Sara e Alerto - parte 5

di
genere
etero

Una volta in bagno per un doveroso bidè mi sono accorta che dalla mai vagina usciva il suo sperma con un rigolo rosso, segno della lacerazione del mio imene. Anche il giorno successivo mi sono ritrovata le mutandine leggermente sporche di sangue.
Mia mamma da sorniona, rientrando, mi ha chiesto se andava tutto bene. Gli ho risposto di sì. Mi ha ulteriormente chiesto se avevamo fatto qualcosa. Con la testa ho fatto segno di si aggiungendo: “non sono più vergine”. Lei sorridendo mi ha detto: “vi ho lasciati soli apposta in modo da poter approfittare della situazione. Del resto, visto il tempo che siete assieme, mi chiedevo come questo non fosse ancora successo. Io con il mio primo ragazzo l’ho fatto dopo qualche settimana che ci eravamo conosciuti e messi assieme”.
A quella prima volta sono succedute altre occasione in cui abbiamo fatto sesso. Quando trovavamo un luogo tranquillo per dedicarci a noi non perdevamo l’occasione per avere raccorti intimi, che sono man mano migliorati come qualità arrivando a raggiungere entrambi l’orgasmo quasi simultaneamente”
Il nostro rapporto non è sempre “rose e fiori”. Anche noi capita di alternare tempi sereni e felici a situazioni più critiche e di difficoltà. Quello che ci ha sempre aiutato a risolvere questi momenti sono stati il dialogo, la comunicazione e la grande comprensione dell’uno nei confronti dell’altra.
Superato l’esame di maturità con dei buoni risultati, entrambi abbiamo cercato lavoro. Lui dopo qualche mese ha trovato impiego come impiegato nell’azienda di trasporti di cui vi dicevo all’inizio, mentre io dopo uno “stage” ho trovato lavoro nel piccolo supermercato alle porte del paese.
Messo in disparte qualche soldo e facendo affidamento sui nostri stipendi abbiamo deciso di prendere in affitto un bilocale per noi in cui andare a convivere. E’ stata un’esperienza nuova: all’inizio confesso abbiamo avuto qualche problema in quanto dovevamo affinare il nostro stare assieme partendo anche dalle cose più semplici e scontate, successivamente, avendo trovato un equilibrio, le cose sono andate meglio. La notte è il nostro momento magico in cui ci ritroviamo abbracciati nel nostro nido di amore e spesso abbiamo intensi rapporti sessuali.
Alla sera del mio ventitreesimo compleanno, dopo essere stati a cena fuori in un ristorante molto romantico nel quale tra una portata e l’altra mi ha regalato una graziosa collanina in argento con un’acquamarina, rientrando in casa mi ha detto: “Adesso voglio farti il mio regalo migliore”. Entrambi adoriamo i bambini. Vivendo ormai assieme non avevamo a priori escluso di poterne averne uno. Per questo motivo ho smesso di prendere la pillola anticoncezionale. Non lo stavamo cercando con ostentazione, ma se fosse capitato l’avremmo accettato con grande piacere. Ha cominciato a spogliarsi completamente nudo poi ha spogliato me. Una volta stesi entrambi nudi sul letto abbiamo cominciato ad abbracciarci, accarezzarci, baciarci provocando un immenso piacere. Salendo sopra di me ha infilato il suo membro nella mia vagina. Io per poterlo gustare tutto ho messo le mie gambe sulla sua schiena per poterlo tenere il più stretto possibile. Abbiamo raggiunto entrambi l’orgasmo riempiendomi completamente con il suo sperma. “Ecco il mio regalo…. Se tutto va bene ti ho donato un bambino”. Gli ho risposto: “E’ un dono reciproco che ci siamo fatti. Perché se è vero che prenderà forma nel mio ventre è comunque frutto di entrambi”
Dopo qualche settimana, avendo rilevato un ritardo nel ciclo mestruale, abbiamo fatto il test di gravidanza che è risultato positivo.
Quando abbiamo comunicato la notizia ai nostri genitori sono inizialmente rimasti perplessi dicendoci: “Siete sicuri e convinti della scelta che avete fatto? Siete ancora giovani. Crescere un figlio è un grosso impegno e responsabilità”. Noi abbiamo risposto che eravamo completamente convinti e questo bimbo che stava cominciando a prendere forma dentro me era la cosa più bella che stavamo facendo, frutto del nostro amore.
Mia mamma con le lacrime agli occhi ci ha detto: “che bello…. è da tempo che avevo il desiderio di diventare nonna. Una nonna abbastanza giovane (mia mamma ha cinquant’anni) in modo da potervi aiutare a crescere il vostro piccolo. Fate pure affidamento su di me quando andate al lavoro”. Gli ho risposto: “hai voglia di viziarlo tutto da subito”. Lei ha replicato: “Quel tanto che basta”.
Alberto si è subito dimostrato un futuro papà tenerissimo. Da quanto ha scoperto che ero incinta ogni sera mi scopriva la pancia, l’accarezzava, la baciava e sussurrava al bimbo che stava dentro di me. “Poveretto già ti deve sopportare da adesso” gli dicevo e lui si metteva a sorridere.
Quando mi si sono rotte le acque è corso subito a casa dal lavoro e mi ha accompagnata in ospedale restando con me tutto il travaglio assistendomi anche durante il parto tenendomi la mano, accarezzandomi ed incitando a spingere perché il bimbo uscisse. Una volta uscito dal mio grembo l’ostetrica ha messo il bambino sulla mia pancia il quale ha emesso i suoi primi vagiti. Stretti l’uno all’altra eravamo entrambi entusiasti nel vedere quel bimbo, il dono più bello della nostra vita che ci siamo entrambi fatto.



scritto il
2024-09-24
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