Mio padre per sempre - 2° capitolo

di
genere
incesti


Ero indecisa se scrivere questo racconto già due settimane fa dopo che avevo trascorso una notte meravigliosa tra le braccia di mio padre che mi aveva fatta godere impregnandomi per ben tre volte colla sua calda semenza.
I quindici giorni erano trascorsi tra la paura di espormi troppo e la voglia di rendere partecipi anche altri sconosciuti alla mia incredibile storia.
Ogni dubbio però,è svanito come d'incanto ad un ritardo delle mie cose e dopo che il test di gravidanza era risultato positivo.
Che meraviglia!
A 40 anni suonati sono per la seconda volta in attesa di un bambino di mio padre ed eccomi qui a rivivere insieme a voi,attraverso questo racconto,la mia straordinaria storia:

Avevo venti anni quando mi sono sposata.
Non sono arrivata al matrimonio vergine anzi,avevo cominciato presto a "battere la cavallina"anche se non mi sono mai realmente resa conto che le cose che facevo davano molta soddisfazione ai ragazzi coi quali mi congiungevo senza che ne ricevessi un granché.
Francamente credo che il fatto che fossi una bella fica(come mi dicevano tutti) attirasse verso di me l'attenzione dei maschi che però nel momento di approfittarne,venivano annichiliti dall'ansia di prestazione.
Anche crescendo,come ho già scritto,ho riscontrato la stessa insicurezza.

Il mio è stato un matrimonio d'amore e dopo qualche tempo avevo scoperto che oltre l'amore,la stima e la reciproca fiducia che ci univa non vi era null'altro.
Non vi era e non vi era mai stata,nonostante avessimo due stupendi figli,la passione e la complicità che unisce davvero in un sol corpo due anime innamorate.
Sin dalla mia prima esperienza in età adolescenziale avevo cercato un rapporto che mi coinvolgesse in modo totale e passionale rimanendone sempre delusa.
Dopo il mio matrimonio ascoltavo le mie amiche e le mie colleghe che decantavano il rapporto col loro uomo come un vero paradiso dei sensi.
Incuriosita e stimolata dai loro eccitanti racconti,ne avevo voluto provare qualcuno dei maschi tanto esaltati.
Naturalmente con non pochi sensi di colpa mi ero concessa ad uno dei mariti che mi corteggiava da anni e poi al compagno della mia collega Ester.
Con entrambi la prima volta è stata una frana.
Ho voluto ripetere e piuttosto che migliorare,la situazione sembrava precipitare in un abisso dal quale ho voluto sottrarmi subito prima che nascessero fastidiose complicazioni per di più senza averne provato alcuna soddisfazione.
Col tempo avrei scoperto che quando mi parlavano dei loro uomini,in realtà si riferivano non ai legittimi compagni di vita ma ai loro amanti che non ho mai voluto conoscere per non ripetere le deludenti esperienze già vissute.
Avevo già i miei problemi a gestire il rapporto con mio marito e con gli occasionali maschi dai quali cercavo ciò che era destinato a rimanere nei miei desideri frustrati.
Devo dire che nel giro delle mie amiche e delle mie conoscenze io ero sempre stata la più bella e corteggiata di tutte e questo,chissà perché,spingeva molte di loro ad assumere atteggiamenti mitomani per apparire ai miei occhi per ciò che non erano e soddisfare così le loro frustrazioni nei miei confronti.

Avevo trent'anni quando mia madre era volata in cielo.
Mi piace questa immagine anche se in verità,la mia educazione assolutamente laica,non mi consentiva di immaginare un aldilà e questo rafforzava nella mia mente l'amore che avevo avuto per mia madre e per la meravigliosa famiglia nella quale eravamo cresciuti io e mio fratello che dopo la laurea si era trasferito per lavoro in America.
Dunque,mia madre era volata in cielo e lo aveva fatto in una torrida giornata di fine luglio.
Mio marito da uomo meticoloso qual'era,aveva già prenotato e pagato tre settimane di vacanze all'estero insieme ai nostri due figli ed era dunque,impossibile disdire la prenotazione.
Mio fratello era ripartito il giorno stesso dei funerali.
Mio padre pareva distrutto dal lutto della donna che aveva rappresentato tutta nella sua vita.
Inutili sono state le insistenze mie e di mio marito affinché anche lui venisse con noi.
Anche i miei figli lo hanno implorato ma senza successo.
Per due settimane avevo telefonato a mio padre ogni giorno sentendolo sempre più afflitto dalla mancanza della moglie e provandone un senso di colpa per averlo lasciato solo in un momento così delicato per lui.
Dunque,le mie vacanze,benché confortate dalla presenza dei miei ragazzi,dalle premure di mio marito e dalle meraviglie del posto esotico in cui eravamo,trascorrevano senza gioia al pensiero di mio padre.
Non riuscivo più a resistere in quella angosciante situazione ed approfittando del fatto che la compagnia aerea mi avesse trovato un posto due giorni prima della data prenotata,sono tornata in Italia.
Mio padre era venuto a prendermi in aeroporto e venendomi incontro,prima di occuparsi del mio bagaglio mi aveva abbracciata forte e mi aveva baciata sulle labbra.
Un bacio paterno e leggero che mi aveva risollevata dalla fatica del viaggio e dall'angoscia che mi portavo dentro non sapendo come lo avrei trovato.
Mentre eravamo in macchina,continuava a girarsi verso di me e con gli occhi vistosamente lucidi per la gioia,mi tempestava di complimenti.

"Anna...bambina mia sei bellissima....sei tutta tua madre."

E così,senza neanche chiedermi del viaggio,delle vacanze e dei ragazzi,ha continuato per tutto il tragitto sino a casa con quei gratificanti commenti.
In quei momenti mi sentivo davvero lusingata dalle sue parole che più che da un padre,parevano provenire da un galante corteggiatore.
Giunti a casa,mi ha preparato la vasca e mi ha lasciata sola a fare un bagno lungo e rilassante mentre lui in cucina si dedicava alla preparazione della cena.
Nel bagno vi era un piccolo bouquet di fiori colorati nello stesso vaso azzurro di cui ogni mattina si prendeva cura mia madre.
Dopo il bagno,mi sono asciugata e rimanendo nuda,ho indossato una vestaglia leggera di mia madre che lui mi aveva preparato in bagno.
Quando gli sono giunta dietro a piedi scalzi lui non ha sentito il mio arrivo e quando cingendogli la vita per stringerlo a me gli avevo sussurrato:

"Ti voglio bene papà!"

Lui senza voltarsi mi ha preso le mani per avvolgere le mie braccia intorno al suo corpo ed aumentare il nostro contatto,poi ribaltando il capo all'indietro,lo aveva appoggiato sulla mia spalla e accostando la sua guancia al mio viso mi aveva risposto:

"Anch'io ti voglio bene amore!"

Mi aveva detto "Amore"con un tono della voce inconsueta con me ma che da come ricordavo,aveva sempre usato quando si rivolgeva a mia madre.
Quella stretta così forte e inconsueta mi piaceva e mi procurava strane sensazioni.
Quando poi aveva mollato la presa e si era girato per abbracciarmi,mi si era slacciata la cintura della vestaglia e per un attimo mi sono trovata davanti a lui praticamente nuda.
Lui come se non avesse visto,non ha fatto nessun commento e cingendomi la vita mi aveva stretta a se.
Quell'improvviso contatto col suo corpo così caldo e vigoroso,il suo sorriso così dolce e gli occhi fissi nei miei mi avevano procurato un strano turbamento.
I miei capezzoli si erano induriti e tra le cosce sentivo che anche lui non era indifferente a quella stretta.
Improvvisamente,come ubbidendo ad un silenzioso comando,le nostre labbra si sono congiunte e le nostre lingue hanno preso posto nella bocca dell'altro dando inizio ad una lenta e umida danza.
Io avevo gli occhi chiusi ed incosciente di quanto stesse accadendo,mi sentivo leggera come se mi stessi librando nell'aria.
Il risveglio è stato piuttosto brusco!
Mio padre staccandosi da me mi aveva chiesto scusa e riprendendo il suo lavoro in cucina mi aveva invitata ad andare nella mia camera a prepararmi per la cena.
Io rossa in volto e con un certo imbarazzo,senza rispondere,mi sono allontanata.
Mi ero bagnata tra le cosce e dunque,prima di vestirmi sono stata costretta ad andare in bagno per fare un bidet.
Mentre mi lavavo sentivo ancora i capezzoli duri ed anche la mia clitoride era gonfia e turgida.
Ho chiuso gli occhi e mi sono masturbata.
Erano anni che non lo facevo più e l'ultima volta credo proprio che fosse successo in quello stesso bagno prima che mi sposassi.
Nella mia camera tutto era rimasto identico a com'era prima che mi sposassi con una sorpresa per me!
Sul tavolo dei miei studi,vi era un magnifico mazzo di rose rosse dentro un portafiori cilindrico in vetro trasparente.
Il colore vivido dei petali ed il suo forte olezzo,riempivano la stanza della loro presenza.
Dopo aver indossato una camicetta bianca senza reggiseno ed un paio di jeans attillati,sono andata in sala da pranzo dove ad attendermi vi era già mio padre.

"Sei bellissima amore....sei la foto precisa di tua madre."

Per tutta la cena abbiamo conversato ricordando le cose di altri tempi,i momenti felici con la mamma ed il tutto si svolgeva come se stessimo aspettando il suo rientro.
Mio padre aveva apparecchiato la tavola per tre persone aspettando appunto,che arrivasse anche lei.
Di quanto era successo in cucina nessun accenno né da parte mia né sua.
Dopo cena ci siamo trattenuti per alcuni minuti in salotto davanti alla televisione col sonoro spento.
In quella atmosfera alquanto surreale si poteva avvertire una certa elettricità nell'aria.
Il silenzio veniva rotto dai battiti del mio cuore che fortunatamente mio padre pareva non avvertire.
Poi:

"Amore andiamo a dormire che domani ci aspetta una giornata faticosa!"

Senza chiedergli i motivi di quella prevista fatica,avevo annuito ed insieme ci siamo alzati e scambiandoci il bacio della buona notte siamo andati ognuno nella propria stanza.
A letto mi sono girata e rigirata mille volte senza mai trovare la giusta postura e senza riuscire a prendere sonno per calmare l'inquietitudine che mi turbava e mi scuoteva tutta.
Il pensiero di quel bacio,come un tarlo mi rodeva la mente e col suo suono monotono rimbombava nella stanza.
Mi agitavo nel letto e con una mano mi tormentavo i capezzoli mentre con l'altra mi accarezzavo il sesso in cerca di una impossibile tregua.
Con un deciso scatto mi sono sollevata ed ho acceso l'abajour!
Erano le due!
Mi sono alzata ed indossando la camicia da notte in seta trasparente di mia madre,sono andata nella camera di mio padre.
La stanza era avvolta dal buio ed un tenue fascio di luce proveniente da una finestra del corridoio illuminava il mio corpo alle mie spalle.
Dopo interminabili attimi di silenzio,con un flebile filo di voce mio padre mi aveva detto:

"Amore.....sei bellissima.....rimani li...ferma che voglio regalarti il piacere che ami tanto.."

Mio padre si era rivolto a me con lo stesso tono di voce che aveva avuto quando eravamo in cucina.
Si rivolgeva a me ma stava parlando con mia madre.
Come lui mi aveva chiesto sono rimasta immobile.
Completamentre nudo,mio padre è sceso dal letto ed è venuto verso di me.
Prima di abbracciarmi si è fermato e dal suo sguardo si capiva che si stava nutrendo della visione del mio corpo:

"Come sei bella.....il tuo profumo mi fa impazzire....la tua pelle liscia...le tue labbra..."

Mi aveva abbracciata,mi aveva stretta aderendo al mio corpo come se fossimo due parti dello stesso stampo,mi baciava e sentivo la sua verga pulsare sul mio monte di venere mentre i miei capezzoli bucavano il suo torace.
Un bacio lunghissimo e profondo ci aveva uniti mentre le nostre lingue si intrecciavano,si succhiavano si respingevano e roteavano ancora in una danza frenetica lubrificata da abbondanti emissioni di saliva che ci scambiavamo con voracità in un erotico brindisi.
Lasciando scivolare a terra la mia vestaglia,aveva cominciato ad accarezzarmi tutto il corpo.
Le sue mani leggere scivolavano su di me lasciando dietro ogni scia,un brivido che mi faceva accapponare la pelle.
La sua lingua,il suo alito sul mio viso,sul mio collo e negli orecchi suonavano per me una musica melodiosa che mi trascinava verso mondi inesplorati di sogni e piaceri sublimi.
Poi,con fare delicato,mi aveva presa per i fianchi e mi aveva appoggiata seduta sul letto.
Mi aveva spinta indietro facendomi coricare e sollevandomi i piedi sul materasso aveva aperto il mio scrigno ai suoi occhi e alla sua bocca.
Quando aveva cominciato a leccarmi,lo faceva con movimenti lenti e lunghi della lingua partendo dal perineo e risalendo dentro lo spacco delle grandi e piccole labbra.
Mi leccava e poi succhiava la clitoride umettandomi con la sua saliva ed i miei umori che raccoglieva nella sua lunga corsa.
La sua non pareva una vera lingua.
Sembrava piuttosto un arnese di piacere studiato apposta per penetrare le carni più intime e profonde per poterti precipitare in un piacere infinito.
Il primo orgasmo mi aveva colta senza alcun preavviso trasformando il languido,ininterrotto piacere dei sensi in una esplosiva devastante bomba che aveva scosso tutto il mio corpo accompagnato da acutissime e oscene grida di godimento.
Forse quello che mi aveva regalato mio padre in quel momento,era il primo vero orgasmo della mia vita.
Dopo avermi leccata tutta per cercare di ripulire le mie abbondanti emissioni sfuggite come fosse un'eiaculazione maschile:

"Tesoro....tu godi proprio come tua madre anche lei si scioglieva cosi.
Sai amore...non tutte le donne hanno il privilegio di squirtare.
Sei davvero magnifica quando godi...ed io voglio regalarti la più bella notte della tua vita."

Mi aveva sussurrato mio padre dopo avermi accompagnata al centro del letto e mentre aveva ripreso a baciarmi sulla bocca ed accarezzarmi con le sue mani di velluto.

segue







scritto il
2016-02-05
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