Jack e Carlo (Sesta parte)

di
genere
gay

La luce che filtrava dalle finestre svegliò Carlo e si girò realizzando che Jack non era più sdraiato al suo fianco. Si stirò le braccia sopra la testa ed arcuò la schiena ancora sonnolento. Sorrise tra di se pensando alla notte precedente, era stato meglio di quanto avesse immaginato. Il solo baciare Jack gli faceva accellerare il cuore a doppia velocità, la morbidezza delle sue labbra, la seta dei suoi capelli ed il suo modo di guardarlo con emozione non mascherata. Carlo sorrise e fece penzolare le gambe fuori del letto facendo correre una mano tra i suoi capelli scuri e in disordine. Non c’era altro pensiero che quello di vedere Jack per svegliarlo completamente.
“Jack?” Chiamò andando in cucina per accendere il bollitore. “Jack?” gridò di nuovo. Non ci fu risposta ma un’occhiata rapida all'orologio gli disse Jack già era già andato al lavoro e che se non si affrettava sarebbe arrivato di nuovo in ritardo all'università, di nuovo. “Cazzo!” Mormorò sottovoce. In cinque minuti si vestì e prese cellulare e chiavi della macchina prima di precipitarsi fuori della porta.
La campana accesuonò alle 12e 30 segnalando la fine delle lezioni. Carlo spinse i libri nella borsa e se la gettò sulla spalla avviandosi rapidamente verso la porta di classe e l'atrio. Estrasse il telefono della tasca quando lo sentì vibrare e l'aprì. C’era un messaggio da Jack: ‘Dopo il lavoro ci vediamo? X' Carlo sorrise e richiuse il telefono mentre sentiva quel eccitazione ora familiare al pensiero di vedere l’amico. “Carlo, aspetta!” Si voltò per vedere chi l'aveva chiamato e vide Laura che spintonava gli altri studenti per raggiungerlo.
“Ehi.” Sorrise Carlo e le diede un rapido bacio sulla guancia. “Tutto okay?” Chiese. Laura si aggiustò i capelli rossi che le arrivavano alle spalle e girò la faccia verso di lui.
“No, ho economia dopo pranzo.” Sospirò e roteò espressivamente gli occhi. “Nessuna possibilità di dare un'occhiata al tuo lavoro?”
Carlo rise ed estrasse un quaderno della borsa e glielo diede. “Certo, solo non copiarlo parola per parola, ok?”
Laura accennò col capo ed allungò una mano per arruffargli i capelli. “Naturalmente. Grazie Carlo, mi hai salvato la vita!” Sorrise, si girò e si allontano lungo il corridoio. Carlo la guardò per un momento prima di dirigersi verso l'ingresso dell’università. Lui e Laura erano buoni amici ed era sorprendente che lui non avesse voluto essere niente di più e neanche lei. Indubbiamente lei era bella, aveva un grande senso dell’humour ed era il genere che normalmente piaceva a Carlo, ma la chimica non era s**ttata.
Carlo si morse il labbro impazientemente mentre aspettava dietro la folla di persone che attraversava le porte dell'università. Sentì qualcuno spingerlo da dietro e lui mise automaticamente una mano sulla spalla della persona davanti a lui per non cadere. Il ragazzo si voltò e Carlo ritirò la mano. “Mi spiace.” disse indicando la folla dietro di se. Riconobbe il ragazzo, non erano nella stessa classe ma tutti conoscevano Luca: capitano della squadra di football, usciva con le ragazze più belle dell’università e chiaramente anche lui era un figo. Aveva capelli biondo scuro con inserti biondi più chiari, occhi verdi e penetranti che mettevano maggiormente in rilievo l’abbronzatura dorata ed un corpo fantastico che ogni ragazza vorrebbe, e anche molti ragazzi.
“Nessun problema, questo è pazzesco, qualcuno verrà calpestato se non fanno attenzione.” Luca fece un mezzo sorriso e finalmente riuscirono a passare per la porta ed andare in cortile. Carlo sorrise di nuovo e gli fece sfacciatamente l'occhiolino, lui aggrottò leggermente le ciglia confuso facendo ridacchiare Carlo mentre si allontanava, era consapevole che Luca era etero ma questo non voleva dire che flirtare con lui non fosse divertente.
Carlo non aveva fretta di giungere all'agenzia dove Jack lavorava, parcheggiò, uscì sbattendo la porta dietro di se e si incamminò verso l'ingresso. Vide Jack e stava per chiamarlo quando comprese che stava parlando a qualcuno ma non era abbastanza vicino per sentire. L'altro ragazzo era alto con capelli castano chiari; da quello che poteva vedere era molto attraente, probabilmente era un modello.
Jack sorrise a Josh ed alzò le spalle, stavano parlando di Carlo e Josh stava facendo del suo meglio per aiutare Jack a decidere cosa fare. “Grazie per i consigli.” disse con gratitudine Jack. “Nessun problema.” Josh diede a Jack un rapido, amichevole abbraccio e gli baciò leggermente una guancia.
Carlo strinse i pugni sentendosi immediatamente geloso. Jack stava insieme ad un altro dopo tutto quello che aveva detto? Era amareggiato e deluso, aveva veramente pensato che Jack sentisse quello che sentiva lui, ma evidentemente non era così, pensò frustrato. Si voltò per allontanarsi prima che Jack lo vedesse.
“Carlo?” Carlo guardò da dove arrivava il grido e vide Max appoggiato ad un lampione accanto alla sua macchina con le braccia conserte ed un sorriso attraentemente furbesco sul viso. Max indossava jeans stretti che rendevano ovvia la protuberanza nei suoi pantaloni ed una t-shirt Levi grigia. “Mi cercavi?” Max alzò un sopracciglio mantenendo la stessa espressione sulla faccia.
Merda era stato così preso da Jack che aveva quasi completamente dimenticato il suo ragazzo. “Ehi bello!” Sorrise Carlo incamminandosi. Era incazzato con Jack che stava con un altro ragazzo ed era ancora eccitato dalla notte precedente quando Jack aveva fermato fermato le cose prima che andassero oltre.
Max si sporse verso di lui e lo baciò lentamente tracciandogliun labbro con la punta della lingua. Lui fece scivolare le braccia intorno alla vita di Max e lo tirò più vicino mentre si baciavano. Max fece scivolare la lingua nella sua bocca giocherellando con la lingua del suo fusto e fece correre le dita nella cintura dei jeans del ragazzo. “Max, siamo in pubblico...” Mormorò Carlo spostandogli la mano.
“E allora...?” Max alzò le spalle e lo baciò di nuovo, più forte questa volta. Si allontanò leggermente e le sue labbra scivolarono all'orecchio di Carlo. “Sono così arrapato e voglio disperatamente fotterti.” Mormorò seducentemente sorridendo furbescamente mentre strofinava una mano tra le gambe di Carlo sentendo quanto ce l’aveva duro.
“Non qui baby...” Mormorò Carlo ma poteva sentire la sua resistenza che calava, Max non mancava mai di eccitarlo.
“Vieni allora...” Max sorrise furbescamente ed afferrò la mano di Carlo conducendolo giù per il vicolo alle loro spalle. Spinse rudemente il suo amico contro il muro che gemette quando la sua testa colpì i mattoni. Max tenne con forza Carlo per la vita e cominciò a baciargli il collo, leccando e succhiandogli la pelle. Carlo gemette di nuovo ma questa durata era di piacere piuttosto che di dolore. Max fece scivolare le mani dietro i jeans di Carlo per sentire il suo sedere stretto, eccitato dai gemiti di Carlo e dalla possibilità di essere sorpresi.
Le mani di Max si spostarono davanti ai jeans del ragazzo e glieli aprì spingendogli giù i boxer per afferrargli il cazzo duro. Carlo appoggiò indietro la testa contro il muro e si lamentò di piacere quando l’amico cominciò a masturbarlo lentamente ma con forza. Max guardò il suo ragazzo, aveva gli occhi chiusi e la bocca parzialmente aperta mentre la sua respirazione divetava più affannosa. “Guardami!” Disse con forza mentre gli menava l’uccello più velocemente. Carlo aprì obbediente gli occhi fissando l’amico.
Max fece un passo indietro e cominciò a spingere in giù jeans e boxer sempre con gli occhi in quelli di Carlo. “Succhiami il cazzo, bagnalo per bene perché lo conficcherò tutto in quel tuo piccolo sedere stretto, baby.” Carlo si eccitò ancora di più a quelle parole sporche ed il pene gli diventò ancora più duro. Si inginocchiò sulla strada, stuzzicò Max leccando leggermente la pinta del pene prendendo in bocca solo la testa e lasciando che la lingua la stofinasse per fargli capire che lo amava. Anelando leggermente Max alzò con le dita il mento di perchè potesse guardarlo. Carlo fece scivolare le labbra bagnate su tutta la lunghezza del grosso cazzo per poi prenderlo in gola. Max gemette, gli piaceva come il suo ragazzo succhiò il suo uccello come una puttana. I movimenti di Carlo diventarono più veloci e continuava a guardarlo mentre gli succhiava il pene.
Max stava per eiaculare e mise le mani sulle spalle dell’amico spingendo via la bocca dal suo cazzo, lo tirò in piedi e lo spinse di nuovo contro il muro, senza preoccuparsi che qualcuno potesse vedere o sentiree perché aveva disperatamente bisogno di inculare Carlo. Spinse la testa del suo cazzo pulsante contro il buco del culo del ragazzo e gli mormorò eccitante nell’orecchio: “Lo vuoi? Vuoi prendere il mio cazzo proprio qui, baby?”
“Sì, per favore Max!” Implorò Carlo disperatamente. Max spinto il cazzo dentro Carlo con una forte spinta ed il ragazzo gridò in un misto di piacere, sollievo di averlo dentro di se e dolore perché Max aveva un cazzo così grosso che dapprima gli faceva sempre male. Max cominciò a spingere rapidamente penetrando più profondamente ogni volta. Carlo si lamentò, appoggiò la testa sopra la spalla dell’amico,di prese il cazzo e cominciò a masturbarsi all’unisono con le dure spinte di Max.
Questi gemette e gli baciò il collo mordendo leggermente e facendo ancora lamentare l’amico. “Più forte Max, sto per sborrare!” Ansò Carlo. Max spinse l’uccello più profondamente ed ambedue sii lamentarono rumorosamente mentre eiaculavano quasi nello stesso momento. Carlo ansò di nuovo quando sentì lo sperma caldo di Max sparato dentro di lui. Max si estrasse da Carlo e lo baciò con forza sulle labbra. Si tirarono su i vestiti e Max sorrise furbescamente prendendolo per mano e conducendolo verso la sua macchina.
“Devo andare, ti chiamerò più tardi, sexy.” Baciò di nuovo le labbra di Carlo e gli sorrise prima di girarsi ed allontanarsi con le mani nelle tasche dei jeans. Carlo gli sorrise e scosse la testa. Salì in macchina e girò la chiave e partì. Il sesso con Max era sempre magnifico, ma perché si sentiva colpevole? Afferrò il volante con forza mentre la faccia di Jack entrava nella sua testa. Max era il suo ragazzo, non Jack. Jack non era interessato per niente; Carlo tentò di ragionare tra di se.
Parcheggiò ed entrò nel palazzo. Salì i gradini che portavano al loro loro appartamento ed aprì la porta. Jack era già incasa e Carlo gli rivolse un mezzo sorriso. “Dove sei stato? Pensavo che saresti venuto a prendermi.” Jack si alzò dal divano ed abbracciò Carlo che strinse di nuovo i pugni, adirato con Jack che fingeva di averlo aspettato mentre invece stava con l'altro ragazzo!
Carlo fece spallucce e si allontanò dal ragazzo “Mi spiace, stavo per venire ma ho avuto un problema. Sono sicuro che ad ogni modo avevi qualche cosa di cui occuparti.”
Jack aggrottò le ciglia. “Cosa c’è? Ho fatto qualche cosa di sbagliato? Perché ti stai comportando così stranamente?”
“Dopo tutto quello che mi hai detto la notte scorsa, dopo che mi hai detto di amarmi, oggi eri con un altro ragazzo! Non perdere tempo a negarlo Jack perché io so quello che ho visto!” Carlo non poteva trattenersi e le sue parole uscirono adirate.
“Cosa? Intende Josh?” Disse Jack incredulo. “Lui è un amico Carlo, null’altro; io sono convinto di tutto quello che ti ho detto la notte scorsa,”
Il cuore di Carlo ebbe un tonfo; vedeva che Jack stava dicendo la verità. Si sentì incredibilmente stupido mentre guardava il ragazzo di cui era innamorato, perchè aveva sbagliato tutto, si era arrabbiato con lui ed aveva fatto sesso con Max. Non sapeva cosa dire, se gli avesse detto quello che era successo con Max probabilmente avrebbe cambiato la sua idea verso di lui e Carlo non voleva rischiare.
“Oh, mi spiace...” Borbottò evitando di incontrare gli occhi di Jack che scosse la testa e gli diede un gentile bacio sulle labbra. “Dimentica,” Jack sorrise leggermente, “non è successo niente.” Quando Carlo guardò negli occhi blu di Jack capì che doveva scegliere, Max o Jack. Se non fosse stato attento avrebbe finito per perderli entrambi.
di
scritto il
2014-09-03
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