Mia zia mi lascia fare pratica su di lei.

di
genere
incesti

Questa storia inizia proprio con l'inizio della scuola. Stavo per iniziare la seconda superiore, e tornavo da delle vacanze estive particolarmente deludenti. Con i miei amici avevamo deciso che sarebbe stata l'estate in cui dovevamo diventare uomini, quindi volevamo rimorchiare e soprattutto fare le nostre prime esperienze.
Come potete immaginare non andò proprio così, e anche se sono riuscito a baciare due ragazze non riuscì ad andare oltre. Ma non fraintendete. Una chance l'ho avuta, con una ragazza mia coetanea conosciuta durante le nostre giornate al mare, di nome Valentina. Lei non solo fu una delle due ragazze che riuscì a baciare, ma ci eravamo messi d'accordo per fare anche dell'altro. Anche lei voleva fare esperienze come me. Ma il nostro appuntamento che doveva regalarmi il ricordo più bello della mia vita, quello della prima volta, purtroppo andò molto male. Fu la classica cilecca tipica degli uomini. Sarà stata l'emozione, l'inesperienza, e perché no la paura di vivere un momento così importare, in cui ti devi dimostrare un vero uomo, in cui sai che diventerai uomo, ma sta di fatto che purtroppo sul momento più bello il mio attrezzo decise di non alzarsi. Non scendo nei dettagli poiché non è questa la storia di cui voglia raccontare, ma quando iniziai la scuola avevo mille pensieri. Ero deluso innanzitutto da me stesso, tanto che iniziai a dubitare della mia virilità. Com'è possibile che mi ammazzavo di seghe tutti i giornie, era sempre duro ed implorante di avere una femmina a disposizione e non più la mia mano, eppure quando era finalmente arrivato il momento clou, la mia mascolinità sparisse come del fumo nell'aria?
Non sapevo cosa fare, e soprattutto non sapevo con chi parlarne. Ero proprio giù di morale, continuavo a farmi mille seghe al giorno, ma era diverso stavolta. Perché desideravo avere una femmina fra le mie mani, ma ero anche consapevole che non sarei stato in grado di soddisfarla.
Non so se qualcuno di voi ci è mai passato, io ero alle prime armi ma temevo fortemente che non sarei mai diventato uomo.
Ma fu un angelo a salvarmi da questa depressione. E questo angelo si chiama Zia Paola.
Lei era la sorella di mia madre, 3 anni più grande, all'epoca dei fatti avrà avuto 44 anni. Classica donna matura, con le curve al punto giusto, bionda occhi scuri e soprattutto altissima. Senza tacchia è alta circa 1.82, ma non disdegna mettere tacchi da 8, 10 centimetri raggiungendo così il metro e novanta. Io che sono alto appena 1.70, quando sono accanto a lei sembro un nano da giardino. Potete capire bene che di fronte ad una donna di tale altezza, la parte migliore siano proprie le sue lunghissime gambe splendenti. Penso che nessuno riesca a non guardare così tanta maestosità. Io credo di aver dedicato a quelle gambe una infinità di seghe.
Ritornando al mio racconto, come vi dicevo fu proprio lei a salvarmi.
Tutto successe dopo la prima settimana di scuola, faceva ancora caldo ma non come ad agosto e le giornate permettevano ancora di indossare vestiti estivi ma senza quella sudorazione eccessiva causata da una temperatura più mite.
Sta di fatto che tornato da scuola, mi ritrovai a casa insieme a mia madre, anche mia Zia. Fu una piacevole sorpresa soprattutto perché con i vestiti estivi, vedere il suo corpo era sempre uno spettacolo da non perdere.
Ma a parte il piacere nel rivedere mia zia, continuavo ancora ad essere depresso, tanto che dopo alcune chiacchiere di cortesia avvisai che volevo andare nella mia stanza.
Mia madre disse ad alta voce a sua sorella:
"ecco vedi, da quando è finita l'estate è sempre chiuso triste in camera sua... io no ci capisco più niente, ormai non so più che fare. Magari prova a parlarci tu, chissà che non essendo sua madre non ti dia retta!"
Vidi mia Zia annuire preoccupata mentre io mi dirigevo verso la mia stanza.
Una volta dentro, buttai lo zaino a terra così come buttai me stesso sul letto sempre più triste.
Dopo pochi minuti, senti bussare la porta.
"Posso entrare?". Era ovviamente mia zia Paola che probabilmente cercava di capire cosa avessi.
io la guardai e accennai un si per farla entrare. Lei chiuse la porta dietro di sé e disse: " Mamma ora sta sistemando delle cose in cucina quindi possiamo parlare tranquillamente io e te senza essere disturbati per un pò. Comunque le ho detto di non passare di qui se non la chiamavamo noi... quindi abbiamo tutto il tempo che vogliamo... ora sentiamo che cos'hai?"
Io ero triste, e mi vergognavo a parlarne con una donna proprio della mia cilecca... che figura ci potevo fare! Stavo quasi per scoppiare a piangere per la vergogna e per la rabbia. Mia zia che era ancora in piedi davanti alla porta vedendo il mio stato d'animo si avvicinò al letto e si sedette mi prese la mano e mi rassicurò :" a me puoi dire tutto, non dirò nulla a nessuno promesso! Non sarà colpa di una ragazzina che stai così vero?"
Io piano piano inizia a sciogliermi e feci cenno con la testa. "aaaaaah adesso ho capito, ma non devi preoccuparti, alla tua età è normale avere le prime delusioni d'amore, ma vedrai che in poco tempo la dimenticherai, e troverai anche di meglio, credimi è sempre così!"
"No zia, non è quello che stai pensando è qualcosa di più grave... e mi vergogno così tanto a parlarne". Ormai le prime lacrime iniziavano a scendere, ma mi stavo sentendo meglio nel potermi finalmente sfogare.
Lei mi guardò ed era sofferente per me, la sua empatia mi avevano sciolto perché la sentivo vicina e sincera.
"Ma cosa puoi aver fatto di così vergognoso?? non avrai fatto cose che lei non voleva vero??" disse con tono preoccupato. Io sorrisi e la tranquillizai "No Zia niente di tutto questo, anzi se devo essere sincero purtroppo è per qualcosa che lei voleva che facessi ma non l'ho fatto".
A questo punto mia zia mi accarezzò il viso e mi disse "dai raccontami sono che posso aoutarti".
Non riuscì più a trattenermi e quasi piangendo dissi la verità: "Zia... non sono un uomo w non lo diventerò mai... io e lei eravamo a casa sua al mare perché ci eravamo dati appuntamento perché volevo farlo, volevamo che quello fosse la nostra prima volta... invece... invece... non mi si drizzava!!! Non sono un uomo!" Scoppiai in un pianto liberatorio e nascosi il mio viso sul cuscino per la vergogna.
Mia Zia non diceva nulla. Aspettava che mi calmassi, e dopo dei minuti interminabili quando finalmente mi ero liberato di questo peso con qualcuno mi girai e la guardai. Lei mi accarezzò il viso e mi disse: "ma non devi preoccuparti, tu non hai la minima idea di quante volte accade! Io credo che tutti gli uomini ci sono passati anche più di una volta nella loro vita! Per noi donne è diverso perché è facile da nascondere, ma per voi maschi lo so che quando ci sono questi problemi purtroppo si vedono subito. Ma devi state tranquillo... sono cose che accadono! vedrai che la prossima volta andrà meglio"
Io la guardai e risposi "Prossima volta??? non avrò più il coraggio di avvicinarmi ad una donna... perché sono sicuro non mi si alzerà mai!"
Lei accennò una risatina, forse perché divertita dal fatto che temeva xmche la mia tristezza dipendesse da altro, ma sicuramente sembrava più serena. Lei si alzò in piedi e mi disse di fare lo stesso. Quando mi misi in piedi davanti a lei mi sentivo un nano. Quel giorno indossava una gonna svollanzzange a metà coscia e sandali estivi con il laccio e tacco di 10cm... era un gigante. Quando fui in piedi, non so perché averla così vicina accanto al mio letto da mi fece venire strani pensieri, ma cercai subito di sedare queste emozioni. Lei mi prese la mani le mie attorno alla vite e mi abbracciò. Io sentivo il calore del suo corpo ed il suo profumo, mentre mi stringeva la testa contro il suo petto... un seno morbidissimo. Avevo una voglia pazzesca di succhiarle i capezzoli. Questa posizione mi stava mandando su di giri. Lei mi nel frattempo a bassa voce iniziò a parlare a bassa voce "vedrai che anche tu un giorno diventerai uomo...non avere paura succederà e quando accadrà scoprirai che il sesso è una delle esperienze più belle della vita!". Io non dicevo una parola avere le sue tette in faccia mi avevano fatto scontentare il cervello. Dopo le sue parole l'abbraccio continuo, ed io per paura che questo momento finisse cercai di allungare la conversazione: "ma come potrò mai scoprire che non succederà di nuovo... chi mi aiuterà a capirlo". Lei si allontanò un pochino da me con sguardo interrogativo, forse la mia frase aveva un messaggio subliminale che lei aveva percepito, per questo mi allontanò con le sue mani appoggiate sulle mie spalle e disse di sedermi. io obbedi. Lei in piedi davanti a me iniziò a parlare della vita, di come prima o poi capita a tutti, di quanto fosse importante avere pazienza ed altre cose del genere, ma la verità che i miei occhi era puntati sulle sue gambe ora. Da quella distanza mi sembrano lunghe un chilometro, e soprattutto veramente invitanti. E mentre lei continuava a parlare dicendo altre perle filosofiche, io mosso non so da quale forza interiore allungai entrambi le mani, e le posai sulle sue ginocchia. Lei si bloccò immediatamente ed io non ebbi il coraggio di guardarla. Furono secondi interminabili, e nella stanza ora regnava il silenzio. Io non sapevo cosa fare, ma poi notando che lei non diceva nulla iniziai ad accarezzare le sue ginocchia, e lentamente guadagnavo terreno, portando le mie mani sempre più in alto. Continuava a stare in silenzio, mentre io mi gustavo la morbidezza della sua pelle. Era liscia, profumata e soda, come l'avevo sempre immaginato. Toccare le sue gambe mi davano delle scosse fortissime sulla schiena e sul basso ventre, e sentivo il mio arnese sempre più duro e gonfio. Vedendo che non mi fermava portai le mie mani a metà coscia, arrivando così all'orlo della sua gonna. Ero emozionato perché volevo vedere e toccare andando oltre. Presi coraggio ed alzai lo sguardo per vederla negli occhi. E con mia sorpresa aveva gli occhi chiusi e respirava a bocca aperta. Quindi mi avvicinai di più con il viso e con le mani decisi di accarezzare pesantemente le sue lunghe gambe. Scesi giù fino ai piedi per poi risalire di nuovo fino all'orlo della gonna. Lo feci più e più volte, volevo ricordare per sempre la sensazione che le sue gambe stavano dando alle mie mani. Poi finalmente decisi di andare oltre e l'ultima risalita la feci lenta ma inarrestabile. Passai per i piedi, caviglie, ginocchia, coscia... stavo sbavando . poi Raggiunto l'orlo della gonna inizia a salire su... vedevo che sempre cob gli occhi chiusi si godeva il mio tocco. Ma diventava sempre più forte il suo respiro, ormai mancava poco prima di raggiungere la porta del paradiso. Quando la sua pelle morbida fu interrotta da un indumento, capì che erano le sue mutande. Alzai tutta la gonna perché volevo vedere la sua figa. Era eccezionale con le mutande sopra, ma non mi bastava. Afferrai l'elastico ed iniziai a toglierle. Sembrava un sogno... stavo togliendo le mutande a zia Paola. Quando scopri il suo monte di vebere, era perfetta: depilata e morbida, e mai avrei sperato di vederla. Ma ora jon avevo proprio voglia di fermarmi. Calai a mani aperte il suo intimo fino a farlo cadere a terra. Sollevai un piede e poi l'altro per toglierlo definitivamente. Lei continuava ad avere gli occhi chiusi e ad ansimare. Ed io volevo diventare uomo.
mi alzai in piedi di fronte a lei. Misi le mie mani sui suoi fianchi e delicatamente la girai per farla sdraiare sul mio letto. Lei assecondava i miei gesti, ormai dipendeva tutto da me. Quando Si trovò sdraiata sul letto a pancia in su aveva le braccia distese sopra la testa, come segno di sottomissione. Non so perché ma la cosa mi eccitò moltissimo. Vederla lì a mia completa disposizione era veramente arrapante. Inizia a slacciarmi i pantaloni dei jeans e finalmente liberai il mio membro, ma stavolta era diverso, era duro grosso e orgoglioso di quello che stava per succedere. Mi sembrava anche più grande del solito. Iniziai a posizionarmi sopra mia zia, e sempre con molta delicatezza iniziai a divaricare le sue gambe. Lei ansimava, era in attesa di essere presa. una volta in mezzo alle sue gambe, alzai tutta la gonna su, e vidi che le sue labbra finalmente aperte e grondanti per l'eccitazione. Un pò goffamente ma deciso mi posizionai sopra di lei puntando il mio cazzo contro la sua figa co la mano. Ero emozionato ed eccitato, l'avevo sognato questo momento ma mai avrei creduto che mi sarei scopata zia Paola, ma stava accadendo sul serio. Poi lascia la mano dal mio cazzo ed afferrai le sue mani quasi come stringerle, e poi con una voce eccitata dissi guardandola "Zia...", e poi caddi completamente sopra di lei penetrandola tutto di un colpo. Lei fece un gemito lungo che cercò di strozzare mordendosi il labbro, mentre io senti il mio cazzo che veniva avvolto da un calore immenso, che mi diede un piacere mai provato prima. Rimasi fermo per qualche istante, lei aveva aperto gli occhi e finalmente ci potevamo guardare. E fissandola intensamente iniziai a dare i primi colpi.... la vedevo andare su e giù con quelle splendide tette, mentre sentivo le sue pareti vaginali avvolgere e scorrere sul mio membro gonfio e duro per il piacere. "Si Si Si Si Si Ah Ah Ah, Oh Oh, ma ma... cosa stiamo facendo... Dioooo!" mi diceva lei mentre mi stringeva le mani. Io ansimavo per il piacere e continuavo a scoparla senza sosta, entravo e uscivo lentamente ma con decisione. Mi sentivo uomo perché stavo scopando una donna molto più grande di me ed anche molto bella. Mi godevo il corpo di mia zia, e d'istinto con una mano sbottonai la sua camicetta liberando una tetta che mi fu facile baciare e leccare... senza mai fermare le mie pompate dentro di lei. Lei cercava di non urlare ma non era facile neanche per me. Stavamo ansimando in modo rumoroso, poi per caso girai la testa verso il mio armadio che aveva una anta specchio, e vedermi nella posizione del missionario così piccolo in mezzo a alle gambe di mia zia mi mandò fuori di testa, ed iniziai a pompare con una frequenza senza controllo.Si avvinghió a me, per la disperazione visto il piacere che stava provando. Io ormai la scopavo con foga e senza più ritegno, mentre lei per non urlare strozzata j suoi gemiti o baciandomi o mordendomi la spalla. "Si si si così così continua ti prego continua così, non fermarti... dai dai dai vieni con me... vieni con me... vieni dentro vieni dentro... dai dai ahh ahah aha ah aaaaaaaaaaaaah" un urlo strozzato annunciava l'orgasmo di mia zia, mentre io continuavo a scoparla senza tregua. Poi anch'io non riuscì più a resistere e finalmente liberai tutto il mio seme dentro di lei "zia zia zia... zia sborro zia ah aaaaah sborro dentro aaaah" "oddio oddio oddio sborra vieni tutto non fermarti... cazzo cazzo sborra.... aaaaah". zia raggiunse un secondo orgasmo causato dai miei incessanti colpì mentre riversavo dentro di lei tutto il mio piacere. Non so quanto durò, so solo che ho continuato a spingere dentro la sua figa anche se il mio cazzo ormai era moscio e stanco tanto che che uscì praticamente da solo. Eravamo distrutti ma appagati per una scopata così improvvisa quanto soddisfacente. La mia prima scopata fu una sveltina con mia zia. ed è ad oggi la scopata migliore della mia vita. Quando riuscimmo a riprenderci mi baciò intensamente tanto da farmi venire i brividi su tutto il corpo. Poi la vidi alzarsi e rimettersi le mutande e nel frattempo mi disse "alla faccia che non sei un vero uomo.... mi hai devastata!".
Io ero orgoglioso di me nel vederla sistemarsi camicetta, mutande e gonna. e pensavo... me la sono scopata.
Poi andò via dalla mia camera. Non fu l'ultima scopata con zia, ma fu sicuramente la più importante con lei e di tutta la mia vita.
scritto il
2024-08-09
1 5 . 7 K
visite
1 5 5
voti
valutazione
6.5
il tuo voto

Continua a leggere racconti dello stesso autore

Segnala abuso in questo racconto erotico

Commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.