Come ho potuto tradire il mio fidanzato con un pensionato? Parte quattro

di
genere
prime esperienze

La mia storia con Pino continuava senza sosta. Come vi avevo già raccontato precedentemente, scopavamo tutti i giorni, e non ci stancavamo mai. Ci eccitava da morire trovare situazioni ad alto rischio di essere beccati, aumentava il nostro desiderio e questo ci portava ad avere orgasmi indescrivibili.

Purtroppo a farne le spese era principalmente il mio fidanzato Giulio, che poverino ignaro della nostra storia di sesso, non sapeva che ogni volta che era sotto la doccia, oppure a vedere qualcosa in tv, a cucinare ecc, io e Pino ci davamo dentro come scimmie. Altre volte quando stavo da sola in casa, Pino mi chiedeva di telefonare al mio ragazzo e di parlare con lui al telefono, perché adorava scoparmi mentre parlavo con il mio lui… ed io devo ammettere godevo troppo e non riuscivo a fermare queste richieste assurde.

Io e Pino avevamo fatto anche una specie di lista mentale, dove tenevamo traccia dei luoghi dove lo facevamo. Ci piaceva provare tutto, tanto che dopo credo neanche due mesi, avevamo scopato su ogni mobile dei nostri due appartamenti: lavatrici, lavello, tavoli, comodini, tappeti, balcone, sedie… tutto era stato battezzato. Il nostro luogo preferito rimaneva comunque il mio letto, dove dormivo con il mio fidanzato. A Pino piaceva l’idea di scoparmi nel letto dove dormivo con Giulio.

Sta di fatto che avevamo bisogno di trovare nuove emozioni, lo sapevamo ma io non ero brava in queste cose, e decisi di lasciare a lui l’onere di pensare.

Un sabato mattina, ero veramente eccitata ed avevo una voglia che penso l’avrei veramente data al primo che passava, quindi mandai subito un messaggio a Pino, chiedendo di organizzarsi quanto prima perché avevo troppa voglia. Lui mi rispose di resistere, perché aveva una cosa in mente che voleva da tempo provare con me. Non so perché questa semplice frase mi fece bollire il sangue, e mi fece stare male per il desiderio, e nonostante le mie continue richieste di spiegazioni lui rimase enigmatico e mi disse semplicemente “nel pomeriggio vi verrò a trovare”.

La giornata non sembrava passare mai, io morivo dalla voglia di sentirlo dentro, sembravo una drogata in crisi di astinenza. Si erano fatte le 17 e di Pino ancora nemmeno l’ombra, ero talmente eccitata che mi stavo anche arrabbiando… come può un vecchio far aspettare una ragazza così bella come me, che rabbia!

All fine verso le 18, sentì improvvisamente suonare il campanello… e come una scolaretta andai subito ad aprire. Quando aprì, Pino mi fece un sorriso così malizioso e porco, che credo di aver raggiunto l’orgasmo solo per il modo in cui mi guardava.

Lui entrò senza esitazione, e ci salutò ad alta voce. Giulio ci raggiunse in salotto e parlammo per qualche minuto del più e del meno. Ad un certo punto Pino arrivò alla ragione della sua visita:

“Stiamo tutti quanti andando a vedere in piazza la partita dell’Italia, visto che hanno messo il maxischermo, perché non venite anche voi?”

Io sinceramente che di calcio non so nemmeno in quanti giocano, non lo sapevo, invece il mio fidanzato che è uno che non si perde neanche una partita rispose con tanto entusiasmi di sì.

Io non capivo dove volesse arrivare Pino, forse mi voleva portare a casa mentre erano tutti a vedee la partita, però mi sembrava strano visto che la mattina mi disse che avremo provato qualcosa di nuovo. Quindi molto incuriosita accettai anch’io di partecipare a questo evento.

Pino ci salutò e nel farlo si girò verso di me e disse a tutti e due ma guardandomi fisso negli occhi “ mi raccomando oggi è una partita importante, vestitevi per l’occasione”.

Cosa voleva che indossassi? Non ne avevo idea, ma certamente voleva che mi vestissi in modo adeguato… quindi pensai di mettermi dei vestiti che gli permettessero di avere massima liberà con le mani.

Mi fermai davanti al mio armadio, ma non sapevo cosa. Poi pensai a tutte quelle pubblicità di modelle con indosso magliette da calcio con tacchi… ero certa che Pino di fronte a me vestita in questo modo avrebbe perso il controllo. Così iniziai a prepararmi: mi feci una bella doccia e mi passai la crema per il corpo e per tutta la lunghezza delle mie gambe, ogni centimetro della mia pelle era lucente, liscia e morbida; mi misi lo smalto in modo meticoloso sui piedi e sulle mani. Non sapendo cosa sarebbe successo, decisi di essere preventiva ed indossai un completo intimo bianco di pizzo molto piccolo, a Pino vedermi in lingerie è sempre piaciuto e volevo che si sentisse male così come oggi lui aveva fatto sentire male me per l’attesa. Indossato l’intimo optai per mettere una magli azzurra regalata dal mio fidanzato, un pochino sexy perché era scollata e un po’ aderente, che arrivava a metà vite, a coprire così appena l’ombelico; presi poi una gonna bianca a pieghe corto, che arrivava a metà coscia, facile da alzare e soprattutto che poteva nascondere l’eventuale mano di Pino se avesse voluto esplorare le mie parti intime. Per chiudere il tutto, presi le mie scarpe bianche col tacco alto aperte, forse 10-12 cm, e laccio sulle caviglie e mi misi anche una catenina dorata… ero sicura che l’avrei distrutto vestita in questo modo. Mi legai i capelli lunghi e biondi a coda di cavallo e passai un rossetto rosso fuoco per spezzare il tutto.

Ero pronta, non sapevo per cosa ma una cosa era certa: volevo sentire Pino dentro di me. Erano ormai le 20 passate, e tutti ci aspettavano sotto il palazzo per andare tutti insieme, e così io e Giulio ci avviammo. Appena uscì dalla porta del portone, tutti mi fecero i complimenti a me per la mia bellezza e sensualità, e a Giulio per essere così fortunato ad avere una fidanzata come me… io ero interessata ad un solo sguardo, e quando mi vide restò a bocca aperta. Stava sbavando, mi voleva saltare addosso ma non poteva, i suoi esploravano ogni parte del mio corpo, la lucentezza della mia pelle lo accecava e il gonfiore sulla sua solita tuta non nascondeva i suoi pensieri peccaminosi. Mi sorrise ed io ricambiai, sapevo che avevo ottenuto la mia piccola vittoria dopo così tante ore di attesa, ma questo non mi appagò… volevo quello che aveva nei pantaloni, ed i nostri sorrisi erano il simbolo della nostra complicità. No, non era il mio fidanzato ad essere fortunato, ma era questo pensionato di oltre settant’anni, probabilmente che passa inosservato ma che poteva scoparsi ogni volta che voleva una splendida ragazza bionda di 25 anni. Se sapessero le ragazze quanto scopa bene e quanto sia porco, credo avrebbe la fila. Ma io ero felice così, era il mio giocattolo e volevo giocarci solo io.

Ci avviammo, e durante il tragitto io e lui ci scambiavamo degli sguardi complici, parlavamo con gli altri ma lui non smetteva di guardarmi le gambe, di fissarmi le labbra e di sbirciare il mio seno. Con una scusa si avvicinò a me e cercando di fare il disinvolto mi disse sussurrando “oggi mi farai venire in 10 secondi!”

Ed io risposi con un sguardo talmente malizioso e pieno di desiderio “beh… credo che prima di tutto dovrai preoccuparti di come entrarmi dentro… ho delle mutandine così piccole che basterà solo spostarle”

Lui rimase a bocca aperta, con le mani in tasca cercava di sistemarsi il cazzo in piena erezione; mi piaceva vederlo in questo stato, e questo mi faceva bagnare in un modo assurdo, tanto che sentivo che prima o poi qualcosa sarebbe colato dalle mie mutande.

Finalmente arrivammo in piazza, dove c’erano due bancherelle per chi volesse mangiare e bere. Ovviamente subito la birra scorreva a fiumi, io mandami nel giro di mezz’ora almeno 2-3 boccali così come il mio fidanzato e Pino. Io per colpa dell’alcol che non lo reggo molto bene, ero su di giri e continuavo a lanciare sguardi a Pino, e facevo in modo che mi vedesse mentre mi mordevo le labbra oppure mi passavo la lingua intorno, facendoli notare quanto fossero morbie e carnose questa sera.

Lui non sembrava più in grado di controllarsi tanto che mandò giù un bicchiere di birra tutto d’un fiato, forse per rinfrescarsi… mai stuzzicare una donna, perché quando la ecciti mentalmente diventa incontrollabile, ed ora lui stava pagando le conseguenze per avermi fatto aspettare così tanto.

La partita ormai stava per iniziare, mancavano pochi minuti, e tutti iniziarono a prendere il loro posto, ma Giulio disse che si voleva mettere dietro, dove c’era una sola sedia libera (non che più avanti ci fossero chissaà quanti posti), giustificandosi che data la sua età non voleva stare in mezzo alle persone per il caldo.

Ma in realtà era una serata abbastanza fresca, ma decisi di seguirlo dicendo a Giulio di stare pure davanti, non volevo lasciarlo da solo. Non si fecero pregare gli altri che si posizionarono come ultras quasi davanti allo schermo.

Pino era seduto, io mi posizionai in piedi al suo fianco, che si sforzava in modo quasi diveretente per non girare la testa e guardarmi le gambe. Le sue mani nervose continuavano a muoversi e a mimare un tocco che era solo immaginario ma che mi mostravano cosa avrebbe voluto fare. Io che quella sera ero particolarmente cattiva, giusto per abbassare la sua tensione, con la scusa di una zanzare che non c’era, mi piegai leggermente e mi grattai in modo delicato il polpaccio, ma poi finito questo gesto mi passai la mano accarezzandomi la mia gamba a pochi centimetri dai suoi occhi, per tutta la lunghezza fino ad arrivare all’orlo della gonna. Lui era rosso in viso, come me, e tutti e due respiravamo in modo affannoso. Tutti sembravano interessati alla partita che nel frattempo era iniziata, ma noi giocavamo un’altra partita, quella che ci avrebbe portato verso l’orgasmo.

Dopo questo mio gesto fu lui che prese l’iniziativa, e fece cadere la bandiera italiana che aveva fra le gambe, e mentre si chinò per raccoglierla, girò la testa verso le mie gambe, e con la mano libera, la poggiò sul piede più vicino a lui, e poi così a mano aperta mentre si ricomponeva, accarezzò la mia pelle centimetro dopo centimetro, facendomi venire la pelle d’oca, ma lui andò oltre, ed arrivato sull’orlo della mia gonna, facendo finta di sistemare la bandiera coprendo per qualche istante la parte inferiore del mio corpo, passò la mano dietro alle mie coscie, risalendo fino alle mie natiche dando una strizzata che mi fece sussultare, per poi ritrarla velocemente.

Non parlavamo, e mentre la partita continuava, vedevo che stava armeggiando vicino sotto questa benedetta bandiera, poi spostando tutto in modo che solo io potessi vedere, mi fece notare che aveva il cazzo di fuori… in piena erezione. Era sempre uno spettacolo per me che mi faceva perdere ogni volta la testa. Era pieno di vene gonfie, con una cappella grossa e rosea… la classica forma della mazza da baseball.

Poi lui mi disse “siediti sulle mie gambe”. Io ero titubante, c’era tanta gente e stavamo già rischiando troppo… “ti prego voglio scoparti qui davanti a tutti, era questo che volevo fare”.

Io ormai non ragionavo più, e prima di sedermi mi guardai intorno per capire se qualcuno poteva vedermi, appena mi accorsi che tutti erano presi dalla partita, da sopra la gonna inizia a muovere le mutande in modo che cominiciasse a cadere, e con un gesto fulmineo mi tolsi l’indumento che avrebbe ostacolato la penetrazione. Presi le mutande e le misi nella mia borsetta. Poi in modo veloce lui spostò la bandiera ed io mi sedetti sulle sue gambe.

Sentivo che il suo membro era in mezzo alle mie gambe, mentre lui mi ansimava sull’orecchio. “l’hai mancato! Riproviamo…”. Io sorrisi, ma stavo soffrendo per l’eccitazione. E proprio mentre l’Italia stava attaccando con un azione molto pericolosa, io come facendo finta di seguire il tutto, mi alzai appena appena, urlando come gli altri “dai dai dai dai”... e poi quando la palla uscì fuori di un soffio mi sedetti cadendo di peso sopra Pino, inserendo tutto il suo cazzo dentro di me di colpo. Mentre tutti urlavano a squarcia gola “noooooooo!”, fui l’unica ad urlare “cazzzzzzoooooo!”,mentre a Pino scappò un inconfondibile “aaaaaaaaah”. Fortunatamente nessuno poteva sospettare cosa stavamo facendo, figuriamoci se una ragazza si fa scopare da un pensionato davanti a tutti!

Finalmente era dentor di me, ma eravamo fermi perché non sapevamo come fare. Lui d’istinto mise la bandiera a coprire tutto, così sempre con il cazzo piantato dentro iniziò a toccare le mie gambe. “sei così liscia, così morbida…. Voglio sborrare”. Parlava ansimando, io non resistendo più presi le sue mani e le posizionai sui miei fianchi nudi che fortunatamente erano coperti dalla bandiera.

Fortunatamente era una partita ricca di azioni, così facendo finta di sentire ogni azione, iniziai a muovermi e davo colpi schiacciandomi contro Pino, lo tiravo un pochino fuori e poi mi sedevo di colpo facendolo scorrere di nuovo dentro.

Era una tortura perché volevo cavalcare! Ad uncerto punto ci accorgemmo che erano tutti in piedi ad urlare e solo noi eravamo seduti. Così lui mi alzo in piedi senza uscire da me, mi disse di tenere la bandiera intorno a noi, come un asciugamano da spiaggia, e così lui poteva avere le mani libere. Sollevò solo parte posteriore della mia gonna per essere comodo, im prese per i fianchi, e cominciò a spingere. Era lento ma deciso… lo toglieva e rientrava, lo sentivo scorrere sulle mie pareti… “guarda guarda il tuo fidanzato…. Guardalo mentre ti scopo… Laura sei la mia troia…”

Io riuscivo solo a strozzare il mio piacere, e guardando fisso Giulio sussurravo “ah ah ahh ah ah”…

Lui spingeva lentamente, e questo mi faceva soffrire perché volevo venire subito non resistevo più. “ti prego Pino, ah ah ah, fammi ah ah venire, non ce la faccio più, ah si si è tutto il giorno che lo desidero”

Lui in allungò una sua mano, non so quale perché mi sembrava una piovra, e mi accarezzeva l’interno coscia, afferrando la mia gamba trattenendomi, in questo modo mi faceva sentire a pieno le sue spiente.

Mentre stava per iniziare un’altra azione pericolosa dell’Italia, spostò la sua mano arrivando direttamente sulle mie labbra bagnatsissime, e senza mai fermarsi con le spinte iniziò a farmi anche un ditalino… Fu troppo per me. Iniziai a mordermi le labbra per evitare di urlare, ma sapevo che non sarei riuscito a trattenermi, ma fortunatamente proprio in quell’azione l’Italia segnò. Tutti urlarono di gioai ed io scoppiai “siiiiiiiiii siiiiiiiiii siiiiiii siiiiii siiiiiiii, oddio siiiiiii!!!!” portai di scatto la bandiera sulla mia faccia coprendo il tuo mentre lui continuava a spingere, finchè non sentì quell’ondata calda che conoscevo molto bene… era Pino che stava sborrando in modo osceno dentro di me mentre urlava “goooooool gooooool gooool”, ogni gol urlato da lui era uno schizzo intenso e caldo, mi sentivo lo stomaco pieno di sborra, mentre io mi appoggiavo con la schiena al suo petto esausta per l’orgasmo improvviso appena raggiunto.

Mentre tutti ancora festeggiavano e si abbracciavano, lui si sitemò il cazzo velocemente dentro i pantaloni della tuta col fatto che la bandiera era ancora a coprire il mio viso, mi ficcò la lingua in bocca e mangiò le labbra, togliendomi buona parte del rossetto. E poi mi disse “cazzo che sborrata”… io ridendo gli dissi “mi sta colando tutto il tuo sperma, ma come cazzo fai ad averne sempre così tanta!”

Usai un fazzoletto e velocemente mi ripulì senza farmi notare, mentre lui si buttò sulla sedia di prima esaustò ed estasiato. Poco dopo arrivò il mio fidanzato che mi abbracciò per il gol ed io ricambiai, e mentre lo facevo incrociai lo sguardo di Pino, e ci sorridemmo in modo inconfondibile. Avevamo scoperto il sesso in pubblico, forse per questo ci piaceva farlo con Giulio, volevamo il pubblico. E sapevamo che non avremo più smesso, e che la nostra storia di sesso avrebbe subito un’altra evoluzione.
scritto il
2024-07-28
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