Novelle fantasy erotiche - Gargamesh e la virilità perduta

di
genere
pulp

Novelle fantasy erotiche - Gargamesh e la virilità perduta

Primo libro
Il gigante e la sveltina

Il gigante soffriva da qualche giorno. Il suo pene, sempre attivo e virile, ora giaceva molle e dolorante. Gargamesh, questo il nome del gigante, non sapeva spiegarsi perchè.
Aveva provato a cercare aiuto tra gli altri giganti, ma nessuno sapeva cosa fare per lui. Decise quindi di chiedere aiuto a un saggio stregone che abitava in una caverna lontana.
Il saggio stregone, dopo aver esaminato attentamente il gigante, gli disse che il suo problema era causato da un incantesimo lanciato da una strega malvagia che voleva renderlo impotente per vendicarsi di un'offesa subita in passato.
Gargamesh, disperato, chiese al saggio stregone come potesse rompere l'incantesimo e tornare alla sua virilità. Il vecchio stregone gli disse che l'unico modo per rompere l'incantesimo era dimostrare il suo amore puro e sincero verso qualcuno.
Il gigante, pur non essendo mai stato molto romantico, decise di seguire il consiglio del saggio stregone e si mise alla ricerca di qualcuno a cui dimostrare il suo amore. Dopo giorni di ricerca, trovò una giovane fanciulla che stava per essere sacrificata da un gruppo di predoni.

La giovane era una fanciulla esile ma con le giuste curve, dai fluenti capelli neri e occhi azzurro cielo. Aveva una veste bianca stracciata ed era legata polsi e caviglie ad un rozzo altare di pietra. Era stata catturata dai famelici Rettilis, una popolazione brutale di uomini che si vestivano di pelli di serpenti, con la brutta abitudine di sodomizzare chiunque catturavano. Se era una femmina, dopo aver concluso con le sodomizzazioni, veniva fatta a pezzi e le sue membra distribuite ai famelici Rettalis. Gargamesh il gigante, decise che quello scempio non doveva essere fatto e si gettò nella mischia facendo strage di essi, liberando la fanciulla. Disse di chiamarsi Svina e apparteneva ad un villaggio poco più a nord ma che è stato decimato dai rettalis. Svina vuole ringraziare Gargamesh a suo modo ma, il gigante la frena con imbarazzo, spiegando che, purtroppo, causa di un maleficio, la sua virilità non era più attiva.
"Solo con la dimostrazione di un amore puro poteva rompere l'incantesimo".. A lei non importava e dimostrò ugualmente l'affetto per il suo salvatore, riuscendo comunque a fare sesso con lui anche se il pene era più floscio di uno straccio bagnato. Ma, Svina si innamorò di lui e lui di lei. E, mentre lei si stava apprestando ad giungere con le labbra sul pene floscio, ecco che il virile si riscuote e scatta sull'attenti, così velocemente da schiaffeggiare la ragazza "Oh, è duro! Il maleficio è scomparso" grida lei di gioia così vicina alla punta del suo glande che... repentina si abbassa e comincia a lavorare delicatamente su di lui. Così intenso il piacere che lui la solleva e, guardandola negli occhi, la penetra con dolcezza.
Svina geme di piacere mentre Gargamesh la prende con passione, dimostrando il suo amore per lei. I due si abbandonano completamente alla passione, dimenticando il mondo esterno e concentrando solo sul reciproco piacere. Dopo un lungo e intenso momento di intimità, i due amanti raggiungono l'apice del piacere insieme, godendo di un'estasi che li avvolge completamente.
Dopo aver concluso il loro momento di passione, Gargamesh e Svina si guardano negli occhi, sorridendo felici per aver superato insieme l'ostacolo del maleficio. Si scambiano dolci parole d'amore e promesse di fedeltà, consapevoli che il loro legame era destinato a durare per sempre.

Libro secondo
Svina e il condotto penico

La strega malvagia, Ildegar, non era rassegnata all'idea di vendicarsi di Gargamesh e tornò all'attacco. Un nuovo maleficio venne lanciato e la giovane amante di Gargamesh si ritrovò minuscola, grande quanto una pulce.
Così Gargamesh, non poteva più soddisfarsi sessualmente con lei. E l'impotenza del suo pene si riaccese. Ormai rassegnato a non poter amare più, Svina ebbe un'idea. Date e sue dimensioni, poteva introdursi nel canale del pene di Gargamesh e risalire il condotto fino alla zona dove il gigante sentiva male.
Ed eccola, Svina che, dopo lungo ardimentare, giunse in una zona dove uno strano sasso pulsante, impediva a Gargamesh di provare piacere. Decisa e determinata, Svina si avventò contro quella massa oscura e la distrusse. Sospirò di soddisfazione per la sua riuscita e, qualcosa la distrasse: un gorgogliare sommesso. Capì che la libido di Gargamesh si era risvegliata e stava per venire.
Corse a più non posso. Il condotto s'inclinò verso il basso: capì che Gargamesh stava inclinando il suo pene per facilitare la sua uscita. Era arrivata sul bordo quando, dietro di lei, esplose il liquido seminale. Ma Svina riuscì ad evitare evitando di annegare.

Ora, rimaneva il problema di Ildegard e di Svina piccina. Allora intervenne Foskar, lo stregone, che non potendo intervenire su Svina, lo fece su Gargamesh, riducendolo alle stesse dimensioni di Svina. Gargamesh e Svina finalmente insieme, consumarono il loro amore in un ardimentoso sesso selvaggio.
E Ildegard, da lontano, diventava ancora più rabbiosa covando più rancore. Non poteva lasciare quei due smacchi impuniti. Con un ghigno malefico, la strega si ritirò nella sua alcova pronta a preparare un nuovo sortilegio per vendicarsi. Ma stavolta, Foskar era pronto a contrastarla. Conoscendo i suoi piani malvagi, mise in atto un incantesimo che bloccò i poteri di Ildegard, rendendola impotente e incapace di nuocere a nessuno.
Così Gargamesh e Svina poterono finalmente vivere il loro amore senza più ostacoli, mentre Ildegard rimaneva intrappolata nella sua impotenza. La coppia, unita e felice, seppe che la forza del loro amore era più potente di qualsiasi maleficio.

Svina accarezzò il petto glabro e muscoloso di Gargamesh. Dal momento in cui lui l'ha liberata dal sacrificio su quell'altare, si è innamorata di lui. E, noonostante i maleficio della perfida strega Ildegar, avevano fatto in modo che il loro amore diventasse più potente di qualsiasi incantesimo malvagio. Ciò nonostante, nonostante Ildegar fosse rinchiusa nella sua prigione magica, meditava ancora tremenda vendetta verso Gargamesh, suo antico amante e su Svina, sua nuova conquista. E lei sapeva che, in un modo o nell'altro, avrebbe avuto la sua vendetta.
Ma per ora, Svina si sentiva al sicuro tra le braccia di Gargamesh. Sentiva il calore del suo corpo, il suo respiro regolare accanto al suo orecchio. Si sentiva completa, amata, protetta. E sapeva che avrebbe combattuto per difendere questo amore, contro qualsiasi nemico si fosse presentato sulla sua strada.
Gargamesh le sussurrò parole dolci all'orecchio, promesse di eterno amore e fedeltà. Svina si sentiva trasportata in un vortice di emozioni, mentre il cuore le batteva forte nel petto. Era disposta a tutto pur di proteggere questo amore, di mantenere viva la loro fiamma anche di fronte alle avversità più grandi.


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scritto il
2024-07-15
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