostro un incontro importante.

Disprezzo quella cultura barbara e maschilista che fa dell'oggetto desiderato una cosa propria.
Disprezzo chi pensa che l'altro sia nulla altro che una proiezione di se.
Disprezzo chi se ne frega del rispetto.
Disprezzo chi compiace l'ira come una bestia.
Disprezzo la violenza in ogni sua forma.

Disprezzo gli stalker.

Anche se mi costa, non ti scriverò più. E non mi importa che queste parole siano proprio qua, fra cazzi, fighe, incesti, tradimenti, pissing, travestite. Chi saprà farle proprie, in fondo, capirà.
scritto il
2024-03-15
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