Il diablito, l'uomo dai tre capezzoli
di
Tibet
genere
pulp
Ogni tanto ne nasce uno.
Credenza popolare vuole che sia una disgrazia per lui, per i parenti e per coloro che incroceranno la sua esistenza, ma si sa… le credenze hanno una valenza relativa, valgono per chi ci crede…
Quando nacque Dieguito, la levatrice propose alla madre di affogarlo nella stessa acqua del lavaggio post-parto.
Ma la madre… Xenaa, una india convertita battezzata Conception, non ne volle sapere.
-Guarda… guardalo! E’ un diablito… un piccolo diavolo! Guarda… ha tre capezzoli! Il segno del demonio… e ha anche la coda!-.
Il neonato mostrava davvero una strana protuberanza in corrispondenza dell’osso sacro, sembrava l’inizio di un codino.
-Ascoltami figlia mia… avrai solo sciagure! Sbarazzatene ora!-.
Lei… la madre di Dieguito… Xenaa, era una guanahatabey, il padre un hidalgo della vecchia Castiglia, potrei raccontare che vissero una storia d’amore ma non è vero, lui la prese con la forza e ne fece la sua concubina, prese la sua verginità e la sua innocenza.
Era molto bella Xenaa, il corpo minuto, la bella testa, i capelli lucidi e neri come l’ebano, i seni da giovanetta., la curva dei fianchi e due gambe snelle da cerbiatta.
Morì pochi giorni dopo il parto, una setticemia fulminante, ma la gente collegò la sua morte con la nascita del diablito, dissero che era la sua prima vittima.
Dieguito venne abbandonato, nessuno al villaggio volle prendersene cura e fu il destino a decidere per lui e lo fece vivere, una suora lo prese e lo portò al proprio convento, non erano molte le religiose, appena una mezza dozzina, non appartenevano neppure a un ordine ben definito, si riferivano si all’ordine delle Clarisse, ma erano monache spurie, non legittimate, non riconosciute, si erano raggruppate così.
Si presero loro cura del bimbo.
Lui crebbe, diventò giovanetto, passarono presto quegli anni.
Era bello Dieguito, la figura alta e prestante del padre e i tratti fini della madre.
Era seducente, aveva due occhi neri, accesi, lucidi, il sorriso smagliante… e quanta vitalità animale emanava!
Di quanto fosse seducente se ne accorse per prima Suor Chiara, era la più vecchia del gruppo di religiose, avrebbe dovuto essere la più forte, la più refrattaria a questi stimoli e invece fu la prima a capitolare.
Le piaceva il ragazzo, ne cercava la vicinanza, uno strano torpore la prendeva quando le era vicino, sentiva un calore percorrerle il corpo, un languore mai provato, era vergine ancora Suor Chiara…
Chi sedusse chi?
Un pomeriggio afoso, il fresco relativo della cella, il sudore e l’odore di sesso.
Lei… in preda al delirio mentre adorava il maestoso cazzo del ragazzo, lui sdraiato sulla schiena e le braccia dietro la testa che glielo offriva, una torre di carne palpitante, lei… che passava le dita delle due mani lungo l’asta, copriva lentamente il glande e poi lo riscopriva, non aveva esperienze di sesso Suor Chiara, ma queste cose le venivano naturali.
Ora erano le sue labbra a scoprire la cappella, a spingere sull’asta la pelle del prepuzio e poi le sue mani a ricoprirla, ancora… ancora, la sua bocca ogni volta ne riceveva un attimo di più.
il cazzo era fenomenale! Lungo oltre una volta e mezzo la sua mano, tanto grosso da doverlo tenere con le due mani, la cappella… ben divisa dal tronco era ancora più grossa, definita… a cuneo, il tronco di carne non liscio e con le grosse vene in rilievo, il grosso fascio nervoso sotto, lo scroto duro e raccolto.
Lo voleva Suor Chiara, voleva quel poderoso cazzo nella sua figa di vergine, voleva essere rotta… spaccata… demolita.. da quell’ariete di carne! Lo voleva dentro di se, voleva sentirlo muoversi nel suo ventre, dilatarla, darle quello che la sua natura chiedeva!
Si distese e invitò il ragazzo.
Non era bella Suor Chiara, non più… la bellezza della gioventù intendo, le grosse mammelle cadevano a lato del suo petto, il ventre mostrava tutta la rilassatezza causata dal tempo.
Quando sentì… la verga premere, s’inarcò Suor Chiara! Spinse il bacino contro la grossa cappella dura e si sentì penetrare, perse la sua verginità datata così… ma non senti nessun dolore, con le mani aggrappate alle spalle del ragazzo lo incitava, lo spronava, voleva sentirsi sfondare dal quel palo di carne!
Poi… conobbe finalmente il piacere, l’orgasmo le rubò il presente, il passato e il futuro, levitava Suor Chiara su di un mondo a lei sconosciuto.
Il ragazzo, Dieguito, era un vero animale da sesso, montava la donna instancabile, tutto gli veniva d’istinto, le soste… le ripartite… gli affondi, i movimenti del bacino, tutto… tutto… era connaturato in lui!
E lei? Suor Chiara?
Passava da un orgasmo al successivo senza soluzione di continuità, non aveva soste, urlava Suor Chiara, urlava… guaiva… gemeva! E gli gridava forte all’orecchio di non smettere mai! Di continuare a fotterla! Lo spronava!
-Più forte… dai! Più forte… ancora.. ancora…! Non smettere!-
Infine… un torrente di sperma le inondò la vagina, mentre il ragazzo si inarcava, teso come la corda di un arco e finalmente si accasciò sulla donna.
Suor Chiara si riprese in quel solo pomeriggio tutto quello che aveva rinunciato durante la sua vita.
Si mise in ginocchio e gli mostrò il grosso culo e lui la montò come uno stallone monta la sua giumenta, da vero selvaggio sbatteva i suoi lombi contro le grosse natiche e le venne ancora dentro, poi… lo montò lei, alzandosi e lasciandosi cadere, prendendo il palo di carne… tutto… tutto dentro! Fino al pelo!
Da quel pomeriggio la vita cambiò nel convento!
Non più liturgie e preghiere, tutto diventò sesso! Sesso scatenato! Sesso sfrenato! Sesso senza limiti!
Tutte subirono il fascino di Dieguito!
Lui… ne aveva per tutte, per tutte e sei, assieme o da sole, e loro ora vivevano di solo piacere, ora le suore si cercavano anche fra loro, si esaurivano in lunghi giochi saffici aspettando il loro maschio comune, questi le dominava… ed era solo un ragazzo!
Le disponeva in fila, in ginocchio, la testa a terra e le prendeva a turno, una dopo l’altra, incessantemente, ogni tanto veniva dentro una di loro e riprendeva mentre le sei suore lo invitavano muovendo il culo!
Le prendeva anche li certo! Spesso! Si… e quanto gridavano mentre il grosso cazzo le faceva soffrire e godere nello stesso momento!
Poi…
si ritrovarono tutte e sei gravide e presero coscienza di quanto era successo!
Dieguito una mattina se ne andò senza nemmeno salutarle, la festa era finita.
Loro? Le suore?
Suor Chiara cercò di abortire usando un lungo ferro da calza e morì dissanguata nel suo letto, un’altra… non ricordo più i loro nomi, si buttò nel pozzo del convento, delle altre quattro… so che partorirono, ma una sola riuscì a vivere una sua vita, le altre finirono nei bordelli, i figli negli orfanotrofi o peggio…
Dieguito sapeva leggere e scrivere e far di conto e la sua bellezza l’aiutava, anche molti uomini subivano questo suo fascino animale, si… anche molti uomini, lui… Dieguito non faceva distinzione, trovò una occupazione come scrivano e contabile presso una grossa fazenda, ebbe una vita movimentata, molto… troppo! Le donne e non solo loro… lo cercavano, lo volevano, superavano ogni scrupolo, eliminavano ogni ostacolo… pur di averlo.
Infine… un giorno scomparve per sempre, dissero che era partito per la Spagna alla ricerca di suo padre, che voleva reclamare la sua parte di patrimonio, che aveva lasciato Cuba per questo…
Molto male aveva causato, famiglie dissolte, dolore… rabbia… gelosia…!
Ma io so di certo che non fu così, non lasciò mai Cuba, fu invece massacrato, si… è così! In una notte di plenilunio… alla luce della luna piena, fu fatto a pezzi dai machete e i pezzi del suo corpo dati agli alligatori.
Degli innumerevoli suoi figli, innumerevoli, si parla di diverse decine… nessuno aveva tre capezzoli come lui, nessuno era un diablito…
Tibet
(da sempretibet blog)
Credenza popolare vuole che sia una disgrazia per lui, per i parenti e per coloro che incroceranno la sua esistenza, ma si sa… le credenze hanno una valenza relativa, valgono per chi ci crede…
Quando nacque Dieguito, la levatrice propose alla madre di affogarlo nella stessa acqua del lavaggio post-parto.
Ma la madre… Xenaa, una india convertita battezzata Conception, non ne volle sapere.
-Guarda… guardalo! E’ un diablito… un piccolo diavolo! Guarda… ha tre capezzoli! Il segno del demonio… e ha anche la coda!-.
Il neonato mostrava davvero una strana protuberanza in corrispondenza dell’osso sacro, sembrava l’inizio di un codino.
-Ascoltami figlia mia… avrai solo sciagure! Sbarazzatene ora!-.
Lei… la madre di Dieguito… Xenaa, era una guanahatabey, il padre un hidalgo della vecchia Castiglia, potrei raccontare che vissero una storia d’amore ma non è vero, lui la prese con la forza e ne fece la sua concubina, prese la sua verginità e la sua innocenza.
Era molto bella Xenaa, il corpo minuto, la bella testa, i capelli lucidi e neri come l’ebano, i seni da giovanetta., la curva dei fianchi e due gambe snelle da cerbiatta.
Morì pochi giorni dopo il parto, una setticemia fulminante, ma la gente collegò la sua morte con la nascita del diablito, dissero che era la sua prima vittima.
Dieguito venne abbandonato, nessuno al villaggio volle prendersene cura e fu il destino a decidere per lui e lo fece vivere, una suora lo prese e lo portò al proprio convento, non erano molte le religiose, appena una mezza dozzina, non appartenevano neppure a un ordine ben definito, si riferivano si all’ordine delle Clarisse, ma erano monache spurie, non legittimate, non riconosciute, si erano raggruppate così.
Si presero loro cura del bimbo.
Lui crebbe, diventò giovanetto, passarono presto quegli anni.
Era bello Dieguito, la figura alta e prestante del padre e i tratti fini della madre.
Era seducente, aveva due occhi neri, accesi, lucidi, il sorriso smagliante… e quanta vitalità animale emanava!
Di quanto fosse seducente se ne accorse per prima Suor Chiara, era la più vecchia del gruppo di religiose, avrebbe dovuto essere la più forte, la più refrattaria a questi stimoli e invece fu la prima a capitolare.
Le piaceva il ragazzo, ne cercava la vicinanza, uno strano torpore la prendeva quando le era vicino, sentiva un calore percorrerle il corpo, un languore mai provato, era vergine ancora Suor Chiara…
Chi sedusse chi?
Un pomeriggio afoso, il fresco relativo della cella, il sudore e l’odore di sesso.
Lei… in preda al delirio mentre adorava il maestoso cazzo del ragazzo, lui sdraiato sulla schiena e le braccia dietro la testa che glielo offriva, una torre di carne palpitante, lei… che passava le dita delle due mani lungo l’asta, copriva lentamente il glande e poi lo riscopriva, non aveva esperienze di sesso Suor Chiara, ma queste cose le venivano naturali.
Ora erano le sue labbra a scoprire la cappella, a spingere sull’asta la pelle del prepuzio e poi le sue mani a ricoprirla, ancora… ancora, la sua bocca ogni volta ne riceveva un attimo di più.
il cazzo era fenomenale! Lungo oltre una volta e mezzo la sua mano, tanto grosso da doverlo tenere con le due mani, la cappella… ben divisa dal tronco era ancora più grossa, definita… a cuneo, il tronco di carne non liscio e con le grosse vene in rilievo, il grosso fascio nervoso sotto, lo scroto duro e raccolto.
Lo voleva Suor Chiara, voleva quel poderoso cazzo nella sua figa di vergine, voleva essere rotta… spaccata… demolita.. da quell’ariete di carne! Lo voleva dentro di se, voleva sentirlo muoversi nel suo ventre, dilatarla, darle quello che la sua natura chiedeva!
Si distese e invitò il ragazzo.
Non era bella Suor Chiara, non più… la bellezza della gioventù intendo, le grosse mammelle cadevano a lato del suo petto, il ventre mostrava tutta la rilassatezza causata dal tempo.
Quando sentì… la verga premere, s’inarcò Suor Chiara! Spinse il bacino contro la grossa cappella dura e si sentì penetrare, perse la sua verginità datata così… ma non senti nessun dolore, con le mani aggrappate alle spalle del ragazzo lo incitava, lo spronava, voleva sentirsi sfondare dal quel palo di carne!
Poi… conobbe finalmente il piacere, l’orgasmo le rubò il presente, il passato e il futuro, levitava Suor Chiara su di un mondo a lei sconosciuto.
Il ragazzo, Dieguito, era un vero animale da sesso, montava la donna instancabile, tutto gli veniva d’istinto, le soste… le ripartite… gli affondi, i movimenti del bacino, tutto… tutto… era connaturato in lui!
E lei? Suor Chiara?
Passava da un orgasmo al successivo senza soluzione di continuità, non aveva soste, urlava Suor Chiara, urlava… guaiva… gemeva! E gli gridava forte all’orecchio di non smettere mai! Di continuare a fotterla! Lo spronava!
-Più forte… dai! Più forte… ancora.. ancora…! Non smettere!-
Infine… un torrente di sperma le inondò la vagina, mentre il ragazzo si inarcava, teso come la corda di un arco e finalmente si accasciò sulla donna.
Suor Chiara si riprese in quel solo pomeriggio tutto quello che aveva rinunciato durante la sua vita.
Si mise in ginocchio e gli mostrò il grosso culo e lui la montò come uno stallone monta la sua giumenta, da vero selvaggio sbatteva i suoi lombi contro le grosse natiche e le venne ancora dentro, poi… lo montò lei, alzandosi e lasciandosi cadere, prendendo il palo di carne… tutto… tutto dentro! Fino al pelo!
Da quel pomeriggio la vita cambiò nel convento!
Non più liturgie e preghiere, tutto diventò sesso! Sesso scatenato! Sesso sfrenato! Sesso senza limiti!
Tutte subirono il fascino di Dieguito!
Lui… ne aveva per tutte, per tutte e sei, assieme o da sole, e loro ora vivevano di solo piacere, ora le suore si cercavano anche fra loro, si esaurivano in lunghi giochi saffici aspettando il loro maschio comune, questi le dominava… ed era solo un ragazzo!
Le disponeva in fila, in ginocchio, la testa a terra e le prendeva a turno, una dopo l’altra, incessantemente, ogni tanto veniva dentro una di loro e riprendeva mentre le sei suore lo invitavano muovendo il culo!
Le prendeva anche li certo! Spesso! Si… e quanto gridavano mentre il grosso cazzo le faceva soffrire e godere nello stesso momento!
Poi…
si ritrovarono tutte e sei gravide e presero coscienza di quanto era successo!
Dieguito una mattina se ne andò senza nemmeno salutarle, la festa era finita.
Loro? Le suore?
Suor Chiara cercò di abortire usando un lungo ferro da calza e morì dissanguata nel suo letto, un’altra… non ricordo più i loro nomi, si buttò nel pozzo del convento, delle altre quattro… so che partorirono, ma una sola riuscì a vivere una sua vita, le altre finirono nei bordelli, i figli negli orfanotrofi o peggio…
Dieguito sapeva leggere e scrivere e far di conto e la sua bellezza l’aiutava, anche molti uomini subivano questo suo fascino animale, si… anche molti uomini, lui… Dieguito non faceva distinzione, trovò una occupazione come scrivano e contabile presso una grossa fazenda, ebbe una vita movimentata, molto… troppo! Le donne e non solo loro… lo cercavano, lo volevano, superavano ogni scrupolo, eliminavano ogni ostacolo… pur di averlo.
Infine… un giorno scomparve per sempre, dissero che era partito per la Spagna alla ricerca di suo padre, che voleva reclamare la sua parte di patrimonio, che aveva lasciato Cuba per questo…
Molto male aveva causato, famiglie dissolte, dolore… rabbia… gelosia…!
Ma io so di certo che non fu così, non lasciò mai Cuba, fu invece massacrato, si… è così! In una notte di plenilunio… alla luce della luna piena, fu fatto a pezzi dai machete e i pezzi del suo corpo dati agli alligatori.
Degli innumerevoli suoi figli, innumerevoli, si parla di diverse decine… nessuno aveva tre capezzoli come lui, nessuno era un diablito…
Tibet
(da sempretibet blog)
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