Amico padrone 2
di
Jay
genere
dominazione
Antonio arrivò a casa nostra per le venti aveva ordinato a Giulia via telefono di indossare l’abito che eravamo andati a comprare in una boutique del centro.
Giulia ne aveva provati diversi poi lui ha scelto quello che più lo intrigava e io sono andato a pagare, mentre loro due uscivano dal negozio presero un taxi per tornare a casa, mentre io rientrai con la metropolitana
Era un abito che sembrava anche sobrio se non fosse stato per per lo spacco sul davanti che arrivava fino alle cosce e ad ogni passo di Giulia si poteva vedere il tatuaggio al interno della coscia destra che Antonio le aveva fatto fare, era una croce dento un cerchio che simboleggia una donna schiava e un cobra che sembrava a prima vista una frusta.
-Stasera io e Giulia usciamo tu aspettaci alzato anche se faremo molto tardi.
Ordinò Antonio.
-Dai su diglielo. Disse Giulia rivolta a me.
-Ecco Signor Antonio vorrei pagare io la serata la prego di prendere il mio bancomat sul foglietto c’è il pin usi pure per pagare tutto dal taxi a tutto il resto.
Antonio mi guardò con un aria trionfate
-Va bene. Disse prendendo il bancomat.
Qualche sera prima quando Giulia di sua iniziativa si era inginocchiata davanti a lui appoggiando la fronte a terra vicino al suo piede e se lo era poto sul capo dopo, poi le aveva fatto un pompino, umiliandosi e ringraziandolo perché lui faceva grandi cose per noi, le disse anche che la sua sottomissione veniva dal cuore e dalla fiducia che riponeva in lui e che sempre lo avrebbe rispettato nella sottomissione assoluta.
Antonio specifiò che d’ora in poi sarebbe stata educata ed addestrata principalmente come schiava sessuale, ovvero come oggetto di piacere e divertimento per lui In oltre utilizzata in qualunque modo lui avrebbe desiderato cameriera, colf, poggiapiedi, cuscino, vassoio, ecc. ed educata alla più completa obbedienza e sottomissione.
Mentre io sarei diventato un factotum, pronto a fare qualsiasi cosa e servigio per lui senza esitazioni e senza rifiuti di nessun genere.
Dissi che per me sarebbe stata una gioia rendermi utile obbedendo incondizionatamente e sarei stato felice di essere educato con la severità che il Signor Antonio riteneva opportuna.
Quando tornarono a casa verso le due di notte non mi dissero neanche minimamente cosa avevano fatto e dove erano stati.
Antonio mi ordinò di seguirli in camera
Le fece togliere il vestito restando in mutandine e la fece sdraiare sul letto di schiena.
-Legala.
mi ordinò dovetti mettere delle manette e agganciarle ai montanti del letto, sia alle mani che alle caviglie.
Lui si mise sopra di lei con il pene vicino alla sua bocca, la prese per i capelli e la guido sul suo sesso. Lei docile e lo prese in bocca e comincio a succhiarlo con passione.
Dopo un po’ lui lo sfilò dalla sua bocca e si mise sopra di lei la penetrò con colpi feroci, lei gemendo spingeva il bacino contro di lui dimenandosi e poi insieme urlarono di piacere in un violento orgasmo
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