Massimo

di
genere
tradimenti

Uno spasmo le percorse tutto il corpo, anche stavolta come tante negli ultimi mesi. Massimo sollevò la testa dalla sua fica, leccandosi le labbra maliziosamente,senza parlare. Si ricompose, si salutarono e lei uscì dall' auto per riprendere la propria. Era un periodo di cene di lavoro molto frequenti, tra pensionamenti e feste del sindacato. La prima volta era stata del tutto non programmata. Almeno per lei. Il sindacalista li aveva avvisati che il locale non aveva molto parcheggio e si erano accordati per andare assieme. Non avevano mai lavorato nello stesso ufficio, ma si conoscevano da una vita. Aveva lasciato la macchina in un parcheggio di fronte casa di Massimo ed era salita nella sua. In auto il vestito era salito leggermente e forse era stato quell' eccesso di coscia in mostra a mettere in moto il tutto. Durante il tragitto avevano parlato di lavoro, poi alla festa ognuno si era dedicato ai propri conoscenti, incontrandosi di tanto in tanto al buffet. Lei indossava un vestito corto a fiorellini con la gonna a balze, calze a rete, décolleté rosse. Il vestito era incrociato a v, su un bel paio di tette, una terza abbondante e abbronzata. La festa era stata un successo, al ritorno si erano scambiati i gossip raccolti durante la serata, ridacchiando e commentando. Arrivati al parcheggio Massimo aveva allungato una mano oltre il suo sedile, sollevando una leva. Si ritrovò stesa, le mani di Massimo tra le cosce. Ansimò, da tantissimo tempo non finiva su un sedile ribaltabile. Massimo non si aspettava le autoreggenti, il contatto con le cosce nude lo eccitò ulteriormente, alzo la gonna del vestito, scoprendo il perizoma di pizzo, vi appoggiò sopra le labbra. Lei ansimò, appoggiando le mani sulla testa rasata del collega. Un invito, un assenso. Massimo scostò il perizoma, iniziò a leccarle la fica sapientemente, le grandi labbra prima, poi le piccole infine si concentrò sul clitoride succhiando e leccandolo, quando la sentì al culmine la penetrò con la lingua, ascoltandola urlare "siii sii siii". Da allora ogni festa finiva così. Non ne parlavano, semplicemente una volta rientrati al parcheggio lui le leccava la fica fino a farla venire. Lei aveva provato a ricambiare, venendo rifiutata. Fino a quella sera. Arrivò con un vestito nuovo, in ecopelle verde salvia, con una zip dorata trasversale, dalla spalla destra alla coscia sinistra, scollo a barchetta, aderentissimo. Sandali dorati altissimi con plateau. "Cazzo sei stupenda", "grazie" si accomodò in auto e lo vide prendere tutt' altra strada rispetto a quella che aveva previsto. Ma a volte era capitato. "Stasera andiamo più tardi". Raggiunsero il Net in mezz'ora, "un nuovo cliente" le spiegò rapido mentre ritirava la chiave elettronica dal concierge dopo che questo aveva controllato la prenotazione sul PC. Aveva prenotato. Presero l' ascensore e raggiunsero l' attico. Entrarono che già le aveva infilato la lingua in gola. Non si erano mai baciati. Era un bacio affamato. Le aprì la zip del vestito che cade ai suoi piedi mostrando un intimo di pizzo verde salvia coordinato al vestito. La spinse a sedersi sul bordo del letto, la spalancò le gambe, accarezzandole dalle caviglie all' inguine. Appoggiò le mani sotto le cosce, le sfilò il perizoma. Iniziò a leccarle la figa finché non la sentì genere si piacere. Sì alzò, lo guardò spogliarsi, scoprì finalmente il cazzo che in tutte quelle sere aveva solo immaginato, che aveva chiesto e le era stato rifiutato. "Chiedimelo" sembrava averle letto nel pensiero "dammelo" "che cosa?" "Il cazzo" "troia". Non avevano mai avuto conversazioni di questo tipo, si scoprì eccitata da quella situazione. Si avvicinò inginocchiandosi, socchiuse la bocca quando fu a pochi millimetri, era grosso, mediamente lungo. "Dammelo" ripeté, lui glielo spinse in bocca, appoggiandole le mani sulla nuca. "Succhia", non se lo fece ripetere, lo leccò minuziosa, dalla base alla cappella, lubrificandolo con la saliva, poi inizio a succhiarlo,famelica "continua continua troia succhia succhia". Lo senti ritrarsi per non venirle in bocca ma lo trattenne, un getto caldo di sborra le percorse la gola "che cagna, ti piace ingoiare" lei continua a deglutire, riprese a succhiare quando li sentì afflosciarsi, continuò imperterrita finché non tornò duro. "Scopami adesso" si mise supina sul letto, aprendo le cosce. Lui la voltò prona, le passò un dito dalla fica al buco del culo, lei innarcò la schiena"sfondami". Le penetrò la fica, iniziando a stantuffarla con energia e a ritmo sostenuto. Sentiva le palle sbatterle contro "godi troia, voglio sentirti gemere puttana", assecondò la richiesta" sii sono la tua puttana, scopami scopami sfondami, lo voglio tutto dentro continua siiii". La tirò su a pecora, le strizzò le tette ancora vestite dal reggiseno, glielo sganciò, pizzicò i capezzoli. Continuava a scoparle la fica assestando dei colpi forti e ritmati col bacino. Aver già sborrato lo rendeva duraturo, lei era bellissima . Lo sfilo dalla figa, massaggiandole il buco del culo con la cappella ricoperta di umori. "È tuo, prendilo" , non aspettava altro. Lo spinse tutto dentro, lei soffocò un urlo di dolore, ma subito ricominciò a godere "si Massimo, sodimizzami, sfodami, siii siii" venne, ma lui continuò a montarla, insultandola"troia, non abbiamo ancora finito, godi godi siii sii vengo". Sentí la sborra riempirle gli intestini. Massimo si sfilò stendendosi a fianco a lei, rimasero abbracciati a cucchiaio,poi in contemporanea si alzarono, sorridendo di quel movimento sincronizzato. Raggiunsero il bagno e si infilarono un doccia, lo insaponò completamente, accarezzando ogni centimetro del suo corpo, lui fece lo stesso, soffermandosi sulle tette. Si asciugarono e rivestirono. Lasciarono l' albergo e raggiunsero la festa. Al ritorno non parlarono. Spenta la macchina in parcheggio gli sbottonò la patta estraendo il cazzo duro, gli montò a cavalcioni. Era rimasta senza perizoma per tutta la festa. Si impalò su di lui iniziando a cavalcarlo "com' è grosso e duro, avrei preferito restare alla festa e continuare a prenderlo" "prendilo ora, puttana" "si dammelo, dammelo, dammelooooo". Lui non venne. Lei scese dalla macchina salutandolo con un lungo appassionato bacio, prese la sua auto e torno verso casa. Erano le due come tutte le altre volte quando entrò, dalla camera arrivava il leggero russare di suo marito. Si spogliò, infilò il pigiama e lo raggiunse silenziosamente.
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scritto il
2024-11-26
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