Pomeriggio bollente, il primo bacio e molto altro

di
genere
prime esperienze

Il primo bacio lo diedi a lui, non ricordo bene in che posizione, dove e come, per certo eravamo a casa sua, nella sua stanza e in un certo senso fu l'epilogo naturale di quel pomeriggio. So solo che fu a stampo - all'inizio - e la cosa ci incuriosì, tanto che fu seguito da un altro e un altro e un altro ancora. Lo schiocco delle sue labbra sulle mie produceva un rumore strano, il classico SMACK dei fumetti ed ebbe un effetto-colla, quasi un invito a proseguire, fino a quando uno dei due - forse lui, ma non escludo il contrario - non decise di aprire la bocca per parlare e a quel punto, lesta e sorniona, la mia o la sua lingua si infilò tra le labbra dischiuse (sue o mie) e fu un attimo, dalla curiosità per lo SMACK alla curiosità per lo SLAP il passo fu brevissimo, gli occhi si chiusero e le lingue per un istante si toccarono, trovandosi reciprocamente umide e tiepide e rifuggendo istintivamente dopo quel primo, furtivo contatto. La riflessione "ma che stiamo facendo" arrivò tardi perché, come calamitate e incuriosite, le lingue si spinsero di nuovo fuori dalle rispettive bocche e nonostante un po' di timidezza (vinta chiudendo ancora gli occhi) e tantissimo imbarazzo si allacciarono, girarono l'una intorno all'altra, si scambiarono saliva e sapori, rimasero legate per qualche lunghissimo e intensissimo secondo e quando ci staccammo eravamo rossi in viso e accaldati sotto le orecchie e sul collo, ci guardammo sorpresi e impauriti, ansimammo come dopo una corsa un po' troppo veloce.
Ricordo pure che era tardi, era già buio, io dovevo andare via e così ci ricomponemmo in fretta e furia, in silenzio, chiusi i bottoncini sfibbiati della mia camicia che lui in quelle ore aveva tanto stropicciato, raccolsi le mie cose, gli sorrisi, bofonchiando un saluto e feci per andare via, in totale silenzio lui mi seguì fin sull'uscio: raggiunta la porta ci fu un attimo di imbarazzo, ci salutavamo infatti sempre col bacetto (e forse la nostra intimità era nata proprio così, respirandoci e annusandoci a vicenda, trovando poi insopportabile il pensiero di non poterci abbracciare e stringere liberamente), ci pensammo contemporaneamente e sorridemmo, poi lui ruppe di nuovo il ghiaccio e mi si accostò a distanza pericolosa.
"Ma ti è piaciuto quello che abbiamo fatto?", mi chiese con un mezzo sorrisino sulle labbra. La tentazione di rispondergli "da morire" e di prendergli la testa fra le mani, attirarlo a me e baciarlo di nuovo fu fortissima, seppi reprimerla come tante cose - fino a poche ore prima - avevo frenato in me nei rapporti con lui, primo maschio della mia vita.
"Un po' - sospirai, ma sentendo il suo sguardo ravvicinato su di me non riuscii a mentire ancora, a resistergli -. Sì - aggiunsi tornando a sospirare - mi è piaciuto. Molto".
Quel "molto" finale fece sì che tenesse gli occhi conficcati nei miei per qualche secondo, fu il momento più erotico di quel pomeriggio che pure era stato assai impegnativo, dal punto di vista emotivo e sensuale. Mi sfilai lentamente da quella stretta muta, cercai di guadagnare l'uscita e nell'aprire la porta sentii una sua mano che delicatamente ma con decisione prima mi sfiorò, poi mi palpò convintamente un seno. Glielo lasciai fare, come glielo avevo permesso per tutto il tempo che eravamo stati insieme, anzi indugiai per consentirgli proprio di riempirsi la mano della mia mammella morbida, di trattenerla per qualche istante di ulteriore, dolce intimità, stuzzicando il capezzolo con le dita e sentendolo indurire sotto la magliettta fina e sottile. Di nuovo si avvicinò, pressando col corpo contro il mio e stringendomi sulla porta socchiusa.
"Sei irresistibile", soggiunse sottovoce e lasciò scivolare la mano sul mio posteriore, che quel pomeriggio aveva esplorato in lungo e in largo, a suo e mio piacimento. Insinuò (di nuovo) un dito nel solco formato dai glutei, lo spinse su, facendomi sentire di nuovo, attraverso il jeans leggero e le mutandine, la pressione delle propaggini del suo fisico sulla mia intimità più dolce e profonda. In quella posizione, stretti stretti, gli venne facile accostare il viso al mio, avvertii un tocco leggero e umido, un suono vicino e profondo, mi stava leccando il lobo. All'altezza del ventre (era più alto di me) notai il suo forte rigonfiamento: gli era tornato duro, sebbene fosse già venuto due volte, quel giorno, una nelle mie mani e una nella mia bocca, sentivo ancora il sapore del suo seme denso e dolciastro, che in gran parte avevo ingoiato. Provai imbarazzo, stavo rispondendo allo stesso modo anche io. Mi accorsi che stava liberamente e ancora palpeggiando il mio seno, che aveva già mangiato abbondantemente, mordendolo e leccandolo per ore.
"Devo andare", balbettai.
Gli bastò che avessi ancora socchiuso le labbra, si gettò a precipizio sulla mia bocca, fece un giro completo con la lingua della mia lingua, mi lasciò letteralmente senza fiato. E di nuovo ebbi la sensazione del rossore sulle gote e sotto le orecchie, come se potessi vederlo.
"Vai", disse tenendomi la mano fino a quando non sparii dietro la porta dell'ascensore. Riflettei solo dopo sul fatto che non si era imbarazzato per niente, né per il possibile rientro dei suoi né per l'eventuale curiosità dei vicini.
In ascensore provai il dirompente effetto di quelle ultime carezze e di quei primi due languidi e inaspettati baci intimi, i miei primissimi con la lingua. Di lui non sapevo, lo sospettavo di mille intrecci e non potevo pronunciarmi con sicurezza. Ma nel breve viaggio dal suo piano fino a terra chiusi gli occhi e risentii la sua lingua che esplorava la mia bocca, le sue mani che tastavano liberamente il mio corpo nudo e mi sentii, senza volerlo, tirare nuovamente laggiù, fra le cosce. Ebbi il timore che, nell'arrivare al pianterreno, si notasse qualcosa, ci misi i libri davanti, a coprire il pube, e sfilai via davanti al portiere che, sempre più incuriosito dal mio aspetto, mi dava del lei, non sapendo se fossi maschio, come era ufficialmente, o femmina, come da quel pomeriggio avrei imparato sempre di più a essere.
di
scritto il
2024-12-07
2 . 8 K
visite
4 6
voti
valutazione
6.3
il tuo voto

Continua a leggere racconti dello stesso autore

racconto precedente

Il primo
Segnala abuso in questo racconto erotico

Commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.