Kamal
di
e.c.
genere
etero
Kamal spingeva il carrello del supermercato nella corsia degli alcolici, ci misi qualche secondo a capire che era lui, infondo erano passati alcuni anni ed era un po' cambiata,ma sempre bellissimo.
Lo raggiunsi alle spalle e con tono serio e deciso sussurrai:"mi risulta che i mussulmani non possano bere!"
Sì giro di scatto come un bambino con le mani nel vaso della Nutella.
Mi riconobbe anche lui dopo una frazione di secondo. "Signora C. Come va?" "Non siamo in banca, puoi chiamarmi Elisa, comunque tutto bene e tu? Dopo il mutuo avevo detto che mi avresti mostrato la casa una volta arredata, il tuo invito deve essersi perso.." sorrise imbarazzato. Un sorriso affascinato.
"Pensavo che la sua, la tua, fosse una richiesta di cortesia " "invece no .."
Mi squadrò un momento, il tempo di farmi sentire nuda e poi disse "adesso è arredato da un po', puoi venire quando vuoi,anche adesso "
Colsi la sfida e stetti al gioco, "va bene , pago la spesa e ti raggiungo, l' indirizzo lo ricordo " Era spiazzato, ma non si tirò indietro.
Ero andata in supermercato direttamente dall' ufficio, tubino nero, giacca, calze nere lavorate e tacco medio, trucco leggero che rafforzai in auto. Mi ero masturbata spesso durante la preparazione di quel mutuo, Kamal come dicevo era bellissimo. Un ragazzo marocchino di quasi trent'anni, alto, dinoccolato, un po' sbruffone forse, quel tanto che si tollera in chi sa di avere due occhi neri come il buio pesto e due labbra a cui chiedere "mangiami". Neanche mezz'ora dopo fui a casa sua. Inutili convenevoli, caffè, ammiccamenti. Quando mi mostrò la camera mi sedetti sul bordo del letto, lo tirai a me e gli dissi che era il momento per ringraziarmi di quel mutuo. Portai la gonna ai fianchi, mostrando che le calze erano autoreggenti, gli slip neri di pizzo non lasciavano dubbi sulla mia depilazione integrale. Annuì, si inginocchiò, appoggiò la testa al mio pube iniziò a leccarmi la fica attraverso il il pizzo dello slip, in pochi secondi deciso di toglierlo. Gli accarezzavo i capelli folti e ricci ansimando. Mi lascia andare sul letto e inizia a sussurrargli scopami scopami. Capì ma mi ignorò, allungo solo le mani sui miei seni ancora vestiti stringendolo forte mentre mi succhiava il clitoride. Venni. Urlai fortissimo SIIII. Tolse la testa dal mio pube e si alzo. In un attimo fu nudo, io ero rimasto immobile,ansimante sul suo letto, osservavo in tutto il suo splendore il fisico che avevo finora solo intuito. Mi prese le mani e mi tirò in piedi. Mi sfilo il vestito dall' alto e lo lascio cadere a terra, appoggiandomi le mani sulle spalle mi spinse verso il pavimento in una muta inequivocabile richiesta. Il suo cazzo che non avevo finora osato guardare era grosso, turgido e invitante. Lo guardai negli occhi seria, come quando gli diedi la comunicazione della delibera, "io ingoio" dissi, presi in bocca solo il glande, inizia a leccarlo e a succhiarlo prendendone sempre un po' di più finché non lo ebbi tutto in bocca. Continuai il mio pompino, stingendogli il culo con le mani per darmi il ritmo finché non capii che era pronto, lo lasciai solo per dire"scopami la bocca" e serrai le labbra attorno a quello stupendo arnese. Mi afferrò la testa e inizio a pomparmelo fino in gola, al primo fiotto ricominciamo a succhiare. Non lasciai una goccia, e continuai anche quando lo sentii perdere vigore. Infondo aveva nemmeno trent'anni,se giocavo bene le mie carte sarebbe tornato duro in un baleno. Quando fui c'era che non si sarebbe ammosciato, smisi di spompinarlo, mi alzai in piedi cogliendolo di sorpresa e mi misi a cavalcioni su di lui. "Non abbiamo finito gli dissi" e mi impalai sul suo cazzo cominciando a cavalcarlo. "Sei incredibilmente troia" disse con un sorriso appagato "mi dispiace di non averlo capito due anni fa". "Non hai ancora visto nulla"risposi, mi sfilai e girai, impalandomi di schiena e ricominciano a cavalcarlo. Con un movimento veloce prese il comando, eravamo a pecora, ma io preferivo prendere le decisioni, non gli avrei concesso l' iniziativa e perciò lo anticipai "sbattimelo nel culo". Sì sfilò dalla mia fica, che pure lo voleva ancora da morire, e puntò il glande sul mio buchetto e lentamente mi penetrò. SIII urlai SCOPAMI SCOPAMI SCOPAMI . Venni e venne di nuovo anche lui. Mi rivestii lentamente, mentre mi guardava compiaciuto. "Devo tornare, non abbiamo finito"dissi. Annuì divertito. Mi tirò a se è tolse gli slip, sentii due dita penetrarmi "non ora, devo andare"un terzo dito mi entro nella fica "davvero, è tardi, ho degli impegni, tra poco mi cercheranno". Il cazzo gli era tornato duro. Mi tirò sul letto e mi fu sopra, il cazzo si sostituì alle dita rapidamente. Iniziò a pomparmi la fica come prima la bocca, forte, deciso, sicuro, sentivo l'orgasmo arrivare e avrei voluto rallentarlo per godermi al meglio il momento. Capì "Vieni" mi disse, ansimavo trattenendomi "VIENI TROIA" mi ordinò. Venni e urlai, continuò a pomparmi finché non venne di nuovo anche lui. Decisamente per il mutuo era stata ringraziata,ma tornai molte sere ancora a farmi scopare.
Lo raggiunsi alle spalle e con tono serio e deciso sussurrai:"mi risulta che i mussulmani non possano bere!"
Sì giro di scatto come un bambino con le mani nel vaso della Nutella.
Mi riconobbe anche lui dopo una frazione di secondo. "Signora C. Come va?" "Non siamo in banca, puoi chiamarmi Elisa, comunque tutto bene e tu? Dopo il mutuo avevo detto che mi avresti mostrato la casa una volta arredata, il tuo invito deve essersi perso.." sorrise imbarazzato. Un sorriso affascinato.
"Pensavo che la sua, la tua, fosse una richiesta di cortesia " "invece no .."
Mi squadrò un momento, il tempo di farmi sentire nuda e poi disse "adesso è arredato da un po', puoi venire quando vuoi,anche adesso "
Colsi la sfida e stetti al gioco, "va bene , pago la spesa e ti raggiungo, l' indirizzo lo ricordo " Era spiazzato, ma non si tirò indietro.
Ero andata in supermercato direttamente dall' ufficio, tubino nero, giacca, calze nere lavorate e tacco medio, trucco leggero che rafforzai in auto. Mi ero masturbata spesso durante la preparazione di quel mutuo, Kamal come dicevo era bellissimo. Un ragazzo marocchino di quasi trent'anni, alto, dinoccolato, un po' sbruffone forse, quel tanto che si tollera in chi sa di avere due occhi neri come il buio pesto e due labbra a cui chiedere "mangiami". Neanche mezz'ora dopo fui a casa sua. Inutili convenevoli, caffè, ammiccamenti. Quando mi mostrò la camera mi sedetti sul bordo del letto, lo tirai a me e gli dissi che era il momento per ringraziarmi di quel mutuo. Portai la gonna ai fianchi, mostrando che le calze erano autoreggenti, gli slip neri di pizzo non lasciavano dubbi sulla mia depilazione integrale. Annuì, si inginocchiò, appoggiò la testa al mio pube iniziò a leccarmi la fica attraverso il il pizzo dello slip, in pochi secondi deciso di toglierlo. Gli accarezzavo i capelli folti e ricci ansimando. Mi lascia andare sul letto e inizia a sussurrargli scopami scopami. Capì ma mi ignorò, allungo solo le mani sui miei seni ancora vestiti stringendolo forte mentre mi succhiava il clitoride. Venni. Urlai fortissimo SIIII. Tolse la testa dal mio pube e si alzo. In un attimo fu nudo, io ero rimasto immobile,ansimante sul suo letto, osservavo in tutto il suo splendore il fisico che avevo finora solo intuito. Mi prese le mani e mi tirò in piedi. Mi sfilo il vestito dall' alto e lo lascio cadere a terra, appoggiandomi le mani sulle spalle mi spinse verso il pavimento in una muta inequivocabile richiesta. Il suo cazzo che non avevo finora osato guardare era grosso, turgido e invitante. Lo guardai negli occhi seria, come quando gli diedi la comunicazione della delibera, "io ingoio" dissi, presi in bocca solo il glande, inizia a leccarlo e a succhiarlo prendendone sempre un po' di più finché non lo ebbi tutto in bocca. Continuai il mio pompino, stingendogli il culo con le mani per darmi il ritmo finché non capii che era pronto, lo lasciai solo per dire"scopami la bocca" e serrai le labbra attorno a quello stupendo arnese. Mi afferrò la testa e inizio a pomparmelo fino in gola, al primo fiotto ricominciamo a succhiare. Non lasciai una goccia, e continuai anche quando lo sentii perdere vigore. Infondo aveva nemmeno trent'anni,se giocavo bene le mie carte sarebbe tornato duro in un baleno. Quando fui c'era che non si sarebbe ammosciato, smisi di spompinarlo, mi alzai in piedi cogliendolo di sorpresa e mi misi a cavalcioni su di lui. "Non abbiamo finito gli dissi" e mi impalai sul suo cazzo cominciando a cavalcarlo. "Sei incredibilmente troia" disse con un sorriso appagato "mi dispiace di non averlo capito due anni fa". "Non hai ancora visto nulla"risposi, mi sfilai e girai, impalandomi di schiena e ricominciano a cavalcarlo. Con un movimento veloce prese il comando, eravamo a pecora, ma io preferivo prendere le decisioni, non gli avrei concesso l' iniziativa e perciò lo anticipai "sbattimelo nel culo". Sì sfilò dalla mia fica, che pure lo voleva ancora da morire, e puntò il glande sul mio buchetto e lentamente mi penetrò. SIII urlai SCOPAMI SCOPAMI SCOPAMI . Venni e venne di nuovo anche lui. Mi rivestii lentamente, mentre mi guardava compiaciuto. "Devo tornare, non abbiamo finito"dissi. Annuì divertito. Mi tirò a se è tolse gli slip, sentii due dita penetrarmi "non ora, devo andare"un terzo dito mi entro nella fica "davvero, è tardi, ho degli impegni, tra poco mi cercheranno". Il cazzo gli era tornato duro. Mi tirò sul letto e mi fu sopra, il cazzo si sostituì alle dita rapidamente. Iniziò a pomparmi la fica come prima la bocca, forte, deciso, sicuro, sentivo l'orgasmo arrivare e avrei voluto rallentarlo per godermi al meglio il momento. Capì "Vieni" mi disse, ansimavo trattenendomi "VIENI TROIA" mi ordinò. Venni e urlai, continuò a pomparmi finché non venne di nuovo anche lui. Decisamente per il mutuo era stata ringraziata,ma tornai molte sere ancora a farmi scopare.
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