Il mondo intero sta avendo un orgasmo!
di
Thomas Prostata
genere
orge
Non è poi quella rottura di coglioni che pensavo che fosse. Forse è perché sia lui sia la sua fica sono brilli. Hanno fatto il giro dei bar del quartiere. Lui si chiama Oscar, fa l’antropologo - che cazzo fa un antropologo? - e non è tanto vecchio. Perché mai, finora, non si sia scopato Milena non à chiaro. Anzi puzza. Lei è alla disperazione. Gli smena il culo in faccia, gli siede sulle ginocchia, gli fa mille moine, ma lui niente.
Pare che Milena si sia detta: o stasera o mai più. E difatti si mette a stuzzicarlo, gli strofina le tette sulla spalla, la coscia sul ginocchio. Lui seguita a parlare della cerimonia di iniziazione dei Masai, mentre a me è venuta un'erezione da esibizione internazionale.
Lei fa la gatta per farsi fottere, apertamente, e mi sa che ha voglia di scopare in sé e per sé, non solo allo scopo tattico di legare a sé questo Oscar. Oh, è una vacca, non ci sono dubbi. Ma come fai a non scoparti una così, Oscar, penso io, come cazzo fai?
Suonano alla porta. È Pietro. Viene dalla Bassa - Trenzano o Corzano o Mairano, uno di quei paesini lì con più mucche che persone - dove è andato a stare dopo che ha denunciato due fascistelli che lo ha menato solo perchè passeggiava in città con la gonna e l’ombrellino.
Gli dico di accomodarsi e bere un goccio con noi. Come Oscar lo vede, gli si illuminano gli occhi. Milena non esiste più per lui, non sta più neanche a sentirla, buon per lei che non la scaraventa in terra.
Pietro ha subito mangiato la foglia. Si siede con aria pudica. Gli manca solo un fazzolettino di pizzo da cincischiare fra le dita. Il ganzo di Milena ne è ammaliato. Gli offre un bicchiere di vino e, per la prima volta nella serata, dà segni di animazione. Pietro e lui si scambiano languidissime occhiate. Milena viene a sedersi accanto a me sul divano.
“Forse,” dice sarcastica, “Oscar e il ragazzo preferirebbero restare soli? Perché non si buttano, semplicemente, l'uno fra le braccia dell'altro?”
Lì per lì s'inviperisce, poi però la cosa comincia a divertirla. Getta la maschera e ci scherza su, sul suo progetto di accalappiare Oscar al laccio coniugale. Lui invece preferisce un bel pischello a lei. Scherza e ride, però è disgustata. Fossi Oscar, me la metterei di traverso sulle ginocchia a culo nudo e la prenderei a sculacciate. Senonché lui trova buffa la cosa, lei pure. Ci bevono sopra. Pietro arrossisce come una collegiale e fa il grazioso.
"Ma perché non..." domanda Milena a Oscar, "perché non te lo porti in camera e ci fai... ci fai quello che ti pare. Leo non ci farà caso. A me però piacerebbe vedere. Per rendermi conto di cosa ci ha, lui, ch'io non ho!"
Pietro fa ciondolare le lunghe mani dai braccioli della poltrona. Riesce a mostrarsi scandalizzato. Non l'avevo mai visto così pudibondo. Oscar si acciglia. Forse trova Milena un tantino troppo volgare. Ma queste vacche sanno essere assai più volgari di così. E, difatti, Milena si tira su la gonna, di punto in bianco, si sfila le mutande e ostenta la bernarda, come fosse il Santissimo all'offertorio. È come venir abbagliati da una luce improvvisa, da un faro nelle tenebre, quando lei ti punta addosso quella cosa.
A Oscar gliela sbatte sul muso, praticamente.
"Cos'ha che non va? Vorrei tanto saperlo! Ci sono forse i vermi? Ci son forse i pidocchi? È diventata verde? Puzza, forse? Non è meglio del culo d'un ragazzo, per ficcarci il cazzo dentro? O, se il buco dev'essere tondo, ebbene, il culo ce l'ho anch'io!"
È un errore, però, da parte sua, metter quella passerotta sotto gli occhi di Pietro. Lui la guarda, l'annusa e poi allunga un dito e ce lo ficca su, prima che Milena possa prevedere quella mossa. Oscar lo trova buffo. Ma poi, quando Pietro abbraccia Milena per la vita e dà un bacio alla sua selva, lui non resta meno sbigottito della donna.
Milena si cala la gonna e domanda: "Scusa la curiosità, Pietro, ma tu cosa sei... carne o pesce?"
"L'uno e l'altra," rispondo io, pronto.
Lei scuote la testa: "Quanta depravazione che c'è in giro!"
Oscar vuole spassarsela.
“Una volta tanto,” dice, “può fare quello che gli aggrada”
La lontananza da casa, l’ambiente puritano in cui è cresciuto, gli infonde coraggio. E allora, perché no? Perché non darsi agli sfizi ed ai vizi?
"Siamo fra amici qui, tutta gente che sa come va il mondo," e così via filosofando.
Milena lì per lì s'indigna, gli dice alcune male parole fra l'altro, di ficcarseli su per il culo, tutti i suoi sporchi quattrini ma poi, venendo a più miti consigli, dice di non ve- dere perché dopotutto non si debba stare un po' in allegria.
Io, per me, sono alquanto renitente a calarmi i calzoni nei paraggi di 'sto Oscar... ma, come suol dire, in compagnia prese moglie un frate. Comunque lui con me si sta comportando bene. Nel senso che non fa il cretino. Probabilmente l'interessano solo i tipi alla Pietro. In ciò assomiglia a Ernesto, tranne che Ernesto, oltre che un culattone, è pure un ficaiolo.
"Ho una piccola confessione da fare," dice Oscar. "Lo so che Milena ha fatto di tutto per farsi chiavare da me, sperando in tal modo di legarmi a lei per sempre, con i tenaci peli della fica, ma sta di fatto che a me, le donne non mi arrazzano più. Una volta sì, ma ora ho voltato pagina. Senonché lei mi piace, e mi darebbe gusto vederla fottere da un altro."
Cristo, no, io non sono disposto a dare spettacolo a questo ricco bastardo. Senonché ho un'erezione che non mi consente di andar tanto per il sottile, e, se non chiavo Milena seduta stante, mi toccherebbe poi fare ricorso a una battona, e rimetterci pure dei soldi. Quindi, me la faccio sedere sulle ginocchia. Lei si assesta col culo a ridosso del mio uccello e si tira su la gonna.
È tanto disposta a farsi scopare quanto io a scoparla. Le cosce le scottano e sono già madide di umore monale. Il suo boschetto poi, diresti ch'è il biblico roveto ardente. Presso il quale Mosè ricevette, mi pare, i dieci comandamenti, fra cui quello di non commettere atti impuri. Le titillo la sorcetta ed è come intingere il dito in un crogiolo di piombo fuso. Lei allarga le gambe e la puzza di fica riempie, gradevolmente, tutta
l'atmosfera.
Gesù, la chiaverei pure al Foro romano coi turisti che guardano, pure in mezzo a Piazza Loggia durante la commemorazione dell’attentato. L'adagio pian piano per terra, comincio a sfilarle le calze. Pietro è tanto eccitato che pare che abbia una colica intestinale.
Milena si stende sul divano e si contorce tutta, mentre io mi spoglio. Fa cenno a Pietro di avvicinarsi e baciarle di nuovo la selva. Ma arrivo prima io e le monto sopra. Le infilo su il cazzo prima ancora che abbia tempo di rendersene conto, e lei comincia subito a scalciare e dare tali guizzi e caracolli, ch'io temo per le molle del divano.
Pietro va a sedersi sulle ginocchia di Oscar. Questi gli slaccia la pattuella e comincia a gingillarsi col suo cazzo. Pietro gli rende tosto la pariglia, infilando una mano sotto i pantaloni di Oscar e coccolandogli l'uccello. L'aria si fa via via più densa di passione e voluttà. Se la lussuria fosse gas, basterebbe un fiammifero, lì, per far saltare tutto il caseggiato. Milena squittisce come un maialetto quando lo scannano.
Sì, squittisci, puttanaccia! Hai un grosso coltello nella pancia, ti sto sventrando, ti sto trinciando!
Pietro si spoglia. Quando Milena lo vede nudo, a cazzo rizzo, lo prega di appressarsi e lasciarglielo toccare. Quel piccolo bastardo è come Tiresia, cambia sesso a comando. Funziona a corrente alternata. Fa da moglie e da marito, a volontà. È un vero camaleonte dell'erotismo! Dunque, si avvicina e lascia che Milena si trastulli con il suo tuttofare pisello. Poi le chiede gentilmente: "Vuoi che te lo metto in bocca?"
Lei lo guarda con occhi eloquenti. E incomincia a leccargli i coglioni. Una fica sopraffina come lei, baciar le palle a quel mezzo-uomo! Basta questo a farti venire l'impeto di strangolarla. O prenderla a botte, per metterle giudizio. Io, però, mi limito a rendere più violento il ritmo della fottitura. A lei questo comunque dà gusto. Potrebbe montarla un caprone, e lo stesso ci proverebbe piacere. La maiala grugnisce e dà di lingua all'uccello di Pietro.
Sono il più sobrio, lì dentro, ma lo stesso la stanza mi gira torno torno.
Milena domanda al suo Oscar: "Ti rendi conto, tesoro, che razza di fica stupenda avresti potuto avere per moglie?"
Ciò detto, prende il cazzo di Pietro nella bocca. Io me ne vengo e le inondo la fregna di sfaccime. Lei non se n'è venuta, ancora. Si trattiene. Ho la bocca cattiva, come avessi mangiato una manciata di sale. Mi alzo per andar a bere un bicchier d’acqua.
Oscar è scioccato, adesso. Non riesco a capire perché, lì per lì. Il mio stupore aumenta quando vedo che guarda con occhi vogliosi la sorcia di Milena. Poi intuisco, in un baleno. Da quella fica sgocciola il mio sperma. Ed è questo ad eccitarlo. Però la cosa eccita anche Pietro, il quale si tuffa su Milena e comincia a leccarle la passera intrisa di sborra.
Oscar schiocca la lingua come un vecchio sdentato goloso. Pietro lo guarda e si compiace di scandalizzarlo. Slurpa tutto lo sperma che cola fra i peli, poi succhia la vagina come si succhia il midollo d'un osso buco, fino a fare un'ingozzata di quel nettare maschile nella coppa femminile.
Se un singolo spermatozoo s'è salvato, è perché si sarà rintanato in qualche remoto angolino, tenendosi saldo con le mani e coi denti, con la forza della disperazione.
Non appena terminato il fiero pasto, Pietro si dà ad altri trastulli. Ribalta Milena a bocca sotto e prende ad indagare fra le chiappe. L'investigazione è lenta e minuziosa.
"Devo essere matta," dice Milena, "per lasciarmi far questo da questo frocetto... poco più che un bambino..."
Però la sua pazzia non sembra punto impensierirla. Lascia infatti che lui le ciucci il seno, le mordicchi la pancia, le sfotticchi l'ombelico. Accetta tutto, e subisce una completa ripassata, dalla testa ai piedi. Poi, docilmente, se lo lascia ficcare nel culo.
Quel piccolo cazzo le procura brividi di piacere intensissimi. È piccolo ma duro come il ferro. Non sarà soddisfacente, forse, come i grossi uccellacci cui è usa, ma certo quel pisello di pischello ha una grazia tutta sua. Sa lavorare. Eppoi, nel culo, la grandezza conta meno. Lui le sta aggrappato alle tette e pompa a tutto spiano.
Oscar guarda il culetto di Pietro andare su e giù. Pare un grosso gatto che guarda un ignaro topolino. Sorride. Si alza. Va oltre a passi felpati. Si pone alle terga di Pietro e comincia a smaneggiargli il culo. Ne dilata le ganasce con i pollici, poi gli infila dentro il tubo.
Milena allibisce.
"Non mi sarei mai aspettata una cosa del genere... fino a poco fa! Chi me l'avesse detto, che sarei caduta tanto in basso... che mi sarei crogiolata così in mezzo al fango!"
"Sta' zitta," le fa Pietro, "o sennò ti piscio in culo."
Comunque lo si giudichi, quel maschietto ha un aplomb ammirevole.
Il mio cazzo rialza la cresta. Milena l'adocchia ed allunga una mano. "Portalo qua, ti prego.”
Non ha limiti, una donna cui piacciono i cazzi. Potresti rimpinzarle la bocca, la topa e il culo, lei lo stesso ne vorrebbe un altro paio per le mani, e magari ancora uno da stringere fra i pedini! Il mio se lo mette in bocca, avidamente. Mi circonda le gambe con un braccio, onde impedire che glielo sottragga.
Mio dio, che concerto! Pietro squittisce che sta per venire. Oscar gli dà nel culo a tutta caldara. Milena mi ciuccia l'uccello emettendo osceni gorgogli.
Prendo la testa di Milena fra le mani e la guardo negli occhi. È tanto groggia per l'eccitazione che non mi riconosce neanche. Sa solo che sta succhiando un cazzo. Le vene della gola e delle tempie sono gonfie, da scoppiare. Le tasto le tette. Sento che il cuore le batte come un tamburo.
Ah, che puttane che sono queste donne perbene! Lei non ha neanche il pudore di chiudere gli occhi, quando le sborro in bocca. E come ingoia! Con quanta svergognata avidità! Frattanto se ne viene pure lei, insieme a Pietro... E Oscar segue a ruota... Cristo, il mondo intero sta avendo un orgasmo!
Pare che Milena si sia detta: o stasera o mai più. E difatti si mette a stuzzicarlo, gli strofina le tette sulla spalla, la coscia sul ginocchio. Lui seguita a parlare della cerimonia di iniziazione dei Masai, mentre a me è venuta un'erezione da esibizione internazionale.
Lei fa la gatta per farsi fottere, apertamente, e mi sa che ha voglia di scopare in sé e per sé, non solo allo scopo tattico di legare a sé questo Oscar. Oh, è una vacca, non ci sono dubbi. Ma come fai a non scoparti una così, Oscar, penso io, come cazzo fai?
Suonano alla porta. È Pietro. Viene dalla Bassa - Trenzano o Corzano o Mairano, uno di quei paesini lì con più mucche che persone - dove è andato a stare dopo che ha denunciato due fascistelli che lo ha menato solo perchè passeggiava in città con la gonna e l’ombrellino.
Gli dico di accomodarsi e bere un goccio con noi. Come Oscar lo vede, gli si illuminano gli occhi. Milena non esiste più per lui, non sta più neanche a sentirla, buon per lei che non la scaraventa in terra.
Pietro ha subito mangiato la foglia. Si siede con aria pudica. Gli manca solo un fazzolettino di pizzo da cincischiare fra le dita. Il ganzo di Milena ne è ammaliato. Gli offre un bicchiere di vino e, per la prima volta nella serata, dà segni di animazione. Pietro e lui si scambiano languidissime occhiate. Milena viene a sedersi accanto a me sul divano.
“Forse,” dice sarcastica, “Oscar e il ragazzo preferirebbero restare soli? Perché non si buttano, semplicemente, l'uno fra le braccia dell'altro?”
Lì per lì s'inviperisce, poi però la cosa comincia a divertirla. Getta la maschera e ci scherza su, sul suo progetto di accalappiare Oscar al laccio coniugale. Lui invece preferisce un bel pischello a lei. Scherza e ride, però è disgustata. Fossi Oscar, me la metterei di traverso sulle ginocchia a culo nudo e la prenderei a sculacciate. Senonché lui trova buffa la cosa, lei pure. Ci bevono sopra. Pietro arrossisce come una collegiale e fa il grazioso.
"Ma perché non..." domanda Milena a Oscar, "perché non te lo porti in camera e ci fai... ci fai quello che ti pare. Leo non ci farà caso. A me però piacerebbe vedere. Per rendermi conto di cosa ci ha, lui, ch'io non ho!"
Pietro fa ciondolare le lunghe mani dai braccioli della poltrona. Riesce a mostrarsi scandalizzato. Non l'avevo mai visto così pudibondo. Oscar si acciglia. Forse trova Milena un tantino troppo volgare. Ma queste vacche sanno essere assai più volgari di così. E, difatti, Milena si tira su la gonna, di punto in bianco, si sfila le mutande e ostenta la bernarda, come fosse il Santissimo all'offertorio. È come venir abbagliati da una luce improvvisa, da un faro nelle tenebre, quando lei ti punta addosso quella cosa.
A Oscar gliela sbatte sul muso, praticamente.
"Cos'ha che non va? Vorrei tanto saperlo! Ci sono forse i vermi? Ci son forse i pidocchi? È diventata verde? Puzza, forse? Non è meglio del culo d'un ragazzo, per ficcarci il cazzo dentro? O, se il buco dev'essere tondo, ebbene, il culo ce l'ho anch'io!"
È un errore, però, da parte sua, metter quella passerotta sotto gli occhi di Pietro. Lui la guarda, l'annusa e poi allunga un dito e ce lo ficca su, prima che Milena possa prevedere quella mossa. Oscar lo trova buffo. Ma poi, quando Pietro abbraccia Milena per la vita e dà un bacio alla sua selva, lui non resta meno sbigottito della donna.
Milena si cala la gonna e domanda: "Scusa la curiosità, Pietro, ma tu cosa sei... carne o pesce?"
"L'uno e l'altra," rispondo io, pronto.
Lei scuote la testa: "Quanta depravazione che c'è in giro!"
Oscar vuole spassarsela.
“Una volta tanto,” dice, “può fare quello che gli aggrada”
La lontananza da casa, l’ambiente puritano in cui è cresciuto, gli infonde coraggio. E allora, perché no? Perché non darsi agli sfizi ed ai vizi?
"Siamo fra amici qui, tutta gente che sa come va il mondo," e così via filosofando.
Milena lì per lì s'indigna, gli dice alcune male parole fra l'altro, di ficcarseli su per il culo, tutti i suoi sporchi quattrini ma poi, venendo a più miti consigli, dice di non ve- dere perché dopotutto non si debba stare un po' in allegria.
Io, per me, sono alquanto renitente a calarmi i calzoni nei paraggi di 'sto Oscar... ma, come suol dire, in compagnia prese moglie un frate. Comunque lui con me si sta comportando bene. Nel senso che non fa il cretino. Probabilmente l'interessano solo i tipi alla Pietro. In ciò assomiglia a Ernesto, tranne che Ernesto, oltre che un culattone, è pure un ficaiolo.
"Ho una piccola confessione da fare," dice Oscar. "Lo so che Milena ha fatto di tutto per farsi chiavare da me, sperando in tal modo di legarmi a lei per sempre, con i tenaci peli della fica, ma sta di fatto che a me, le donne non mi arrazzano più. Una volta sì, ma ora ho voltato pagina. Senonché lei mi piace, e mi darebbe gusto vederla fottere da un altro."
Cristo, no, io non sono disposto a dare spettacolo a questo ricco bastardo. Senonché ho un'erezione che non mi consente di andar tanto per il sottile, e, se non chiavo Milena seduta stante, mi toccherebbe poi fare ricorso a una battona, e rimetterci pure dei soldi. Quindi, me la faccio sedere sulle ginocchia. Lei si assesta col culo a ridosso del mio uccello e si tira su la gonna.
È tanto disposta a farsi scopare quanto io a scoparla. Le cosce le scottano e sono già madide di umore monale. Il suo boschetto poi, diresti ch'è il biblico roveto ardente. Presso il quale Mosè ricevette, mi pare, i dieci comandamenti, fra cui quello di non commettere atti impuri. Le titillo la sorcetta ed è come intingere il dito in un crogiolo di piombo fuso. Lei allarga le gambe e la puzza di fica riempie, gradevolmente, tutta
l'atmosfera.
Gesù, la chiaverei pure al Foro romano coi turisti che guardano, pure in mezzo a Piazza Loggia durante la commemorazione dell’attentato. L'adagio pian piano per terra, comincio a sfilarle le calze. Pietro è tanto eccitato che pare che abbia una colica intestinale.
Milena si stende sul divano e si contorce tutta, mentre io mi spoglio. Fa cenno a Pietro di avvicinarsi e baciarle di nuovo la selva. Ma arrivo prima io e le monto sopra. Le infilo su il cazzo prima ancora che abbia tempo di rendersene conto, e lei comincia subito a scalciare e dare tali guizzi e caracolli, ch'io temo per le molle del divano.
Pietro va a sedersi sulle ginocchia di Oscar. Questi gli slaccia la pattuella e comincia a gingillarsi col suo cazzo. Pietro gli rende tosto la pariglia, infilando una mano sotto i pantaloni di Oscar e coccolandogli l'uccello. L'aria si fa via via più densa di passione e voluttà. Se la lussuria fosse gas, basterebbe un fiammifero, lì, per far saltare tutto il caseggiato. Milena squittisce come un maialetto quando lo scannano.
Sì, squittisci, puttanaccia! Hai un grosso coltello nella pancia, ti sto sventrando, ti sto trinciando!
Pietro si spoglia. Quando Milena lo vede nudo, a cazzo rizzo, lo prega di appressarsi e lasciarglielo toccare. Quel piccolo bastardo è come Tiresia, cambia sesso a comando. Funziona a corrente alternata. Fa da moglie e da marito, a volontà. È un vero camaleonte dell'erotismo! Dunque, si avvicina e lascia che Milena si trastulli con il suo tuttofare pisello. Poi le chiede gentilmente: "Vuoi che te lo metto in bocca?"
Lei lo guarda con occhi eloquenti. E incomincia a leccargli i coglioni. Una fica sopraffina come lei, baciar le palle a quel mezzo-uomo! Basta questo a farti venire l'impeto di strangolarla. O prenderla a botte, per metterle giudizio. Io, però, mi limito a rendere più violento il ritmo della fottitura. A lei questo comunque dà gusto. Potrebbe montarla un caprone, e lo stesso ci proverebbe piacere. La maiala grugnisce e dà di lingua all'uccello di Pietro.
Sono il più sobrio, lì dentro, ma lo stesso la stanza mi gira torno torno.
Milena domanda al suo Oscar: "Ti rendi conto, tesoro, che razza di fica stupenda avresti potuto avere per moglie?"
Ciò detto, prende il cazzo di Pietro nella bocca. Io me ne vengo e le inondo la fregna di sfaccime. Lei non se n'è venuta, ancora. Si trattiene. Ho la bocca cattiva, come avessi mangiato una manciata di sale. Mi alzo per andar a bere un bicchier d’acqua.
Oscar è scioccato, adesso. Non riesco a capire perché, lì per lì. Il mio stupore aumenta quando vedo che guarda con occhi vogliosi la sorcia di Milena. Poi intuisco, in un baleno. Da quella fica sgocciola il mio sperma. Ed è questo ad eccitarlo. Però la cosa eccita anche Pietro, il quale si tuffa su Milena e comincia a leccarle la passera intrisa di sborra.
Oscar schiocca la lingua come un vecchio sdentato goloso. Pietro lo guarda e si compiace di scandalizzarlo. Slurpa tutto lo sperma che cola fra i peli, poi succhia la vagina come si succhia il midollo d'un osso buco, fino a fare un'ingozzata di quel nettare maschile nella coppa femminile.
Se un singolo spermatozoo s'è salvato, è perché si sarà rintanato in qualche remoto angolino, tenendosi saldo con le mani e coi denti, con la forza della disperazione.
Non appena terminato il fiero pasto, Pietro si dà ad altri trastulli. Ribalta Milena a bocca sotto e prende ad indagare fra le chiappe. L'investigazione è lenta e minuziosa.
"Devo essere matta," dice Milena, "per lasciarmi far questo da questo frocetto... poco più che un bambino..."
Però la sua pazzia non sembra punto impensierirla. Lascia infatti che lui le ciucci il seno, le mordicchi la pancia, le sfotticchi l'ombelico. Accetta tutto, e subisce una completa ripassata, dalla testa ai piedi. Poi, docilmente, se lo lascia ficcare nel culo.
Quel piccolo cazzo le procura brividi di piacere intensissimi. È piccolo ma duro come il ferro. Non sarà soddisfacente, forse, come i grossi uccellacci cui è usa, ma certo quel pisello di pischello ha una grazia tutta sua. Sa lavorare. Eppoi, nel culo, la grandezza conta meno. Lui le sta aggrappato alle tette e pompa a tutto spiano.
Oscar guarda il culetto di Pietro andare su e giù. Pare un grosso gatto che guarda un ignaro topolino. Sorride. Si alza. Va oltre a passi felpati. Si pone alle terga di Pietro e comincia a smaneggiargli il culo. Ne dilata le ganasce con i pollici, poi gli infila dentro il tubo.
Milena allibisce.
"Non mi sarei mai aspettata una cosa del genere... fino a poco fa! Chi me l'avesse detto, che sarei caduta tanto in basso... che mi sarei crogiolata così in mezzo al fango!"
"Sta' zitta," le fa Pietro, "o sennò ti piscio in culo."
Comunque lo si giudichi, quel maschietto ha un aplomb ammirevole.
Il mio cazzo rialza la cresta. Milena l'adocchia ed allunga una mano. "Portalo qua, ti prego.”
Non ha limiti, una donna cui piacciono i cazzi. Potresti rimpinzarle la bocca, la topa e il culo, lei lo stesso ne vorrebbe un altro paio per le mani, e magari ancora uno da stringere fra i pedini! Il mio se lo mette in bocca, avidamente. Mi circonda le gambe con un braccio, onde impedire che glielo sottragga.
Mio dio, che concerto! Pietro squittisce che sta per venire. Oscar gli dà nel culo a tutta caldara. Milena mi ciuccia l'uccello emettendo osceni gorgogli.
Prendo la testa di Milena fra le mani e la guardo negli occhi. È tanto groggia per l'eccitazione che non mi riconosce neanche. Sa solo che sta succhiando un cazzo. Le vene della gola e delle tempie sono gonfie, da scoppiare. Le tasto le tette. Sento che il cuore le batte come un tamburo.
Ah, che puttane che sono queste donne perbene! Lei non ha neanche il pudore di chiudere gli occhi, quando le sborro in bocca. E come ingoia! Con quanta svergognata avidità! Frattanto se ne viene pure lei, insieme a Pietro... E Oscar segue a ruota... Cristo, il mondo intero sta avendo un orgasmo!
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