Il commesso - parte 1

di
genere
gay

Entrai nel negozio durante la pausa pranzo, dove il giovaotto lavorava come commesso, che in quel momento era solo, prima dell'arrivo della sua collega alla riapertura pomeridiana.
Appuntamento finalmente definito, dopo giorni di chattate erotiche, con l'invio delle rispettive foto hot, e delle confidenze circa i gusti reciproci.
In sintesi, io maturo di anni 55, lui giovane di anni 26, conosciutisi in chat e riscontrate le affinità reciproche, giungemmo appuntamento, in quanto nessuno dei due poteva ospitare l'altro nella propria abitazione, per ovvi motivi di opportunnità familiari: lui, gay, conviveva ancora con i genitori, io, bsx, con una compagna di una vita (o quasi).
Appena entrato, mi accolse gentilmente, chiudendo a chiave la porta a vetro del negozio, indicandomi dove seguirlo, al di là di una parete, spazio comunque aperto verso il negozio, ma non visibile dalle vetrine.
Subito ci avvicinammo, lentamente, dolcemente, e stringendolo fra le braccia, con la mano sinistra lo sollevai appena dal suolo, per la cintola presa nel retro, facendo in modo che il cavallo dei suoi pantaloni gli strizzassero con decisione le sue parti intime, mentre la mia bocca a pochi centimetri dalla sua, proferì, bisbigliando, dolcemente, queste parole: "dimmi, dimmi quanto ti piace il mio cazzo, eh?". E lui, di risposta, altrettanto bisbigliando, a bocca socchiusa: "da morire". I nostri aliti furono subito soffocati dalle nostre lingue che, sempre più attorcigliate, da dolcemente, arrivarono ben presto a salivare e sbavare. Io quindi, gli sussurrai di spalancare la bocca, chiedendogli se gli piaceva che gli sputassi dentro la mia saliva. Sono un uomo - tutto sommato - distinto, colto e gentile. lui, ansimando, ubbidiente, la spalancò, e direi che accolse anche con una certa ingordigia ingordigia. Ormai eccitatissimo, lentamente mi slacciai i pantaloni e, tirato fuori il mio cazzo - turgido, maturo, nerboruto, venoso, circonciso, per cui con una cappella bella gonfia - facendogli capire che doveva chinarsi a pomparmelo.
Subito si inginocchiò, il mio bravo ragazzo, e cominciò a succhiarmelo dolcemente. Io, sempre più deciso, gli appoggiai il capo sul muro, mettendogli le mani sulla nuca, per proteggerlo dalla durezza della parete, temendo si facesse del male, e così potei spingergli il cazzo in gola sempre più fortemente senza timore..; tanto lui era disponibile ed avido di prenderlo tutto in gola fino in fondo, da lacrimare.
Breve pausa, per sedermi su una sedia, mentre lui, inginocchiato, inizia a baciarmelo dolcemente, slinguandomi ben bene linguine, le palle le cosce. Il mio cazzo diventava sempre più duro e gonfio, mentre continuavo con le mani a stringere la testa del ragazzo per assecondarlo nei movimenti. Lo lascia quindi fare in autonomia, ed è stato così dolce, determinato e ingordo da farmi sborrare poco dopo, senza lasciare mai la presa, ingoiando tutta la mia sborra e continuando anche dopo a pilirmi tutto il cazzo e a ribaciarmi dolcemente coglioni ed inguine.
Mi alzai, non avevamo altro tempo a disposizione, e a lui bastava farmi godere. Ci salutammo.
Qualche minuto dopo, il suo messaggio nella chat: "fantastico".
Lo rivedrò dopo un anno, sicuramente, perchè non prima sarà possibile.

scritto il
2025-01-26
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