L'appartamento segreto (Dedicato a Milli)

di
genere
etero

Questo è il terzo racconto di fantasia dedicato a Milli, una fantastica scrittrice di questo sito e mia ottima amica ormai.
Anche lei come in quello precedente ha partecipato alla stesura con qualche consiglio fondamentale affinché potessi uscire dalle difficoltà narrative.
Ci tengo a precisare che nomi,luoghi e situazioni sono di pura fantasia. Cronologicamente il racconto segue i precedenti.
Dopo il nostro ultimo incontro, i rapporti con Martina andavano avanti nella stessa maniera, telefonate diventate sempre più lunghe e messaggi sempre più carini, leggendo i quali, chiunque avrebbe capito che tra noi era nato qualcosa di importante.
Naturalmente non avevo detto a nessuno dei miei amici di questa relazione, a parte il mio socio Angelo.
Una sera però alcuni miei amici mi avevano presentato Simona, una donna leggermente più giovane di me, che si era da poco trasferita in città e con la quale cominciai ad uscire senza comunque rinunciare ai miei rapporti con Martina.
Cominciavo a sentirmi a disagio, non sapevo se confessare a Martina di questa nuova persona entrata nella mia vita, lei si era dimostrata gelosa e possessiva. In più mi era stato chiarissimo che provasse qualcosa che andava ben al di là dell'attrazione fisica ed io non avevo nessuna intenzione di farla soffrire.
Pensai che fosse giusto dirglielo e avere segreti con lei.
Così le chiesi un appuntamento e fu lei a sorprendermi "Cosa c'è che non va? Vuoi interrompere la nostra relazione? Hai conosciuto qualche troietta magari più giovane di me e ti sei convinto che sia la donna della tua vita e possa farti felice? Si sente dal tono della tua voce.Prima o poi poteva succedere.
Sei una persona onesta e so che non vuoi tenere in piedi due relazioni.
Prima però di lasciarci volevo farti vedere una cosa. E chiederti un consiglio: Si tratta del tuo lavoro non ti preoccupare niente a che fare con noi due. Prenditi una mattina libera e vediamoci in Via....N.5. Fammi sapere quando possiamo incontrarci .
Al telefono era stranamente calma, mi chiedevo come aveva fatto a capire tutto, forse la storia dell'intuito femminile era vera, ma soprattutto mi sembrava strano che si fosse rassegnata all'idea di perdermi. Quando chiudemmo la conversazione tanti dubbi mi frullavano in testa.
"Anche lei voleva chiudere e restare fedele al compagno? Aveva incontrato qualcuno che le piaceva più di me?" A quest'ultima domanda seguì una tremenda sensazione di gelosia.
Prendemmo appuntamento e la mattina mi recai all'indirizzo stabilito, era una zona periferica della città con palazzi di costruzione abbastanza recente e quello dove mi aspettava Martina era forse il più nuovo. Notai che non era molto abitato, molti citofoni erano senza nome e quindi pensai che le abitazioni fossero vuote. D'altronde all'entrata avevo notato vari cartelli di case in vendita o in affitto. La mia curiosità era sempre maggiore, e quando entrai in ascensore per salire all'ultimo piano aveva raggiunto il suo apice. Se Martina voleva intrigarmi ci era riuscita benissimo.
Raggiunsi l'ultimo piano e prima che potessi bussare il campanello Martina mi aprì con un bellissimo sorriso "Benvenuto in casa mia" mi disse raggiante: Indossava un golfino di filo più lungo di quelli normali, un po' più grande della sua taglia . Non riuscivo a capire se sotto indossasse la biancheria intima. Solo vestita così, anche senza trucco mi aveva già stregato.
"Perchè mi guardi così, sono sempre io" mi disse con quel suo sorriso capace di farmi dimenticare qualsiasi problema.
"Entra. Questo che vedi è il mio rifugio".
La casa era un piccolo appartamento di due stanze più bagno e cucina, tenuto molto bene ed in ordine, Martina vide il mio sguardo dubbioso e continuò a spiegarmi
"Me lo ha lasciato in eredità mia zia, neanche il mio compagno sa della sua esistenza, fino a due mesi fa ci viveva in affitto una giovane coppia che poi ha deciso di sposarsi e comprare una casa più grande e lo ha lasciato libero. L'ho rimesso sul mercato ma per ora non ho avuto offerte e così ho cominciato a venirci quasi ogni giorno per rilassarmi, mi sono rimessa a dipingere come facevo da bambina, qui mi sento bene, mi sento davvero a casa mia".
È una sensazione di serenità e pace che non avevo mai provato da tanti anni a questa parte ".
L'ascoltavo e la guardavo felice mi faceva piacere vederla stare così bene.
"È davvero una bella casa mi hai detto di avere bisogno del mio aiuto, posso sapere cosa posso fare per te" le chiesi
"Si. È arrivata la cartella delle tasse di successione e c'è scritto di rivolgersi ad un fiscalista, so che nel tuo studio c'è ne è uno, mi chiedevo se potessi fargli vedere le carte, naturalmente voglio essere trattata come una normale cliente".
"OK. non ti preoccupare domani lo farò vedere al mio collega che si occupa di queste cose ti faremo avere la rateizzazione con l'interesse del 2%, è una cosa che ti consiglio, non c'è motivo perché tu debba pagare tutto insieme". Provavo ad essere il più professionale e distaccato possibile ma mi rendevo conto di essere ridicolo. Ad ogni parola che diceva mi sentivo sempre più attratto da lei.
"Hai qui i documenti dell'Ufficio delle entrate?" Se me le dai le porto al mio collega già oggi pomeriggio" dissi provando ad accorciare i tempi, mi resi conto che che starle vino oltre che farmelo diventare duro mi faceva soffrire.
"Si. Te li dò subito ma devo farti vedere un'altra cosa, e chiederti un altro favore".
Mi portò sul terrazzo dell'appartamento, il terrazzo era grande quasi quanto l'intero appartamento e da lì si vedeva quasi tutta la città. Rimasi a bocca aperta per la sorpresa.
"Hai visto che bello! Scommetto che ti piace da morire. Te lo sto facendo vedere per un motivo preciso. Ho trovato un progetto di mia zia, lo aveva fatto fare da un architetto. Voleva allargare l'appartamento creando un'altra stanza qui sul terrazzo.
Serve l'approvazione dell'ufficio tecnico del Comune, mia zia poi non ne ha fatto niente, a me piacerebbe farlo; l'appartamento acquisterebbe più valore se lo volessi affittare. E soprattutto con una stanza in più sarebbe l'ideale se decidessi di viverci." La guardai per un attimo sorpreso, lei continuò a parlare "Le cose tra me ed il mio compagno non vanno bene già da un po' di tempo, da prima che ti conoscessi, non sei tu la colpa, non ti preoccupare, viviamo in casa sua, se volessi rompere con lui avrei comunque dove vivere.."
La zia mi ha lasciato anche un po' di soldi e ho calcolato che dovrei farcela a pagare i lavori e dopo a vivere sola. Il condominio non è caro e come vedi la zia ha fatto installare anche i pannelli fotovoltaici, risparmierei anche sulla luce. Ho calcolato tutto".
Ero sorpreso da questo lato così pratico del carattere di Martina, era davvero piena di qualità.
"D'accordo vedrò come poterti aiutare. Personalmente non ho amicizie al Comune ma ho un amico geometra che sicuramente potrà aiutarti; mi deve un favore, lo chiamerò."
"Ora tocca a te , di cosa vuoi parlarmi Robert?" Mi disse con un sorriso tipico di chi sapeva cosa stavo per dirle.
"Martina ho conosciuto una donna è single come me, siamo usciti un paio di volte, vorrei provare ad iniziare una relazione seria, ma non ci riesco se continuo a vederti, in fondo tu avevi già capito tutto mi sembra"
"Hai ragione è giusto che ci salutiamo, non ho nessun diritto di tenerti legato a me se io continuo ad avere un compagno e non posso darti il tipo di rapporto completo che tu vuoi, è giusto che ti lasci andare spero solo che questa donna sappia apprezzarti e amarti come meriti". Mentre lo diceva si era avvicinata sempre di più a me, e mi stava accarezzando il viso, mi guardò per un attimo negli occhi e mi disse :"Finiamola con questa commedia ! Vieni qui." Mi tirò a sè , ci abbracciammo e cominciammo a baciarci, stavolta però non erano quei baci focosi, appassionati che di solito ci davamo prima di fare l'amore: Erano baci dolci, la mia lingua nella sua bocca roteava lentamente toccando piano piano tutte le pareti della bocca stessa, lei ricambiava nello stesso modo era più un bacio da 16enni che stanno scoprendo il piacere di amarsi, la mia mano andava su e giù sulla sua schiena finché non le tolsi il pulloverino che indossava. Non era nuda indossava un meraviglioso completo reggiseno e perizoma di pizzo nero. Mentre cominciai a sbottonarle il reggiseno lei mi toglieva la camicia, mi ritrovai di nuovo con quelle meravigliose tette in mano, con i suoi capezzoli già turgidi da baciare, "Ti voglio dentro, sbrigati" mi disse mentre mi slacciò il pantalone.
La misi contro il muro e la penetrai stando in piedi, entrai dentro di lei e cominciai a spingere con delicatezza. Volevamo goderci questo momento il più possibile, eravamo stati sul punto di perderci, ora ci eravamo ritrovati.
Mentre spingevo continuavo a baciarla, forse non eravamo mai stati così dolci e appassionati. Le venni dentro mentre anche lei raggiunse l'orgasmo. Uscì da lei dolcemente per prenderla in braccio e sdraiarla sul letto. Mi misi accanto a lei, guardandoci negli occhi mi disse "Stavamo per perderci" e mi baciò di nuovo sulla bocca.
Sdraiati sul letto uno accanto all'altra stanchi ma felici, cominciammo a parlare come avevamo sempre fatto , fino a quando lei non si volle stendere su di me.. "Ho una voglia matta, ormai ti se riposato" mi disse guardandomi negli occhi con uno sguardo pieno di desiderio ma anche di soddisfazione per avermi riconquistasto.
Prese le mie mani per tenermele dolcemente sopra la testa, era un modo per farsi desiderare ancora di più, volevo ma non potevo toccarla, si muoveva dolcemente sopra di me, con i capezzoli sfiorava le mie labbra ma non mi permetteva di baciarglieli, era un modo per non farmi avere altri sbocchi immobilizzato sotto di lei potevo solo godere e concentrarmi su di lei, pensai che se un Paradiso esiste, ci si deve sentire come mi sentivo io dentro di lei. Quando venni urlai "Ti amo. Per me ci sei solo tu".
Rimanemmo abbracciati in quella posizione per qualche minuto dopo l'orgasmo, "Adoro ogni cm di te" le dissi
"Lo sapevo che non saresti riuscito a lasciami, noi ci apparteniamo ormai." Mi disse soddisfatta
Vuoi farti una doccia prima di andare via? Sotto casa c'è una magnifica rosticceria, oggi il piatto del giorno è la lasagna, l'ho mangiata altre volte , è squisita. Dai mangiamo insieme e poi vai in ufficio! Non dirmi di no."
Naturalmente non le dissi di no, ero andato lì ma per lasciarla e naturalmente mi ritrovai sotto la doccia e poi a mangiare la lasagna con lei...
Ci salutammo baciandoci dolcemente come avevamo fatto prima
"A presto!" Le dissi
Uscendo dal palazzo ricordai lo stato d'animo con cui ero entrato, ora ero felice. La nostra relazione non era frutto della semplice attrazione tra due poli opposti. Eravamo terribilmente simili.
Cercavamo emozioni forti che fossero in grado di far battere i nostri cuori e soprattutto qualcuno che sapesse capirci e amarci in modo completo.
Quando stavamo insieme non ci importava di nessun altro neanche del fatto che altre persone potessero soffrire. In quei momenti esistevamo solo noi. Era stato così dal primo momento e sarebbe stato sempre così.
Ora avevamo anche il nostro nido. Un posto nel quale sentirci sicuri e liberi di amarci.
Passai il pomeriggio in ufficio a lavorare e a pensare a lei, fino a quando alla fine della giornata non arrivò una telefonata di Simona che mi chiedeva se avessi programmi per la serata, le dissi che ero molto stanco ed avrei preferito vederla il giorno dopo.
La parte sgradevole di quella situazione stava per arrivare....


scritto il
2016-10-01
2 . 9 K
visite
0
voti
valutazione
0
il tuo voto

Continua a leggere racconti dello stesso autore

racconto sucessivo

La Donna del mistero
Segnala abuso in questo racconto erotico

Commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.