Compra anche me
di
Doris.night
genere
gay
Stavo girando per i corridoi del supermercato per comprare un paio di merendine. Al termine di una fila girai con la testa voltata e finii contro la pancia di un signore corpulento e peloso.
Era la fine dell'estate e non c'era più molta gente in giro, io cominciavo ad avere un po' di pelo nei punti giusti, ma al confronto ero glabro ed imberbe ed il tipo mi... fece una carezza sul culo, quando io gli chiesi scusa.
Continuai per un po' a vagare nel supermercato cercando di sbirciare e osservare cosa faceva il tipo, perchè quella carezza mi aveva lasciato una sensazione...una voglia, che quasi non osavo confessare a me stesso, ma che avevo a più riprese provato anche nei confronti di altri uomini grandi.
Avrei voluto rivederlo per dirgli “Compra anche me”.
Non vedendolo più, la mia curiosità ed eccitazione a poco a poco si calmarono e riuscii a pagare ed uscire.
Ed ecco che proprio di fronte all'uscita, poco oltre, vidi l'uomo con tre bustoni appoggiati a terra accanto allo sportello posteriore di una berlina. Anche lui mi vide e... mi chiamò:
Hei, ragazzo, non mi daresti una mano a caricare?
Certo...signore, certo! - E mi avvicinai arrossendo tutto, perchè qualcosa si era mosso nel mio inguine.
Sei gentile...guarda, prendi questa busta vuota e aiutami a svuotare un po' le altre!
Lo feci quasi tremando per l'attrazione irresistibile che provavo per il tizio e per il pelo che gli spuntava dalle maniche arrotolate della camicia e dal collo slacciato: pelo brizzolato, quasi bianco, ma...tanto.
Una volta spartito il carico, l'aiutai a mettere in macchina le buste...
No quella mettila davanti e...monta anche tu che ti accompagno a casa!
Grazie si... - e non riuscii a dire altro.
Una volta salito e messa in moto la vettura il tizio mi guardò e con un sorriso mi disse:
Ti piacerebbe restare nudo davanti a me?
Oddio...signore...oddio... - Balbettai
Non l'hai mai fatto, ma ti piacerebbe da morire...vi siete mai segati fra compagni?
No, signore, ma...ma non ho molti compagni...
E non te ne piace neanche nessuno!
Oh, si...anche più di uno, ma non sono mai riuscito a chiedere nulla... a loro, sono troppo grandi!
Ti capisco, sai, ma ci sono qua io, per questo a...a proteggerti e a soddisfarti. Usciamo dal paese e troviamoci un bel posticino in campagna...Vuoi?
Come vuole lei...signore! - Ero insieme paralizzato e...al settimo cielo
Mi fai ridere e mi piaci, ma chiamami Ugo e...tu come ti chiami?
Glielo dissi e lui ripetè il mio nome, dandomi subito la sensazione di essere già amici...anzi. Ma non osai pensare la parola più appropriata.
C'erano un sacco di stradine fra campi e canali di irrigazione, in quella zona e non ci mettemmo molto a raggiungere un angolino tranqillo in una specie di boschetto che dominava un'ampio orizzonte di campi coltivati su cui la vista spaziava ed era al contempo nascosta e sicura da eventuali sorprese.
Qui ci possismo spogliare tranquilli, ti pare?
Si...credo di si... - Non ero incerto ma imbranato.
Allora dai, ti toccherò solo quando sarai nudo!
Ho paura, Ugo, che...che mi vuoi fare.
Esattamente quello che immagini...e vuoi, non è vero?
Sospirai, ma cominciai a togliermi...tutto. Ero nudo ora e completamente nelle sue mani. Anche lui si stava svestendo, e si tolse prima pantaloni e mutande scoprendo un pisellone...il pisellone dei miei sogni e aveva ancora una camicia e una specie di gilet.
Vuoi prenderlo in mano...in bocca...cosa preferisci?
Lo presi in mano, lui si stava togliendo il resto.
Ti piace...assaggialo, dai...con la lingua e dimmi se il sapore ti piace?
Stavo sudando e prendendolo in mano...Oddio come era bello! Il pelo partiva dalle gambe, allargate per permettermi di toccare il sesso eretto – anche il mio lo era – e già umido e scivoloso, ma che mi dava proprio voglia di assaggiarlo ed avere la bocca piena di lui.
In ginocchio, mostriciattolo, e vedi di non farlo afflosciare. Volevi farti scopare da un uomo e adesso pedala! Leccami i coglioni e igoia anche lo scroto...
Mi prese la testa e mi aiutò ad accoglierlo in bocca, sapeva un po' di pesce e, non so perchè, di brodo di pollo, mi parve, e immaginai la sua sbrodata che avrebbe soddisfatto – cominciato a soddisfare – la mia voglia di sesso sfrenato, la mia sensazione di “peccato mortale”, mentre affondavo nel pelo del suo ventre. Era tutto peloso: petto, ventre, spalle, dorso e culo e mentre lo leccavo non finivo di palparlo e...accarezzarlo.
Si, figliolo, così...così vai benissimo...vuoi finalmente assaggiare la sborra di un altro e non solo la tua...perchè l'hai assaggiata vero?
Si...sborrami in faccia, in bocca, in culo... - ero divenuto sfacciato e volevo essere sfacciato.
Si, mio verginello, non cercavo uno così giovane, ma ti sei offerto tu...da subito...avevi due merendine in mano e un'altra nei calzoni. Non ti pare?
Si...avevo tanta paura che tu non ci pensassi...
Alzati e fatti baciare in bocca... da un uomo!
Mi alzai come una molla e godetti della sua lingua che mi sverginava in bocca, come aveva fatto il suo cazzo. Poi fu lui ad inginocchiarsi e abbracciarmi, rivoltandomi e stringendomi per le natiche e saettandomi la lingua sul buco.
Rilassai completamente lo sfintere e attesi che la sua lingua entrasse dentro e mi bagnasse di saliva, preparandomi alla penetrazione più vergognosa e piacevole del mondo.
Ero completamente erotizzato...ero la sua troietta in calore...se avessi avuto la coda l'avrei avuta tutta alzata come la vacca in attesa della tranvata del toro. Ma il mio toro era una specie di orso in pelliccia che voleva godere della mia lattea nudità e insalivarmi, sborrarmi, sporcarmi e sgocciolarmi dentro e fuori. Ero li con il culo alzato e già chinato alla pecorina con le sue mani frenetiche, alla ricerca del suo e mio primo godimento da coito.
Sotto le sue mani i miei capezzoli erano pronti a schizzare latte, il mio ventre ad aprirsi come un utero e il mio uccello a bagnarsi come una vulva.
La sua saliva era arrivata ad infradiciarmi i testicoli, quando il suo cazzo, la sua proboscide, il suo grosso verme cominciarono a salirmi su per l'intestino, fino al cervello.
Ah...si... fammi male...fammi godere... oh..si così...tutto dentro...più dentro...oddio quanto sfondi...quanto godo...sborrami tutto...sono una vacca...sto sborrando anche io oooooh...aaaah...oddio, dai...ancora...ancora...lo voglio dentro per sempre.
Accidenti ragazzo...sei bello, così indemoniato e tiè!...eccoti il mio latte di cazzo...oddio, mi stai facendo venire come un leone...acc...accidenti...arcicazzo...che sborrata mi stai succhiando...gran culo di vacca!
Non finiva di colpirmi con affondi violenti e schizzi bollenti e morsi, piccoli morsi sul collo, e sbavandomi tutto e cercando la mia bocca per penetrarmi anche li e sodisfarmi come troia e come amante.
Poi si sdraiò e volle il mio cazzo sul ventre, sul petto e poi in bocca, per divorarmi completamente e fare di me il suo pasto di quel giorno e di alcuni...molti giorni a venire, come mi promise.
Era la fine dell'estate e non c'era più molta gente in giro, io cominciavo ad avere un po' di pelo nei punti giusti, ma al confronto ero glabro ed imberbe ed il tipo mi... fece una carezza sul culo, quando io gli chiesi scusa.
Continuai per un po' a vagare nel supermercato cercando di sbirciare e osservare cosa faceva il tipo, perchè quella carezza mi aveva lasciato una sensazione...una voglia, che quasi non osavo confessare a me stesso, ma che avevo a più riprese provato anche nei confronti di altri uomini grandi.
Avrei voluto rivederlo per dirgli “Compra anche me”.
Non vedendolo più, la mia curiosità ed eccitazione a poco a poco si calmarono e riuscii a pagare ed uscire.
Ed ecco che proprio di fronte all'uscita, poco oltre, vidi l'uomo con tre bustoni appoggiati a terra accanto allo sportello posteriore di una berlina. Anche lui mi vide e... mi chiamò:
Hei, ragazzo, non mi daresti una mano a caricare?
Certo...signore, certo! - E mi avvicinai arrossendo tutto, perchè qualcosa si era mosso nel mio inguine.
Sei gentile...guarda, prendi questa busta vuota e aiutami a svuotare un po' le altre!
Lo feci quasi tremando per l'attrazione irresistibile che provavo per il tizio e per il pelo che gli spuntava dalle maniche arrotolate della camicia e dal collo slacciato: pelo brizzolato, quasi bianco, ma...tanto.
Una volta spartito il carico, l'aiutai a mettere in macchina le buste...
No quella mettila davanti e...monta anche tu che ti accompagno a casa!
Grazie si... - e non riuscii a dire altro.
Una volta salito e messa in moto la vettura il tizio mi guardò e con un sorriso mi disse:
Ti piacerebbe restare nudo davanti a me?
Oddio...signore...oddio... - Balbettai
Non l'hai mai fatto, ma ti piacerebbe da morire...vi siete mai segati fra compagni?
No, signore, ma...ma non ho molti compagni...
E non te ne piace neanche nessuno!
Oh, si...anche più di uno, ma non sono mai riuscito a chiedere nulla... a loro, sono troppo grandi!
Ti capisco, sai, ma ci sono qua io, per questo a...a proteggerti e a soddisfarti. Usciamo dal paese e troviamoci un bel posticino in campagna...Vuoi?
Come vuole lei...signore! - Ero insieme paralizzato e...al settimo cielo
Mi fai ridere e mi piaci, ma chiamami Ugo e...tu come ti chiami?
Glielo dissi e lui ripetè il mio nome, dandomi subito la sensazione di essere già amici...anzi. Ma non osai pensare la parola più appropriata.
C'erano un sacco di stradine fra campi e canali di irrigazione, in quella zona e non ci mettemmo molto a raggiungere un angolino tranqillo in una specie di boschetto che dominava un'ampio orizzonte di campi coltivati su cui la vista spaziava ed era al contempo nascosta e sicura da eventuali sorprese.
Qui ci possismo spogliare tranquilli, ti pare?
Si...credo di si... - Non ero incerto ma imbranato.
Allora dai, ti toccherò solo quando sarai nudo!
Ho paura, Ugo, che...che mi vuoi fare.
Esattamente quello che immagini...e vuoi, non è vero?
Sospirai, ma cominciai a togliermi...tutto. Ero nudo ora e completamente nelle sue mani. Anche lui si stava svestendo, e si tolse prima pantaloni e mutande scoprendo un pisellone...il pisellone dei miei sogni e aveva ancora una camicia e una specie di gilet.
Vuoi prenderlo in mano...in bocca...cosa preferisci?
Lo presi in mano, lui si stava togliendo il resto.
Ti piace...assaggialo, dai...con la lingua e dimmi se il sapore ti piace?
Stavo sudando e prendendolo in mano...Oddio come era bello! Il pelo partiva dalle gambe, allargate per permettermi di toccare il sesso eretto – anche il mio lo era – e già umido e scivoloso, ma che mi dava proprio voglia di assaggiarlo ed avere la bocca piena di lui.
In ginocchio, mostriciattolo, e vedi di non farlo afflosciare. Volevi farti scopare da un uomo e adesso pedala! Leccami i coglioni e igoia anche lo scroto...
Mi prese la testa e mi aiutò ad accoglierlo in bocca, sapeva un po' di pesce e, non so perchè, di brodo di pollo, mi parve, e immaginai la sua sbrodata che avrebbe soddisfatto – cominciato a soddisfare – la mia voglia di sesso sfrenato, la mia sensazione di “peccato mortale”, mentre affondavo nel pelo del suo ventre. Era tutto peloso: petto, ventre, spalle, dorso e culo e mentre lo leccavo non finivo di palparlo e...accarezzarlo.
Si, figliolo, così...così vai benissimo...vuoi finalmente assaggiare la sborra di un altro e non solo la tua...perchè l'hai assaggiata vero?
Si...sborrami in faccia, in bocca, in culo... - ero divenuto sfacciato e volevo essere sfacciato.
Si, mio verginello, non cercavo uno così giovane, ma ti sei offerto tu...da subito...avevi due merendine in mano e un'altra nei calzoni. Non ti pare?
Si...avevo tanta paura che tu non ci pensassi...
Alzati e fatti baciare in bocca... da un uomo!
Mi alzai come una molla e godetti della sua lingua che mi sverginava in bocca, come aveva fatto il suo cazzo. Poi fu lui ad inginocchiarsi e abbracciarmi, rivoltandomi e stringendomi per le natiche e saettandomi la lingua sul buco.
Rilassai completamente lo sfintere e attesi che la sua lingua entrasse dentro e mi bagnasse di saliva, preparandomi alla penetrazione più vergognosa e piacevole del mondo.
Ero completamente erotizzato...ero la sua troietta in calore...se avessi avuto la coda l'avrei avuta tutta alzata come la vacca in attesa della tranvata del toro. Ma il mio toro era una specie di orso in pelliccia che voleva godere della mia lattea nudità e insalivarmi, sborrarmi, sporcarmi e sgocciolarmi dentro e fuori. Ero li con il culo alzato e già chinato alla pecorina con le sue mani frenetiche, alla ricerca del suo e mio primo godimento da coito.
Sotto le sue mani i miei capezzoli erano pronti a schizzare latte, il mio ventre ad aprirsi come un utero e il mio uccello a bagnarsi come una vulva.
La sua saliva era arrivata ad infradiciarmi i testicoli, quando il suo cazzo, la sua proboscide, il suo grosso verme cominciarono a salirmi su per l'intestino, fino al cervello.
Ah...si... fammi male...fammi godere... oh..si così...tutto dentro...più dentro...oddio quanto sfondi...quanto godo...sborrami tutto...sono una vacca...sto sborrando anche io oooooh...aaaah...oddio, dai...ancora...ancora...lo voglio dentro per sempre.
Accidenti ragazzo...sei bello, così indemoniato e tiè!...eccoti il mio latte di cazzo...oddio, mi stai facendo venire come un leone...acc...accidenti...arcicazzo...che sborrata mi stai succhiando...gran culo di vacca!
Non finiva di colpirmi con affondi violenti e schizzi bollenti e morsi, piccoli morsi sul collo, e sbavandomi tutto e cercando la mia bocca per penetrarmi anche li e sodisfarmi come troia e come amante.
Poi si sdraiò e volle il mio cazzo sul ventre, sul petto e poi in bocca, per divorarmi completamente e fare di me il suo pasto di quel giorno e di alcuni...molti giorni a venire, come mi promise.
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