Nel buio del bosco
di
Thomas Prostata
genere
tradimenti
Aveva seguito Sofia e i due uomini, fino a una radura isolata, immersa nel buio profondo della notte. La luna filtrava attraverso le fronde degli alberi, creando macchie di luce che danzavano sulla terra umida. Il rumore dei passi di Sofia e dei due uomini era stato sostituito dal sussurro dei rami e dal canto lontano di una civetta.
*
Due ore prima.
Da Buttlover69 a SweetySofy1989: “Se vuoi posso portare il mio amico Peppinotto22cm oppure cerca tu qualcun altro. Per me non è un problema.”
Da SweetySofy1989 a Buttlover69: “Peppinotto22cm andrà bene. Non lo conosco ma sono sicura che faremo amicizia.”
Il telefono di Sofia giaceva sul tavolo, sprofondato tra le pieghe della tovaglia, quasi dimenticato. Il gesto della sua ragazza era stato automatico, come ogni sera: poggiare il cellulare, dirigersi in bagno, lasciandolo da solo con i suoi pensieri. Solo che quella sera, i pensieri non bastavano. C’era qualcosa di strano nell’aria, qualcosa di sospeso, un’indecifrabile tensione che lo mordeva. Non so cosa lo abbia spinto a prendere quel telefono, a scorrere tra le app, fermarsi su Telegram. Era una mossa vigliacca, eppure inevitabile. Il cuore gli batteva forte, e le mani mi tremavano leggermente mentre sbloccavo lo schermo.
Poi li ha visti, quei messaggi. Uno scambio che si ripeteva ogni giorno, con un tale Buttlover69. Messaggi carichi di allusioni, che all'inizio sembravano innocui.
"Non vedo l'ora di rivederti, Sofia", "Sei un sogno che non voglio finire di sognare".
Ma poi, le parole diventavano sempre più esplicite, fino a diventare lampi di cruda verità.
"L’ultima volta è stata incredibile, domani andremo oltre, vero?"
Thomas ha deglutito, le frasi gli si spezzavano in gola. Il mondo intorno sembrava restringersi, comprimersi, come se fosse intrappolato in una stanza senza vie d'uscita. Non voleva capire, non poteva permettersi di capire.
Quando Sofia, con la scusa di andare dai suoi genitori, è uscita di casa, ha preso le chiavi dell’auto e l’ha seguita, il sangue che gli pulsava nelle tempie, le mani aggrappate al volante. Non era più in se, una forza oscura e famelica lo stava spingendo verso di lei, verso quello che non volevo davvero vedere, verso quello che non poteva ignorare. L’ha seguita mentre attraversava la città, fino a un parcheggio isolato. E lì, ad aspettarla, c’erano loro.
Un ragazzone scuro, forse mulatto, quindici buoni anni più giovane di sua moglie, alto, fisico scolpito, capelli scuri tirati all'indietro, aveva un'aria di controllo. Un uomo che sembrava abituato a comandare, a ottenere quello che voleva, le mani grandi, sicure, come se sapessero già cosa fare, dove toccare. Poi c'era quell’altro, biondo, più basso, ma con un viso spavaldo, gli occhi chiari e furbi, i muscoli tesi sotto una camicia troppo attillata. Sorrideva, un sorriso da predatore, sicuro di sé, sicuro del fatto che Sofia era lì per loro.
Li ha salutati con troppa confidenza, gli abbracci, i sussurri vicini alle labbra. Sembrava una scena vista mille volte, ma con un dettaglio che a Thomas faceva male: lei. La sua Sofia. La 'loro' Sofia, ora. Sono saliti tutti in macchina, e li ha seguiti, mantenendo una distanza calcolata. La strada si faceva sempre più isolata, le luci della città si spegnevano lentamente dietro di loro, fino a lasciare solo il buio del bosco. Un luogo dove nessuno li avrebbe mai trovati.
Thomas ha parcheggiato lontano, nascosto tra gli alberi, il cuore che batteva così forte che temeva potessero sentirlo. Li ha visti uscire dall’auto, camminare insieme verso una radura nascosta, dove gli alberi sembravano avvolgerli in un manto di segretezza.
Sofia aveva guidato i due uomini in un angolo appartato, lontano da ogni traccia di civiltà. Il biondo, con i suoi capelli disordinati e la pelle leggermente abbronzata, aveva una grinta animalesca nei movimenti. Lo spilungone, magro e slanciato, si muoveva con una grazia inquietante. Thomas si era sistemato dietro un albero, cercando di respirare lentamente, il respiro appannato dalla tensione e dalla curiosità morbosa.
La scena si sviluppava come un rituale primitivo, il tipo di cosa che aveva visto solo nei suoi peggiori incubi. Sofia, ora completamente nuda, si muoveva con una sensualità che aveva il sapore dell’innocenza perduta e del peccato. Era diventata parte del bosco stesso, la pelle liscia e pallida contrastava con la vegetazione scura intorno a lei. I due uomini erano altrettanto coinvolti, le loro mani e corpi si intrecciavano con quelli di Sofia in un balletto di desiderio bruciante.
Il biondo e lo spilungone si erano avvicinati a lei come predatori affamati. Le loro mani percorrevano la pelle di Sofia con una frenesia palpabile. Thomas osservava ogni gesto, ogni sussurro, ogni grido soffocato nel buio della notte. Il biondo la penetrava con forza, il suo corpo robusto che si muoveva ritmicamente mentre lo spilungone, con una lentezza inquietante, si posizionava dietro di lei, introducendosi nello spazio intimo più profondo, in una penetrazione anale che a lui, a Thomas, al suo ragazzo, non aveva mai concesso.
Sofia gemette, un suono crudo e primitivo che si fondeva con i rumori della natura circostante. Il suo corpo era in balia di onde di piacere e dolore, un amalgama caotico di sensazioni che la portavano oltre i limiti della consapevolezza. Thomas osservava, il suo stomaco si contorceva in una miscela di orrore e fascinazione. Ogni movimento, ogni contatto, era una rivelazione della sua intimità che non avrebbe mai voluto vedere.
L’atto sessuale era una danza spietata di corpi, un atto di possesso e sottomissione. Le mani dei due uomini si stringevano a chiudere la presa, le loro labbra e lingue esploravano la pelle di Sofia con un'urgenza selvaggia. Sofia rispondeva con un abbandono che sembrava quasi trascenderla, i suoi gemiti diventavano sempre più intensi, mescolati con il fruscio delle foglie e il rumore del vento.
L’amplesso proseguì in un’esplosione di movimento e suoni. Il biondo e lo spilungone si scambiarono di posto, la moglie sempre in mezzo a loro, sostenuta dal più robusto che le penetrava la vagina, e dal compare che la inculava con una sintonia collaudata, un ritmo incalzante che si faceva spasmodico. Sofia, consumata da un’estasi bruta, era sospesa in un momento senza tempo, il suo corpo tremava sotto l’intensità dell’atto. Thomas si sentiva come se stesse assistendo a una cerimonia oscura, un rito di passaggio che lo escludeva dal mondo che aveva conosciuto.
Come a un segnale convenuto i tre corpi si staccarono. Sofia, col corpo sudato e le tracce dell’intensità della doppia penetrazione ancora evidenti sulla pelle, con uno sguardo misto di estasi e sottomissione, le mani tremanti, si inginocchiò davanti ai due uomini.
Con un gesto orchestrato, i due uomini si masturbarono velocemente, fino a riversare su di lei il loro copioso seme. Le loro emissioni, dense e viscide, brillavano nel buio del bosco, luccicando come una nebulosa di scintille sotto la luce pallida della luna. A Thomas sembrò un flusso infinito, uno schizzo dietro l’altro, come se cercassero di riempirla di ogni residuo della loro brama. Il seme, che scivolava e si mescolava con il sudore e l’umidità della terra, creava una scena surreale, quasi mistica.
Sofia era al centro di questa danza animalesca, il suo corpo inginocchiato come una figura sacra, una Madonna profanata immersa in un rito di purificazione e peccato. Il fluido, che ricopriva il suo corpo, scintillava e scintillava, ogni goccia un sigillo dell’atto appena compiuto. Era una visione di intimità e dissolutezza, di piacere e dominio, incapsulata in un momento che sembrava fuori dal tempo.
Il biondo e lo spilungone si osservavano l’un l’altro con un’aria di soddisfazione bruta e primitiva, come due cacciatori che avevano appena abbattuto la loro preda. I loro occhi, brillanti e pieni di una sorta di trionfo bestiale, erano fissi su Sofia, mentre lei, raccogliendo con un dito le gocce di sperma sul suo corpo, se lo portava alla bocca, assaggiando la consistenza del suo tradimento.
Quando finalmente tutto si placò, e i corpi sfiniti si separarono, Sofia si accasciò a terra, il respiro pesante e irregolare. I due uomini si rivestirono con una calma inquietante, mentre Thomas si sentiva completamente sgretolato. Il bosco tornò a essere silenzioso, come se nulla fosse accaduto.
Thomas si alzò lentamente, il corpo pesante e il cuore oppresso. Le immagini di ciò che aveva visto lo perseguitavano, ogni sguardo, ogni suono, era un colpo al suo senso di realtà. Con un ultimo sguardo disperato verso Sofia, che ora si ricomponeva con una calma rassegnata, Thomas tornò verso la sua auto, la mente immersa in una confusione angosciante. Si allontanò nel buio della notte, consapevole che il suo mondo era irreparabilmente cambiato.
*
Due ore prima.
Da Buttlover69 a SweetySofy1989: “Se vuoi posso portare il mio amico Peppinotto22cm oppure cerca tu qualcun altro. Per me non è un problema.”
Da SweetySofy1989 a Buttlover69: “Peppinotto22cm andrà bene. Non lo conosco ma sono sicura che faremo amicizia.”
Il telefono di Sofia giaceva sul tavolo, sprofondato tra le pieghe della tovaglia, quasi dimenticato. Il gesto della sua ragazza era stato automatico, come ogni sera: poggiare il cellulare, dirigersi in bagno, lasciandolo da solo con i suoi pensieri. Solo che quella sera, i pensieri non bastavano. C’era qualcosa di strano nell’aria, qualcosa di sospeso, un’indecifrabile tensione che lo mordeva. Non so cosa lo abbia spinto a prendere quel telefono, a scorrere tra le app, fermarsi su Telegram. Era una mossa vigliacca, eppure inevitabile. Il cuore gli batteva forte, e le mani mi tremavano leggermente mentre sbloccavo lo schermo.
Poi li ha visti, quei messaggi. Uno scambio che si ripeteva ogni giorno, con un tale Buttlover69. Messaggi carichi di allusioni, che all'inizio sembravano innocui.
"Non vedo l'ora di rivederti, Sofia", "Sei un sogno che non voglio finire di sognare".
Ma poi, le parole diventavano sempre più esplicite, fino a diventare lampi di cruda verità.
"L’ultima volta è stata incredibile, domani andremo oltre, vero?"
Thomas ha deglutito, le frasi gli si spezzavano in gola. Il mondo intorno sembrava restringersi, comprimersi, come se fosse intrappolato in una stanza senza vie d'uscita. Non voleva capire, non poteva permettersi di capire.
Quando Sofia, con la scusa di andare dai suoi genitori, è uscita di casa, ha preso le chiavi dell’auto e l’ha seguita, il sangue che gli pulsava nelle tempie, le mani aggrappate al volante. Non era più in se, una forza oscura e famelica lo stava spingendo verso di lei, verso quello che non volevo davvero vedere, verso quello che non poteva ignorare. L’ha seguita mentre attraversava la città, fino a un parcheggio isolato. E lì, ad aspettarla, c’erano loro.
Un ragazzone scuro, forse mulatto, quindici buoni anni più giovane di sua moglie, alto, fisico scolpito, capelli scuri tirati all'indietro, aveva un'aria di controllo. Un uomo che sembrava abituato a comandare, a ottenere quello che voleva, le mani grandi, sicure, come se sapessero già cosa fare, dove toccare. Poi c'era quell’altro, biondo, più basso, ma con un viso spavaldo, gli occhi chiari e furbi, i muscoli tesi sotto una camicia troppo attillata. Sorrideva, un sorriso da predatore, sicuro di sé, sicuro del fatto che Sofia era lì per loro.
Li ha salutati con troppa confidenza, gli abbracci, i sussurri vicini alle labbra. Sembrava una scena vista mille volte, ma con un dettaglio che a Thomas faceva male: lei. La sua Sofia. La 'loro' Sofia, ora. Sono saliti tutti in macchina, e li ha seguiti, mantenendo una distanza calcolata. La strada si faceva sempre più isolata, le luci della città si spegnevano lentamente dietro di loro, fino a lasciare solo il buio del bosco. Un luogo dove nessuno li avrebbe mai trovati.
Thomas ha parcheggiato lontano, nascosto tra gli alberi, il cuore che batteva così forte che temeva potessero sentirlo. Li ha visti uscire dall’auto, camminare insieme verso una radura nascosta, dove gli alberi sembravano avvolgerli in un manto di segretezza.
Sofia aveva guidato i due uomini in un angolo appartato, lontano da ogni traccia di civiltà. Il biondo, con i suoi capelli disordinati e la pelle leggermente abbronzata, aveva una grinta animalesca nei movimenti. Lo spilungone, magro e slanciato, si muoveva con una grazia inquietante. Thomas si era sistemato dietro un albero, cercando di respirare lentamente, il respiro appannato dalla tensione e dalla curiosità morbosa.
La scena si sviluppava come un rituale primitivo, il tipo di cosa che aveva visto solo nei suoi peggiori incubi. Sofia, ora completamente nuda, si muoveva con una sensualità che aveva il sapore dell’innocenza perduta e del peccato. Era diventata parte del bosco stesso, la pelle liscia e pallida contrastava con la vegetazione scura intorno a lei. I due uomini erano altrettanto coinvolti, le loro mani e corpi si intrecciavano con quelli di Sofia in un balletto di desiderio bruciante.
Il biondo e lo spilungone si erano avvicinati a lei come predatori affamati. Le loro mani percorrevano la pelle di Sofia con una frenesia palpabile. Thomas osservava ogni gesto, ogni sussurro, ogni grido soffocato nel buio della notte. Il biondo la penetrava con forza, il suo corpo robusto che si muoveva ritmicamente mentre lo spilungone, con una lentezza inquietante, si posizionava dietro di lei, introducendosi nello spazio intimo più profondo, in una penetrazione anale che a lui, a Thomas, al suo ragazzo, non aveva mai concesso.
Sofia gemette, un suono crudo e primitivo che si fondeva con i rumori della natura circostante. Il suo corpo era in balia di onde di piacere e dolore, un amalgama caotico di sensazioni che la portavano oltre i limiti della consapevolezza. Thomas osservava, il suo stomaco si contorceva in una miscela di orrore e fascinazione. Ogni movimento, ogni contatto, era una rivelazione della sua intimità che non avrebbe mai voluto vedere.
L’atto sessuale era una danza spietata di corpi, un atto di possesso e sottomissione. Le mani dei due uomini si stringevano a chiudere la presa, le loro labbra e lingue esploravano la pelle di Sofia con un'urgenza selvaggia. Sofia rispondeva con un abbandono che sembrava quasi trascenderla, i suoi gemiti diventavano sempre più intensi, mescolati con il fruscio delle foglie e il rumore del vento.
L’amplesso proseguì in un’esplosione di movimento e suoni. Il biondo e lo spilungone si scambiarono di posto, la moglie sempre in mezzo a loro, sostenuta dal più robusto che le penetrava la vagina, e dal compare che la inculava con una sintonia collaudata, un ritmo incalzante che si faceva spasmodico. Sofia, consumata da un’estasi bruta, era sospesa in un momento senza tempo, il suo corpo tremava sotto l’intensità dell’atto. Thomas si sentiva come se stesse assistendo a una cerimonia oscura, un rito di passaggio che lo escludeva dal mondo che aveva conosciuto.
Come a un segnale convenuto i tre corpi si staccarono. Sofia, col corpo sudato e le tracce dell’intensità della doppia penetrazione ancora evidenti sulla pelle, con uno sguardo misto di estasi e sottomissione, le mani tremanti, si inginocchiò davanti ai due uomini.
Con un gesto orchestrato, i due uomini si masturbarono velocemente, fino a riversare su di lei il loro copioso seme. Le loro emissioni, dense e viscide, brillavano nel buio del bosco, luccicando come una nebulosa di scintille sotto la luce pallida della luna. A Thomas sembrò un flusso infinito, uno schizzo dietro l’altro, come se cercassero di riempirla di ogni residuo della loro brama. Il seme, che scivolava e si mescolava con il sudore e l’umidità della terra, creava una scena surreale, quasi mistica.
Sofia era al centro di questa danza animalesca, il suo corpo inginocchiato come una figura sacra, una Madonna profanata immersa in un rito di purificazione e peccato. Il fluido, che ricopriva il suo corpo, scintillava e scintillava, ogni goccia un sigillo dell’atto appena compiuto. Era una visione di intimità e dissolutezza, di piacere e dominio, incapsulata in un momento che sembrava fuori dal tempo.
Il biondo e lo spilungone si osservavano l’un l’altro con un’aria di soddisfazione bruta e primitiva, come due cacciatori che avevano appena abbattuto la loro preda. I loro occhi, brillanti e pieni di una sorta di trionfo bestiale, erano fissi su Sofia, mentre lei, raccogliendo con un dito le gocce di sperma sul suo corpo, se lo portava alla bocca, assaggiando la consistenza del suo tradimento.
Quando finalmente tutto si placò, e i corpi sfiniti si separarono, Sofia si accasciò a terra, il respiro pesante e irregolare. I due uomini si rivestirono con una calma inquietante, mentre Thomas si sentiva completamente sgretolato. Il bosco tornò a essere silenzioso, come se nulla fosse accaduto.
Thomas si alzò lentamente, il corpo pesante e il cuore oppresso. Le immagini di ciò che aveva visto lo perseguitavano, ogni sguardo, ogni suono, era un colpo al suo senso di realtà. Con un ultimo sguardo disperato verso Sofia, che ora si ricomponeva con una calma rassegnata, Thomas tornò verso la sua auto, la mente immersa in una confusione angosciante. Si allontanò nel buio della notte, consapevole che il suo mondo era irreparabilmente cambiato.
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