La vicina di terrazzo

di
genere
etero


RIPROPOSTA DEL PRIMISSIMO RACCONTO CHE SCRISSI 4 ANNI FA SU ER. A CHI PASSA DA QUI, COMMENTATE COME VOLETE. HO VISTO CHE, A DISTANZA DI TEMPO, IL RACCONTO ORIGINALE HA AVUTO PIù DI 9000 VISUALIZZAZIONI. ORA, ALLE NUOVE GENERAZIONI, PIACE OPPURE NO?

BUONA LETTURA

La vicina di terrazzo

Giulia mi chiede se c’è qualcosa che non va. Siamo a letto, sdraiati, entrambi con lo sguardo verso il soffitto, entrambi nudi sotto le lenzuola. Ma non facciamo nulla. La sua mano si poggia sul dorso della mia “Nulla di particolare e tutto di ciò” rispondo.
“Il nuovo romanzo?”
“Sono fermo a pagina venti. Ho il blocco dello scrittore. E il mio capo vuole che consegni tutto entro la fine di agosto”
“Sei così da un paio di giorni” dice lei “Spento” allunga una mano sotto le lenzuola e mi tocca il pene. Basta poco che si risvegli “Almeno lui non dorme”
Rido “Mi giro sul fianco, la osservo. Lei scosta la mano “No, lasciala lì”
Anche lei si gira su un fianco e continua a massaggiarmi l’erezione “Niente sesso stasera?”
“Non sono totalmente concentrato.”
Ma continua a massaggiarmelo. Rimango lì fino a che non mi addormento


Il giorno dopo. Sono sul terrazzo del palazzo dove abito. La mia stanza dei pensieri, uno sgabuzzino ricavato sulla parte alta della mansarda di un condominio. E’ lì che mi rifugio nelle mie fasi creative. E’ qui che scrivo.
Sono giorni che la mia mente è un tappo di legno che non si vuole levare. Giulia ne risente perché, come siamo abituati, almeno tre volte la settimana si fa sesso. E invece, da qualche giorno, il sesso vero e proprio è rimasto chiuso in cassetto. E ci si limita a qualche strusciata, qualche carezza rubata, o un massaggio intimo per addormentarsi.
La mia mente ha bisogno di stimoli. Se la fase creativa dovesse finire, allora sbloccherei tutto e tornerei regolare, nel sesso, nello scrivere, nella mia routine di tutti i giorni.
Che cosa mi manca? Me lo chiedo sovente, ogni volta che mi siedo davanti al monitor del Pc, le dita sollevate sulla tastiera, in attesa che il nonno di tutte le ispirazione mi mandi un messaggio divino. Dieci libri, che variano dalla fantascienza, all’horror, al giallo; discreto successo editoriale, nulla di eccezionale, ma abbastanza da mettermi in pari con le bollette.
E allora cosa? Il sesso?La vita matrimoniale? Sette anni con la stessa donna, la fantasia a letto svanisce, diluisce come neve al sole. E come si fa a rendere più solida quella situazione?
Mi alzo dal PC, prendo a passeggiare avanti e indietro, mi soffermo davanti all’unica finestrella presente nel bugigattolo. Colgo un movimento all’esterno. Sul terrazzo, a distanza di un paio di muretti con camini e antenne, la figura di una ragazza molto giovane, che si spalma l’olio solare sulle spalle. E’ seduta su una sdraio, capelli biondi tagliati a caschetto ed è completamente nuda. Belle forme, piena nei punti giusti, le tette che sembrano delle succose albicocche. I fianchi sono stretti e l’addome è perfettamente piatto. Non vedo il pube, coperto dalla parabolica dell’ingegner Tersicchi.
Il suo volto si gira per un attimo nella mia direzione, senza tuttavia vedermi. Mi ritiro abbastanza in fretta, sbirciando stile guardone. Ma la riconosco: è la figlia del dottor Casetti, medico interinale al pronto soccorso. Ada Casetti, di anni 23, secondo anno di Giurisprudenza. Ada, così morbida nelle sue forme, così appetibile nel suo corpo.
Più di una volta ho intuito gli sguardi lascivi dei miei condomini. Non c’era maschio presente nel palazzo che, non si girasse di guardarla di sottecchi, facendo apprezzamenti sporchi, fischiando piano, o limitandosi solo lanciare occhiate eloquenti.
E lei ne era consapevole di quegli sguardi. Li lasciava fare, faceva apposta a muovere di più il culo quando camminava e usava delle magliette che lasciavano un collo abbastanza profondo per far ammirare meglio il panorama delle sue tette.
Io ero uno di quelli ma, cercavo sempre di dissimulare quando ero in presenza di Giulia e, in sua mancanza, facevo finta di niente mentre, nella mia testa, ronzavano cazzi e fighe come api in un alveare.
Ada, il sogno proibito.
E, quando l’ho vista lì, nuda sulla sdraio a prendere il sole, ho sentito il gonfiore nei pantaloni e quella voglia prepotente di fare sesso selvatico con lei. Come ai vecchi tempi, come quando ero al liceo e sperimentavo i primi amori, le prime fasi del sesso.
Ma restano solo e unicamente fantasia.
Sono sposato. Quello che si ripetono tutti gli uomini quando conoscono qualcuno più giovane di loro. Sposato: parola tabù.


Un’ora dopo, Giulia è rientrata. La trovo in camera da letto, piegata a novanta, intenta a slacciarsi le scarpe. Le arrivo da dietro e le afferro saldamenti i fianchi “Ciao caro..” e s’interrompe. Poiché sono nudo e premo il pene turgido tra le sue chiappe ancora rivestite di stoffa
“Uh!” fa lei “Aspetta che mi tolga le..”
MA io sono più svelto, afferrandola da dietro, le slaccio la gonna e gliela sfilo, seguita subito dagli slip neri che le ho regalato a Natale. Di prepotenza e di violenza, la penetro analmente, lei che si sbilancia in avanti con un grido e si appoggia al bordo del letto per non cadere a faccia in giù. E io, come un animale che ha soffocato da troppo tempo la voglia di sesso, entro di prepotenza, come un pistone nel blocco motore di un auto. E lei che lancia gemiti e di dolore e di piacere. Poi, come colto da una frenesia che non riesco a controllare, la volto e la penetro più volte, sempre con voga, quasi con violenza.
Alla fine, l’orgasmo liberatorio, che mi riporta in mente torrenti montani improvvisamente gonfi di pioggia. Spossati, sudati, appagati, sdraiati uno accanto all’altro. Lei ha su ancora la giacca e la camicetta “urka!” ansima lei “A cosa devo questo onore?”
“Ho avuto uno sblocco” rispondo
“Ti è arrivata l’ispirazione?”
“Più o meno”
“Più o meno?”
“Sì… Ho visto la luce e, dovevo sfogarmi in qualche modo”
“E’ stato quasi uno stupro” e si mette a ridere “Spero ti vengano più spesso queste cose”
“Ti piaciuta questa violenza?”
“Beh, magari non troppo violento ma, il sesso..” rotola verso di me “Quello è sempre ben accetto”

-

Ada la vedo ogni volta che salgo sul terrazzo. Ogni volta ripete lo stesso rito. Arriva in bikini, si spoglia, si cosparge di olio solare, si sdraia. E io, con l’uccello in mano, nascosto nel bugigattolo, che si masturba come un dannato, sognando cose selvagge con lei.
E mi chiedo. Se me la trovassi davanti, riuscirei a mantenere in controllo o mi trasformerei in un maniaco del sesso?

Il quarto giorno c’è un cambiamento. Lei non si fa vedere. Forse sta male e quasi mi rassegno a non eccitarmi con una sega.
Scrivo, le parole escono fluenti. Sono a buon punto. Se va avanti così, il dattiloscritto sarà pronto prima del previsto.
Un lieve bussare alla porta mi desta dai pensieri. Penso sia Giulia. Mi alzo e apro senza preoccuparmi di chi c’è dietro. Ada davanti a me, con un capello a tesa larga calcato in testa, occhiali da sole e ciabatte da spiaggia. Null’altro.”Ciao Vale!” mi saluta lei
Rimango lì, a bocca aperta, come un idiota “Ci.. a.. o” dico al rallentatore “Ada” sbatto le palpebre “Dovresti.. Dovresti metterti..”
“No, sto bene così” dice lei scrollando le spalle “Posso entrare?”
Il lato irrazionale della mia testa mi urla = Afferrala e possiedila in tutte le maniere possibili = Il lato razionale mi avverte = Sei sposato. Lascia le tue fantasia erotiche in un angolo = Mi faccio da parte e la faccio entrare. L’erezione è prepotente. “Se mia moglie..”
“Tua moglie è al lavoro e prima delle 5 non torna a casa” dice lei guardandosi intorno. Certo che è proprio una strafiga, molto stra stra.
“Dunque, è qui che lavori” si appoggia allo spigolo della scrivania dove ho il PC, mani poggiate sugli spigoli. Mette in fuori il petto e mi sfida con aria maliziosa
“Cosa.. Posso fare per te?” domando. Gli occhi sono calamitati dal meraviglioso corpo nudo. Così fresco, così morbido
“Cosa posso fare io per te” sorride lei osservandomi il gonfiore nei pantaloni. Si scosta con studiata lentezza, si avvicina, si muove sinuosa ma non mi tocca “So che mi desideri” la mano scatta verso il gonfiore “Sono qui, tutta per te”
Fottila!Fottila!Fottila! Urla la mia coscienza. Per un po'’, lascio che lei accarezzi il pacco. La lascio fare anche quando abbassa la zip. La lascio fare anche quando sfiora il tessuto delle mutande. La lascio fare quando le sue dita sfiorano la punta del glande esposto “Non lo deve sapere nessuno” disse lei con voce suadente
E, a questo punto, il maschio messo alle strette, dimentica la sua razionalità, il fatto di essere sposato, fidanzato, convivente e lascia che gli istinti prevalgano.
Invece, stupidamente, l’urlo del maniaco sessuale rimase fermo in fondo al pozzo. Mi scostai rapidamente con il fiato in gola, rimettendomi a posto il cazzo e ansimando un “Non posso, mi spiace. Ma, sono fedele a Giulia”
Lei non sembra dispiaciuta. Si limita a fare una smorfia più adatta ad una bambina capricciosa, che ad una ragazza adulta “Come vuoi” mi sfiora, lasciandomi lì, con il turgore non sfogato e la voce del maniaco che mi urla di essere un emerito idiota.

E quando Giulia rientra a casa, io sono nudo di fronte a lei, che la spingo con foga verso la camera da letto, i vestiti che volano ovunque. E lei che ride e asseconda ogni mio gesto, afferrandomi l’erezione, stringendola e invitandomi ad entrare dentro di lei
Via, dentro, il glande esposto che sfrega contro le sue pareti umidi, le mani che stringono i capezzoli, la mia bocca sul suo collo. I suoi gemiti sono puri e innescano una girandola di furia sessuale. E via, l’orgasmo, liberatorio. E l’asciare il tempo di riprendere respiro e ricominciare da capo, con più foga.
Nudi uno di fianco all’altro, stanchi ma felici “Mi fa piacere che ti sia sbloccato, caro” dice lei “Con il romanzo?”
“Finito e spedito”
“Dobbiamo farlo più spesso”
“Sì” mi sporgo verso di lei, le lecco i capezzoli
“E con Ada?”
Smetto di colpo, sorpreso da quella domanda. La guardo confuso “Con Ada?”
“Hai ceduto?” sorride, ma non vedo traccia di accusa o di arrabbiatura
“Non capisco la domanda. Ada non la vedo..”
“Ma dai. Lo so che prende il sole sul terrazzino vicino alla tua zona di pensiero” sorride
“Io.. Non ho notato”
“Ada?” sembra un richiamo
“Devo dire che è stato entusiasmante vedervi all’opera” Ada appare nella nostra camera da letto lasciandomi di ghiaccio. Indossa un intimo di pizzo rosso che lascia poco all’immaginazione. Sta bevendo qualcosa che sembra succo di frutta “Mi sono bagnata”
“Cosa?.. Cosa ci fai qui?” sono confuso, imbarazzato e anche spaventato. Cosa sta succedendo?
“L’ho invitata io” dice mia moglie “Dopo che è stata da te è venuta qui per dirmi che, sei un marito iper fedele che non cede alle tentazioni”
“Sono confuso. Cosa sta accadendo?”
“Avevi bisogno di sbloccarti, Valerio. Sono giorni che ti blocchi, con la mente e con il corpo. Avevi bisogno di qualcosa che ti sbloccasse” mi indica Ada “Lei era perfetta”
“Perfetta? Per sedurmi?”
“Da una parte serviva a stimolare quegli umori che hai sopito. E dall’altra.. beh, ero curiosa di sapere se eri uno di quegli uomini”
“Sai, quando la moglie non c’è..” commenta Ada lasciando il sottinteso “Hai resistito bene nonostante i chiari segni di fare sesso con me scolpiti nei tuoi pantaloni”
Guardo mia moglie stupito “Hai fatto questo..Per me?”
“ha funzionato, no?” chiede Giulia “In questi giorni sei riuscito a finire il tuo romanzo e a diventare un indomabile affamato di sesso”
Ada viene verso di me e si appoggia con il fianco destro, dimenando il sedere e facendomelo rizzare un’altra volta “Smettila”
Lei ride e si va a sedere vicino a Giulia “Che ne diresti di proseguire?” chiede Ada maliziosa. Si gira verso Giulia, le afferra il viso e comincia a baciarla. E sì, ora sì che ero stupito. E stranamente anche eccitato “Ada farà parte della nostra vita sessuale”
“E’ un’altra prova?” chiedo diffidente
Giulia allunga una mano verso i miei testicoli e comincia un lento massaggio. Ada fa’ lo stesso e le sue dita avvolgono il membro turgido “Vedrai” dice Giulia “D’ora in avanti, non avrai più blocchi”

Oh, se avevano ragione.

FINE



di
scritto il
2024-06-16
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