La mela non cade distante dall'albero

di
genere
incesti

Questo è un modo di dire che c'è dalle nostre parti, il significato è senza dubbio chiaro, e posso dire che nel mio caso è vero.
Io mi sono sposato giovane, ventidue anni io venti lei, a ragione di logica, non avrei mai dovuto farlo, visto che io ero, o almeno sono omosessuale.
Sin da giovanissimo ero attratto dal mio stesso sesso, mi piaceva essere scopato da veri maschioni, io piccola femminuccia, e loro persone adulte, con cazzi da favola.
I più scafati avevano capito la mia indole, e iniziarono a farmi indossare intimo, e vestiti di loro sorelle mogli amiche ecc, e così mi trasformarono in breve in una stupenda ragazzina, porca e puttana.
Ero il loro giocattolo, venivo spedita da un letto all'altro, e spesso con più maschi insieme.
Riuscivo a soddisfare fino a cinque maschi insieme, tanto ero brava e allenata, li ricevevo sia di bocca che di culetto, godevo e li facevo godere, era il mio mondo.
Poi incontrai Gabriella, una donna stupenda, e aperta ad ogni esperienza, a sua volta, era stata con molti maschi.
Ci presentarono degli amici comuni, che ben sapevano della mia natura omosessuale, e lo dissero anche a lei, e la cosa la incuriosì, sia chiaro, non ero e non sono effemminato, davanti alla gente sono un tranquillo e normale maschio, ma a letto una vera troia.
Incuriosito, Gabriella fece in modo di invitarmi a cena, e dopo le solite chiacchiere mi chiese se fosse vero della mia omosessualità, rimasi spiazzato, ma le dissi la verità, e le raccontai la mia vita sessuale.
La sera la finimmo a casa sua, dove scopammo a lungo, era la mia prima donna, e forse la cosa mi aiutò.
Ero combattuta, trà la mia omosessualità, e lei, e fù proprio Gabriella a togliermi dall'empasse, alcuni mesi dopo l'inizio della nostra strana storia.
Senti Paolo, se ti và possiamo continuare la nostra storia, mentre io vado con chi voglio, tù scopi e ti travesti come vuoi, e se ti và potremmo convivere, accettai.
Dopo un anno di convivenza, dove spesso facevamo all'amore senza protezione, Gabriella rimase incinta, e decidemmo di sposarci, il figlio era mio, ne eravamo sicuri.
Nacque un maschietto stupendo, Nicola, e col passare degli anni, la nostra vita si divise, un pò perchè, io e mia moglie non avevamo più rapporti, questo sicuramente dovuto a mè, la mia omosessualoità prese il sobravvento, e la femmina che era in mè, prepotentemente emerse, un pò perchè a lei necessitava un vero uomo, e così, ci dividemmo, ma rimanemmo in ottimi rapporti.
Nicola crebbe con lei, e verso i diciotto anni, per poter frequentare una scuola particolare, mi chiese di trasferirsi da mè.
Mio figlio era al corrente della mia natura sessuale, e che mi trasformavo in Paola, e che frequentavo uomini, così dissi che non vi erano problemi.
si TRASFERì CIRCA UN ANNO Fà, IL MIO APPARTAMENTO ERA SPAZIOSO CON PIù CAMERE, lui ne occupò due, e il suo bagno personale, e così la sera del suop arrivo, ci sedemmo e facemmo quattro chiacchiere.
Iniziai io, anche se non fù facile, dire certe cose è difficile, dirle al proprio figlio ancor di più, ma presi coraggio e iniziai.
Sai benissimo chi e cosa sono, fù l'inizio, e sai benissimo che sono omosessuale, sin da giovanissimo, ho iniziato ad avere rapporti sessuali con uomini, fino a travestirmi, e ora mi sento, e sono, una donna.
Spessissimo esco trav, e anzi lo sono quasi sempre in casa, truccata e vestita da donna, frequento molti uomini, e a volte li porta a casa, sentirai movimenti e urla dalla mia camera, sarò io che godo mentre vengo scopata, spero non ti dia fastidio.
Nicola mi rispose, ness'un problema papà, anzi se ti và ti chiamerò Paola, e ai miei amici ti presenterò come la zia Paola, quindi potrai rimanere vestita come ti pare, e scopare con chi vorrai, io non sarò un problema, lo abbracciai, ne ero felice, e nell'abbraccio, sentii premere sulla mia gamba il suo cazzo, si era eccitato probabilmente al mio racconto.
Io di giorno, dopo il lavoro e nei fine settimana mi trasformavo in Paola, ben truccata, in reggicalze, a volte vestita, ma quasi sempre in intimo, e vedevo che Nicola mi guardava con occhi particolari, ma non ci feci molto caso.
Nei mesi successivi portai a casa spesso il mio amante, e Nicola lo conobbe, lo vide anche nudo, un vero maschio dotatissimo, divennero amici.
Una sera Nicola mentre guardavamo la tele, mi chiese, Paola, posso farti una domanda?, certo tesoro, dimmi pure, michiedevo, come fosse possibile prendere il cazzo del tuo uomo nel culo, sorrisi, allenamento tesoro, anni di allenamento, e tanto amore, credimi, ne ho presi di più grossi e lunghi, e ridemmo come due bambini, ma capii che non era finita, altro da chiedere?, lui si arrossò in viso, Paola mi faresti provare a travestirmi?, con piacere dissi velocemente, ero in imbarazzo, ma non volevo darlo a vedere.
Andammo in camera mia, aprii la cabina armadio, e entrammo nel mondo di Paola, Nicola rimase di stucco, scarpe vestiti parrucche, cassetti pieni di lingerye, calze regicalze e in fine, molti cazzi di gomma ecc.
Spogliati dissi a Nicola, e rimase nudo, trà le gambe vidi un cazzo da favola, e appena fù nudo, si erse potente.
Iniziai ad aiutarlo ad infilarsi le calze, e inevitabilmente toccavo il suo cazzo, sorrideva, io però mi eccitavo, poi fù la volta del reggicalze, lo sistemai spiegandogli come fare, infila uno slippino, e gli sistemai il cazzo per bene, poi lo truccai, finemente, e gli misi una mia parrucca, infilò un tubino rosso, e lo aiutai a mettersi un paio di sandali rossi tacco dieci, bene dissi sei pronta cammina.
Pensavo di vederlo incerto nel camminare per la prima volta su dei tacchi simili, invece procedette sicuro e sbarazzino, rimasi perplesso.
Poi si avvicinò, e mi abbracciò, Paola, inutile nascondertelo, io mi chiamo Nicoletta, e sono omosessuale come tè, non ho morose, la mamma lo sà, io sono come tè.
Lo abbracciai, allora da oggi siamo Paola e Nicoletta, basta papà o figlio ok?, mi diede un bacio sulla bocca, ora però raccontami tutto gli chiesi.
fù LA MIA FOTOCOPIA, INIZIò GIOVANISSIMO, a frequentare un ragazzo più grande di lui, che la rese donna, e iniziò a travestirlo, mia moglie ne era al corrente, e permise loro di farla a casa nostra senza tabù, e senza pericoli, lei lo aiutò nel trucco, e nell'intimo, e poi la decisione di venire da mè.
Nicoletta mi guardò negli occhi, Paola devi sapere che ho detto a mamma che volevo venire a vivere con tè, primo per poter essere donna, e secondo la tua donna.
Rimasi basito, Nicoletta si alzò e mi porse il suo cazzo, non resistetti, lo succhiai a lungo, per poi bere il suo sperma.
Andammo in camera mia, e lì, scopai mio figlio, entrai in lui con il mio cazzo, e lo scopai a lungo, riempiendolo di sperma.
Passammo dei giorni felici, lui mi prendeva a tutte le ore, e io lo succhiavo di continuo, e una sera, venne nel lettone con il mio uomo, e scopammo Nicoletta per ore.
Ora siamo una coppia di lesbiche agli occhi dei vicini, non immaginano che siamo ex maschi, amo Nicoletta, e presto le chiederò di sposarmi
scritto il
2024-06-24
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