Sedotto da mia suocera

di
genere
incesti

Eravamo alla fine di giugno e mia moglie era entrata in clinica per dare alla luce il nostro secondogenito. Come per il figlio precedente aveva deciso di passare l’ultimo periodo della gravidanza da sua madre, anche se abitava piuttosto distante da casa nostra. Ed è proprio lì che mi recai quando mi hanno annunciarono che stava per nascere nostra figlia. Ancora stanco dal lungo viaggio, appena sceso dalla macchina, mi sono precipitai in clinica per vedere per a prima volta mamma e figlia. Li trovai entrambi in perfetta forma e in ottima salute quindi, sereno e felice , raggiunsi la casa di mia suocera che si era offerta di ospitarmi. Mia suocera abitava a due passi dalla clinica, se la camera di mia moglie fosse stata nell’ala opposta dell’ospedale, avrei potuto vederla dalla finestra di casa. In questa clinica erano nati tutti i nipoti di mia suocera, infatti mia moglie aveva delle sorelle e tutte avevano partorito in questa struttura. Mia suocera allora aveva poco meno di sessant’anni, da otto era vedova e viveva da circa tre anni tutta sola nel suo appartamento. Si, è vero, a volte si riempiva per le solite riunioni di famiglia durante le feste comandate, ma per la maggior parte del tempo ci viveva sola. Era quindi una donna single che mi aspettava quella sera a casa. Non credete che mi abbia preso un fuoco erotico al pensiero di passare qualche giorno tutto solo con lei, anzi era il contrario. Se devo essere sincero la cosa non mi andava molto a genio, a causa di dissapori di vecchia data, lei comunque, quella sera, si mostrò molto cortese e ospitale anche se molto fredda nei miei confronti. Mia suocera era una donna non molto alta e fisicamente minuta, sempre molto contenuta con un portamento altero, acquisito in anni di lavoro come quadro aziendale in una ditta molto importante, comportamento che le aveva sempre permesso di ottenere rispetto ed obbedienza dalle persone ai suoi ordini, ma era altresì docile e accondiscendente con chi poteva favorire la sua carriera. I suoi capelli erano brizzolati ma li nascondeva molto bene con delle meches bionde che mettevano in evidenza i suoi ricci permanentati acconciati in modo da far corona al viso. Trucco leggero ma sempre presente, raramente l’ho vista struccata, soprattutto non le mancava mai il rossetto. Una donna sempre perfetta, tailleur dei migliori stilisti, scarpe e borsa sempre abbinate, insomma un’eleganza fredda che metteva un po’ distanza tra di noi, infatti io ero sempre in jeans e snickers. Quella sera cenammo insieme da soli, parlammo della nascita di mia figlia, della famiglia che si allargava, mi raccontò tutta la saga della sua famiglia, insomma mi fece una testa così per tutta la sera, quindi, io che avevo sulle spalle già seicento chilometri di strada le chiesi i permesso di andare a letto e quale camera mi avrebbe riservato. Appena toccato il letto mi addormentai e dormii con un ghiro fino a mattina. Ovviamente il giorno seguente lo passai alla clinica con mia moglie, ricevemmo un sacco di visite e quando ritornai a casa di mia suocera alla sera, ero ancora più stanco del giorno prima. Salendo le scale lentamente, pensavo solo di riposarmi immaginandomi già alla settimana di fuoco che ci avrebbe aspettato quando mia moglie sarebbe tornata dalla clinica. Suonai alla porta e attesi che mia suocera mi venisse ad aprire. Ella mia aprì, entrai, lei chiuse la porta dietro di me, quindi mi girai per salutarla. Fu li che lei mi mise le braccia a collo e senza che io potessi dire niente mi baciò sulla bocca. Non si trattava di un bacio casto ma di un vero e proprio bacio sensuale. Non potevo divincolarmi, lei mi teneva stretto, sentivo il suo pube ed il suo ventre schiacciati contro il mio, insomma una vera e propria aggressione sessuale. Non ebbi neanche il tempo di pensare cosa dire, lei strinse la presa ancora di più tenendomi prigioniero tra le sue braccia. Che avrei dovuto fare? Liberarmi violentemente dal suo abbraccio? E dopo? Non mi andava di fare gesti violenti, anche se ero impressionato dall’ aggressività di mia suocera. Se avessi fatto qualcosa di sbagliato me ne sarei pentito per il resto dei miei giorni. Allora la lascia fare stringendola anche io tra le braccia. Ricambiai il suo bacio, le nostre bocche si aprirono tanto e le nostre lingue si attorcigliarono come in un vero bacio tra amanti. Ciò però, mi permise di sentire il suo alito carico di alcool. Forse aveva bevuto per darsi il coraggio di osare, non sapendo come avrei reagito. Eravamo con la bocca incollata l’uno all’altra, il suo pube spingeva forte contro il mio cazzo tanto che lo sentivo già crescere nei pantaloni. Dopo più di tre mesi di seghe e pompini per potermi soddisfare, risposi “presente” all’attacco a sorpresa di mia suocera, di cui fui vittima. Senza lasciare la presa, anzi abbracciandomi sempre più appassionatamente, mi accompagnò verso la sua camera. Quella vecchia zoccola di mia suocera non mi voleva lasciare, non mollava la presa. Non so come, ma ci trovammo distesi sul letto con lei sopra di me. Lei continuava a limonarmi, avevo la faccia ricoperta della sua saliva e mi immaginavo i segni del suo rossetto sul mio viso. L’assalto continuava, le sua mani cercavano di spogliare il mio corpo, senza che potessi accorgermene, mi aveva tolto la cintura e a sua mano si era infilata nei miei slip. Provavo una sensazione strana nel sentire le sue mani infilate nelle mie parti intime. Come uno che sta annegando afferra una corda di salvataggio, lei stava afferrando il mio cazzo già duro. Sentivo che afferrava il mio pisello in modo febbrile e convulso, forse frustrata dal fatto che non lo faceva ormai da tempo. Avevo deciso di lasciarla fare, ormai era troppo tardi per protestare, anche perché mi accorgevo che il mio corpo reagiva in modo positivo alle sue vogliose carezze. Nel frattempo continuava a spogliarmi furiosamente, mi levò i pantaloni, la camicia, gi slip le calze e mi ritrovai nudo tra e sue braccia. Non so perché, ma in quel momento mi misi a pensare a mio suocero. Era una persona molto umile e sottomessa, non poteva essere diversamente con la moglie che si trovava. Era esattamente l’opposto di lei. Mio suocero era basso , grassoccio e rosso in volto, un perfetto cornuto, insomma la vittima designata. Quando erano insieme, ciò accadeva molto raramente, lei lo sovrastava con la sua figura slanciata, non arrivava al 1,70 cm ma aveva tacchi sempre altissimi, ed il portamento altero. Mio suocero era scomparso tre anni prima in un incidente stradale, ovvero era stato investito da una macchina una sera mentre tornava a casa. Questa scomparsa, oltre al dolore che ha procurato alla famiglia e alle sue figlie in particolare, ho sollevato alcune domande. Si sussurrava che, per la dinamica, non potesse essere un incidente ma un suicidio. Forse era stanco di sottostare alla sua moglie-padrona? Ormai lui non è più qui per confermarlo. Ritornai alla realtà, quando sentii l’esclamazione di mia suocera alla vista del mio cazzo. La natura mi ha dotato di un arnese di proporzioni superiori alla media, a volte persino scomodo da usare, spesso causo dolori alle mie partner. In men che non si dica mia suocera era ormai sopra il mio corpo tutto nudo ed aveva i mio cazzo in bocca. Me lo succhiava con molta avidità, disteso com’ero, abbassando gli occhi dal soffitto, potevo vedere la sua testa di riccioli biondi che si alzava e si abbassava sul mio cazzo sempre più duro. Mi spompinava con molta maestria, si vedeva che era abituata a questo tipo di “lavoro”, le sue labbra avvolgevano delicatamente la mia cappella con massaggio sublime che mi rilassò e scaricò la mia tensione. Mi accorsi che lei era ancora vestita in uno dei suoi eleganti tailleur appena stropicciato dai nostri giochi. La sua gonna era salita un poco lungo e sue cosce sottili mostrando i bordo del suo reggicalze. Sapevo che lo indossava, l’avevo visto ad asciugare in bagno, nonostante l’avvento dei più comodi collant, lei era rimasta fedele a questo sexy indumento. Succhiava così bene che non potei più resistere, mentre godevo glielo lasciai in bocca. A lei piacque molto, sentivo la sua emozione mentre io stavo venendo, fremeva mentre riceveva in bocca in mio sperma e le sue mani erano completamente strette al mio cazzo. Continuò a succhiarmi il cazzo senza neanche perderne una goccia fino a quando, l’ultimo schizzo no le fece capire che ormai il mio latte era tutto suo, lo deglutì, quindi con la lingua mi ripulì bene tutta la cappella. Mia suocera mi aveva appena fatto il miglior pompino della mia vita. Io ero nudo sul letto, lei ai miei piedi ancora vestita con i mio cazzo ancora rigido tra le mani. Con aria sorridente e trionfante mi disse: “Ti è piaciuto? O no?” Domanda retorica la sua. Si vedeva che mi era piaciuto, domanda fatta solo per rimarcare a sua vittoria e far notare la mia debolezza e la mia sconfitta. Ero alla sua mercé, lei assaporando il suo trionfo mi guardò negli occhi e mi disse: “ Ovviamente rimarrà tra di noi questa cosa.” Io non risposi, ma una rabbia cresceva dentro di me, ero in collera con me stesso per essermi fatto intrappolare da lei in questo modo. Mi sentivo ridicolo, ero nudo davanti ad una matura signora che mi guardava con aria trionfalistica. Non riuscivo a sopportare questa situazione, allora mi alzai, la ributtai sul letto ed iniziai a spogliarla furiosamente. Le tolsi la giacca, si aveva tenuto la giacca, poi la gonna e a camicetta facendo volare tutti i suoi abiti per la stanza. Mi fermai ad ammirare il mio lavoro. Lei era di fronte a me con coordinato nero composto da reggiseno, reggicalze e slip , poi calze di seta nere che le adornavano e sue lunghe gambe. Era veramente sexy, ma viste le circostanze e l’arroganza della signora non volli vacillare. Le tolsi il reggiseno ma rimasi deluso, era un push-up che le faceva più seno di quello che aveva, era quasi piatta solo i capezzoli si ergevano dritti e vogliosi. A me piacciono i seni abbondanti, mi piace avere le mani piene quando tocco le tette, accarezzarle, palparle e alla fine metterci il cazzo in mezzo e farmi una bella “spagnola”, vedere mia suocera quasi piatta non mi aveva comunque abbassato a libido. Passato lo choc, delicatamente le presi i capezzoli tra le dita e comincia a titillarli, di colpo la sentii andare su di giri, mia suocera aveva i capezzoli ipersensibili, capii che la battaglia ora si stava girando a mio favore. Non persi tempo e con e dita e con la bocca iniziai a giocarci fino quasi a farle male. Lei prese a rotolarsi sul letto per il piacere, il suo letto, troppo grande per una donna sola. Lei miagolava e grugniva con gli occhi chiusi, si contorceva e saltava sul letto mentre le strizzavo e giocavo con i suoi capezzoli. Io la guadavo un po’ spaventato ed un po’ divertito dalle inconsuete reazioni cha aveva mia suocera quanto le sollecitavo i capezzoli. Fu una sorta di rivincita verso la signora altezzosa e riservata vista prima. Dopo cinque minuti di questo trattamento, con voce roca, ma con tono imperativo mi sussurrò: “Adesso scopami! Mi hai eccitata, ti voglio!” Senza aspettarsi da me una risposta, si sdraiò sul letto aprì le cosce e sposto di lato o slip che ancora indossava mostrandomi la sua fica umida e pelosa ma ben curata. Mi sdraia sopra di lei, lei guidò il mio cazzo attraverso le mutandine fino in prossimità della sua fessura. Non dovetti fare altro che dare un piccolo colpo di reni per entrare nella sua fica fradicia ed abbondantemente lubrificata. Dopo il pompino mi era rimasto il cazzo ancora duro, e lo svestirla brutalmente lo trovai un atto carico di erotismo tanto che fremevo ancora di desiderio. Lei accolse il mio cazzo nel profondo del suo ventre chiudendo delicatamente le sue gambe sopra di me, subito mi sentii come avvolto in un’aurea di dolcezza che contrastava con l’aspetto esteriore della donna fatto di durezza e spigolosità. Mia suocera sapeva come godere e far godere gli uomini, la sentivo mugolare fare e fusa sotto di me, io stavo provando un piacere intenso, e suppongo anche lei. In quel momento stavo pensando che dovevo essere il primo uomo che violava la sua fica dopo molti anni in cui era stata trascurata, mi sentivo come se la stessi sverginando un’altra volta. Sentivo i suoi muscoli contrarsi attorno al mio cazzo, apprezzando ciò che per molto tempo le era mancato. Suppongo che per una donna del suo tipo e della sua età, e per giunta anche vedova, di occasioni non credo gliene siano presentate molte in questi anni. Aveva gli occhi chiusi, con la mano si toccava la fica ed il ventre riscaldato dal mio cazzo. Stavamo assaporando il momento ognuno in modo diverso. Io quasi non dovevo fare niente, lasciavo fare tutto a lei, sentivo i muscoli vaginale di Enrica, Enrica è il nome di mia suocera, stringere il mio cazzo. Quando inizia con i mio primo colpo di reni sentii un lamento, mi fermai e la guardai in faccia, lei aprì gi occhi e mi disse “Vai!” Ripresi lentamente guardandola in viso mentre il mio cazzo iniziava il suo dentro e fuori. Lei si mise a gemere sommessamente, sembravano gemiti di dolore, ma a mano a mano che il mio cazzo la scopava questi gemiti divennero sempre più sensuali. Incoraggiato da ciò cominciai a spingere sempre più forte e con ritmo sostenuto, così che i suoi lamenti crebbero sia in volume che in sensualità. Il mio cazzo ormai scivolava nella sua fica sempre più umida e lubrificata per tutta la sua lunghezza riempiendola completamente. Scopai mia suocera senza risparmiarmi, spingendo il mio cazzo fino in fondo, la sentivo tremare quando affondavo i mie colpi fino a toccarle l’utero. Lei stava mugolando di piacere sotto di me, accompagnando il suo desiderio di essere presa finalmente da un uomo. Comincia a scoparla a ritmo sempre più sostenuto facendole aumentare il piacere che potevo misurare con l’aumentare dei suoi gemiti, fino a quando si trasformarono in un isterico: “Vai, vai, vai!” scandito al ritmo dei movimenti del mio cazzo nel suo ventre. In quel momento non avevo certo bisogno di incoraggiamenti, ero eccitato dal suo viso, dai suoi occhi chiusi, dalla sua bocca vogliosa, dal suo corpo che fremeva sotto i miei colpi. Sentivo che era vicina all’orgasmo, avevo accelerato il ritmo spingendo più forte con veemenza, senza preoccuparmi se avessi potuto farle del male, lei vibrava di piacere ad ogni colpo. Le sue grida mi eccitavano, non avevo mai avuto a che fare con donne che esprimessero il loro piacere così apertamente e rumorosamente. Mia moglie è molto pudica durante l’atto sessuale, resta molto sulle sue, non si lascia molto andare, sua madre invece si esprime in mugoli e grida che denunciano apertamente il suo piacere e desiderio tanto che ti spingono a scoparla ancora con più voglia. Ero arrivato al punto che anche io stavo per godere, non riuscivo più a trattenermi. Esplosi in un potente orgasmo riversando nella sua vagina tutto il mio liquido caldo. Sentendosi inondata dalla mia sborra , mia suocera godette a sua volta accompagnando l’orgasmo da grugniti animaleschi, inarcando la schiena in modo da rendere ancora più forte il contatto dei nostri sessi. Esausti per la tensione dei nostri muscoli, ci abbandonammo l’uno sull’altra incapaci di qualsiasi altro gesto. Non so quanto tempo siamo rimasti così, fu lei la prima a rompere il silenzio sussurrandomi all’orecchio: “E’ stato molto bello!” Alzai la testa e la guardai negli occhi, muovendomi mi resi conto che il mio cazzo era ancora vagamente duro e ancora infilato nella sua fica. La guardai, lei mi sorrise con una certa benevolenza, la durezza e la sicumera erano spariti dalla sua faccia, aveva perso la sua arroganza prendendo una dose massiccia di cazzo. “Scommetto che non pensavi di scoparti tua suocera così presto?” Mi stuzzicò. Non sapevo cosa rispondere, era stata una cosa così improvvisa, inattesa. “Vero, ammetto che non pensavo proprio di farlo con te.” Dissi sorridendo stupidamente, era l’unica risposta che potevo dargli. “Io invece è un po’ che ci penso, prima ancora che morisse mio marito.” Mannaggia, io non so mai cosa rispondere ad una donna che mi dichiara la sua attrazione. “Mi sei piaciuto subito, fin dalla prima volta che ti ho visto con Mara.” Mara è mia moglie. “ Ho pensato che Mara fosse fortunata ad averti, ma se un giorno mi si fosse presentata l’occasione non avrei esitato a provarci.” A queste parole ebbi proprio l’impressione di essere vittima di un’imboscata, di essere caduto nella rete. “Sai, ho detto a Mara, “tuo marito mi piace”, ovviamente lei non mi ha creduto e soprattutto non avrebbe pensato che io potessi fare sesso con te. Ovviamente non gliel’ho mai detto, altrimenti cosa avrebbe pensato di sua mamma?” Quindi si mise a ridere, io la guardavo un po’ stralunato, non capivo cosa mi fosse successo. Mia suocera aveva ritrovato il suo sorriso ironico, io invece mi sentivo un po’ sciocco in quella posizione, ancora sopra di lei con il pisello dentro ancora pronto a cavalcarla. Lei mi guardava mentre aveva ripreso a massaggiarmi il cazzo con i suoi muscoli vaginali. Lo forza della gioventù ha fatto il resto, eccomi di nuovo rigido mentre sto penetrando di nuovo la fica dei mia suocera. Questa mia nuova situazione mi fa paura, come posso eccitarmi per questa donna matura, senza contare che è la mamma di mia moglie? Non ho la risposta, ma posso empiricamente costatare che i mio cazzo è duro. Dopo essere rimasti per molti minuti l’uno sull’altra mia suocera mi disse: “Ora cambiamo posizione.” Mi spostai di lato per dargli modo di muoversi e si mise a quattro zampe. “Scopami così, alla pecorina, voglio sentire meglio il tuo cazzo, si, l’ho sentito bene, ma ora voglio che mi scopi in questo modo, mi piace.” Così dicendo mi mostrò il suo culo allargando le cosce. Le calze scivolarono sulle sue gambe ed il reggicalze si tese per a posizione che aveva preso. La visione non era tra le più eccitanti, ma quando hai 27 anni ed un cazzo che funziona ci si eccita anche per molto meno. Le sue chiappe erano piccole ma di una rotondità e pienezza che mai mi sarei aspettato, cosa che mi eccitò ulteriormente. Le tolsi gli slip, in modo da avere il panorama completo del suo culo, afferrai le chiappe e gliele aprii. Il culo di mia suocera mi apparve in tutto il suo splendore, finalmente un bel culo per una donna della sua età. In effetti molta parte del suo sex-appeal stava nel suo culo. Per ovvi motivi non l’avevo mai vista così. Devo dire che mi piacevano un sacco quelle chiappette piccole ma rotonde. Il suo sfintere rosa ben evidente posizionato sopra la sua fica, sembrava mi facesse l’occhiolino. Appoggiai la cappella tra e labbra della sua fica, spinsi ed entrai senza difficoltà. Il mio cazzo entrò tutto finché il mio pube non toccò le sue chiappe, lei esclamò un “Oohh” di sorpresa, offrendo ancora di più la sua fica inarcando la schiena. Lentamente cominciai a scopare la sua fica ancora piena della mia sborra di prima. Il movimento la faceva colare lungo le cosce fino a fermarsi lungo il bordo delle calze. Mentre la pompavo vedevo la sua fica sbrodolare il mio sperma e pensavo a chi l’aveva inondata e riempita di sborra prima di me. Vedere come zampillava la mia sborra dalle sue chiappe mi stimolava a spingerglielo ancora più in fondo. Questa volta la stavo scopando con ancor più vigore, insensibile ai suoi mugolii e gridolini, in questa posizione la potevo penetrare più profondamente, ogni tanto qualche colpo un po’ più forte la faceva gridare da male, un piccolo delizioso male. Mi eccitavo a sentirla urlare di dolore, era il mo modo di ringraziarla ed ero anche vagamente felice di darle un po’ di sofferenza. Di fronte a noi c’era un armadio con delle grandi ante a specchi, tanto da poterci vedere mentre stavamo scopando. Lo spettacolo era delizioso, potevo vedere il culo di mia suocera mentre la scopavo e allo stesso tempo la tensione sul suo volto quando, spingendo più a fondo e, toccando l’utero, le facevo male. Stringeva le labbra e chiudeva gli occhi ad ogni colpo che le assestavo. Le persiane della camera erano aperte, attraverso le tende potevo vedere le luci della clinica, le camere delle pazienti ed anche la sala travaglio illuminata da luci al neon bluastre. Ero sorpreso dalla simmetria di quella situazione. In quel momento probabilmente c’era una donna che apriva le proprie gambe per consegnare al mondo una vita, e qui una che apriva le gambe per farsi mettere il seme. Essendo in menopausa, mia suocera non rischiava nulla, ma nella mia testa la situazione era quasi comica. Lei gemeva sempre più forte, dalla sua bocca usciva un lamento continuo, modulato dai colpi che le davo, segno che la cosa la gratificava. Lo spettacolo nello specchio mi faceva girare la testa dall’eccitazione. Io la pompavo sempre più forte e sempre più violentemente, il mio cazzo entrava ed usciva dalla sua fica pelosa, e per la terza volta nella serata il mio orgasmo fece vibrare il corpo di mia suocera, inondandola senza ritegno del mio sperma. La sborra colava giù per le sue cosce fino alle sue calze che si inumidivano del mio seme. Anche lei ebbe un orgasmo intenso, si irrigidì di colpo emettendo un grido animalesco cadenzato dalle sue contrazioni, quindi si rilassò e si sdraiò sul letto. Io rimasi fermo con il mio cazzo dentro di lei. Come prima rimanemmo l’uno dentro l’altra per diverso tempo senza dire niente. La sentivo affaticata per la lunga scopata che fin’ora si era concessa. A poco a poco il suo respiro divenne regolare. Lentamente uscii da lei, e mi sdraia al suo fianco. Lei dormiva stanca per la fatica e per l’alcool che aveva dovuto ingurgitare per avere il coraggio di offrirsi al suo genero. La guardai, Enrica non era più una ragazza ed in quel momento accusava la fatica. Il suo trucco non era più quello perfetto di qualche ora prima, il mio sperma le scendeva lungo le cosce fino alle calze. Dormiva profondamente ma con un’espressione che lasciava intravedere un senso di soddisfazione e compiacimento. Uscii silenziosamente e raggiunsi la mia camera, anche io avevo bisogno di riposo.
La mattina dopo un rumore proveniente dalla cucina mi risvegliò. Ci misi un po’ di tempo per emergere dal limbo in cui mi trovavo e ricordarmi quello che era successo a sera precedente. Mi alzai e mi diressi assonnato in cucina. Mia suocera aveva terminato di preparare la colazione, quando mi vide arrivare alzò gli occhi ed io potei di nuovo vedere quello sguardo freddo ed ironico carico di sdegno. Ebbi un impeto di rabbia che riuscii a controllare con difficoltà, ora mi dava fastidio quel piccolo disprezzo nei mie confronti, mentre nella notte mi aveva cercato e mi si era donata completamente. La salutai e mi avvicinai per baciarla, mano mi offrì le sue labbra, la bacia sulla guancia. Seduti l’uno di fronte all’altra facemmo colazione senza dire una parola. Lei aveva lo stesso e solito atteggiamento, niente faceva pensare quello che era successo nella sua camera poche ore prima. Mi stava cucinando a fuoco lento. A poco a poco cominciavo a connettere e pensare, allora mi misi in guarda come un pugile che aspetta il suo avversario. Quando ebbi finito di bere il caffè lei prese a parola. “Ti è piaciuto il nostro incontro di ieri?” “Si.” Risposi articolando con fatica a risposta. “Anche a me. Mi piacerebbe rifarlo se ti va. Ovviamente non voglio violentarti tutte le sere.” “Si mi piacerebbe ma..” “Si lo so, Mara uscirà dalla clinica tra qualche giorno, ed è per questo che vorrei approfittarne finche siamo soli, dopo vedremo, ma credimi, questo deve e dovrà rimanere tra noi due.” Dal momento che avevo detto si, la frittata era fatta, non potevo che essere accondiscendente. “Bene, ora vai da Mara in clinica, io ho delle commissioni da fare, ci vediamo stasera.” Allora mi alzai per andare in bagno per farmi la doccia quando lei mi chiese: “Francesco, come vuoi che mi vesta oggi?” Non capii, lei vedendo la mia sorpresa continuò. “Si cosa preferisci che indossi sotto, slip, tanga, reggiseno, reggicalze, dimmi tu” Allora mi venne da dirgli: “Niente, non metterti niente, non ti servono, solo una guepiere.” Un po’ stupito dalla mia audacia, lasciai la cucina per andare in bagno, penso però che mia suocera lo fosse più di me. Restai tutto il giorno con Mara, il tempo non passava mai. Guardavo mia moglie e nel suo viso rivedevo i tratti di sua madre, la donna che avevo scopato a sera prima. Fisicamente Mara era completamente diversa dalla madre, aveva delle forme che la maternità le aveva accentuato, le sue tette debordavano dal reggiseno, se sua madre poteva fare a meno di questo capo intimo, per Mara era impensabile, la maternità le aveva aumentato il seno già generoso di suo. Ora i suoi seni erano pieni di latte, lo si capiva anche dagli aloni asciati dai suoi capezzoli. Nei nostri momenti di intimità avevo voluto provare a succhiarglieli per un mio recondito piacere, ma Mara non ha voluto, primo per la paura che entrasse qualcuno, poi perche la cosa la eccitava molto. Tuttavia capendo la mia situazione accettò di farmi un pompino veloce nel bagno annesso alla camera. Mentre mi succhiava i cazzo non potei fare a meno di fare un parallelo con la mamma. Mara aveva ancora qualche lezione da prendere. Di volta in volta i suoi denti mi toccano il cazzo, sua madre mi aveva pompato con più destrezza. Nonostante tutto sborrai ancora abbondantemente, soffocando mia moglie in un diluvio di sperma. Lei lo inghiottì con un po’ di difficoltà, un rivolo di sperma le scese dal lato della bocca, lei lo asciugò con la sua salvietta della toelette. “Non male il gusto, ottimo come merenda.” Mi disse mia moglie sorridendo, infatti eravamo a metà pomeriggio. Quando tornai a casa, il tempo cominciava imbrunire. Mia suocera mi aprì la porta, mi fece entrare e subito iniziò le sue avances molto focose. Io l’abbracciai e posi le mani su quello che aveva di più carnoso, il suo culo. Mi accorsi con mia grande sorpresa che non portava le mutandine, mi aveva ubbidito! Incoraggiato da questo primo successo le palpai le tette e mi accorsi che anche li non portava il reggiseno. “Ho fatto fatica oggi a non indossarli, mi sembrava di essere nuda e che tutti mi stessero guardando.” Mi disse mia suocera. Io sorrisi guardando il suo seno appena accennato. “E’ solo una questione di abitudine, nessuno se ne sarà accorto.” “Si, ma io lo sapevo.” Mi rispose lei seccamente. “Questione di abitudine, vedrai che tra un po’ anche tu non ci farai più caso.” “Bene, ma ora chi mi costringerà ad stare senza mutandine e reggiseno?” “Io! Ora voglio sapere cosa provi girando per la città senza intimo.” Lei mi guardò con un’aria come se fossi atterrato da Marte, e cercando di riprendere questa aria di superiorità che solitamente era la sua mi disse. “Ma io sono una donna, e per giunta molto conosciuta in questa città, cosa dirà a gente?” “Niente, non lo sapranno e non diranno niente, soltanto io e te saremo al corrente di questo piccolo dettaglio.” Nel parlare di queste cose, io l’avevo spinta nella sala da pranzo, mentre era appoggiata al tavolo le alzai la gonna, mi slacciai i jeans e liberai dagli slip il mio cazzo già duro. Senza dire una parola, aprì le cosce e guido i mio uccello verso l’apertura della sua fica. Con un colpo di reni ben assestato mi ritrovai dentro a lei senza nessun sforzo e nessuna resistenza. La stavo scopando sul tavolo, quel tavolo che era stato testimone di noiosi pranzi di famiglia, e mentre la pompavo non potevo evitare di vedermi attorno al tavolo con le mie cognate, i loro mariti e i loro figli, mia moglie e mia suocera che presiedeva il pranzo della domenica dove tutta la famiglia era riunita. La distesi sul tavolo, io ero in piedi, le gambe sue alzate ed appoggiate sulle mie spalle, la tirai il culo verso di me per poterla penetrare più a fondo. Come la sera prima, quando la scopavo profondamente toccandogli il fondo della fica con i mio cazzo, sentivo delle piccole urla di dolore ma nel complesso sentiva che apprezzava il mio lavoro. Eccitato dalla situazione e dalla sua disponibilità sborrai subito, riempiendo il suo ventre del mio seme bollente. Versata l’ultima goccia lo tolsi subito, volevo darle il tempo di preparare la nostra cena. Mentre cucinava mi diceva che sentiva il mio sperma colare tra le cosce, ma io le proibii di pulirsi. Di tanto in tanto durante la cena, quando mi si avvicinava, facevo scivolare le mie dita tra le sue cosce per rendermi conto di quanto fosse bagnata. La sentivo un po’ imbarazzata, ma nonostante le sue accennate proteste, continuai. Mi resi conto che la sua aria severa ed altezzosa non era che di facciata, e di come lei fosse fondamentalmente docile. Mi ripromisi di approfittarne il più possibile, ora che conoscevo i suoi punti deboli. Passammo la prima parte della serata a scopare sul suo letto di raso rosso, la prima volta la scopai nella classica posizione del missionario, poi mi montò sopra cavalcandomi, mi piaceva vedere le espressioni del suo viso quando progressivamente arrivava all’orgasmo con i mio cazzo dentro al suo ventre. Ogni volta riempivo la sua fica del mio sperma sentendo i suoi gridolini di piacere che accompagnavano le mie contrazioni durante l’orgasmo. Era ormai passata la mezzanotte quando me ne tornai nella mia camera, un russare sommesso era il segnale che mia suocera stava dormendo, ma prima restai per diverso tempo a guardarla nei suoi dettagli più intimi. Il suo seno piatto nonostante tutto mi piaceva, solitamente non amo le donne piatte, ma quei due capezzoli che sorgevano dal nulla in mezzo alle areole attiravano il mio sguardo. La sua fica era come due mezze albicocche ben formate e ben gonfie. I peli erano ben curati, e le sue labbra correvano dal pube fino all’entrata del buchino de culetto. Questo era rosa, piccolo con delle rughe che si irradiavano fino all’esterno come un bersaglio in miniatura che mi promisi di scopare ben presto. Questo pensiero mi fece eccitare di nuovo, il cazzo mi ritornò duro, tanto che mi misi a segarmi sopra di lei mentre dormiva. Non ci volle molto per godere un’altra volta, le seghe erano la mia specialità. Le sborrai sul culo, il mio liquido scorreva tra le sue chiappe fino al suo ano, come se volesse portargli questa nuova notizia. Mi sveglia dopo le dieci del giorno seguente, queste scopate a ripetizione mi avevano un po’ spossato. Ancora con gli occhi impastati del mattino, uscii dalla mia camera e mi trovai faccia a faccia con mia suocera mentre usciva dal bagno. Mormorai un “ciao” incerto ancora abbagliato dalla luce del giorno. Lei invece era tutta agghindata, profumata, truccata pronta per uscire a fare le sue commissioni. Io ero ancora addormentato, tutto spettinato, pigiama sgualcito e cazzo in tiro, come spesso succede alla mattina, difficile da nascondere. Mia suocera se ne rese conto subito, mi abbassò il pigiama, prese i mio cazzo tra le mani, me lo scappellò, si mise in ginocchio e senza dire altro cominciò a spompinarmelo. La lascia fare, ero troppo addormentato per reagire, allora abbandonai il mio cazzo a questa bocca accogliente che certo non si faceva pregare per succhiarlo. L’erezione del mattino è molto intensa ma anche molto breve, io comunque non impiegai molto a sborrare nella bocca tutta truccata di mia suocera. Ricevette il mio sperma con molta maestria, non potei che ammirare il virtuosismo di ingoiarlo fino alla fine senza farne uscire una goccia dalle sue labbra. Alcuni colpi di glottide ed il mio seme era sparito nel suo stomaco. Si alzò e nulla poteva lasciar trasparire quello che era appena accaduto, il suo trucco era ancora impeccabile. Questa situazione mi risvegliò, e le chiesi se aveva indossato le mutandine. “Naturalmente no, visto che questo è il tuo desiderio, e nemmeno il reggiseno.” Per conferma passai una mano sul suo petto rigorosamente piatto, sotto la camicia di seta sentivo i suoi capezzoli, uniche sporgenze del suo petto. Glieli titillai con la punta delle dita, mia suocera iniziò a gemere. “No Francesco, non ora, ho delle commissioni da fare, devo andare.” Io non l’ascoltai, continua ad accarezzarla ancora nonostante le sue proteste, facendo uscire dalla sua gola gemiti di piacere e di protesta allo stesso tempo. Quando ho valutato fosse abbastanza eccitata, la lascia libera di andare, rossa per l’eccitazione scappò via letteralmente, probabilmente la sua fica era tutta bagnata. La giornata passò normalmente, io ero ansioso che Mara uscisse dalla clinica e che noi riprendessimo la nostra vita normale. Le serate con mia suocera erano sicuramente molto divertenti, ma il suo corpo non mi ispirava molto soprattutto il suo petto piatto. Io che amavo le donne formose, ero frustrato dal petto di adolescente di mia suocera. Preferivo alla lunga il seno ben gonfio della figlia. Di giorno non vedevo l’ora di andare in clinica a trovarla, lì non potevo fare a meno di infilare le mani sotto la sua camicia da notte per sentire il suo seno caldo e morbido. Come il giorno prima facemmo le nostre cose in bagno al sicuro da visitatori indesiderati. Almeno così credevamo, subito dopo aver goduto nella bocca di mia moglie, la porta della camera si aprì e apparve mia suocera. Noi uscimmo dal bagno un po’ in imbarazzo sotto il suo sguardo stupefatto. Lei non disse niente, ma, donna di mondo, capì tutto. Alla sera, a casa, appena chiusa la porta, quando incrociai il suo sguardo, con un sorriso ironico che increspava appena i lati delle sue labbra mi disse. “Allora Francesco, hai avuto quello che volevi? Mara ti ha svuotato i coglioni.?” Atterrito da questo linguaggio crudo rimasi pietrificato, a bocca aperta senza neanche riuscire a dire una parola. “Non fare quella faccia Francesco, anche io conosco il significato delle parole, e non è perché io sono tua suocera non sono capace di dirti cazzo o coglioni.” Riuscii a far uscire solamente poche parole di protesta. “Io con mia moglie faccio quello che voglio.” Le risposi timidamente. “E con tua suocera cosa stai facendo?” Mi rispose abbracciandomi il collo. “Mi sono bagnata tutto il giorno per te con i mio culo per aria, sentivo il vento passare tra le mie chiappe ed ogni volta pensavo a cosa mi avresti potuto fare. Mi vergognavo ad uscire senza reggiseno, lo so, non ha molto senso, ma sono una donna ed il reggiseno è un capo importante per noi donne, e senza indossarlo mi sento nuda, non l’ho indossato semplicemente perché tu mi hai detto di non metterlo. Francesco non ho smesso di pensarti per tutto il giorno per poi trovarti in clinica mentre ti fai fare un pompino da quella zoccola di mia figlia.” Io la guardavo incredulo, queste parole erano per me un sogno, qualcosa di irreale. Come poteva mia suocera usare un linguaggio del genere, anche nei confronti della figlia? “Guarda metti la mano tra le mie cosce, controlla come sono umida, dammi la mano e ti faccio sentire come mi sono bagnata per te. Per il tuo cazzo!” Allora lei prese il polso e guido la mia mano tra le sue cosce, sotto la gonna. Sentii i suoi peli pubici, quindi strofinò le mie dita tra le labbra della sua fica per mostrarmi quanto era bagnata. Quando sentii la sensazione di caldo e umido della sua fica, cominciai a frugare e palpare furiosamente tra le sue cosce, che lei mi offriva aprendo le gambe. “Allora, ti va bene? Senti come è calda e bagnata? Si dai, metti la mano nella mia fica, bastardo, dai, mettila, prendi quello che vuoi, masturbala, mettici le dita, mettici i cazzo, mettici tutto ciò che vuoi, usala, porco, si, dai fallo.” Io guardavo affascinato i suo volto sconvolto da questo delirio, la sua testa che stava scuotendo da una parte all’altra era reclinata all’indietro e la sua schiena inarcata in modo da offrire il suo sesso alle mie ruvide carezze. Allora la portai in cucina, le ordinai di piegarsi in avanti appoggiandosi al tavolo, le alzai la gonna fino ai fianchi, e mi slaccia subito i pantaloni. I mio cazzo era giù duro, e senza attendere lo guidai verso la linea scura che segnavano le labbra della sua fica, con le dita aprii la sua fessura e senza difficoltà la mia cappella fu inghiottita dalla sua fica calda e gocciolante. Con colpo di reni infilai tutto il cazzo nel profondo del suo ventre, ed ho cominciato a scoparla come un cane scopa la sua cagna, solo per il dovere di scoparla, volevo mostrarle chi era il maschio e che ognuno deva stare al suo posto. Non volevo godere, ero freddo, pensavo solo al lavoro che stavo facendo, scopare questa fica offertami in modo spudorato. Spingevo il cazzo più in fondo che potevo, lei gridò, spinsi più forte, sapevo di fargli male ma godevo nel farla soffrire. Lei continuava a gridare di dolore, il mio cazzo toccava il fondo della sua fica, più gridava e più mi eccitavo, il mio cazzo sempre più duro la martellava, mia suocera urlava, mi pregava di smettere mentre io la tenevo stretta per i fianchi. Si dibatteva, voleva liberarsi, io mi sdraia su di lei in modo che non potesse muoversi, la stavo scopando a fondo e procuravo più dolore che piacere. Volevo farle male, volevo che si ricordasse questa sera per tutta la sua vita, il dolore che le stavo procurando. Le sue grida ed i suoi gemiti si trasformarono in pianto, i singhiozzi si mischiarono alle suppliche, la sentivo vicina alla rottura ma volevo proseguire, andare più in là possibile, volevo che si ricordasse del mio cazzo e del male che ha procurato alla sua fica. “Fermati! Ti supplico, non ce la faccio più! Per favore, fermati!” Ad ogni sua supplica, il mio cazzo la scopava il suo ventre sempre più a fondo , aumentando il suo dolore. Quando ormai fu solo pianti e singhiozzi, distesa ansimante sul tavolo della cucina, senza forze e senza reagire, misi fine temporaneamente al suo supplizio. Estrassi il cazzo sempre più duro dalla sua fica comunque gocciolante, e lo indirizzai verso il fiore rosa dello sfintere, glielo appoggiai e con colpo di reni violai il buco de culo di mia suocera. Curiosamente fece poca resistenza ed il un attimo il mio cazzo fu inghiottito da quel canale buio e stretto. Mentre la inculavo ero eccitato dal vedere il mio pisello entrare ed uscire da quelle chiappe ancora sode e rotonde. Gemette ancora per il mio nuovo attacco alla sua intimità, il mio cazzone stava violando senza nessun problema quel buco riservato a pochi. Nella mia mente vedevo immagini di sopraffazione che solitamente non erano nelle mie corde, il protettore che si scopa una delle sue puttane. Io ero il protettore e mia suocera la mia puttana, era quasi un mio dovere scoparla per farle capire che io ero il padrone. Lei mi aveva troppo umiliato con le sue arie di superiorità, suoi sorrisini ironici e la sua sicumera, ora stavo prendendo la mia rivincita. Per farle conoscere cos’è l’umiliazione, io spingevo il mio cazzo più a fondo possibile nella sua carne, il suo ventre gorgogliava ad ogni mia spinta. Dal suo culo aperto, mentre la impalavo selvaggiamente, le usci anche una rumorosa scoreggia che la fece vergognare ulteriormente. Come uno spazzacamino stavo pulendo il suo condotto, estraevo completamente il mio cazzo dal suo culo per poi spingerlo dentro ancora sempre più a fondo, facendole uscire dal buco del culo quei gas che la facevano vergognare. Mi stavo divertendo, quando estraevo il mio cazzo uscivano i gas che provocavano dei peti rumorosissimi. Quando il culo era in silenzio, ripiombavo con il cazzo nelle sue viscere maltrattate scavando sempre più il ventre di mia suocera. La povera donna ormai non era più in grado di controllare il suo corpo, non aveva più il controllo del suo orifizio, ormai impotente lasciava che le uscissero gas e fluidi vari. Il gioco durò circa mezzora, lei gemeva sotto di me. Ormai sconfitta nel suo orgoglio, si lasciò andare tanto che dovetti sorreggerla. Finalmente mi venne voglia di scaricare tutta la mia voglia e rabbia, allora mi chinai su di lei, ancora abbandonata sul tavolo, ed in un orecchio le sussurrai: “Dove vuoi che ti riversi il mio sperma? Nel culo o nella fica? O forse in bocca?” Lei scosse la testa a destra e sinistra prima di rispondere con un sussurro. “Non ce la faccio più, sborra dove vuoi ma fai in fretta, oggi mi hai uccisa.” Queste parole erano il segno della sua resa e del mio trionfo, continuai a scoparla per qualche minuto, il tempo di riflettere poi levai il mio cazzo dal suo culo e le ordinai: “Adesso girati!” Lentamente lei si alzò e si mise a sedere di fronte a me, rimasi impressionato dal suo viso devastato e pallido come un cencio. “Sdraiati sulla schiena!” Io stesso dovetti aiutarla a sdraiarsi mentre le sue gambe erano a penzoloni nel vuoto, inerti. Presi e sue gambe e me le misi sulle spalle quindi le infilai nuovamente il cazzo nella fica. Lei emise un grido di dolore quando senti il mio cazzo arrivare all’utero, il dolore che aveva dimenticato la stava ancora tormentando. La sua vagina si contraeva attorno a mio cazzo quando toccavo il fondo. Io provavo piacere nel vederla contorcersi da dolore sotto di me, incapace di scappare stretta tra le mie braccia. Un suo lungo urlo acuto accompagnò il mio orgasmo ormai trattenuto per troppo tempo. Sentivo la sua vagina pulsare attorno al mio sesso mentre scaricavo tutto il mio sperma nel suo ventre. Lentamente allentai la presa, mia suocera non si muoveva, respirava appena. Estrassi il mio cazzo che era ancora duro senza una reazione da parte sua. Lei giaceva sul tavolo a braccia aperte e le gambe a penzoloni giù dallo stesso. Lo sperma, che colava dalle labbra della sua fica, cominciava a fare una pozza sul tavolo. La guardavo, anche io ero esausto a causa dello stress e della tensione nervosa, mai avrei pensato di arrivare a questo punto con una donna. Mi sentivo uno straccio, la presi tra le mie braccia e la portai a letto, non so nemmeno io dove trovai e forze. Mia suocera piangeva e gemeva dal dolore e dalla fatica, crollò nel suo letto senza chiedere altro. La guardai di uovo e chiusi la porta. Il mattino seguente mia moglie mi chiamò e mi disse che la dimissione era imminente, fui molto contento, non ci fu nessuna sessione di “pompino nella toelette” quel giorno in clinica, ero troppo stanco. Mia suocera si svegliò verso mezzogiorno lamentando dolori al ventre e all’ano. Se il dolore all’ano passò in breve tempo, il dolore al ventre persisteva tanto che decise di farsi vedere dal suo ginecologo. Camminava a cosce strette tenendosi il ventre. L’accompagnai io dal medico, era il minimo che potevo fare, e mentre il medico la visitava, nel silenzio della sala d’attesa origliando, sentii il medico che la rimproverava. Le diceva che non era ragionevole alla sua età avere dei rapporti così violenti, il suo utero era infiammato, rosso e indolenzito e che necessitava di astinenza sessuale completa per alcune settimane. Sentii anche la perplessità del medico nel vedere una donna della sua età con sintomi de genere. Le chiese se fosse stata vittima di una violenza, lei rispose negativamente, le sue perplessità aumentavano. “Ma mia cara signora, in ogni caso voi non avete potuto fare tutto questo da sola!” Mia suocera borbottò qualcosa che non riuscii a capire e la conversazione finì li. Uscendo il medico le consigliò di essere prudente, lei sorrise angelicamente. Dopo quella sera mia suocera cambiò il suo atteggiamento nei miei confronti, la sua arroganza si è trasformata in sottomissione e, quando viene a farci visita, quasi abbassa gli occhi quando la guardo. Siccome è una persona intelligente, sa anche che non deve interferire nella nostra vita se, ogni tanto, vuole ancora una razione di “cazzo”, questa volta in versione soft, per non allarmare il ginecologo.
scritto il
2016-10-12
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