011 la Cinghia (1823) I° Martedi 4 Ottobre 2005 IV° gg 40° settimana

di
genere
dominazione

Si procede come programmato, nello studio, il mio antro, mentre traffica chiamo Amina, ha 2 bambini, la femmina poco più grande di Jasman, la interrogo
I-“ qui ho finito, vado al mercato, quando torno mi accompagni per l'asilo?” T-” no, usciamo a piedi, prima l'asilo poi il mercato, anche se a quell'ora per i miei gusti c'è troppo caos, torniamo, riponi tutto, prepari per Jasman, metti l'abito da pomeriggio e ti accompagno dalla Signora, ti riprendo alle 17” I-” si, Padrone” esce, non parla da ieri sera, chissà cosa sta rimuginando quella bella testolina, è il bondage che ti fa pensare, usciamo, le informazioni di Amina esatte, all'asilo la Direttrice, una donna velata con studi in Francia, non pone ostacoli, vuole vedere la bimba, le parla, risponde timida, prassi burocratica, si versano 100 $ al mese, anticipo 3 mesi, se si vuole si incomincia l'indomani dalle 9 alle 16, ci chiede per il pasto, alcuni ritirano i figli dalle 12 alle 13,30, optiamo per l'orario continuato, ora al mercato, mi piace vederla scegliere e contrattare, si trasforma, è un'altra, felice e dimentica, le 11,45 all'ingresso principale della residenza della Signora
I-“ siamo in anticipo, aspettiamo, non è educato arrivare prima” T-” nemmeno presentarsi all'ora di pranzo sembra che si sia arrivati solo per quello, falle intendere che aneli incontrarla” I-” non preoccuparti, non ti faccio fare brutta figura” scende dalla macchina, afferra il battente, ripartiamo, guardo all'indietro, scomparsa, era attesa, arrivo in ufficio, entra la mia segretaria, è con me da oltre un anno, la guardo come una donna, non è male
Ab-“ Ingegnere, sono le 16,30, le ricordo il suo appuntamento, fiori e dolci consegnati all'indirizzo che mi ha dato, rientra o posso andare quando ho finito?” T-” vada pure, arrivo subito” mi preparo, esco, busso al portone, una serva anziana mi apre, mi qualifico, porgo il mio biglietto, mi fa entrare nell'atrio e mi prega di attendere il tempo di annunciarmi alla sua Padrona, quante cerimonie ma qui è così, al tempo entra una serva, giovanissima e con un anello al naso, fa cenno di seguirla senza una parola, la casa, o meglio il palazzo, è antica, con muri spessi, c'è una piacevole frescura, almeno 5-6 gradi in meno rispetto all'esterno, costeggiamo, all'ombra di un porticato, un giardino all'italiana, una graziosa fontana scarica l'acqua in una bassa vasca che lo attraversa, profuma delle rose che alcuni giardinieri stanno curando, guardo senza parere, donne anziane, mi introduce in un salotto d'attesa, sparisce, non ha detto verbo precedendomi a testa china, entra sorridente la Signora
S-“ benvenuto Ingegnere, non deve disturbarsi per le rose, vediamo di usare quelle grosse spine, i dolci un di più, grazie, comunque mi ha fatto piacere la sua galanteria d'altri tempi, venga e non si stupisca, qui gli uomini non sono ammessi se non in casi eccezionali, ma lei è un sacerdote della mia religione, vorrei scambiassimo la ns. esperienza” mi conduce nel Gineceo adiacente, sfarzoso nel Moresco Hollywoodiano che non le piace, cuscini, divani, tappeti, bassi tavolini carichi di ogni leccornia, penombra, si accomoda su un trono al centro e accenna quello accanto meno imponente, i due unici sedili, Lei accucciata tra noi, altre 4 donne sono sdraiate su divani circondate da nove o dieci ragazzine sedute su cuscini, gerarchia, la Signora indossa un abito accollato in pelle nera, non mostra niente ma sottolinea, le 4 con mise da domina dai seni esposti e inanellati, un velo sul viso, le altre, collare, polsini e cavigliere in cuoio, l'unica integralmente nuda è Lei, batte le mani, su bassi tavolini giovani serve in costume sex apparecchiano per il Tè, imbavagliate con manette a polsi e caviglie collegate da catenelle, ai piedi trampoli da 14 cm, è un orgia Fetisc, nel più assoluto silenzio, sono incuriosito
S-“ noi lo gustiamo all'Inglese e lei Ingegnere?” ma non li odia?
T-” anch'io, ultimo il latte per esaltare il profumo anziché il gusto che certamente è eccellente di suo” S-” mi stupisce, un uomo non bada a questi dettagli, si intende di Tè oltre che cibi e vini” T-” e anche di puledrine e giumente da domare, se mi è consentito aggiungere” S-” è sottinteso, perché crede sia qui, per fare salotto?” non rispondo, non voglio polemizzare, non ancora comunque, bevo il mio Tè, le altre vengono servite dopo di noi, escluse le ragazzine accucciate
S-“ servite la Pupilla del ns. Ingegnere, è stata brava, che si pulisca la lingua” vuole farmelo sapere, le serve si ritirano lasciando apparecchiato, parlottano tra loro, non capisco una parola, lascia che finiscano
S-“ su carina, ti sei riposata abbastanza, in piedi, mani sulla nuca al centro dei tavolini, che il tuo Padrone ti possa vedere bene” esegue, il magnifico seno sporge con i capezzoli rilevati, la indica a due domine
S-“ tu, afferrala e bloccale le braccia e tu, prendi due delle spine che abbiamo staccato dai gambi delle rose che ci ha regalato l'Ingegnere, mostriamogli un modo per utilizzarle, pensavo di usare gli aghi roventi su quelle deliziose collinette ma ho cambiato idea” rivolgendosi a quella che ha le spine le ordina
S-“ infilane una per capezzolo” questa ghermisce con una mano un seno, il capezzolo sporge, conficca la spina in centro sulla punta, è un gioco che conosce, Lei geme, ripete l'operazione sull'altro, ansima disperata, lacrima, soffre in silenzio mostrando di essere ben addestrata, per il momento regge
S-“ questo giochetto da domatore non presenta inconvenienti per la schiava, solo un dolore puro, pulsante, tra qualche minuto solo a toccarle il seno urla, finalmente, come fanno tutti del resto, se qualcuno non l'aiuta non ha il coraggio di togliersele da sola” una sadica, l’ha sperimentato con il marito? si è lasciata sfuggire che non è riuscita a farla urlare nonostante tutto ciò che le ha fatto in queste 5 ore
S-“ noti, Ingegnere, da lontano non si scorge nulla ma ho usato il mio ultimo acquisto, ho voluto farglielo provare, avrebbe dovuto vedere le sgroppate, adesso comunque sa che l'aspetta quando l'accarezza con il suo regalo” T-” non doveva, lo sapeva che volevo fosse una sorpresa” S-” non ho saputo trattenermi, scusi” T-” non basta, una come lei non lo deve fare affatto, tutto ma non quello e, ripeto, lo sapeva” S-” non vorrà punirmi per questo” al solito mi provoca
T-” certo che sì, non comunque oggi di fronte alle sue pari” se l'è cercata e l'ha trovata
S-” non sono mie pari ma schiave, godono vedendomi punita, da un uomo per giunta” procedo? si
T-” tutto cambia, lo faccio subito, la punizione immediata è più salutare, la prossima volta ricorda di consultarmi prima, ma non con il suo ultimo acquisto, come merita, si ponga bocconi su quel pouff” mentre la Signora esegue, rivolto alle sue compagne
T-“ una di voi sia così gentile da sollevarle la gonna e abbassarle le mutandine, se le ha, un'altra mi procuri una canna da ½“x4 ft, rigida e una cinghia da 2“x3 ft” mi consegnano gli strumenti, un cane leggero e flessibile, adatto a un braccio femminile, non mi piace, non è ciò che ho chiesto ma non dico niente, la cinghia invece è un'altra cosa, di giusta misura, flessibile e compatta, perfettamente bilanciata, pare una copia riuscita di quelle in uso nei carceri Statunitensi negli anni 30 del 1900, studiata per ridurre omaccioni arroganti in vermi striscianti, sfioro il cuoio oliato come una coramella, manutenzione perfetta, l'impugnatura è anatomica per migliorarne la presa e facilitarne l'uso, sotto il palmo sento una scabrosità, cos'è? un marchio a caldo US, è originale, ho in mano un pezzo di vero antiquariato perfettamente integro, gli spigoli arrotondati ne rivelano il lungo utilizzo, con questa devo stare attento, moderare la forza o la distruggo
T-“ per ricordarle di non travalicare i suoi poteri danneggiando oggetti non di sua proprietà 2 dozzine di cinghiate con forza moderata, su quel suo candido deretano per predisporlo convenientemente a 1 dozzina di colpi di cane, conti e ringrazi ad ognuno, allarghi le ginocchia, come ben sa la cinghia richiede un deretano rilassato” una cinghiata su quel sedere intonso, espanso per la posizione assunta, in mostra le sue parti delicate, un ansimo, un fremito delle chiappe, attendo compaia una striscia scarlatta che attraversa entrambe la sommità delle natiche, ho usato poca forza ma lo strumento è ugualmente micidiale, devo usare ancor meno velocità e ampiezza, potrei ridurla a gelatina se fossimo soli, ma con presenti le sue schiave non deve perdere dignità urlando e dimenandosi scompostamente, diamine, è la Signora
T-“ non ha ne contato ne ringraziato, numeri o ripeto il colpo, se lo perde ricomincio da capo, ricordi, ogni volta che solleva un arto dal pavimento 2 bacchettate inflitte dalle sue schiave, a turno, a fine trattamento, ha capito?” compìto le do sempre del lei, dopotutto è la Signora, se l'è cercata, ha fatto di tutto per arrivarci
S-“ mi scusi, non sono abituata a subire, non succede più” T-” non è una ragione sufficiente, non voglio sentire urli, ricominciamo da capo, le è consentito solo gemere” colpisco
S-“ 1, ancora 1, per favore, mi fanno bene” avanti, al 12° colpo ha le natiche rosse, al 18° cremisi, alla fine dei 24 viola, le altre hanno assistito eccitate, ha resistito digrignando i denti, non vuole mostrarsi debole, intuisce che non infierisco per non umiliarla completamente, le altre rapite in contemplazione non hanno capito nulla, non tutti i giorni si può godere la propria Padrona battuta come una serva, mi fermo accaldato, sono in giacca e cravatta, ho lesinato forza nei colpi e ridotto la traiettoria, mi sono stancato più che a farlo con gusto, battere un sedere richiede ritmo e naturalezza altrimenti non ci si diverte e ci si affatica, la lascio rifiatare, ha sollevato 4 volte le mani e 6 i piedi
T-“ brava Signora, si riposi per qualche minuto, deve bruciarle maledettamente, per ora le spettano altri 20 colpi aggiuntivi, per favorirla, mi fermo a 24 qualsiasi movimento scomposto faccia ma le sue schiave sono autorizzate a battere con lo strumento che scelgono, escluso la Sua e le fruste lunghe che noto in bella mostra su quella parete” S-” così non posso sedermi per una settimana, non mi umili ulteriormente con le parole” T-” la prossima volta sta più attenta, non credo che le sue schiave possano permettersi sentimenti diversi dalla compassione, si ricordi che io solo contratto e pongo condizioni che, se non rispettate, punisco”
Tolgo la giacca, slaccio la cravatta, arrotolo le maniche della camicia, le presenti tremano al vedermi preparare, intanto penso, è a gambe aperte e non vedo segni di eccitazione, è regredita, non l'ha presa come un gioco, forse ho spinto il dolore troppo oltre perché raggiunga il piacere? non credo, mi sono mederato, devo farla godere mentre è sottomessa, come credo intendesse quando ha iniziato il gioco, altrimenti non ottengo un’alleata ma una nemica umiliata e pericolosa, che mi ostacola, lo può fare molto facilmente
di
scritto il
2014-06-24
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