Festa in spiaggia e a letto

di
genere
gay

Come ogni mattina la sveglia suonava prestissimo. Con "sveglia" intendo il responsabile staff che veniva a bussare porta per porta e si assicurava che tutti fossero rientrati la sera prima e che nessuno mancasse all'appello del mattino e alla classica riunione a colazione per organizzare le attività della giornata.

Mi svegliai assolutamente felice, sicuramente stanco dalla serata "impegnativa", ma soddisfatto e pimpante. Pronto ad affrontare tutto e tutti. Non sapevo del disastro che mi aspettava fuori dalla porta.

Come in un dejavù, ritrovai Carlotta davanti alla mia porta, più incazzata rispetto a qualche ora prima. Mi guardava in cagnesco e non parlava, non rispose al mio buongiorno e alle mie domande. Non poteva essere così incazzata per una scommessa o per il mio ritorno in taxi. Non capivo l'atteggiamento. Decisi che era meglio lasciar correre, ci dirigemmo uno accanto all'altra verso la colazione, in silenzio.
"Forse un caffè e una brioche ti scioglieranno la lingua."

Effettivamente fecero effetto. Ci sedemmo ad un tavolo appartato e cominciò "Sei un testa di cazzo. Non so che cazzo combini in giro ma mi sembra tutto molto strano. ieri hai chiaramente scopato col tipo e ti si legge sulla faccia da ebete che ti ritrovi stamattina. Hai scopato in discoteca. AGGHIACCIANTE. Ma ok, i dettagli sul tuo squallore non mi interessano!" ridevo perchè era il suo classico modo di rimproverarmi e per dirmi "ci tengo a te".
"Non rispondere alle chiamate è da coglioni. Mi sono preoccupata, ma quando anche Lars non riceveva risposta ho capito che era meglio andare. Ovviamente il tuo amichetto non è dichiarato e quindi ho pensato che era meglio dirgli che eri già a casa e che il suo amico era infrattato con qualche pollastra del posto." Riuscii solo a dire "ah grazie! Sei stata super come al solito!"
"Non ho finito. Mi sono veramente incazzata quando, tornata agli alloggi, ho visto Hadam davanti alla tua porta. Quel poverino era morto di sonno ma stava aspettando. Ho chiesto se potevo aiutarlo io e mi ha sorriso come al suo solito. Ti assicuro che era tristissimo. mi ha chiesto di te e gli ho detto che eri rimasto in discoteca col vichingo e che non riuscivo a rintracciarti." Ero senza parole e provavo a mantenere la calma. Non potevo dire nulla.
"Carlo, stai combinando qualche cazzata? Hai fatto qualche cazzata più grossa del solito? Non lo so e forse è meglio così. Ma risolvi. ORA."

La mia giornata cambiò drasticamente piega. Avevo un grosso problema da risolvere ma non sapevo da dove partire. Cercai di rimanere sottovento, nascosto in ufficio dove inventai scuse varie per non partecipare alle attività del mattino e scambiai il posto con collega per una visita guidata che mi avrebbe tenuto fuori dai radar fino a sera. Non conoscevo un modo migliore per sfuggire a quegli attacchi su più fronti.

Tardammo al rientro e riuscii a cenare in solitudine e dopo una doccia rigenerante, sgattaiolai in spiaggia per una festa organizzata da varie strutture sul litorale che richiamava tantissime persone. Il modo migliore per scomparire e far calmare le acque. Incontrai i colleghi e bevemmo insieme, mi sentivo più tranquillo e trovai il mio posto sul piccolo molo, su una roccia piatta con una buona vista.

Vidi Jonas e il resto del team che si scatenavano a ritmo di tormentoni estivi con un gruppo di ragazze che urlavano troppo. Nessuno poteva vedermi nel mio angolo in penombra. mi stesi e guardai il cielo limpido e stellato.

"Nico mi ha detto che eri qua. Perchè mi eviti? ho fatto qualcosa di sbagliato?"
Mi tirai sui gomiti e vidi Hadam, si stava sedendo su una roccia vicina e mi guardava triste.
"Ehi, non sapevo venissi! Non ti sto evitando...cioè forse un pochino. Ma non è colpa tua. Se vuoi puoi sederti qua, quella roccia è scomoda e si vede che stai in bilico."
Si alzò e mi raggiunse. Sorrise timido e mise la mano accanto alla mia, mosse il mignolo e lo intrecciò al mio. Sentivo tutto lo sforzo umano che stava facendo. Per lui era qualcosa di nuovo e inesplorato, culturalmente un peccato mortale e lui stava andando contro a tutte quelle "certezze", alla famiglia, alla religione.
Mi guardava in attesa di una mia mossa ma in quel momento ogni mossa era sbagliata nella mia testa. Doveva superare un confine e doveva farlo da solo. In un attimo portò le labbra sulle mie, delicato, tremante. Fu un bacio fulmineo ma di una dolcezza e una potenza che mai avevo provato. Un bacio di riscatto.

Si girò verso la spiaggia, tirò un grosso sospiro di sollievo e sorrise più rilassato.
Tutto qui? Veramente gli bastava solo questo? Mi alzai e lo guardai serio e malizioso. "Andiamo."
Non fece domande. Ci incamminammo scalzi sulla spiaggia, in silenzio. Aspettai di essere lontano abbastanza dalla festa e dalle luci. Mi fermai e dissi "E' stato molto dolce e so quanto ti è costato. Non mi devi nulla per quello che è successo l'altro giorno. Non sentirti in obbligo con me. Se vuoi possiamo anche non parlarne mai più e andare avanti tranquilli, ma non posso sopportare questa tensione e questo imbarazzo. Anche Carlotta è preoccupata dopo averti visto l'altra sera." Eravamo fermi a poca distanza. Fece un passo verso di me, mi prese una mano e in sincrono avvicinammo i nostri corpi fino a toccarci in un bacio vero, passionale. Le sue labbra erano calde e morbide, le lingue si cercavano, il suo odore caldo e maschio mi inebriava. Durò per un tempo che mi sembrò infinito e quando alla fine ci staccammo ci stringemmo in un abbraccio "Carlo tu per me fai tanto, nessuno ha mai fatto quello che fai per me. Ho paura di sbagliare." Lo baciai ancora e ancora e ancora.

Tornammo ai nostri alloggi e davanti alla mia porta, tra l'imbarazzo e la voglia di darmi a lui in tutto, dissi "Ti va di entrare?" si guardò intorno e mi spinse dentro chiudendosi la porta alle spalle. I baci divennero più caldi, famelici. In un attimo ci spogliammo a vicenda e i nostri corpi sono perfetti in quell'abbraccio, il sudore rende la nostra pelle lucida e vedo la nostra figura nello specchio mentre lui mi stringe le natiche con le grandi mani e mi bacia il collo. E' bellissimo. No credevo che quel ragazzone potesse essere un amante così famelico. Sentivo il suo grosso pezzo di carne che premeva e mi imbrattava del suo precum che cadeva copioso. Questo mi mandò su di giri. Mi inginocchia e subito cominciai a leccarlo e ripulirlo da tutto quel nettare che luccicava nella penombra e sotto il taglio di luce che penetrava dalla finestra. Il suo sapore era incredibile. Hadam aveva un odore e un sapore che è difficile spiegare, posso solo pensare al calore, una sensazione di calore, niente sostanze artefatte, profumi, detergenti. L'odore di un uomo, i feromoni che stavano addensando l'aria calda di quella stanza. Mi prese la testa tra le mani, mi fece aprire la bocca e ci fece cadere la sua saliva prima di rimettermi il cazzo in bocca e cominciare a scoparmi lento e deciso. Lo sentivo prendere sempre più spazio nella mia mia gola, ad ogno colpo scendeva sempre più e cominciai a far cadere filamenti di saliva mista a precum dai lati della bocca che stringeva quella mazza nervosa e dura in maniera incredibile. Sentivo la sua cappella rientrare nel prepuzio e poi ritornare fuori per toccare la mia gola. Quel gioco mi faceva impazzire e mi guardò stupito quando il primo schizzo di sborra si schiantò sul suo polpaccio. Non mi ero nemmeno toccato, ormai venivo senza nemmeno sfiorare il mio sesso.
Mi tirò su e baciandomi mi portò a letto, mi fece stendere sulla schiena con le gambe in aria e si inginocchio per affondare il viso tra le mie natiche e cominciare un lavoro di lingua e risucchio sul mio buco. Lo stava rendendo docile, pronto ad essere violato da quella mazza scura che svettava tra quel cespuglio di peli neri. Quando si rialzò ero pronto a riceverlo e portai le gambe ancora più indietro per lasciargli campo libero e mostrargli quanto il mio buco era già aperto e pronto.
Lui si butto su di me e cominciò a baciarmi, unendo i nostri fluidi. Mi leccò ovunque e io feci lo stesso fermandomi sui capezzoli turgidi e annusando e leccando le sue ascelle. Impegnato in quella operazione e inebriato dal suo afrore, non mi accorsi che aveva poggiato la cappella sul buco e con un bel movimento fluido penetrò dentro di me facendomi assaporare ogni centimetro del suo cazzo, ogni vena che in superficie pompava sangue a quella cappella che adesso si stava facendo strada e mi apriva in modo così naturale che non sembrava la nostra prima volta.

Spalancai gli occhi e vidi il suo viso in preda a quel piacere nuovo. Si godeva quel calore e rimase fermo per dare il tempo al mio antro di prendere la forma del suo cazzo prima di cominciare a pompare piano e a fondo, poi sempre più prepotente e deciso. Le palle mi sbattevano sulle natiche, continuò così per una ventina di minuti, sentivo liquido cadere dal mio ano e il rumore ad ogni affondo mi eccitava sempre più, stavo avendo un orgasmo anale e bi stavo bagnando come mai mi era successo. IL mio cazzo durissimo era bloccato tra i nostri addomi e il sudore faceva da lubrificante con il precum che perdevo copioso. Venni ancora sotto di lui mentre mi baciava e mi teneva le mani bloccate sulla testa. Ero completamente suo e non sembrava voler terminare a breve quella monta.
Si stacco di colpo e mi girò a pecora, testa sul materasso e mani bloccate dietro la schiena, si alzò in piedi "Non ho mai visto un buco così aperto, lo vuoi ancora? dimmelo se lo vuoi!" Risposi ansimando fuori di me "ti prego continua, riempilo, non lasciarlo vuoto. Sfondami!" a queste parole sputò sul buco aperto e ci fiondò il cazzo con forza. Mi sculacciò e, tenendo una mano sulla natica per aprire ancora di più e un'altra che mi bloccava le mani, cominciò a scoparmi come un selvaggio. Affondava con forza e adesso le sue palle sbattevano sul mio perineo. Gemevo e gli chiedevo di non smettere, di riempirmi, di svuotarsi dentro di me. Mi stava sbattendo da un tempo infinito e liberatomi una mano cominciai a masturbarmi, i muscoli dello sfintere si contraevano e facevano un effetto risucchio su quel cazzo. Cominciò a tirarlo fuori e rimetterlo dentro con decisione. Mi dava colpi fortissimi e lo sentivo tutto fino a quando un ultimo colpo ancora più deciso e una sensazione di calore che mi pervadeva le viscere. Stava schizzando grossi fiotti di sborra bollente dentro di me e io strinsi i muscoli per dargli più piacere. I suoi versi erano di piacere intenso e terminato si accasciò su di me senza togliermi il cazzo da dentro. Rimanemmo così mentre mi baciava il collo e diceva frasi dolci nella sua lingua. Quando lo tirò fuori ormai quasi moscio, sentii la sua sborra colarmi tra le natiche e poi sulle palle, con due dita entrò dentro di me e cominciò a massaggiarmi lentamente. Che intenzioni aveva? "devo venire ancora, mi fanno male le palle!" cominciò a segarsi con forza e nel giro di qualche minuto riempì la mia schiena di una ragnatela di schizzi caldi e gelatinosi. Si accasciò, ormai soddisfatto, sul letto e mi alzai per ripulirgli il cazzo, volevo il suo sapore anche nella mia bocca e mi staccai solo quando fu lucido e pulito.

Ci addormentammo abbracciati tra le lenzuola madide di sudore e fluidi corporei.
Non era ancora sorto il sole quando con un bacio mi svegliò e andò via prima del risveglio degli altri.
scritto il
2024-08-02
2 . 3 K
visite
1 1
voti
valutazione
6.3
il tuo voto

Continua a leggere racconti dello stesso autore

racconto precedente

Festa in spiaggia e a letto
Segnala abuso in questo racconto erotico

Commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.