Fotografie di uno stupro

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corna

Sono le dieci e un quarto di un piovoso lunedì sera. Sofia, insegnante di Storia dell’Arte al San Clemente, sta tornando a casa dopo una lezione su Piero della Francesca e la sua luce sosospesa. Il centro è ancora affollato, ma quando per far prima svolta in Piazza del Foro diretta alla stazione della metropolitana di Marconi, c’è pochissimo traffico e i suoi tacchi risuonano solitari sul marciapiedi bagnato. Sofia si sente bene nel suo tailleurino nero attillato. Camminando sente il suo morbido cespuglietto rosso strusciare contro le mutandone di seta, sente la gonna stretta contro le cosce e il sedere. Sente la nudità del proprio corpo sotto i vestiti e le si induriscono i capezzoli. Pensa al weekend appena passato, ricorda la sensazione del corpo di Thomas contro il suo. E’ un uomo tanto gentile, che fa l’amore come se avesse fatto un corso di sesso per principianti. Lei è insoddisfatta, ma non volendo sembrare scortese ha sempre finto l’orgasmo e lui è convinto di essere fantastico a letto.

- La foto mostra Sofia, la ‘mia’ Sofia, luce dei miei occhi, amore della mia vita, di spalle in tutta la sua fasciata formosità con i ticchettanti tacchi neri lucenti. -

Che silenzio, pensa Sofia. La stazione sembra lontana. Sbircia alle sue spalle e non vede nessuno. Ha sentito dei passi dietro di sè? Si ferma e resta in ascolto, ma sente solo il traffico distante del centro e la pioggia che picchietta sull’ombrello. Le vengono in mente storie lette sui giornali di donne trascinate in una macchina, rapite e stuprate. Vede le proprie cosce divaricate a forza; forma una O con le labbra, immagina il sapore dello sperma sulla lingua e il sudore di uomini brutali su materassi sudici in stanze maleodoranti.

- Primo piano del viso di Sofia, la “mia” Sofia, luce dei miei occhi, amore della mia vita, alla luce dei lampioni, bocca aperta, occhi chiusi. -

Sofia scopre di avere strane immagini in mente, strani rimescolii in corpo, si sente bagnata tra le gambe. Voglio tornare a casa, pensa, mentre si ferma accanto a un furgoncino. Nell’istante in cui si volta, una mano forte le copre la bocca e lei viene trascinata dentro.

- Nella terza foto c’è Sofia, la “mia” Sofia, luce dei miei occhi, amore della mia vita, a faccia in giù su un materassino nel furgoncino, con la gonna sollevata che scopre le mutandine di seta, le cosce bianche e le calze nere. -

La mano del rapitore sul collo costringe Sofia a stare a faccia in giù sul materassino ammuffito.
“Non gridare” le dice, mentre il furgoncino si mette in moto. “Se gridi ti faccio male.”
“Non griderò. La prego, non mi faccia del male.”
Mentre lui le solleva la gonna lei trema e sente le sue mani su di sè.
“Hai un bel culetto” le dice. “Lo tengo d’occhio da un po’. Ti hanno mai inculata?”
“No.”
“Allora mi farò il tuo culetto vergine. Bello, mi piace. Ma prima dobbiamo presentarci. Giratine dammi un bacio.”
Lo stupro Sofia se lo aspettava, ma il bacio no. A questo non era preparata.

- Sofia, la “mia” Sofia, luce dei miei occhi, amore della mia vita, sta baciando un nero.

Sofia socchiude gli occhi e si gira verso di lui.
“Apri la bocca e succhiami la lingua” dice lui,
Lei obbedisce. Lui ha l’alito pulito; ha un buon sapore, buono come quello di Thomas. E’ un sogno, pensa lei. Come finirà? Lui le mette una mano sotto la camicetta, sotto il reggiseno e gioca con i suoi capezzoli. Ha un tocco ruvido, ma lei sente che il proprio corpo gli risponde. Gli mette una mano tra le gambe, lo sente grosso e duro, pensa a cosa sta per farle e ha paura.

- L’uomo, nudo dalla vita in giù, sta cavalcioni di Sofia, la “mia” Sofia, luce dei miei occhi, amore della mia vita, che ora è nuda dalla vita in su. Le sue cosce le premono il seno, il pene è nella bocca di lei. -

“Lo vorresti, eh?” dice lui. “Ma io non sono ancora pronto. Devi leccarmi le palle e succhiarmelo finché non sono pronto.”
Sofia obbedisce, desiderando lo spruzzo dello sperma in bocca, ma lui si ritrae e la fa girare.

- Nella sesta foto sul mio telefonino, Sofia, la “mia” Sofia, luce dei miei occhi, amore della mia vita, è di nuovo a faccia in giù, con le mutandine strappate attorno alla coscia sinistra. Ha le gambe divaricate e con le mani tiene le chiappe aperte mostrando l’ano. -

Sofia sente la mani dell’uomo sul sedere nudo, sulle cosce e tra le gambe.
“Allarga le chiappe” dice, “e apri il buco del culo.”
Sofia obbedisce. “Fa’ piano” dice. “Farò tutto quello che vuoi.”
“Certo che lo farai, baby. Lo so che lo vuoi.”
Mette le mani su quelle di lei, allargandole ancora le chiappe, poi ci mette in mezzo la faccia e lei sente baci umidi sul proprio ano, la lingua bollente che le guizza dentro. Thomas non l’aveva mai fatto. Il rapitore cambia posizione e lei grida, sentendosi squartare quando lui la penetra.

- L’uomo monta Sofia, la “mia” Sofia, luce dei miei occhi, amore della mia vita, voltata verso di lui con la bocca aperta e gli occhi chiusi mentre lui la impala. Il pene è grosso come il polso di lei. -

Sofia ha il corpo in fiamme; allunga la mano e afferra i glutei di lui, attirandolo a sè per soffrire di meno. Ma ormai la fiamma dell’eccitazione ha cauterizzato il dolore e lei sente dentro una voglia nuova. Si mette la mano destra tra le labbra bagnate della vulva e si strofina la clitoride mentre accoglie ogni colpo di lui con una spinta all’indietro. Mentre la cavalca, lui la sculaccia, godendo della pienezza elastica della sua carne e incitandola, dominandola.
Ti piace, eh, troia? Dimmi quanto ti piace avermi tutto dentro il tuo culetto bianco, eddai, dillo. »
“Mi piace averti tutto dentro il mio culetto bianco. “
“Va' avanti!”
“Mi piace quando mi monti come un animale, quando mi cavalchi con forza, mi piace che tu sia il mio severo padrone.”
Sofia sente uscirle di bocca queste parole mentre lo sconosciuto la sodomizza, e capisce che le sta dicendo davvero, sa che non è un sogno, e crede di essere sul punto di impazzire.
“Lo so che ti piace, sì. Quando sentirai la mia sborra calda schizzarti dentro verrai insieme a me, vero? Lo farai per il tuo inculatore nero?”
“Sì, sì!”
Con la mano libera lei lo attira a sé, con forza.
“Dammela, dammi la tua sborra calda e fammi venire insieme a te.”
Sente lo sperma schizzarle dentro, grida, sviene mentre l'orgasmo la travolge come un'onda gigantesca. Riprende conoscenza con l’uomo nero ancora dentro di lei. Vede la sua mano destra accanto al proprio viso e se la porta alle labbra e alla lingua.
“Grazie” sussurra.

- L’ultima foto, con il primo piano del buco del culo aperto riempito di Sofia, la “mia” Sofia, luce dei miei occhi, amore della mia vita, è seguita da un breve messaggio. “Ti piacciono, amore? Con queste quanto possiamo realizzare su Only Fans?” -
scritto il
2024-11-11
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