La mia prima v... Vittoria!

di
genere
prime esperienze

Era l’estate fra la seconda e terza media. Visto quanto tempo è passato da allora, il ricordo purtroppo inizia a svanire, ormai si sta tutto riducendo ad un insieme di immagini come dei fotogrammi. Ma una cosa ricordo bene, la sensazione che quell’evento ha lasciato in me. Le emozioni, i brividi e l’eccitazione ma soprattutto il piacere immenso che mi cambiò per sempre la vita.
Erano trascorsi un paio di mesi da quando successe il fatto con la professoressa Teresa, e purtroppo non successe altro in quel periodo, forse perché pentita di quanto accaduto, sta di fatto che mi allontanò molto. In realtà poi in terza media ebbi modo di “approfondire” il discorso con lei, perché divenni più spavaldo ed impertinente, ma questa è un’altra storia.
Voglio raccontarvi cosa successe quell’estate, subito dopo la fine della scuola. Ricordo bene che avevo una voglia di scopare che non mi faceva dormire la notte, mi ammazzavo di seghe, ovviamente in quel periodo le seghe erano dedicate tutte alla mia professoressa, ed alle sue splendide cosce. Mi segavo odorando la mano che aveva esplorato la sua intimità… che sborrate mi facevo pensando a lei. Sta di fatto che mi segavo, ma ero depresso! Dopo aver toccato una vera donna, non mi bastava, ma non volevo una ragazzina, volevo una vera donna come la mia professoressa ma non sapevo come fare, o meglio non sapevo con chi fare un tentativo.
E così un po’ frustato per le migliaia di seghe che mi facevo ma che non mi calmavano, iniziarono le vacanze estive, ma i miei lavoravano quindi rimanevo spesso a casa da solo. Così un mio compagno di classe mi disse di andare con lui e la sua famiglia che avevano casa al mare per 1 mese, almeno potevamo stare insieme e divertirci di più. Io ovviamente accettai, ne parlai con i miei genitori ed avendo un bel rapporto di amicizia con i genitori del mio amico accettarono. Tanto mi sarebbero venuti a trovare nei week end così anche loro si sarebbero rilassati un po’.
Entusiasta della cosa, preparai le mie cose e come da accordi 3 giorni dopo partimmo.
Quando mi vennero a prendere sotto casa con la loro macchina, il mio amico Leonardo mi aiutò a sistemare nel bagagliaio le valigie e poi per mia sorpresa si sedette nel sedile davanti, dicendo scusami ma soffro un po’ il mal d’auto quindi sto davanti. Allora aprì la portiera e mi sistemai dietro, dove c’era Vittoria sua madre… e che mamma!!! Appena mi sedetti salutai tutti ma restai imbambolato nel vederla. Aveva un vestito che seduta le copriva solo fino a metà coscia, era scollata ed aveva una pelle dalle gambe alle braccia che brillava al sole. Doveva essere morbida e soda, che spettacolo!! Indossava delle zeppe con tacco alto ma aperte con i lacci, ed i piedi con lo smalto rosso. Ancora oggi dopo tanti anni mi ricordo ogni particolare di lei, quell’immagine mi rimarrà impressa per sempre. Lei mi sorrise quasi ad aver capito il mio stato di eccitazione ed imabarazzo, ed ancora oggi non se sono sicuro, ma penso che abbia dato un’occhiata furtiva a controllare se avevo un’erezione… e ce l’avevo! E come se ce l’avevo, stavo per sfondare i pantaloni!
Fu un viaggio di un’ora, ma la passai tutto il tempo a guardare le gambe di Vittoria, e devo dire che secondo me lei mi torturava, perché ogni tanto mi parlava e guardandomi negli occhi e accavallava le gambe, quasi mi rompevo il collo nello sforzo di non guardare tutto quel ben di dio mentre mi parlava.
Quando arrivammo nel loro appartamento vicino al mare, ero ancora in tiro, ma felice perché un mese con Vittoria era tanto tempo, chissà che non potevo creare una situazione simile a quella creata con la professoressa Teresa. Volevo averla, era il mio obbiettivo e mi ero promesso che questa volta un gnocca così non la lasciavo andar via, dovevo scoparmela a tutti i costi! E volevo farlo il prima possibile, non volevo passare un mese intero a segarmi per poi riuscire a scoparla solo l’ultimo giorno, chissà quando l’avrei rivista, chissà quando mai avrei potuto stare con lei h24 per un mese intero.
Mentre scendevo dalla macchina il mio amico ed il padre andarono avanti ed io mi misi dietro di Vittoria nel salire le scale. Che culo fantastico, e le sue gambe mi facevano bollire il sangue… in quel momento mi promisi di non segarmi più, ogni goccia di sborra doveva finire fra le sue tette, fra le gambe, nella sua bocca e soprattutto nella sua figa!
Sali le scale e le guardai il culo e gambe in modo spudorato, tanto che accennai di abbassare il capo per guardare meglio sotto il vestito, volevo vedere le sue mutande, lei se ne accorse e si passo la mano dietro al culo quasi a fare seguire al suo vestito la forma delle sue chiappe, quel gesto me lo fece diventare duro come il marmo, stavo troppo male avevo bisogno di sborrarle dentro.
Quando entrammo in casa iniziammo a sistemarci, e per mia sorpresa mi accorsi che c’era solo una camera da letto, con un letto matrimoniale grande ed un piccolo distante un paio di metri. Ovviamente era il mio, ma avevo capito che dovevo trovare la scusa per mandare su quel letto il mio amico così da dormire con lei.
La giornata proseguì normalmente, anche se avevo un’erezione perenne per colpa di Vittoria, che non mi aiutava affatto visto che girava con un vestito estivo in casa che arrivava poco sopra metà coscia, avrei voluta scoparmela in ogni angolo della casa. Lei se ne accorse di queste mie attenzione, tanto che mi guardava spesso e mi sorrideva soprattutto quando mi beccava a guardarle le gambe.
Il pomeriggio dopo pranzo e dopo aver sistemato tutto andammo al mare, a piedi visto che distava la spiaggia solo 200 metri. Quando arrivammo vederla in costume mi mandava fuori di testa, un corpo meraviglioso, o almeno a me sembrava così. Quando la guardavo stavo tutto il tempo in acqua per nascondere l’erezione, ma non potevo andare avanti così, dovevo scogitare qualcosa quanto prima, anche perché mi dava l’impressione che le piacesse lo stato in cui mi stava riducendo.
Quando tornammo dalla spiaggia preparammo la cena, e passammo una piacevole serata, ovviamente io non staccavo gli occhi di dosso dal corpo della mamma del mio amico, e lei non sembrava tirarsi indietro al gioco. È strano che una donna così avesse un atteggiamento simile con un ragazzino che poi conosceva solo da un giorno, forse anche lei era in astinenza e vedendo anche come il marito la trascurasse come donna (non la degnava neanche di un palapatin), fra la voglia di risentirsi ancora donna e così desiderata, così disperatamente voluta la faceva stare bene. E quindi forse questo gioco stava eccitando tanto anche lei.
La serata passò, e andammo tutti a dormire io mi sistemai nel mio letto distante, maledicendo il mondo perché l’oggetto del mio desiderio stava ad un paio di metri da me.
Il mattino dopo mi risveglia con un’erezione paurosa, mai avuto prima. Ero stanco, o forse ormai era l’uccello che aveva preso il controllo di me, ma sta di fatto che decisi anche a costo di farmi cacciare di casa che quel giorno ci avrei provato con lei. Decisi, un po’ per timidezza, di approcciarla piano piano magari tentando qualche carezza che poteva sembrare innocente e non voluta, inoltre pensavo di guardarla spudoratamente quando il mio amico e suo padre non guardavano, in modo da farmi notare da lei e vedere come si sarebbe comportata.
Iniziò il mio piano, già dalla colazione. Appena vidi che Leonardo ed il padre erano a tavola in attesa che Vittoria portasse la colazione, decisi di darle una mano andando in cucina, ed approfittando del fatto che era molto stretta un paio di volte le passai dietro ben attento di strusciarmi il cazzo contro il suo culo… che brividi! Quelle due volte che lo feci divenne rossa in viso, fui molto attendo a farle sentire la mia erezione. La terza ed ultima volta che mi strusciai fu pazzesco, mi misi dietro di lei con la scusa di prendere una posata accanto, e mi appoggiai con tutto il cazzo in mezzo alle sue chiappe, rimasi così per almeno 5 secondi… che sembravano infiniti. Lei stava immobile rossa in viso che respirava lentamente, io prendevo quella benedetta posata a rallentatore per far durare quell’attimo un’eternità. Mi batteva il cuore a mille,il mio cazzo si era infilato dentro il suo culo bloccato solo dai nostri vestiti! Oddio che goduria! Fummo interrotti dal marito quando le chiese di portare la nutella. Mi diede un colpo indietro con il culo come gesto per allontanarmi, ed andò in salotto, ma aveva il viso rosso fuoco. Io rimasi in cucina un altro po’ per nascondere meglio la mia erezione. A tavola mentre gli altri parlavano di cavolate, non perdevo occasione di lanciare occhiate pesanti alle sue tette, lei mangiava e mi guardava però questa volta in modo serio, mentre io mangiavo e le guardavo le tette. Ormai avevo lanciato il sasso in cucina e non volevo più tornare indietro, ed il fatto che lei non interrompeva il gioco mi diede sempre più fiducia.
Ci preparammo ed andammo in spiaggia. Passai tutto il tempo a ridere e scherzare con il padre e Leonardo, mentre con lei parlavo poco e guardavo tanto. Il pomeriggio dopo pranzo la vidi buttarsi in acqua, e decisi di andare oltre e la seguì, gli altri dormivano al sole. Mi immersi tutto sott’acqua in modo che solo la testa si vedesse. E le guardai initerrottamente le tette. Lei si bagnava i capelli si sitemava il costume e notava questo mio sguardo fisso, assatanato. Allora iniziò a sitemarsi più e più volte le tette, quasi a farmevele vedere il più possbile. Persi il controllo e sott’acqua tirai fuori il cazzo ed iniziai a menarmelo. Lei capì che stavo facendo qualcosa e divenne rossa in viso, allora si tuffo e questa volta restò di più sotto e quando riemerse aveva gli occhi sgranati. Sicuramente perché si era accorta che mi stavo segando davanti a lei mentre le guardavo le tette. Rimase fissa a guardarmi, e di nuovo il suo viso divenne rosso. Io me lo menavo come indemoniato. Non mi interessava se la gente mi poteva vedere, volevo venire davanti ai suoi occhi. Ad un certo punto non resistetti ed esplosi, e feci degli schizzi violentissimi, tanto che un paio di gocce di sperma risalirono subito in superficie, avevo gli occhi stralunati ma fissi sulle sue tette. Lei rossa in viso quando vide che avevo finito si passo una mano sulle tette e l’altra sulla pancia poco sopra le mutante e si morse un labbro. Ormai avevo capito che era questione solo di trovare il giusto luogo e momento per scoparmela. Ci stava e lo voleva.
Tornammo a casa, ma io avevo più voglia di prima di possederla. E questa volta anche lei era palesemente pensierosa ed eccitata. Quando salimmo in appartamento, solita scena io dietro che le guardavo il culo salendo le scale, ma stavolta sculettava e si passava più e più volte le mani sul culo. Voleva torturarmi. Iniziammo cena ed iniziammo a mangiare. Questa volta tutti eravamo silenzioni, loro perché stanchi io e Vittoria perché tremendamente eccitati. La guardavo fissa mangiare, le gaurdavo le labbra, le tette, sognavo a quando le sue mani avrebbero afferrato il mio cazzo. E credo che lei capisse i miei pensieri.
Dopo cena, il marito andò subito a dormire mentre io e Leonardi rimanemmo in salotto con la madre. Lei nona aveva voglia di vedere la TV così decidemmo di giocare un po’ con la Play. Avevamo deciso di fare una specie di torneo io e lui ed il perdente avrebbe dovuto aspettare che l’altro finisse. Così un po’ carico e voglioso di rilassarmi dall perenne eccitazione iniziai a giocare con tutte le buone intenzioni. Ma stavolta a farmi lo scherzo ci pensò vittoria. Lei con la scusa di stare al cellulare si sedette su una pltroncina alle nostre spalle e chi giocava non poteva vederla. Così mentre giocavo lei feci tipo un colpo di tosse, e forse perché lo interpretai come un richiamo a dirmi devi guardare me non i videogiochi, mi girai di scatto e la vidi seduta con il vestito che le copriva poco sopra il ginocchio. Mi guardò ed il le guardai le gambe, questa distrazione mi fece venire l’idea di perdere così, con il mio amico Leonardo che giocava e quindi distratto avrei potuto giocare con sua madre. E così maldrestramente persi la sfida, lui mi derise e mi disse di prestare attenzione ad un vero campione, non immaginava che il mio obbiettivo era quella gran figa della madre. Facendo finta di essere frustato per la sconfitta mi sedetti per terra dietro al mia amico così che non mi potesse guardare, ma in modo da avere tutta la visuale libera su Vittoria.
Ci guardammo negli occhi, posò il cellulare e poggio le mani sui braccioli, Poi iniziò un gioco, iniziò ad aprire e chiudere le gambe lentamente, ed ogni volta le apriva sempre di più, finchè non mi fu chiara la vista del suo perizoma nero ed il bordo delle sue labra. Aveva una figa depilata, stavo troppo male. Poi forse per colpa della troppa eccitazione si alzo in piedi, io seguì ogni suo passo, e si appoggio mezza seduta e mezza in piedi sul bracciolo del divano più grande. Vederla con quelle zeppe col tacco e lacci, le stessa scarpe che indossava in macchina, e quel vestito svolazzante che arrivava poco sotto il gionocchio ma un po’ trasparente, mi stava facendo girare la testa, avevo i crampi allo stomaco dall’eccitazione. Decisi che era il momento di attaccare, qualcosa dovevo ottere, dovevo rompere il ghiaccio! Così verificai a che punto stava Leonardo, e lui giocava tranquillo anzi gasatissimo perché stava andando forte, così capì che era il momento. Piano piano, sempre da seduto, mi avvicinavo a lei che sta sempre poggiata sul bracciolo del divano. Mi guardava incredula, forse non si aspettava nessuna mossa da parte mia. Ma io ormia ero partito. Mi avvicinai sempre di più, fino a quando mi ritrovai a pochi centrimetri da Vittoria, o meglio a pochi centimetri dalle sue cosce. Ancora oggi ricordo bene le nostre posizioni. Io seduto in modo da avere il mio amico proprio davanti e lei al mio fianco, in modo da poter vedere le sue gambe e controllare Leonardo. Lei iniziò a respirare in modo affannoso, forse sapeva cosa stavo per fare, ma non si spostò. Così girai la testa verso quelle gambe tanto desiderate, mi sembrava un sogno poterle guardare così da vicino che quasi potevo sentire il calore della sua pelle. Un po’ timoroso spostai una mano in modo da sbattere le dita contro le sue zeppe. Avevo il cuore a mille! Piano piano come un granchio, con le dita camminavo e risalivo lungo le sue scarpe, e quando la mia mano tocco i suoi piedi e quella pelle così vellutata, entrambi contemporaneamente facemmo un respiro lunghissimo! La mia mano stava accarezzando la i suoi piedi e poi la caviglia. Me ne fregai di tutto, Girai tutto il mio corpo verso di lei, e poggiai le mie mani sulle sue caviglie. Lei guardava me e poi Leonardo, ed io mi dedicavo solo a lei. Alzai la testa e la guardai e vidi che era rossa come un peperone, così iniziai a salire con le mani. Le sue gambe erano come seta, un pelle liscia delicata e soda, ogni centrimetro mi davano mille scosse, e non mi fermai. A me saranno sembrati ore, ma sono certo che ad un occhio esterno tutta la scena sarà durata si e no 1 minuto. Sta di fatto che risalivo lungo quelle gambe, arrivai all’orlo del vestito e vedere come lemi mani sollevavano quel vestito mi dava un eccitazione unica. Arrivai alle ginocchia, e lei tirò indietro la testa, rilsaì ancora, oramai ero a metà coscia. Che pelle, e che emozioni… chi non le vive non potrà mai capirle. Ero arrivato talmente in alto che ormai non ero più seduto ma in ginocchio e le ammiravo le cosce e con le mani salivo sempre di più. Finalmente arrivai all’elastico del perizoma, le volevo così presi l’elastico ed iniziai ad abbassarle, lei guardava Leonardo e poi me e mi accarezzava la testa. Le sue mutande erano ormai all’altezza del ginocchio. La visione del vesito alzato che si poggiava sul dorso delle mie mani, le mie mani che si gustavano la lucentezza delle sue gambe, e le sue mutande che piano piano calavano, mi lasciavano a bocca aperta. Ero talmente duro sotto che si vedeva una goccia di sperma bagnare i miei pantaloncini. Continuai ad abbassare le mutande, ed appena arrivarono alle caviglie, con due mosse veloci alzando i piedi se le sfilò, ed io le presi subito. A questo punto lei si allontanò da me ed andò verso la finestra, rossa ed accaldata per quanto accaduto, io la guardavo ed annusavo le sue mutande, le respiravo, e come un gran porco inizia a passare la lingua là dove le mutande erano bagnate. Questo gesto la mandò su di giri, tanto da fare un respiro molto profondo. Poi la magia si interuppe. Leonardo finì di giocare ed urlò “nooooo mancava poco!!” io di scatto mi misi le mutande in tasca. Lui si girò verso di me e mi disse se stavo male, io gli rispose che avevo solo tanto caldo.
Vittoria ci disse che era ora di andare a dormire, ma io volevo penetrarla, volevo che la mia prima volta fosse con questa donna. Così come un giocatore di poker rischiai il tutto e per tutto. Dissi:
- Certo che quel lettino è proprio scomodo, mi fa un male la schiena!
Leonardo rispose:
- Ma guarda che io ci ho dormito spesso e posso dirti che tu stai comodo, non come me rinchiuso in un angolino sul lettone
Il pollo era caduto in trappola. Allora dissi:
- Meglio stretti che quel lettino orrendo!
Leonardo guardando la madre:
- Mamma se per te non è un problema facciamo a cambio, così sia io che lui dormiamo comodi stasera,,, hai visto abbiamo trovato un accordo facile e veloce!
La madre pensierosa, consapevole di quello che sarebbe successo, con la voce emozionata disse:
- Se a voi sta bene sta bene anche a me.
Poi mi guardò, ed io la guardaio mettendo una mano in tasca, a toccare le sue mutande.
Ero emozionato, ormai era chiaro quello che volevo, le avevo tolto le mutande, e lei me lo aveva permesso. Ora saremo stati tutta la notte insieme a dormire uno a fianco all’altro. Certo c’era il marito ma non mi interessava, anzi mi eccitava di più l’idea di scoparmela con a fianco il marito che dormiva.
Iniziammo a prepararciero teso come la corda di un violino… e fummo fortunati appena entrammo in camera io e Leonardo, il padre già dormiva anzi russava, ma dalla parte che si mostrava verso il letto dove avrebbe dormito il mio amico. Lui subito si lanciò sul letto e disse “finalmente!!!”. Io volevo rispondere “finalmente mi scoperò tua madre!”. L’idea mi faceva bollire il sangue.
Mi sistemai sul letto e di proposito mi misi in mezzo, in modo che nessuno potesse vedere nel caso la denudassi.
Aspettavo con ansia il suo arrivo, poi nella penombra entrò in camera, ancora non riuscivo ad inquadrarla. Accese la bajour per sistemarsi… aveva una vestaglia rossa corta, copriva appena metà coscia, niente reggiseno… aveva una faccia da porca!
Subito le feci spazione, e mi gustai ogni suo movimento, si sdraiò e si coprì con le coperte.
Il mio cuore sembrava un tamburo, il pisello duro come il marmo svettava sotto le lenzuola e lei lo vedeva. Aspettai 10 minuti, 10 minuti interminabili, e poi l’eccitazione prese il sopravvento. Controllando che tutti e due dormissero, mi misi di fianco verso di lei. Vittoria era supina con gli occhi aperta, come una preda che aspetta di essere mangiata. Allora allungai la mano e la poggiai sul ginocchio. Lei socchiuse gli occhi, ed inizia a toccarle le cosce, poi piano piano avvicinavo la mia faccia a quelle tette tanto sognate, e mentre ormai avevo iniziato a massaggiare la sua figa da sopra un altro perizioma, iniziai a baciare e leccarle il petto. Lei era come pietrificata ma il suo respiro affannoso evidenziava la sua eccitazione. Mi ero stufato di giocare, e così iniziai ad abbassrle le mutande, ma questa volta lei mi aiutò, avevamo troppa voglia e volevamo scopare subito! Poggio le mutande sul comodino, ed io senza staccare la bocca dal capezzolo con lentezza iniziai ad abbassarmi il pantaloncino del pigiama, appena liberai finalmente il mio cazzo lei lo prese in mano e me lo meno ma si accorse subito che stao già per venire, così mi afferrò la base del cazzo e mi blocco la sborrata… che piacevole tortura! A questo punto arrapato come una scimmia, inizia a mettermi piano piano sopra di lei, Vittoria divaricava le gambe e finalmente mi posizionai fra le sue cosce. A questo punto mi tirai su verso la sua bocca e sfiorandoci le labbra, senti la punta del cazzo che baciava le altre labbra. Lei mi sussurrò una cosa all’orecchio che ancora adesso mi fa tremare come una foglia:
- Facciamo piano… e venimi dentro..
Mi sentivo di aver vinto alla lotteria, la punta del mio cazzo ormai aveva iniziato a farsi strada, e con un colpo di reni deciso le entrai dentro. Mi piantò le unghie sulla schiena, si avvinghiò con le gambe intorno e con la mano libera si tappò la bocca per non urlare… io avevo gli occhi sbarrati, guardavo il nulla. Finalmente ero dentro Vittoria! Non mi sembrava possibile… 48 ore di sofferenza, e finalmente ora sono dentro! Vedere e sentire il marito così come Leonardo, mentre io sono dentro a questa stupenda signora, mi fece impazzire. Iniziai un movimento lento ma costante e deciso, non avevo mai scopato in vita mia ma mi veniva tutto naturale. Uscivo e rientravo ed ogni volta era un paradiso, lei si tappava la bocca con una mano e con l’altra mi piantava le unghie sul fondo schiena quasi a chiedermi di spingere di più. Iniziammo a prender ritmo, stavamo scopando troppo bene, il marito russava ed io mi scopavo sua moglie accanto a lui… non ci volle molte. Stavo ormai ragigungendo ogni limite, e da come sgranva gli occhi anche lei! Eravamo troppo eccitati, ed in un attimo una scossa mi colpi tutto il corpo, e sborrai, sborrai litri e litri si sperma, feci uno due tre quattro schizzi infiniti tutti dentro di lei. Lei si era messa le mani in faccia e tremava, aveva anche lei ormai raggiunto l’orgasmo. Ogni schizzo era seguito da una spinta dentro di lei, e lei spingeva la figa contro di me. Dopo credo il decimo schizzo finalmente mi tranquillizzai e lei mi sembrava scoinvolta. Con molta attenzione mi spostai e mi rimisi sulla mia parte di letto. Finalmente ci ervamo sfogati, avevamo scopato eh… in un attimo ero di nuovo in tiro. Con una donna così a disposizione sfido qualunque adolescente a non averlo perennemente duro! Lei si alzo senza far rumore ed uscì dalla stanza probabilmente per andare in bagno. Io decisi di seguirla, volevo svuotarmi le palle del tutto. Senti che era in bagno che si lavava. Aspettai con pazienza fuori, ed appena apri la porta la guardai, era una bomba con quella vestaglia rossa. Ancora più eccitato di prima le indicai con il capo di seguirmi, lei con passo felino mi seguì. La portai sul tavolo da pranzo in salotto, presi una sedia mi tirai giù i pantaloni e mi sedetti. Capì subito che volevo che mi cavalcasse, ho sempre sognato di vederla cavalcare il mio cazzo, ed ora ci tenevo a realizzare subito il mio sogno. Lei non si fece pregare si avvicnò a me, e divaricando le gambe iniziò a scendere per sedersi, me lo prese in mano e se lo guidò e in un attimo se lo piantò dentro. Tutti e due tirammo la testa all’indietro. Le misi le mani sui fianchi e cominicò a fare su e giù, mi guardava mentre mi cavalcava, io non potevo crederci che stava succedendo, vedevo le sue tette ballare, il mio cazzo usciva e spariva dentro la sua figa. Mi afferrò per gli avambracci ed iniziò una cavalcata selvaggia, aveva perso il controllo ormai, non le interessava più nulla. Si sentiva nel silenzio il rumore delle mie palle che sbatteva contro la parete della sua figa. Era assurdo! Ad un certo punto con tutte le forze cercai di trattere il piacere e strizzandole le tette feci una sborrata storica, sentivo che la sborra mi partiva dallo stomaco, lei si mordeva le labbra per non urlare ed accelerava sempre di più, finchè anche lei iniziò a divincolarsi come posseduta, tremava a tirava la testa all’indietro con il mio cazzo ben piantato dentro. Ed io schizzavo senza finire mai. Che orgasmo, meglio addirittura del primo!
Quando finalmente ci siamo ripresi, si alzò e dalla sua figa colò un fiume misto di sperma e dei suoi umori. Prese un tovagliolo di carta e si asciugò tutto. Mi guardava soddisfatta, perché ero distrutto sopra quella sedia. La mia prima scopata è stata meglio di qualunque film porno avessi mai potuto vedere.
Lei per riprendersi si poggiò sul tavolo. Io ancora con il fiatone la guardai, e mi sentivo in paradiso… pensavo ripetutamente “mi sono appena scopato questa donna, per ben due volte! La prima volta con una donna così, non ci credo!”
Questi pensieri mi fecero tornare l’eccitazione, mi divenne duro e quando lei vide che ero di nuovo in tiro, sorrise e con un passo talmente erotico da far sborrare subito chiunque si avvicinò a me, si inginocchiò e con uno sguardo malizioso ed arrapante, senza troppi preamboli se lo ficcò tutto in bocca. Mi lascio senza fiato! Non ci credevo, finalmente gliel’ho messo anche in bocca! Fece su e giù, percorreva con la sua bocca tutta la mi asta, io avevo lo sguardo incredulo, vederla così con la bocca piena del mio cazzo… troppe emozioni per una sola serata! Inizio a succhiarlo e leccarlo e a mandarlo tutto fino in gola, non ce la feci più durai 2 minuti, la presi per la nuca e feci un’altra sborrata mostruosa! Lei con le unghie ben piantate sulle mie gambe che mandava giù tutto lo sperma che le stavo schizzando, un’immagine indelebile... Quando fini si staccò, io ero come frastornato, e lei mi guardavo con il sorriso di chi si sente di nuovo donna.
Poi guardomi mi disse andiamo a letto ora. Io la seguì fissando il suo culo. Ci sistemammo mi sorrise e mi diede un bacio sulle labbra e si girò dandomi le spalle.
Io pensavo e ripensavo a cosa era appena accaduto, e non mi sembrava vero, tanto che mi diedi un pizzicotto per vedere se non era un sogno. Poi a furia di ripensare a lei mi ritornò duro… quanto è bello essere adolescenti! Mi stavo per segare ma poi volevo provare il brivido di incularla, mentre il marito dorme. Così mi giro verso di lei e appoggio il cazzo sul suo fantastico culo. Le accarezzo le spalle per poi scendere e le inizio ad accarezzare anche le gambe. Le sollevo piano piano il vestito, in modo da scoprire il suo culo, lei capisce le mie intenzioni e tira il culo all’indietro. Mi sfilo il cazzo, e lo punto diritto e poi piano spingo. Sento che è più difficile entrare rispetto alla figa, così cerco di spingere con più forza ma le mi ferma, si sputa sulle mani, e mi lubrifica per bene il mio bastone, a questo punto iniziò la penetrarla, voglio metterlo bene anche nel suo culo. Finalmente inizio ad entrare, lei afferra con forza il cuscino per non urlare, deve essere doloroso e piacevole. Poi finalmente sono tutto dentro. Avrei voluto urlare “Voi dormite io intanto me la inculo!”.
Iniziò a scopare lentamente avanti e indietro e lei si muove ad unisono insieme a me. Dopo aumento il ritmo, lei porta la mano dietro e mi afferra una natica ad incitarmi a spingere sempre di più. Io le passo una mano sotto la spalla e la afferro per una tetta, ragazzi aveva un culo sensazionale… quando le mie palle sbattevano contro mi sembrava impossibile. Mentre me la scopavo iniziai a sussurrare al suo orecchio:
- Ti sborro nel culo, ti sborro nel culo, ti sborro nel culo!
Lo ripetevo al suo orecchio senza sosta, lei mi portò la mano libera alla sua figa, e la penetrai con due dita, sentì che divenne rigida, e stavolta venne prima di me! Venne in un modo nuovo, era come paralizzata e vedevo i suoi occhi tutti tirati all’indietro e la bocca aperta con un urlo strozzato, la cosa mi eccitava da morire. Accelerai finchè senza nemmeno accorgermene mi parti uno schizzo, poi due tre, schizzavo ad ogni colpo. Quando finalmente tutto finì, stavolta eravamo tutti e due esausti. Ci staccammo, e senza nemmeno accorgerci di nulla cademmo in un sonno profondo, stanchi ma felici per la scopata memorabile che ci siamo fatti.
Quando mi Svegliai, ero solo nel letto, gli altri stavano già facendo colazione. Mi alzai andai in bagno, ancora avevo il cazzo lubrificato dei suoi umiri e della sua saliva. Poi quando arrivai in salotto, la vidi era felice come una pasqua, mi salutò con affetto, la notte è stata fantastica anche per lei.
Da quella notte scopammo per tutto il mese, giorno e notte senza pudore, anzi più rischiavamo più la cosa ci eccitava.
Nel prossimo racconto, vi descriverò le scopate più assurde che feci con Vittoria in quel fantastico mese, il periodo che mi fece diventare uomo e spavaldo con le donne. Grazie a Vittoria ho una sicurezza nel corteggiamento che difficilmente ottengo un rifiuto.
Grazie mille, ti ricorderò per sempre, ed anche il mio uccello.

scritto il
2021-02-11
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