La Donna del mistero

di
genere
etero

La vidi lì per la prima volta, era una passeggiata a strapiombo sul mare, un posto bellissimo dove non ero mai stato. Era una giornata fredda, di pioggia e vento eppure lei era lì . Mi avvicinai per curiosità e perché camminare in quel tratto era pericoloso, sentivo l’adrenalina che mi scorreva nel sangue.. il freddo, il vento, la pioggia, il rumore del mare agitato che sbatteva contro gli scogli ma lei era lì.
Era una donna bionda che fissava l’orizzonte con uno sguardo perso nei suoi pensieri, più mi avvicinavo a lei più mi rendevo conto di quanto fosse bella e misteriosa e di quanto tutto ciò mi attraesse. Forse in quei momenti capii il significato dell’espressione “buttarsi dagli giù per una donna....”
Arrivai fino a lei, quasi non si accorse del mio arrivo talmente fosse persa nei suoi pensieri. La vidi bene, era molto più bella di quanto immaginassi, il vento non le aveva assolutamente spettinato i capelli e nonostante il freddo il suo viso non aveva perso il colorito, il rossetto non troppo forte era perfetto su quel viso che sembrava di porcellana. “ buongiorno “ riuscì a dirle quasi intimorito da lei e dal meraviglioso paesaggio che faceva da cornice al nostro primo incontro

Si voltò verso di me, accennò un timido sorriso, in quel momento ebbi l’idea che fosse una donna nobile del nord Europa, forse per i capelli biondi , forse per gli per occhi azzurri, o forse per la delicatezza dei suoi lineamenti, o forse per l’eleganza del suo cappotto
“Posso aiutarla? Va tutto bene?”Mi permisi di dirle, con aria preoccupata
“Si. La ringrazio sto solo guardando il mare; forse le sembrerà strano ma questi sono gli unici momenti in cui mi sembra di ritrovare me stessa “. Il modo in cui lo disse, la dolcezza di quella voce bassa ma comunque profonda mi avevano già conquistato. Per un attimo pensai addirittura che potesse essere una sirena...
“Forse le sembrerà sciocco ma a volte mi sembra che solo lui riesca a capire i miei pensieri” continuò con una voce che stavolta tradiva una certa voglia di confidarsi.
“La capisco, è così anche per me, per tanto tempo l’ho inspiegabilmente odiato, poi ho capito che lo amo.
I medici dicono che il nostro cervello produca la stessa sostanza, l’ossitocina, sia quando proviamo odio che quando proviamo amore.
I poeti si limitano a dire che il confine tra i due sentimenti è sottilissimo.
Sembro’interessata e attenta a ciò che dicevo,
Il freddo si era fatto più pungente ed il vento più forte.. spontaneamente le chiesi “ c’è un piccolo bar pasticceria lì vicino le posso offrire qualcosa di caldo?”
“Volentieri “ rispose
Risalimmo la passeggiata uno dietro l’altra e ammisi con me stesso potendola guardare mentre camminava davanti a me che non era solo una donna affascinante, misteriosa e bella ma aveva anche un gran fisico con un sedere che sembrava scolpito.
Arrivammo nel bar e finalmente il calore del locale ci riscaldò. Ordinammo due cioccolate calde e dei biscotti guarniti con crema e cioccolato . Erano buonissimi così come la tazza di cioccolata . Fuori dal locale il tempo peggiorava continuamente e quel rifugio era diventato un sicuro e,senza volere,romantico riparo. Cominciamo a parlare senza neanche dirci i nostri nomi. Passammo ore, venni a sapere che era di passaggio, era venuta a trovare il marito che lavorava lì e abitava in una splendida Villa lì vicino. Mentre parlavo riflettevo su che donna affascinante, solare ed intelligente fosse.
Senza accorgercene si fece ora di cena, era venuto il momento di salutarci, ci scambiammo i numeri di telefono, entrambi dovevamo restare qualche altro giorno. “Magari ci scappa un altro caffè “ mi disse sorridendo mentre andava via....
“Magari..” pensai tra me e me

La notte dopo essere rientrato in albergo facevo fatica a prendere sonno. la donna del mistero continuava a tornarmi in mente,c’era qualcosa di speciale in lei , non avrei saputo dire cosa ma c’era.
Quei suoi occhi così azzurri e quel suo sguardo così intenso mi avevano dato l’impressione che volessero comunicarmi qualcosa, certo era facile confondersi davanti ad una donna così bella così affascinante e così misteriosa e per di più con quel panorama mozzafiato a farci da cornice.
Ero in quel posto su consiglio di un amico, volevo rilassarmi non avevo voglia di perdere tempo e tranquillità dietro un sogno, perché in fondo per quanto ne sapessi quella donna poteva anche essere stata solo un sogno.
Il proprietario dell’albergo dove alloggiavo mi disse che purtroppo in quel periodo il tempo era quasi sempre brutto così la mattina dopo quando vidi che finalmente il sole si era fatto strada tra le nuvole ne approfittai per andare a farmi una passeggiata tra i piccoli viali del paesino. Era bello come me lo aveva descritto il mio amico Michele che dopo aver viaggiato in tutto il mondo era andato lì per un weekend con una vecchia fiamma ma poi era tornato da solo...
Era tranquillo, pulito con negozi carini, insomma una vera oasi.
Improvvisamente il tempo cambiò e fui sorpreso da un violento temporale. Mi ero dimenticato di portare l’ombrello con me e cominciai a cercare un posto dove ripararmi.. trovai rifugio sotto un palazzo e mi misi lì sperando che il temporale finisse presto. Odiavo perdere tempo, guardavo gli abitanti di quel paesino camminare lentamente sotto la pioggia.
Mi ero sempre chiesto come si potesse prendere la vita serenamente, per me che ero nato e cresciuto in una città caotica e che mi svegliavo sempre prima che suonasse la sveglia e sempre con l’ansia e la paura di fare tardi, era inconcepibile pensare che ci fossero piccoli paesini dove si riusciva ancora a vivere così tranquillamente .
Pensavo a tutto questo mentre la pioggia continuava a scendere aumentando di intensità, ero perso nei miei pensieri sotto quel portico quando mi sentì una mano sulla spalla, seguito da un “buongiorno come sta?”
Mi voltai ed era lei.... la donna del mistero aveva stavolta un sorriso appena accennato, anche lei nonostante l’ombrello si era bagnata e nelle mani aveva le buste della spesa.. indossava un pantacollant nero ed un pullover dello stesso colore ed un impermeabile grigio, era molto meno sexy e affascinante del giorno prima; stavolta era una donna normale in una giornata normale . “ ha visto che giornataccia, purtroppo qui il tempo cambia continuamente e in questo periodo raramente c’è il sole.
“ ho visto, sono stato troppo ottimista e sono uscito senza ombrello ed ecco il risultato “ risposi mostrandole come fossi tutto bagnato
Se mi permette vorrei essere io gentile con lei, io abito proprio in quella Villa, mi permette di aiutarla ad asciugarsi i capelli e di prepararle un un te’caldo? Altrimenti rischiadi ammalarsi e rovinarsi la vacanza “Mi disse con tono gentile e preoccupato
“Grazie” le risposi imbarazzato e sorpreso.
Approfittammo di un attimo in cui la pioggia rallentò e corremmo verso casa sua, entrammo, lei mi fece strada “venga venga, in casa non c’è nessuno a quest’ora” disse richiudendo la porta. Sentire quel rumore di serratura mi diede una inspiegabile sensazione di tranquillità, come se ora il mondo esterno con i suoi affanni, con i suoi dolori e le preoccupazioni fosse stato tagliato fuori, non conoscevo affatto quella donna , magari era una serial killer che mi aveva scelto come sua prossima vittima, ma non avevo paura ,anzi mi trasmetteva serenità.
Andò a prendere asciugamani e asciugacapelli.
Quando tornò, si era cambiata ora indossava una tuta da ginnastica e aveva un asciugamano in testa nel quale aveva avvolto i capelli. Per la prima volta potevo guardarla con più attenzione. Il suo era un viso solare dove splendeva quel suo sorriso così bello e rassicurante. C’era però un velo di stanchezza e non era rilassata come mi era sembrata davanti al mare.
“Se mi da’ la camicia ed il pullover glieli asciugo velocemente altrimenti si prende un malanno, non le chiedo di togliersi i pantaloni perché non mi sembra il caso” e mi guardò sorridendo, all’improvviso aveva cambiato umore “Forse non è una serial killer, ma solo bipolare” pensai.
Fu lei ad avvicinarsi a me per togliermi il pullover, in quel momento fummo vicinissimi, ora potevo sentire il suo profumo, il suo respiro era diventato più veloce, ci guardammo negli occhi e praticamente contemporaneamente cominciammo a baciarci, ci spogliammo a vicenda, quando
Le tolsi la tuta, aveva un baby-doll nero di seta, non indossava il reggiseno, intanto anche lei mi aveva già tolto il pullover e la camicia “ In camera da letto saremo più comodi, è quella in fondo al corridoio; se dobbiamo fare una pazzia facciamola come si deve” mi bisbigliò in un orecchio.
La presi in braccio alzandola per le gambe, in modo che potessi continuare a baciarla, mi piaceva il contatto tra le nostre lingue, la sua aveva un movimento lento e dolce ed io mi adeguai, capendo che quello era il modo in cui volesse essere baciata. Arrivati in camera la feci stendere sul letto, continuavo a baciarla, togliendole il baby doll cominciai a scendere lungo il suo corpo ricoprendolo di baci, i suoi capezzoli cominciavano ad essere turgidi, i suoi seni belli grandi forse cominciavano a sentire il peso dell’età, non avrei saputo dire con certezza quanti anni avesse, ma comunque probabilmente a 14 anni doveva avere due seni da favola....
Scesi piano piano lungo tutto il suo corpo continuando a baciarla finché non giunsi lì.. la sua figa odorava, era già bagnata,era depilata, si era lasciata solo un ciuffettino di peli al centro, si capiva che era una donna a cui piaceva prendersi cura del suo corpo, cominciai a baciargliela, lei cominciò ad affannare sempre di più, “Continua ti prego mi piace” disse mentre cominciai a leccargliela, cercai e trovai il suo clitoride , cominciai a succhiare anche quello, cominciava a dibattersi con il corpo. La smisi perché rischiavo di farla venire senza averla penetrata.
Volevo mettermi sopra ma fu lei a questo punto che prese l’iniziativa e si mise a smorzacandela su di me “È casa mia decido io come “disse comunque con un tono scherzoso. Cominciò a cavalcarmi finché non venni copiosamente dentro di lei, arrivammo all’orgasmo praticamente insieme. Alla fine lei si stese su di me senza che io uscissi da lei.
Era esausta ma improvvisamente si mise a ridere, una risata piena, di quelle che ti contagiano e ti mettono allegria “Che c’è? Non sono stato all’altezza?” Le chiesi preoccupato.
“No. non è questo. È la prima volta che faccio l’amore con uno sconosciuto. Ancora non so come ti chiami! Il mio nome è Eva.
“È vero. Hai ragione. Mi chiamo Larry, piacere, forse è un pò tardi per dirti che è un piacere conoscerti” Ridemmo insieme; era tornata l’allegria e l’atmosfera che si era respirata davanti a quella tazza di cioccolata calda il giorno prima. Restammo per un po’ a chiacchierare abbracciati, andai via senza farmi una doccia, mi disse che ora il tempo era poco, doveva cambiare in fretta le lenzuola e qualcuno avrebbe potuto tornare in casa. Ci salutammo In fretta. Tornando in albergo mi resi conto che aveva smesso di piovere, la cosa più bella di quella giornata non era stato il sesso, forse le chiacchiere prima e dopo , forse l’avere avuto l’impressione di avere incontrato una donna davvero speciale, forse dovevo ancora capirlo.
Avevo ancora qualche giorno di vacanza , se avessi avuto ancora l’opportunità di rivedere Eva l’avrei capito o almeno così speravo.
scritto il
2017-11-28
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