Cosa sono per te? Volume 4
di
valchiria96
genere
sentimentali
-”Allora ci sono novità?, non ci sentiamo da due giorni, non dirmi che hai passato tutto il tempo a chiappe all’aria!!”-
-”Giorgia dai non dire cazzate ti prego, questa cosa sta diventando sempre più seria e contorta. Ci sono delle novità si ma vorrei evitare di parlarne al telefono. Senti che ne dici se vieni da me? Le mie coinquiline non ci sono, sono tutte partite e abbiamo casa tutta per noi, facciamo serata dai”-
-”Si perché no! Va bene Sara, allora passo da te fra un paio d’ore, porto qualcosa per il pranzo. Tu però intanto vedi di ricomporti eh! Non farmi vedere cose strane”-
-”Sei proprio stronza eh! Ti amo lo stesso comunque e vedi di non fare tardi che ho un po’ di cose da raccontarti.”-
-”Bene allora cerco di sbrigarmi, a dopo, bacio”-
Merda devo muovermi. Ancora li con Pog, nuda accanto a lui. Sembra avere un’espressione beata, quasi soddisfatta, non posso certo biasimarlo. Figuriamoci, dopo un servizietto del genere sfido chiunque a non sentirsi allo stesso modo.
-”Ora però bello mio, vedi di riprenderti, abbiamo ospiti.”- Dico al mio cane con tono compiaciuto.
E’ proprio il caso di farsi una bella doccia ghiacciata. Lascio Pog ancora un po’ a poltrire sul letto mentre mi dirigo in bagno. Mi infilo sotto la doccia, mi sciolgo i capelli e apro l’acqua. Rimango pietrificata per qualche secondo, i capezzoli che quasi schizzano fuori. E’ proprio ciò che ci voleva, penso. Bene allora, piano di attacco per la giornata, finisco qui, poi dritta a rifare il letto, mi vesto e porto fuori Pog, una veloce riflessione sotto l’acqua gelida.
Dai in due ore ce la posso posso fare, la casa fa schifo ma è l’ultimo dei miei problemi adesso. Se ho tempo vedo di porre rimedio anche a questo.
Mi insapono velocemente, un rapido giro di shampoo e balsamo e via subito ad asciugarsi.
Cerco di darmi una mossa, due ore sono tante certo ma stranamente più tempo ho a disposizione più mi ritrovo in ritardo.
Corro subito in camera, il mio cane che reclama con affetto la sua passeggiatina mattutina.
-”Si Pog adesso andiamo, fammi vestire e dare una pulita. Intanto però guarda un po’ cosa ti do?”- Mi rivolgo a lui prendendo il sacco con le crocchette.
-”Vedi di non strafogarti come al tuo solito, cerca di gustartele una volta tanto”-
Cosa glielo dico a fare, tanto è solo fiato sprecato, io parlo parlo e parlo. Certe volte mi sento stupida ma mi fa anche sentire molto meno sola.
Mentre mi chino per riempire la sua ciotola, mi sento assalire da dietro, il peso sulla schiena e una goffa presa attorno al ventre mi paralizza. Protetta solo da quell’asciugamano, accuratamente stretto sopra al seno e che scende giù fino a al sedere, trovo il modo di sfuggire all’agguato.
-”Ma cosa combini Pog? Pensi veramente di potermi avere così senza neanche concedermi il lusso di godere di una cena galante prima?”- Mi sento stupida a pronunciare quelle parole. In un certo senso anche incredula ma non per il fatto di aver detto questo bensì per il tono e la tranquillità che ho usato. Mi sento quasi arrossire, come se quelle parole le avessi rivolte ad un qualsiasi ragazzo.
Il fatto che abbia provato a montarmi, non mi lascia per nulla impaurita, anzi, quasi ne sono soddisfatta, forse ciò che ho fatto per lui prima ha veramente portato i suoi frutti.
No, forse è anche fin troppo inverosimile, magari è solo un caso ma ciò non toglie che l’abbia fatto e il che vuol dire che se ne avesse ancora l’opportunità non se la lascerebbe scappare.
Finisco di riempire la ciotola di metallo, rimetto il sacco al suo posto, e prendo a rifare il letto. Bell’opera d’arte che abbiamo combinato tra ieri ed oggi. Sorrido compiaciuta.
Inizio a vestirmi, lascio cadere a terra l’asciugamano, finché Pog è sul cibo non rischio di certo mosse avventate. Scelgo con cura il mio intimo, un paio di slip celesti. Oggi niente reggiseno, mi dico.
Finisco di vestirmi con un paio di pantaloncini in cotone e una maglietta dei New York Dolls.
Appena pronti, usciamo di casa con tutta fretta, una rapida corsa giù per le scale e siamo già in strada. Sono appena le dieci, e già sembra di essere nel deserto. Neanche una nuvola ad offrire riparo da quel caldo straziante. Restiamo fuori giusto il tempo di sgranchirci le gambe, neanche Pog sembra sopportare troppo questo clima.
In venti minuti siamo di nuovo in casa, sempre calda ma almeno si può respirare.
Manca poco meno di un’ora prima che Giorgia arrivi.
Mentre sfrutto gli ultimi minuti a disposizione per sistemare casa, inizio a prepararmi psicologicamente all’infinito interrogatorio a cui verrò sottoposta a breve.
Non che serva a molto visto che io stessa ne sarò complice. Tutto sommato non mi dispiace neanche, infondo fino ad ora si è dimostrata aperta a tutto ciò che le ho raccontato. Certo, ora sono arrivata un po’ oltre ma già il fatto che pensi che abbia passato due giorni di fuoco mi fanno ben sperare che accetterà anche tutto il resto.
Con una buona mezz’ora di anticipo ecco che sento suonare al citofono. Fortuna che mi sono data una mossa.
Accolgo Giorgia con entusiasmo, sotto sotto non vedo l’ora di fornirle fino all’ultimo dettaglio.
-”Boia che caldo che fa fuori, stavo squagliandomi su quell’autobus, ma quanti gradi ci saranno, seimila?”-
-”Buongiorno anche a te Giorgia”- le dico salutandola con un bacio sulla guancia.
-”Non potevi venire tu da me che almeno ho il clima?”- Mi risponde con tono ironico, che ha tutta l’aria di essere una frecciatina.
-”Ma dai quanto ti lamenti, in casa si sta quasi bene.”-
-”Si lo sento per fortuna!, senti le cose che ho portato le sistemi tu? Io devo correre in bagno”-
-”Si certo vai pure”- Le rispondo mentre inizio già a organizzare i suoi acquisti.
Ma quanto vino ha comprato! Siamo solo in due, e io parto già con due bicchieri non parliamo poi con il rosso. Non la vinco mai. Lei cosa cosa mi riporta? Brunello di Montalcino, dei più economici di sicuro, figuriamoci se mi fa sbronzare con classe.
-”Ho preso giusto un po’ di sugo e pancetta”- Dice Giorgia uscendo dal bagno.
-”Ho visto si, fra un po’ iniziamo a cucinare, io ho una gran fame e non ho neanche fatto colazione”- Replico.
-”Senti Sara, vorrei cambiarmi, mi presti qualcosa di tuo giusto per stare in casa?”-
-”Certo prendi pure la prima cosa che trovi nell’armadio”-
Ci dirigiamo in camera, Pog ovviamente stravaccato sul letto, Giorgia sembra quasi imbarazzata alla vista del cane, ovviamente conoscendo quanto successo fin’ora e immaginando il resto come potrebbe non esserlo. Mi siedo alla scrivania e inizio a scegliere, dalla mia infinita collezione, uno smalto da mettere. Intanto Giorgia trova qualcosa da indaossare e inizia a spogliarsi. La guardo di sfuggita mentre lascia cadere a terra gli indumenti. Così attraente, un bocconcino dei più prelibati. Bramata da tutti e di certo non si risparmia ad attirare l’attenzione anche di qualche ragazza.
Non che mi lasci indifferente certo, chi non le darebbe un morso su quelle chiappe così rotonde e pronunciate. Irresistibili quanto il seno così sodo e perfettamente scolpito tanto da far risultare superfluo quel push-up che indossa.
-”Come mai quel perizoma?”- Le chiedo maliziosa.
-”Perché deve esserci un motivo preciso per indossarlo?”-
-”No certo che no. Cos’è vuoi provocarmi?”- Replico con altrettanta malizia
-”Anche se fosse, so bene che non avrei possibilità con te, visto che ultimamente hai ben altro per la testa”- Lo sguardo di Giorgia, che si sposta da me a Pog, accompagna quella risposta che mette il punto alla mia amichevole battuta.
La mia amica si tuffa comodamente sul mio letto, facendo sobbalzare chi prima lo occupava. Pog per tutta risposta, quasi indispettito da tale insolenza, salta di nuovo sul letto e si butta sulla pancia di lei.
-”L’hai voluto tu”- Le dico ridendo.
-”Basta che non gli vengano strane idee eh!”- una frecciatina che fa centro al primo colpo.
-”No, puoi stare tranquilla, vuole solo me ahah”- Inizio a mettere un po’ di carne al fuoco, tanto per rompere il ghiaccio e sondare il terreno della sua discrezione.
-”Allora Pog che cosa le combini alla tua padrona eh? Che me la ritrovo da un giorno all’altro dal “Oddio non mi scopa nessuno” al “Sai mi faccio il mio cane””- Quel tono quasi acido...
-”Sei proprio una stronza eh!”- Le lancio un’occhiataccia del tutto fasulla.
-”Dai allora dimmi, cosa avete combinato tu e questo lupacchiotto?”
-”Beh, ecco, insomma, è da qualche giorno che dormo nuda con lui, e poi...”-
-”Poi cosa?”- Mi chiede lei , mettendosi dritta sul letto, impaziente di sentire la mia risposta.
-”E poi niente, circa tre ore fa gli ho fatto un pompino Si proprio dove sei seduta ora tu!”- Meglio togliersi subito il pensiero con un velo di ironia piuttosto che girarci intorno tutto il santo giorno.
-”Cosa proprio qui?”- Risponde con tono sorpreso.
-”Non ti preoccupare ho rifatto il letto”- la rassicuro, ma era ovvio e del tutto inutile.
La discussione prende un bell’andamento, mi sento tranquilla e libera di espormi senza troppi problemi. Anche Giorgia sembra a suo agio, e se prima appariva imbarazzata ora le vedo rilassata mentre coccola Pog come se nulla fosse successo tra noi.
-”Ma non hai paura di prendere qualche infezione o malattie varie?”- Una domanda del tutto sensata, non che non mi sia posta questo quesito anche da sola. Ovviamente non è come portarsi a letto una persona, siamo esseri completamente diversi con nature completamente diverse. Il rischio ovviamente c’è ma tutto sommato non dovrebbe essere poi così differente dallo scoparsi il primo ragazzo che riesce a sedurti mentre sei sbronza in una qualsiasi discoteca. Certo è un confronto un po’ forzato ma l’ignoranza è la medesima e le probabilità forse anche più alte che stare con Pog.
-”Ovviamente è stato uno dei miei primi pensieri”- La risposta pronta -”Però Giorgia, cosa mi dici del cugino di Martina che ti sei fatta durante la sua festa di laurea? Neanche lo conoscevi”- Continuando come un treno in corsa -”Mi pare che il bagno di quel locale è rimasto occupato per un bel po’ mentre la sottoscritta rimaneva fuori a farti da palo”-
-”Lo so scusami Sara, ma era troppo figo e non sai che roba aveva li sotto. Anche se un po’ fuori allenamento, devo essere sincera. C’è voluto tanto perché il primo round è finito fin troppo presto.”-
-”Si beh, Giorgia, sei una bella porcella anche tu non c’è dubbio”- Ora voglio vedere come si difende.
-”Oh senti chi parla! E quel biondino, al corso di statistica che sedeva sempre dietro di noi, per giunta gay, che ti sei scopata? Ne vogliamo parlare?”-
Sembra quasi una partita di tennis, una serve e l’altra risponde.
-”Ma gay un corno! Cosa dici?-
-”Dico dico, secondo te chi era quel ragazzo con cui andava mano nella mano?”-
-”Si beh forse un pochino lo è, carne sprecata allora, beh non per me di certo. Comunque nulla di così entusiasmante, neanche particolarmente dotato cosa che però ha i suoi lati positivi”-
-”Ah si? Adesso mi dici tutto, ma proprio tutto!”- La curiosità di Giorgia si fa sempre più acuta, io mi diverto come una matta, e la cosa ha un che di eccitante.
-”Beh cosa vuoi che ti dica, ci dava che era una meraviglia. Il fatto che sai gay spiega molte cose in effetti. Si si si, sapeva perfettamente come muoversi li dietro”- Il mio tono sprizza malizia da tutte le parti. Lei quasi a bocca aperta e incredule delle mie parole.
-”Cosa? Anche il culo? Sei seria? Così già alla prima volta?”-
-”Che vuoi che ti dica! E se non ci fosse stata una seconda occasione? Infatti non c’è stata. E poi avessi il culo che hai tu...”-
La situazione si fa sempre più calda e intima, Giorgia sembra particolarmente soddisfatta, certo siamo ormai del tutto fuori tema ma cosa importa, abbiamo tutto il giorno per parlare di cose più serie ma per il momento mi godo questo momento.
-”Cosa mi stai dicendo? Che lo dovrei dare più spesso?”-
-”Ah se fossi al posto tuo lo userei di certo con più frequenza”- Non credo veramente a queste parole, anche se in effetti un pensierino lo farei, diavolo se lo farei anche se in genere non mi concedo così di frequente in quel senso.
-”E sei venuta? Cioè ti ha fatto godere?”- La curiosità di Giorgia non lascia al caso neanche un dettaglio, scava senza sosta nei miei ricordi, avida e quasi perversa.
-”Beh venuta no, però dai, quasi...Insomma è venuto lui”-
-”Ma dai! Beh io non sono mai venuta di culo. Ma ti è venuto dentro?”- Ma quanti dettagli vuoi amica mia, se avessi un filmino di sicuro lo consumerebbe... Ah si questa storia di sicuro non si concluderà qui.
-”No non dentro, mi è venuto sulla schiena e un po’ su una chiappa. Comunque nonostante tutto, il quadro l’ha concluso, decisamente concluso. Oltre che a saperci dare nel culo, sa darci anche di lingua. Certo che quella bocca l’avrà usata...”-
-”Sei incredibile”- Replica Giorgia -”Poi dici che non ti scopa nessuno mentre riesci a togliere le mutande anche ai gay”- Le sue parole mi fanno sentire un tantino ipocrita, ma che diavolo, io neanche sapevo che fosse gay, o almeno non ne ero del tutto convinta. E poi ad ogni modo, che differenza dovrebbe fare, una sveltina è una sveltina. Beh in quel caso è andata avanti per un po’, diciamo che me lo sono goduto abbastanza quel biondino.
-”Però chi dice che sia gay? Magari è bisessuale, cosa molto più probabile visto come non ci ha pensato due volta all’idea di prendermi a pecora”-
Forse stiamo spingendo un po’ troppo sull’acceleratore. Mai siamo arrivate ad essere tanto esplicite. Beh io non proprio, ci sono sempre andata giù abbastanza pesante, Giorgia invece è sempre stata quella più discreta. Ora invece sembra diversa, forse perché fino a poco tempo fa quella più imbizzarrita al letto era lei. Diversamente, che in questo momento ho superato ogni limite da lei raggiunto fino ad ora, si sente libera di sfogarsi. Chissà se magari è perché si sentisse un po’ troia, con tutte le ragioni di questo mondo aggiungerei, visto che scopa come una locomotiva. Ed ora che invece per lei sono io la troia numero uno, può scavare dentro di me come io prima facevo con lei.
-”Si può anche essere, non posso escluderlo-” Conclude lei.
-”E Luca? Te lo ricordi?”- Riapro un caso ancora mal digerito da Giorgia. Durante l’ultimo anno del liceo, mise le corna al suo ragazzo portandosi al letto il fidanzato della sua compagna di banco. Un completo coglione comunque, neanche il tempo di venire che già era preso dai sensi di colpa e andò a spifferare tutto alla sua ragazza. Una stupida anche lei, che neanche lo lasciò ma al contrario andò da Giorgia e se le diedero di santa ragione.
Cose da pazzi in effetti.
Con uno sguardo glaciale mi fa capire di non poter proseguire oltre. Non capisco perché quella sia una ferita ancora aperta. Vorrei saperne di più ma non sono mai riuscita a cavarne un ragno dal buco.
Poco a poco il discorso rientra nella giusta carreggiata. Torniamo su di me con quelle domande che sempre più convergono verso quella creatura adagiata sul ventre della mia amica.
-”Dunque allora, dimmi, cosa mi sono persa in questi due giorni?”- E si riparte da dove avevamo interrotto.
-”Diciamo che ho toccato tutte le tappe possibili, ne resta solo una che Pog almeno fino a poco fa non sembrava voler raggiungere”-
-”Ah si? Intendi quindi...insomma si...”- A stento Giorgia riesce a pronunciare quelle parole.
-”A farmi montare si”- Concludo io andando in suo soccorso. -”Questa mattina, precisamente, mentre riempivo la sua ciotola, ha provato a salirmi sopra. Non era mai successo prima”-
-”E...quindi...lo avete fatto?”- … -”No Giorgia, non l’abbiamo fatto, stavi anche per arrivare, mi sembra un po’ difficile no?”-
-”Beh e che ne so io. Ma una cosa voglio dirtela.”- Il suo tono si fa più serio e intenso, quasi mi preoccupa. -”Premetto che come sempre non ti giudico, sono la prima a fare del gran cazzate a letto. E lo so che forse è perché sono insoddisfatta. Si va bene forse sono una troia, si mi piace farlo senza pensarci troppo. Ho un bel corpo, ne sono consapevole e mi va di usarlo.”-
Con queste parole sembra voglia mettere le mani avanti, una acuta auto analisi però. Ma neanche io la giudico ovviamente. Non che di sesso ne abbia fatto molto meno. Però nonostante anche io riscuota un certo successo, messe a confronto se dovessi scegliere di certo sceglierei lei. Anche se in effetti se sapessero che do il culo molto più facilmente di lei, forse sceglierebbero me. Stronzate a parte. Ammiro la sua persona, non ha paura di vivere la sua vita così liberamente. Si mette in gioco costantemente, non solo sul piano sessuale. Di certo in questo è più forte di me. Lei dice che non mi giudica, tanto meglio, è solo un peso che mi toglie. Un peso che se fosse lei a mettere su di me non sarebbe così insopportabile. Per me è praticamente una sorella, ovviamente. Pur avendo la stessa età, l’ho sempre vista un po’ come la mia sorella maggiore. Al di là della sua stravagante vita sessuale, è sempre stata quella più quadrata e razionale. Nessuno è perfetto no?
-”Vedi Sara, per quanto io mi sforzi a capire ciò che stai combinando, non riesco a farmene una ragione. Certo, il fatto di vederti felice mi fa solo che piacere ma ho paura di quello che questa cosa potrebbe provocarti”- Non la seguo, sono perplessa, non capisco dove voglia andare a parare. - “Quello che voglio dire è che, adesso è Pog, che certo farebbe impallidire qualsiasi cagnetta ma a parte gli scherzi, dopo cosa accadrà?”-
Le sue parole non hanno un senso logico, che diavolo dovrebbe succedere? La seguo quasi basita. Cosa le passa per la testa?
-”Cosa credi , che io abbia intenzione di farmi tutta la vecchia fattoria?”- Che stronzata.
-”No...Forse...Non lo so”- Risponde lei.
-”Cosa vuol dire non lo so? Che diavolo stai cercando di dirmi? Pensi che io sia pazza? Vero? Pensi che non ci pensi ogni minuto? Va bene voglio farmi montare da un cane e con questo?”-
-”No, io non voglio offenderti Sara, non dico che non devi, sto solo cercando di capire fin dove ti porterà questa cosa. Continuerai? Non è che puoi avere una relazione sentimentale con un cane dannazione!”-
-”No di certo, no! Senti non lo so dove mi porterà questa cosa, non ne ho veramente idea”-
Vado a sedermi sul letto di fianco a Giorgia, lei mi prende una mano, mi guarda dritta negli occhi.
-”Lo sai che ti voglio bene Sara, non voglio ostacolarti, se questo è ciò che vuoi allora vivi la tua vita serena, io sarò qui, come sempre!”,
Ci abbracciamo, nessuna delle due apre bocca per qualche minuto, capisco il suo stato d’animo. Lo so di star seguendo un percorso completamente al buio, non so se prima o poi cadrò giù e non so se riuscirò a risalire.”
-”Giorgia ascolta, mi sono sentita sola per tanto tempo, non intendo le amicizie, non intendo il sesso. Io non ho mai veramente amato nessuno. Mi sento costantemente giudicata ma non certo da te. Mi hanno data dell’inutile, mi hanno data della puttana, non una singola volta. Si noi ci chiamiamo troie a vicenda, ma sappiamo che è detto con affetto. Sentirselo dire da un estraneo fa male, tanto. E poi essere scopata, così con l’illusione di un sentimento che in realtà non esiste, per poi essere rifiutata.”-
Non riesco neanche a piangere mentre Giorgia mi stringe forte.
-”Su Pog ho riversato solo la mia frustrazione, lui non mi giudicherà mai in quel senso, non mi darà mai della puttana, io so che è fedele. Non mi ha mai abbandonata, il che suona strano visto che di solito accade l’esatto opposto. So che non dovrei, so che forse è sbagliato. Ma Giorgia, a tua volta ti sbagli su una cosa, non è vero che nessuno mi scopa, sono io che non voglio nessuno e ho preso a far si che nessuno mi si avvicini. Questa è la verità. Non sento più niente ed ho appena ventuno anni.
Ancora attimi di silenzio, sembrano non finire mai, ci stringiamo avvinghiate come fossimo una cosa sola. Un momento surreale, quasi divino. Mi sento in pace tra le sue braccia, il suo respiro sul collo che mi accarezza. Un calore, che quasi avevo dimenticato, lentamente mi riscalda il cuore. E’ l’affetto che mi manca ed io il suo, forse, non l’ho mai colto abbastanza. Dandolo troppo per scontato magari. E a lei non faccio faccio schifo, neanche ora , anzi è qui che mi consola.
-“Sara io..”- quasi come un sussurro mentre con le mani mi accarezza il viso. I suoi occhi, così profondi, incrociano il mio sguardo. -”Dimmi Giorgia”- le rispondo con una voce quasi assente.
-”Io ti amo Sara…Ti amo”- … -”Giorgia...”- ogni parola mi sembra inadeguata. Ogni certezza si sgretola, ogni paura scompare. -”Sara non dire niente ti prego”- La sua voce spezzata che trema nel pronunciare quelle parole mentre le sue mani mi stringono forte. Le mie lacrime ormai libere di scorrere, mi svuotano di tutta la rabbia e la frustrazione. Le nostre fronti l’una contro l’altra, le nostre lacrime che si mescolano, i nostri respiri che si intrecciano. L’orologio è ormai fermo, non avanza di un secondo, come a volerci lasciare tutto il tempo per poter assimilare quell’attimo.
Come ho fatto a non capirlo. Solo questo mi chiedo, perché solo ora? E da quanto lo sai?
Giorgia, perché mi fai questo, mi lanci sul fondo e poi vieni a salvarmi.
-”Giorgia...guardami”- i suoi occhi ancora una volta incrociano i miei, ormai rossi , le guance bagnate e quei nodi nella gola che quasi fanno male. -”Giorgia, baciami, ti prego”-
Le nostre labbra si incontrano per la prima volta in un bacio che quasi fa male per quando sofferto. Un bacio intenso, lungo. Un bacio vero, finalmente un bacio vero. Un bacio che ti squarcia afferrandoti l’ultimo frammento dell’anima ricostruendola pezzo dopo pezzo.
“Sara dimmi che mi ami, ti prego dimmi che mi ami”- … pochi secondi ancora -”Si Giorgia, ti amo, ti ho avuta qui per tanto tempo e non l’ho mai capito”-
Continua…
Eh no no no, mi dispiace deludere tutti gli appassionati della serie ma questa finisce dritta in sentimentali. So che vi aspettavate la monta finale ma come in tutte le storie che si rispettino non poteva mancare un piccolo colpo di scena. Spero possa essere comunque di vostro gradimento nonostante il brusco cambio di rotta.
-”Giorgia dai non dire cazzate ti prego, questa cosa sta diventando sempre più seria e contorta. Ci sono delle novità si ma vorrei evitare di parlarne al telefono. Senti che ne dici se vieni da me? Le mie coinquiline non ci sono, sono tutte partite e abbiamo casa tutta per noi, facciamo serata dai”-
-”Si perché no! Va bene Sara, allora passo da te fra un paio d’ore, porto qualcosa per il pranzo. Tu però intanto vedi di ricomporti eh! Non farmi vedere cose strane”-
-”Sei proprio stronza eh! Ti amo lo stesso comunque e vedi di non fare tardi che ho un po’ di cose da raccontarti.”-
-”Bene allora cerco di sbrigarmi, a dopo, bacio”-
Merda devo muovermi. Ancora li con Pog, nuda accanto a lui. Sembra avere un’espressione beata, quasi soddisfatta, non posso certo biasimarlo. Figuriamoci, dopo un servizietto del genere sfido chiunque a non sentirsi allo stesso modo.
-”Ora però bello mio, vedi di riprenderti, abbiamo ospiti.”- Dico al mio cane con tono compiaciuto.
E’ proprio il caso di farsi una bella doccia ghiacciata. Lascio Pog ancora un po’ a poltrire sul letto mentre mi dirigo in bagno. Mi infilo sotto la doccia, mi sciolgo i capelli e apro l’acqua. Rimango pietrificata per qualche secondo, i capezzoli che quasi schizzano fuori. E’ proprio ciò che ci voleva, penso. Bene allora, piano di attacco per la giornata, finisco qui, poi dritta a rifare il letto, mi vesto e porto fuori Pog, una veloce riflessione sotto l’acqua gelida.
Dai in due ore ce la posso posso fare, la casa fa schifo ma è l’ultimo dei miei problemi adesso. Se ho tempo vedo di porre rimedio anche a questo.
Mi insapono velocemente, un rapido giro di shampoo e balsamo e via subito ad asciugarsi.
Cerco di darmi una mossa, due ore sono tante certo ma stranamente più tempo ho a disposizione più mi ritrovo in ritardo.
Corro subito in camera, il mio cane che reclama con affetto la sua passeggiatina mattutina.
-”Si Pog adesso andiamo, fammi vestire e dare una pulita. Intanto però guarda un po’ cosa ti do?”- Mi rivolgo a lui prendendo il sacco con le crocchette.
-”Vedi di non strafogarti come al tuo solito, cerca di gustartele una volta tanto”-
Cosa glielo dico a fare, tanto è solo fiato sprecato, io parlo parlo e parlo. Certe volte mi sento stupida ma mi fa anche sentire molto meno sola.
Mentre mi chino per riempire la sua ciotola, mi sento assalire da dietro, il peso sulla schiena e una goffa presa attorno al ventre mi paralizza. Protetta solo da quell’asciugamano, accuratamente stretto sopra al seno e che scende giù fino a al sedere, trovo il modo di sfuggire all’agguato.
-”Ma cosa combini Pog? Pensi veramente di potermi avere così senza neanche concedermi il lusso di godere di una cena galante prima?”- Mi sento stupida a pronunciare quelle parole. In un certo senso anche incredula ma non per il fatto di aver detto questo bensì per il tono e la tranquillità che ho usato. Mi sento quasi arrossire, come se quelle parole le avessi rivolte ad un qualsiasi ragazzo.
Il fatto che abbia provato a montarmi, non mi lascia per nulla impaurita, anzi, quasi ne sono soddisfatta, forse ciò che ho fatto per lui prima ha veramente portato i suoi frutti.
No, forse è anche fin troppo inverosimile, magari è solo un caso ma ciò non toglie che l’abbia fatto e il che vuol dire che se ne avesse ancora l’opportunità non se la lascerebbe scappare.
Finisco di riempire la ciotola di metallo, rimetto il sacco al suo posto, e prendo a rifare il letto. Bell’opera d’arte che abbiamo combinato tra ieri ed oggi. Sorrido compiaciuta.
Inizio a vestirmi, lascio cadere a terra l’asciugamano, finché Pog è sul cibo non rischio di certo mosse avventate. Scelgo con cura il mio intimo, un paio di slip celesti. Oggi niente reggiseno, mi dico.
Finisco di vestirmi con un paio di pantaloncini in cotone e una maglietta dei New York Dolls.
Appena pronti, usciamo di casa con tutta fretta, una rapida corsa giù per le scale e siamo già in strada. Sono appena le dieci, e già sembra di essere nel deserto. Neanche una nuvola ad offrire riparo da quel caldo straziante. Restiamo fuori giusto il tempo di sgranchirci le gambe, neanche Pog sembra sopportare troppo questo clima.
In venti minuti siamo di nuovo in casa, sempre calda ma almeno si può respirare.
Manca poco meno di un’ora prima che Giorgia arrivi.
Mentre sfrutto gli ultimi minuti a disposizione per sistemare casa, inizio a prepararmi psicologicamente all’infinito interrogatorio a cui verrò sottoposta a breve.
Non che serva a molto visto che io stessa ne sarò complice. Tutto sommato non mi dispiace neanche, infondo fino ad ora si è dimostrata aperta a tutto ciò che le ho raccontato. Certo, ora sono arrivata un po’ oltre ma già il fatto che pensi che abbia passato due giorni di fuoco mi fanno ben sperare che accetterà anche tutto il resto.
Con una buona mezz’ora di anticipo ecco che sento suonare al citofono. Fortuna che mi sono data una mossa.
Accolgo Giorgia con entusiasmo, sotto sotto non vedo l’ora di fornirle fino all’ultimo dettaglio.
-”Boia che caldo che fa fuori, stavo squagliandomi su quell’autobus, ma quanti gradi ci saranno, seimila?”-
-”Buongiorno anche a te Giorgia”- le dico salutandola con un bacio sulla guancia.
-”Non potevi venire tu da me che almeno ho il clima?”- Mi risponde con tono ironico, che ha tutta l’aria di essere una frecciatina.
-”Ma dai quanto ti lamenti, in casa si sta quasi bene.”-
-”Si lo sento per fortuna!, senti le cose che ho portato le sistemi tu? Io devo correre in bagno”-
-”Si certo vai pure”- Le rispondo mentre inizio già a organizzare i suoi acquisti.
Ma quanto vino ha comprato! Siamo solo in due, e io parto già con due bicchieri non parliamo poi con il rosso. Non la vinco mai. Lei cosa cosa mi riporta? Brunello di Montalcino, dei più economici di sicuro, figuriamoci se mi fa sbronzare con classe.
-”Ho preso giusto un po’ di sugo e pancetta”- Dice Giorgia uscendo dal bagno.
-”Ho visto si, fra un po’ iniziamo a cucinare, io ho una gran fame e non ho neanche fatto colazione”- Replico.
-”Senti Sara, vorrei cambiarmi, mi presti qualcosa di tuo giusto per stare in casa?”-
-”Certo prendi pure la prima cosa che trovi nell’armadio”-
Ci dirigiamo in camera, Pog ovviamente stravaccato sul letto, Giorgia sembra quasi imbarazzata alla vista del cane, ovviamente conoscendo quanto successo fin’ora e immaginando il resto come potrebbe non esserlo. Mi siedo alla scrivania e inizio a scegliere, dalla mia infinita collezione, uno smalto da mettere. Intanto Giorgia trova qualcosa da indaossare e inizia a spogliarsi. La guardo di sfuggita mentre lascia cadere a terra gli indumenti. Così attraente, un bocconcino dei più prelibati. Bramata da tutti e di certo non si risparmia ad attirare l’attenzione anche di qualche ragazza.
Non che mi lasci indifferente certo, chi non le darebbe un morso su quelle chiappe così rotonde e pronunciate. Irresistibili quanto il seno così sodo e perfettamente scolpito tanto da far risultare superfluo quel push-up che indossa.
-”Come mai quel perizoma?”- Le chiedo maliziosa.
-”Perché deve esserci un motivo preciso per indossarlo?”-
-”No certo che no. Cos’è vuoi provocarmi?”- Replico con altrettanta malizia
-”Anche se fosse, so bene che non avrei possibilità con te, visto che ultimamente hai ben altro per la testa”- Lo sguardo di Giorgia, che si sposta da me a Pog, accompagna quella risposta che mette il punto alla mia amichevole battuta.
La mia amica si tuffa comodamente sul mio letto, facendo sobbalzare chi prima lo occupava. Pog per tutta risposta, quasi indispettito da tale insolenza, salta di nuovo sul letto e si butta sulla pancia di lei.
-”L’hai voluto tu”- Le dico ridendo.
-”Basta che non gli vengano strane idee eh!”- una frecciatina che fa centro al primo colpo.
-”No, puoi stare tranquilla, vuole solo me ahah”- Inizio a mettere un po’ di carne al fuoco, tanto per rompere il ghiaccio e sondare il terreno della sua discrezione.
-”Allora Pog che cosa le combini alla tua padrona eh? Che me la ritrovo da un giorno all’altro dal “Oddio non mi scopa nessuno” al “Sai mi faccio il mio cane””- Quel tono quasi acido...
-”Sei proprio una stronza eh!”- Le lancio un’occhiataccia del tutto fasulla.
-”Dai allora dimmi, cosa avete combinato tu e questo lupacchiotto?”
-”Beh, ecco, insomma, è da qualche giorno che dormo nuda con lui, e poi...”-
-”Poi cosa?”- Mi chiede lei , mettendosi dritta sul letto, impaziente di sentire la mia risposta.
-”E poi niente, circa tre ore fa gli ho fatto un pompino Si proprio dove sei seduta ora tu!”- Meglio togliersi subito il pensiero con un velo di ironia piuttosto che girarci intorno tutto il santo giorno.
-”Cosa proprio qui?”- Risponde con tono sorpreso.
-”Non ti preoccupare ho rifatto il letto”- la rassicuro, ma era ovvio e del tutto inutile.
La discussione prende un bell’andamento, mi sento tranquilla e libera di espormi senza troppi problemi. Anche Giorgia sembra a suo agio, e se prima appariva imbarazzata ora le vedo rilassata mentre coccola Pog come se nulla fosse successo tra noi.
-”Ma non hai paura di prendere qualche infezione o malattie varie?”- Una domanda del tutto sensata, non che non mi sia posta questo quesito anche da sola. Ovviamente non è come portarsi a letto una persona, siamo esseri completamente diversi con nature completamente diverse. Il rischio ovviamente c’è ma tutto sommato non dovrebbe essere poi così differente dallo scoparsi il primo ragazzo che riesce a sedurti mentre sei sbronza in una qualsiasi discoteca. Certo è un confronto un po’ forzato ma l’ignoranza è la medesima e le probabilità forse anche più alte che stare con Pog.
-”Ovviamente è stato uno dei miei primi pensieri”- La risposta pronta -”Però Giorgia, cosa mi dici del cugino di Martina che ti sei fatta durante la sua festa di laurea? Neanche lo conoscevi”- Continuando come un treno in corsa -”Mi pare che il bagno di quel locale è rimasto occupato per un bel po’ mentre la sottoscritta rimaneva fuori a farti da palo”-
-”Lo so scusami Sara, ma era troppo figo e non sai che roba aveva li sotto. Anche se un po’ fuori allenamento, devo essere sincera. C’è voluto tanto perché il primo round è finito fin troppo presto.”-
-”Si beh, Giorgia, sei una bella porcella anche tu non c’è dubbio”- Ora voglio vedere come si difende.
-”Oh senti chi parla! E quel biondino, al corso di statistica che sedeva sempre dietro di noi, per giunta gay, che ti sei scopata? Ne vogliamo parlare?”-
Sembra quasi una partita di tennis, una serve e l’altra risponde.
-”Ma gay un corno! Cosa dici?-
-”Dico dico, secondo te chi era quel ragazzo con cui andava mano nella mano?”-
-”Si beh forse un pochino lo è, carne sprecata allora, beh non per me di certo. Comunque nulla di così entusiasmante, neanche particolarmente dotato cosa che però ha i suoi lati positivi”-
-”Ah si? Adesso mi dici tutto, ma proprio tutto!”- La curiosità di Giorgia si fa sempre più acuta, io mi diverto come una matta, e la cosa ha un che di eccitante.
-”Beh cosa vuoi che ti dica, ci dava che era una meraviglia. Il fatto che sai gay spiega molte cose in effetti. Si si si, sapeva perfettamente come muoversi li dietro”- Il mio tono sprizza malizia da tutte le parti. Lei quasi a bocca aperta e incredule delle mie parole.
-”Cosa? Anche il culo? Sei seria? Così già alla prima volta?”-
-”Che vuoi che ti dica! E se non ci fosse stata una seconda occasione? Infatti non c’è stata. E poi avessi il culo che hai tu...”-
La situazione si fa sempre più calda e intima, Giorgia sembra particolarmente soddisfatta, certo siamo ormai del tutto fuori tema ma cosa importa, abbiamo tutto il giorno per parlare di cose più serie ma per il momento mi godo questo momento.
-”Cosa mi stai dicendo? Che lo dovrei dare più spesso?”-
-”Ah se fossi al posto tuo lo userei di certo con più frequenza”- Non credo veramente a queste parole, anche se in effetti un pensierino lo farei, diavolo se lo farei anche se in genere non mi concedo così di frequente in quel senso.
-”E sei venuta? Cioè ti ha fatto godere?”- La curiosità di Giorgia non lascia al caso neanche un dettaglio, scava senza sosta nei miei ricordi, avida e quasi perversa.
-”Beh venuta no, però dai, quasi...Insomma è venuto lui”-
-”Ma dai! Beh io non sono mai venuta di culo. Ma ti è venuto dentro?”- Ma quanti dettagli vuoi amica mia, se avessi un filmino di sicuro lo consumerebbe... Ah si questa storia di sicuro non si concluderà qui.
-”No non dentro, mi è venuto sulla schiena e un po’ su una chiappa. Comunque nonostante tutto, il quadro l’ha concluso, decisamente concluso. Oltre che a saperci dare nel culo, sa darci anche di lingua. Certo che quella bocca l’avrà usata...”-
-”Sei incredibile”- Replica Giorgia -”Poi dici che non ti scopa nessuno mentre riesci a togliere le mutande anche ai gay”- Le sue parole mi fanno sentire un tantino ipocrita, ma che diavolo, io neanche sapevo che fosse gay, o almeno non ne ero del tutto convinta. E poi ad ogni modo, che differenza dovrebbe fare, una sveltina è una sveltina. Beh in quel caso è andata avanti per un po’, diciamo che me lo sono goduto abbastanza quel biondino.
-”Però chi dice che sia gay? Magari è bisessuale, cosa molto più probabile visto come non ci ha pensato due volta all’idea di prendermi a pecora”-
Forse stiamo spingendo un po’ troppo sull’acceleratore. Mai siamo arrivate ad essere tanto esplicite. Beh io non proprio, ci sono sempre andata giù abbastanza pesante, Giorgia invece è sempre stata quella più discreta. Ora invece sembra diversa, forse perché fino a poco tempo fa quella più imbizzarrita al letto era lei. Diversamente, che in questo momento ho superato ogni limite da lei raggiunto fino ad ora, si sente libera di sfogarsi. Chissà se magari è perché si sentisse un po’ troia, con tutte le ragioni di questo mondo aggiungerei, visto che scopa come una locomotiva. Ed ora che invece per lei sono io la troia numero uno, può scavare dentro di me come io prima facevo con lei.
-”Si può anche essere, non posso escluderlo-” Conclude lei.
-”E Luca? Te lo ricordi?”- Riapro un caso ancora mal digerito da Giorgia. Durante l’ultimo anno del liceo, mise le corna al suo ragazzo portandosi al letto il fidanzato della sua compagna di banco. Un completo coglione comunque, neanche il tempo di venire che già era preso dai sensi di colpa e andò a spifferare tutto alla sua ragazza. Una stupida anche lei, che neanche lo lasciò ma al contrario andò da Giorgia e se le diedero di santa ragione.
Cose da pazzi in effetti.
Con uno sguardo glaciale mi fa capire di non poter proseguire oltre. Non capisco perché quella sia una ferita ancora aperta. Vorrei saperne di più ma non sono mai riuscita a cavarne un ragno dal buco.
Poco a poco il discorso rientra nella giusta carreggiata. Torniamo su di me con quelle domande che sempre più convergono verso quella creatura adagiata sul ventre della mia amica.
-”Dunque allora, dimmi, cosa mi sono persa in questi due giorni?”- E si riparte da dove avevamo interrotto.
-”Diciamo che ho toccato tutte le tappe possibili, ne resta solo una che Pog almeno fino a poco fa non sembrava voler raggiungere”-
-”Ah si? Intendi quindi...insomma si...”- A stento Giorgia riesce a pronunciare quelle parole.
-”A farmi montare si”- Concludo io andando in suo soccorso. -”Questa mattina, precisamente, mentre riempivo la sua ciotola, ha provato a salirmi sopra. Non era mai successo prima”-
-”E...quindi...lo avete fatto?”- … -”No Giorgia, non l’abbiamo fatto, stavi anche per arrivare, mi sembra un po’ difficile no?”-
-”Beh e che ne so io. Ma una cosa voglio dirtela.”- Il suo tono si fa più serio e intenso, quasi mi preoccupa. -”Premetto che come sempre non ti giudico, sono la prima a fare del gran cazzate a letto. E lo so che forse è perché sono insoddisfatta. Si va bene forse sono una troia, si mi piace farlo senza pensarci troppo. Ho un bel corpo, ne sono consapevole e mi va di usarlo.”-
Con queste parole sembra voglia mettere le mani avanti, una acuta auto analisi però. Ma neanche io la giudico ovviamente. Non che di sesso ne abbia fatto molto meno. Però nonostante anche io riscuota un certo successo, messe a confronto se dovessi scegliere di certo sceglierei lei. Anche se in effetti se sapessero che do il culo molto più facilmente di lei, forse sceglierebbero me. Stronzate a parte. Ammiro la sua persona, non ha paura di vivere la sua vita così liberamente. Si mette in gioco costantemente, non solo sul piano sessuale. Di certo in questo è più forte di me. Lei dice che non mi giudica, tanto meglio, è solo un peso che mi toglie. Un peso che se fosse lei a mettere su di me non sarebbe così insopportabile. Per me è praticamente una sorella, ovviamente. Pur avendo la stessa età, l’ho sempre vista un po’ come la mia sorella maggiore. Al di là della sua stravagante vita sessuale, è sempre stata quella più quadrata e razionale. Nessuno è perfetto no?
-”Vedi Sara, per quanto io mi sforzi a capire ciò che stai combinando, non riesco a farmene una ragione. Certo, il fatto di vederti felice mi fa solo che piacere ma ho paura di quello che questa cosa potrebbe provocarti”- Non la seguo, sono perplessa, non capisco dove voglia andare a parare. - “Quello che voglio dire è che, adesso è Pog, che certo farebbe impallidire qualsiasi cagnetta ma a parte gli scherzi, dopo cosa accadrà?”-
Le sue parole non hanno un senso logico, che diavolo dovrebbe succedere? La seguo quasi basita. Cosa le passa per la testa?
-”Cosa credi , che io abbia intenzione di farmi tutta la vecchia fattoria?”- Che stronzata.
-”No...Forse...Non lo so”- Risponde lei.
-”Cosa vuol dire non lo so? Che diavolo stai cercando di dirmi? Pensi che io sia pazza? Vero? Pensi che non ci pensi ogni minuto? Va bene voglio farmi montare da un cane e con questo?”-
-”No, io non voglio offenderti Sara, non dico che non devi, sto solo cercando di capire fin dove ti porterà questa cosa. Continuerai? Non è che puoi avere una relazione sentimentale con un cane dannazione!”-
-”No di certo, no! Senti non lo so dove mi porterà questa cosa, non ne ho veramente idea”-
Vado a sedermi sul letto di fianco a Giorgia, lei mi prende una mano, mi guarda dritta negli occhi.
-”Lo sai che ti voglio bene Sara, non voglio ostacolarti, se questo è ciò che vuoi allora vivi la tua vita serena, io sarò qui, come sempre!”,
Ci abbracciamo, nessuna delle due apre bocca per qualche minuto, capisco il suo stato d’animo. Lo so di star seguendo un percorso completamente al buio, non so se prima o poi cadrò giù e non so se riuscirò a risalire.”
-”Giorgia ascolta, mi sono sentita sola per tanto tempo, non intendo le amicizie, non intendo il sesso. Io non ho mai veramente amato nessuno. Mi sento costantemente giudicata ma non certo da te. Mi hanno data dell’inutile, mi hanno data della puttana, non una singola volta. Si noi ci chiamiamo troie a vicenda, ma sappiamo che è detto con affetto. Sentirselo dire da un estraneo fa male, tanto. E poi essere scopata, così con l’illusione di un sentimento che in realtà non esiste, per poi essere rifiutata.”-
Non riesco neanche a piangere mentre Giorgia mi stringe forte.
-”Su Pog ho riversato solo la mia frustrazione, lui non mi giudicherà mai in quel senso, non mi darà mai della puttana, io so che è fedele. Non mi ha mai abbandonata, il che suona strano visto che di solito accade l’esatto opposto. So che non dovrei, so che forse è sbagliato. Ma Giorgia, a tua volta ti sbagli su una cosa, non è vero che nessuno mi scopa, sono io che non voglio nessuno e ho preso a far si che nessuno mi si avvicini. Questa è la verità. Non sento più niente ed ho appena ventuno anni.
Ancora attimi di silenzio, sembrano non finire mai, ci stringiamo avvinghiate come fossimo una cosa sola. Un momento surreale, quasi divino. Mi sento in pace tra le sue braccia, il suo respiro sul collo che mi accarezza. Un calore, che quasi avevo dimenticato, lentamente mi riscalda il cuore. E’ l’affetto che mi manca ed io il suo, forse, non l’ho mai colto abbastanza. Dandolo troppo per scontato magari. E a lei non faccio faccio schifo, neanche ora , anzi è qui che mi consola.
-“Sara io..”- quasi come un sussurro mentre con le mani mi accarezza il viso. I suoi occhi, così profondi, incrociano il mio sguardo. -”Dimmi Giorgia”- le rispondo con una voce quasi assente.
-”Io ti amo Sara…Ti amo”- … -”Giorgia...”- ogni parola mi sembra inadeguata. Ogni certezza si sgretola, ogni paura scompare. -”Sara non dire niente ti prego”- La sua voce spezzata che trema nel pronunciare quelle parole mentre le sue mani mi stringono forte. Le mie lacrime ormai libere di scorrere, mi svuotano di tutta la rabbia e la frustrazione. Le nostre fronti l’una contro l’altra, le nostre lacrime che si mescolano, i nostri respiri che si intrecciano. L’orologio è ormai fermo, non avanza di un secondo, come a volerci lasciare tutto il tempo per poter assimilare quell’attimo.
Come ho fatto a non capirlo. Solo questo mi chiedo, perché solo ora? E da quanto lo sai?
Giorgia, perché mi fai questo, mi lanci sul fondo e poi vieni a salvarmi.
-”Giorgia...guardami”- i suoi occhi ancora una volta incrociano i miei, ormai rossi , le guance bagnate e quei nodi nella gola che quasi fanno male. -”Giorgia, baciami, ti prego”-
Le nostre labbra si incontrano per la prima volta in un bacio che quasi fa male per quando sofferto. Un bacio intenso, lungo. Un bacio vero, finalmente un bacio vero. Un bacio che ti squarcia afferrandoti l’ultimo frammento dell’anima ricostruendola pezzo dopo pezzo.
“Sara dimmi che mi ami, ti prego dimmi che mi ami”- … pochi secondi ancora -”Si Giorgia, ti amo, ti ho avuta qui per tanto tempo e non l’ho mai capito”-
Continua…
Eh no no no, mi dispiace deludere tutti gli appassionati della serie ma questa finisce dritta in sentimentali. So che vi aspettavate la monta finale ma come in tutte le storie che si rispettino non poteva mancare un piccolo colpo di scena. Spero possa essere comunque di vostro gradimento nonostante il brusco cambio di rotta.
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