Impulso erotico
di
Vandal
genere
etero
Impulso erotico
Mostra olografica di sculture famose. Mi sto annoiando da un po', è un tipo di arte che non prediligo. Gente con aria da intellettuale che si dà un sacco di arie nel descrivere questo e quello, troppo sofisticate, con la puzza sotto il naso. Rubo due flute di vin bianco, produzione Pinot Nero dell'Oltrepo' pavese. Poi, qualcosa cattura il mio sguardo: focalizzo meglio su una figura snella, con un bel petto, stretta in abito casual in jeans, giacchetta aperta su una camicetta nera e bottoni color argento. Tratti orientali, forse cinese o indonesiana, come quell'attrice... Diavolo se mi ricordo chi era? Talisa Soto? Ah, mi sta guardando, distoglie lo sguardo intimidita. Ah, ma io so chi è: l'ho vista un paio di volte nel mio quartiere con la mountain bike. Mi ha detto ciao un paio di volte, qualche frase smozzicata, nulla di più. Non nego di non averle guardato il sedere mentre si allontanava in bici. Si, pensieri erotici si insinuavano nella mia mente come la punta del suo sellino che assaporava la morbidezza delle sue natiche. A questo punto distolgo l'interesse dalla mostra di sculture e mi ritrovo a seguire quella visione orientale tra la folla. Supero una riproduzione del David di Donatello e la perdo. "Diavolo" Uno sfioro alla mano. Faccio uno scatto di lato. Lei è lì, timidissima con le guance arrossate. Un soffio a dirmi "Ciao" e che le rispondo nella stessa maniera. Lei mi prende per mano e mi porta da qualche parte, una porta chiusa ma non a chiave. La apre mi accompagna dentro, sembra una sgabuzzino con tende, una poltrona, una luce al neon che spande una luce azzurro rossastra da privè. Mi bacia quasi saltandomi addosso, sento il suo corpo pieno e morbido contro il mio. Lo sento che diventa duro all'istante. Ma sta succedendo davvero? Mi slaccia i calzoni e me li abbassa, mi estrae il sesso e comincia a strusciarlo con la mano destra continuando a baciarmi, sto godendo. Poi si abbassa e me lo ingoia con perizia e passione come se stesse succhiando un calippo. le esplodo in bocca e lei assapora ogni goccia. Non soddisfatto, le abbasso i jeans e le mutandine, rivelando una vagina con una piccola corona di peli neri. Mi abbasso e ci ficco la faccia contro, affondando più che posso con la lingua e facendola godere. Lei che mi preme di più la faccia contro le sue grandi Labbra. Vorrei non mi avesse fatto quel pompino poco prima che la voglia di penetrarla ce l'ho. Ci baciamo, ci stringiamo, ci tocchiamo. Anche con il pene molle, riesce a farmi godere ancora nonostante non la stia penetrando.
Mi rendo conto di quanto sia stato impulsivo e rapido tutto ciò che è appena successo. Mi guardo intorno, realizzando che siamo in un angolo nascosto e che la mostra di sculture è ancora lì fuori, con la gente che passeggia tranquilla. Mi sento confuso e un po' in imbarazzo, ma allo stesso tempo eccitato e soddisfatto. Mi guardo intorno per cercare di capire cosa fare ora, mentre lei si sistema i vestiti e mi sorride timida. Decido di ringraziarla con un sorriso e un bacio leggero sulle labbra, prima di uscire da quel luogo nascosto e tornare alla realtà della mostra artistica. Sicuramente è stata un'esperienza che non dimenticherò facilmente.
Mostra olografica di sculture famose. Mi sto annoiando da un po', è un tipo di arte che non prediligo. Gente con aria da intellettuale che si dà un sacco di arie nel descrivere questo e quello, troppo sofisticate, con la puzza sotto il naso. Rubo due flute di vin bianco, produzione Pinot Nero dell'Oltrepo' pavese. Poi, qualcosa cattura il mio sguardo: focalizzo meglio su una figura snella, con un bel petto, stretta in abito casual in jeans, giacchetta aperta su una camicetta nera e bottoni color argento. Tratti orientali, forse cinese o indonesiana, come quell'attrice... Diavolo se mi ricordo chi era? Talisa Soto? Ah, mi sta guardando, distoglie lo sguardo intimidita. Ah, ma io so chi è: l'ho vista un paio di volte nel mio quartiere con la mountain bike. Mi ha detto ciao un paio di volte, qualche frase smozzicata, nulla di più. Non nego di non averle guardato il sedere mentre si allontanava in bici. Si, pensieri erotici si insinuavano nella mia mente come la punta del suo sellino che assaporava la morbidezza delle sue natiche. A questo punto distolgo l'interesse dalla mostra di sculture e mi ritrovo a seguire quella visione orientale tra la folla. Supero una riproduzione del David di Donatello e la perdo. "Diavolo" Uno sfioro alla mano. Faccio uno scatto di lato. Lei è lì, timidissima con le guance arrossate. Un soffio a dirmi "Ciao" e che le rispondo nella stessa maniera. Lei mi prende per mano e mi porta da qualche parte, una porta chiusa ma non a chiave. La apre mi accompagna dentro, sembra una sgabuzzino con tende, una poltrona, una luce al neon che spande una luce azzurro rossastra da privè. Mi bacia quasi saltandomi addosso, sento il suo corpo pieno e morbido contro il mio. Lo sento che diventa duro all'istante. Ma sta succedendo davvero? Mi slaccia i calzoni e me li abbassa, mi estrae il sesso e comincia a strusciarlo con la mano destra continuando a baciarmi, sto godendo. Poi si abbassa e me lo ingoia con perizia e passione come se stesse succhiando un calippo. le esplodo in bocca e lei assapora ogni goccia. Non soddisfatto, le abbasso i jeans e le mutandine, rivelando una vagina con una piccola corona di peli neri. Mi abbasso e ci ficco la faccia contro, affondando più che posso con la lingua e facendola godere. Lei che mi preme di più la faccia contro le sue grandi Labbra. Vorrei non mi avesse fatto quel pompino poco prima che la voglia di penetrarla ce l'ho. Ci baciamo, ci stringiamo, ci tocchiamo. Anche con il pene molle, riesce a farmi godere ancora nonostante non la stia penetrando.
Mi rendo conto di quanto sia stato impulsivo e rapido tutto ciò che è appena successo. Mi guardo intorno, realizzando che siamo in un angolo nascosto e che la mostra di sculture è ancora lì fuori, con la gente che passeggia tranquilla. Mi sento confuso e un po' in imbarazzo, ma allo stesso tempo eccitato e soddisfatto. Mi guardo intorno per cercare di capire cosa fare ora, mentre lei si sistema i vestiti e mi sorride timida. Decido di ringraziarla con un sorriso e un bacio leggero sulle labbra, prima di uscire da quel luogo nascosto e tornare alla realtà della mostra artistica. Sicuramente è stata un'esperienza che non dimenticherò facilmente.
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