Scambista con mio figlio
di
Marco Sala
genere
incesti
Ciao, mi presento, sono Paola e sono originaria di una piccola cittadina veneta ma, per lavoro, ormai vivo quasi permanentemente a Trieste. A casa ci torno ormai raramente, il fine settimana mi piace passarlo a Rovigno, in Croazia dove, quando ancora non era molto frequentata, mi sono comprata una casettina a buon prezzo ed è proprio lì che tutto è successo per la prima volta. Sono una mamma sigle, ho 48 anni e devo dire molto ben portati, ho due figli, Marco di 22 ani che frequenta il Politecnico di Milano e Gabriella di 19 al primo anno di Scienze Politiche qui a Trieste. Entrambi sono il frutto, estremamente piacevole, di una tormentata relazione finita dopo un paio d’anni dalla nascita di Gabriella. Ovviamente la mia vita sentimentale ha avuto un suo percorso alternativo, diverse relazioni più e meno importanti tra cui anche due convivenze, ma loro, i miei figli, sono sempre rimasti con me. Un’altra mia fortuna è stata che non ho mai dovuto dipendere economicamente da nessuno, ho un’azienda di import-export che, nonostante la crisi, non ha subito ripercussioni commerciali ma che, purtroppo, non mi ha permessa di stare vicina hai miei figli come volevo. Di loro, durante la settimana, si occupavano i nonni, io li vedevo la sera, a volte, specialmente quando erano più piccoli, tornavo che loro già dormivano. Forse proprio perché mi sentivo in debito nei loro confronti il fine settimana era tutto per loro e magari, viziandoli un po’, cercavo di assecondare ogni loro desiderio. Questa ha permesso di creare tra di noi un legame che va oltre il classico rapporto genitoriale, diciamo quasi un rapporto di amicizia complice. Se poi si aggiunge che li ho sempre cresciuti con una mentalità molto aperta, soprattutto su cose relative al sesso, si può capire come, in casa nostra, non ci sono mai stati tabù, sia nel vederci nudi sia nel parlare di sesso, magari anche di questioni personali. Ricordo ancora le serate passate a parlare delle loro prime esperienze adolescenziali ed i consigli, anche pratici, che spesso mi chiedevano. Io, da parte mia, ho cercato di insegnare loro che nel sesso, se condiviso, non c’è niente proibito o di peccaminoso, e di non soffocare le loro inclinazioni sessuali solo perché “non conformi” al comune senso del pudore. A loro non ho mai nascosto la mia bisessualità ne il fatto che a Rovigno, da anni, frequento le spiagge nudiste tanto che, una volta cresciuti, hanno voluto venirci anche loro. Le prime volte fu molto divertente, ci capitava spesso di vedere coppie in situazioni molto “hot” tanto per usare un eufemismo, io e mia figlia non potevamo guardarci in faccia perché altrimenti saremmo morte dalle risa per il fatto che tali visioni obbligavano mio figlio a continui bagni in mare atti a mascherare l’eccitazione che non poteva mascherare nudo sulla spiaggia, che poi, se devo essere sincera, tutto depilato e in erezione il pisello di mio figlio era proprio un bel vedere, una delle cose positive che ha ereditato dal padre. Fatta questa debita premessa vi voglio ora raccontare come è iniziata la storia incestuosa con mio figlio. Tutto è iniziato lo scorso luglio quando Gabriella era a Londra per una vacanza studio di un mese. Marco era a Rovigno con la sua fidanzatina, una bella ragazzina con la quale andavo anche molto d’accordo, io li raggiungevo il fine settimana libera dagli impegni di lavoro. Con la mia presenza non volevo assolutamente condizionarli, io mi facevo gli affari miei e loro, i loro, ci vedevamo per cena quando capitava di cenare insieme. Una sera, al rientro da una cena con amici, mi capitò di trovarli mentre facevano sesso in camera loro con la porta aperta in quanto, siccome a Marco da fastidio l’aria condizionata, voleva creare un po’ di corrente d’aria. Dopo un primo attimo di imbarazzo, cercai di fare l’indifferente e mi ritirai subito in camera mia ma poi, attratta dai loro gemiti di piacere, non resistetti alla curiosità e, nascosta dall’oscurità dell’anticamera notte, andai a spiarli. Lo spettacolo era estremamente eccitante, i due corpi sudati risplendevano sotto la luce soffusa dell’abat-jour, le loro sagome sembravano un gioco di ombre cinesi, ma la cosa più eccitante fu quando lei prese in bocca il cazzo turgido di mio figlio, mostrandomelo in tutto il suo turgore. Ritornai silenziosamente in camera e mi masturbai spaventosamente al pensiero di ciò che avevo appena ammirato. La mattina dopo, lunedì, di buon ora tutti e tre partimmo per Trieste in quanto la ragazza di mio figlio doveva tornare per via di un impegno familiare. Già mi pregustavo il week end seguente quando finalmente sola, visto che sicuramente mio figlio avrebbe voluto rimanere con lei, avrei potuto organizzare qualche seratina piccante con qualche amico o qualche amica senza la paura e l’imbarazzo di farmi beccare da loro. Il giovedì sera, mentre preparavo la borsa per il giorno dopo, mio figlio mi dice: “Mamma, siccome la mia ragazza è via per il week end, che ne dici se vengo con te? È un po’ di tempo che non rimaniamo proprio soli io e te.” Gli risposi che sarebbe stata un’ottima idea, tanto sapevo che, come al solito, che sarebbe sparito con i suoi amici e comunque ed io avrei potuto fare lo stesso quello che mi ero proposta. Il giorno dopo Marco mi raggiunse in ditta e appena chiusi i cancelli partimmo. Il programma era pit stop veloce a casa poi cena in bel ristorantino di Rovigno tutta a base di pesce, ovviamente innaffiata da dell’ottimo vino bianco fresco. Forse fu l’euforia della serata con mio figlio o forse fu il vinello leggero molto buono, bevvi qualche bicchiere in più tanto da sentirmi felice e leggera. All’uscita dal ristorante Marco mi propose di andare a bere qualcosa in un locale dove suonavano della musica da vivo, acconsentii. Il locale era carino, c’erano molte coppie un po’ di tutte le età. Tra un drink e l’altro i divertiamo a fare commenti sulle coppie presenti, tipo la coppia più carina oppure l’uomo più affascinante o la donna con il look più sexy, sembravamo due amici, non madre e figlio. Dopo l’ennesimo mojito l’atmosfera divenne più euforica ed i commenti cominciarono anche ad essere di genere sessuale, cosa che non mi intimorì, anzi forse mi divertì ancora di più. Marco mi chiese con chi mi sarebbe piacerebbe fare sesso tra persone presenti. Io gli indicai una coppia, allora lui mi chiese se, nelle mie storie, non mi era mai capitato di fare il cosiddetto scambio di coppia. La mia risposta, ovviamente sincera, fu che si, mi era capitato più di una volta e che la cosa mi era piaciuta e mi aveva soddisfatta. Da quel momento i suoi discorsi, per tutta la sera, continuano su questo argomento, mi accorsi che stranamente non ero turbata, anzi provavo una leggera eccitazione nel raccontargli dei miei incontri. La stanchezza della giornata di lavoro ed il tasso alcolico si facevano sentire così decidemmo ti tornare a casa. Il ristorante non era lontano da casa, ci eravamo venuti a piedi, ci incamminammo sulla strada del ritorno abbracciati come due fidanzati, cosa che facevamo spesso quando eravamo soli noi due. Durante il tragitto non smetteva di farmi domande sull’argomento di prima, ed io senza problemi rispondevo con piacere, solo che la sua mano poco alla volta cominciò a scendere verso il mio fondoschiena facendomi venire dei brividi inaspettati. Appena arrivati a casa raggiunsi subito la mia camera e mi spoglia e mi misi subito a letto. Marco invece continuò a girovagare per la casa e mentre faceva le cose più disparate continuava il discorso della serata, diventato per lui ormai un’ossessione. Io dalla camera cercavo di rispondere alle sue domande che diventavano sempre più specifiche e pressanti. Ormai la sua non era più curiosità, ormai era eccitazione, infatti più di una volta lo vidi nella penombra della cucina con il cazzo in tiro. Quella visione, unita al ricordo della settimana prima dove la sua ragazza lo stava spompinando fece crescere anche in me la voglia tanto che subito mi ritrovai con le dita a massaggiare il mio clitoride. La mattina seguente, svaniti i fumi dell’alcol e placati gli ardori ci ritrovammo a far colazione seminudi, solo con le T-shirt, così come avevamo dormito, a fare colazione. Non sapendo che programmi avesse gli chiesi cosa avrebbe voluto fare per la giornata. “Vorrei venire in spiaggia con te.” Fu la sua risposta. Preparata la borsa con i teli e le solite cose partiamo per la spiaggia. Come tutti abbiamo il nostro posto preferito, una zona con un grande scoglio rialzato, ottimo per prendere il sole nudi ma, una volta giuntovi, lo trovammo occupato da un’altra coppia. Per educazione chiedemmo se potevamo metterci vicino a loro. Loro acconsentirono, di spazio ce n’era per tutti. Erano stranieri, olandesi, sui 35/40 anni, lui Peter e lei Kim, quattro parole in inglese per la presentazione senza specificare il nostro rapporto familiare, poi mio figlio mi abbandonò per andare a farsi una nuotata, subito seguito da Peter. Io e Kim rimanemmo a chiacchierare, subito si istaurò un piacevole feeling. La mattina passò velocemente tra gli alti e bassi del pisello di mio figlio, beata gioventù. Per pranzo decidemmo tutti di rimanere in spiaggia, in un chiosco li nei dintorni acquistammo panini, birra e macedonia e continuammo la giornata con i nuovi amici. Dopo pranzo mi venne il classico abbiocco, chiusi gli occhi e feci una breve pennichella, forse qualche decina di minuti. Al mio risveglio aprii gli occhi e vidi Kim intenta a fare una meravigliosa pompa a mio figlio ed al suo compagno. Quello sciagurato di Marco mi strizzò l’occhio e mi disse: “Stai al gioco, mi hanno chiesto se siamo un coppia scambista, se vuoi stasera ci scappa una seratina piccante.” Accidenti, una seratina piccante era quello che mi ero promessa di organizzare, ma non con mio figlio. Lui vedendo la mia indecisione aggiunse: “Dai buttati, falle vedere quanto anche tu sei brava.” L’eccitazione e l’esortazione di mio figlio mi tolsero tutti i freni inibitori, mi avvicinai Peter e continuai il lavoro iniziato dalla sua compagna, mentre lei si dedicava completamente al cazzo di mio figlio. Il pisello dell’olandese aveva il sapore della birra bevuta copiosamente da Kim e, pur non essendo dotato come mio figlio, era di una misura accettabile. Non so cosa passasse per la testa a mio figlio in quel momento, ma vedendomi che spompinavo un uomo lo eccitò a tal punto che immediatamente esplose nella bocca della bionda olandese, lo schizzo fu tanto prepotente che causò dei conati di vomito alla nuova amica di giochi. Subito anche il pisello tra le mie mani mi diede soddisfazione e un fiotto caldo e salato inondo la mia bocca. La sborra mi uscì dalle labbra e colò sul cazzo di Peter, Kim mi si avvicinò e mi aiutò a ripulirlo e, mentre lo facevamo, le nostre lingue si incrociarono più volte portandoci quasi naturalmente a limonarci con passione scambiandoci reciprocamente i sapori dei nostri partner e denotando la bisessualità della donna. Ci guardammo in faccia tutti e quatto, capii subito che qualcosa era cambiato nei rapporti con mio figlio, ma ancora non riuscivo a capire fino a che punto. Decidemmo di entrare tutti in acqua per darci una ripulita continuando in qualche modo il gioco iniziato sullo scoglio. Una volta in acqua, Kim mi si avvicinò e cominciò a leccarmi e succhiarmi i capezzoli mentre lei si masturbava, altre mani invece frugavano delicatamente il sesso. La ragazza ci sapeva fare con la lingua, i miei capezzoli erano diventati turgidi e duri come due noccioline, e la dita che mi frugavano sapevano molto bene dove andare a toccare. Non ci volle molto affinché anche io arrivassi all’orgasmo. La mia grande sorpresa fu poi nello scoprire che le mani che mi avevano fatto godere non erano quelle di Peter come pensavo, ma quelle di mio figlio. Lo guardai negli occhi ed ebbi un attimo di smarrimento, era cambiato fino a questo punto il rapporto con mio figlio? Per tutta risposta lui mi prese il viso tra le mani e mi baciò sulle labbra. Non so cosa mi prese ma risposi a quel bacio aprendo la bocca e offrendogli la mia lingua per un bacio appassionato da veri amanti. Soddisfatti i nostri sensi ritornammo sullo scoglio per asciugarci al sole. Ormai era pomeriggio avanzato, la pelle cominciava a bruciare, decidemmo ti tornare loro in hotel e noi a casa con la promessa di rivederci per la serata. Mentre ci dirigemmo verso casa Marco era silenzioso, io cominciavo a pensare a ciò che era successo nel pomeriggio. Si, è vero, era stata tutta una iniziativa di Marco, ma io mi ero prestata al gioco. Rimorsi e dubbi mi assalirono, dopo tutto ero sempre sua madre. Con questo turbinio di pensieri nella testa arrivammo a casa. Lasciate le borse in cucina andai in camera per cambiarmi, Marco mi raggiunse e mi disse: “Mamma, ti desidero, voglio fare l’amore con te.” Senza attendere una mia risposta, mi abbracciò e, di nuovo, ci baciammo appassionatamente come due amanti. Ci spogliammo a vicenda, il suo cazzo era al massimo dell’erezione, la voglia di prenderglielo in bocca che ormai mi assaliva da settimane potevo finalmente soddisfarla. Iniziai a spompinarlo con una passione che mai avevo messo con un altro uomo, mentre lo facevo non potevo fare a meno di masturbarmi vigorosamente. Marco, disteso sul letto, inarcava la schiena accompagnando il mio va e vieni sul suo cazzo, fino a quando con un gemito quasi simile ad un rantolo, riverso tutto il suo nettare caldo nella mia bocca. Per la prima volta, ora, ero io a dare piacere a mio figlio, un mix di amore e soddisfazione crebbe in me, per la prima volta lo vedevo come un uomo, come un amante. Rimanemmo per qualche minuto abbracciati l’una sull’altro. Mentre me lo coccolavo gli accarezzavo le palle ed il cazzo che, in men che non si dica ritornò ad essere duro e turgido come se non avesse avuto il classico periodo refrattario. L’ennesima visione di quel membro in erezione mi fece rompere anche l’ultimo tabù. In un attimo gli fui a cavalcioni, iniziai a masturbarmi il clitoride con la cappella, la mia vagina già madida di umori divenne subito un lago. Me lo infilai e iniziai a cavalcarlo con foga. Sentivo la cappella del suo cazzone spingermi contro l’utero provocandomi un poco di dolore ma in quel momento il piacere di farlo con mio figlio era superiore a tutto. Le sue mani mi massaggiavano vigorosamente i seni, avevo i capezzoli turgidi e duri come nocciole, sentivo un’onda di piacere salirmi dal ventre fino a quando scoppiai nell’orgasmo più violento che io ricordi, le contrazioni della mia vagina strinsero il sesso di Marco in modo tale che lo sentii emettere dei grugniti di dolore, grugniti che subito furono sostituiti da gemiti di piacere accompagnati da un nuovo schizzo caldo nel mio ventre. Stanchi e sudati decidemmo di farci una doccia insieme. “Mamma sei stata grande, ti voglio bene.” Furono le prime parole di Marco. “Anche tu amore.” Fu la mia risposta. Il nostro rapporto era cambiato in un pomeriggio, ci eravamo incamminati su una strada dove entrambi sapevamo non avremmo più avuto la possibilità di tornare indietro. Subito il mio primo pensiero fu verso mia figlia, saremmo riusciti a tenergli nascosta la nostra relazione incestuosa? E cosa avrebbe pensato se avesse scoperto che mamma e fratello sono amanti? Una ridda di dubbi e pensieri affollarono la mia mente, ma in quel momento volevo solo godere del presente e del futuro prossimo, Peter e Kim ci stavano aspettando.
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