Ballando il tango
di
Alba17
genere
masturbazione
Ti guardo mentre fumi una sigaretta.
Ti cammino davanti per provocarti.
Mi guardi dall'alto in basso come per dirmi: vattene, non sono per te!
Sorrido a me stessa. Mi piacciono le sfide e ho già deciso: quest' uomo sarà MIO!
Ti rivolgo la parola, così per caso. Gioiosa e spensierata, mi avvicino mostrando il sorriso che da sempre mi contraddistingue.
"Ciao".
"Ciao" rispondi senza nemmeno alzare gli occhi, mentre una nube di fumo esce dalla tua bocca e ti avvolge di mistero.
"Sono Alba", mi presento.
"So chi sei" mi dici alzando un sopracciglio.
"Ah, si?! Allora saprai anche che adesso vorrei prendere un caffè con te" dico con l'aria strafottente di una 18 enne.
"Alba, che hai? Ti sei stufata di giocare con i tuoi amici? Guarda che qui non si gioca. Il fuoco non si tocca".
Rido, mentre tu ti alzi e te ne vai.
Ti guardo allontanarti con passo deciso e penso a cosa mi abbia tanto colpito di te.
Forse quell'aria misteriosa di uno che ha vissuto in pieno ma non lo dice, forse perché sono stata sempre affascinata dagli uomini maturi, forse nel tuo modo sei così dannatamente bello...
"Non finisce qui!" ti urlo dietro.
Alzi la mano con noncuranza, e continui a camminare senza neppure voltarti.
L'indomani...
Alba è a caccia. Mi vesto con jeans aderentissimi e scarpe da ginnastica, una maglietta che lascia intravedere il mio addome piatto e il mio sedere tondo. Mi guardo allo specchio. Mi piaccio. Forse dovrei mettermi più rossetto, mi dico.
Le mie labbra diventano rosse, l'eye-liner e il mascara mettono in risalto i miei occhi verdi. Mi guardo allo specchio: davvero niente male, vediamo se oggi riesci a resistermi.
Ti passo davanti sculettando. Alzi gli occhi. Sorridi.
"Buongiorno signor so-tutto-io, come va stamattina? Sei forse di buon umore?".
"Lo dico per il tuo bene, signorina, stammi lontano!".
Mi mordo il labbro in modo provocante: "e se non volessi?".
"Dico davvero, è meglio che tu mi stia lontano".
"Meglio per chi?" ti chiedo.
"Per te".
"Sicuro?".
"Sicurissimo!"
"Quindi tu sei così presuntuoso che pensi di sapere meglio di me, cos'è meglio per me?".
I tuoi occhi stavolta mi guardano dritti nei miei. Vedo una luce, un filo di curiosità che si accende.
Faccio per allontanarmi, ma, mentre mi
allontano, ti sfido ancora: "prima o poi quel caffè insieme lo prenderemo. C'è la farò a fartelo prendere, vedrai", dico facendoti l'occhiolino.
"Non giocare a giochi che non conosci. Puoi solo perdere".
"Preferisco perdere, piuttosto che non provarci affatto", rispondo decisa senza battere ciglio.
Ridi divertito, senza scomporti troppo.
Chiudo gli occhi. "Dio, quanto mi piaci!" penso tra me e me.
Passai tante altre volte davanti a te, senza però riuscire nel mio intento. Più facevi il misterioso e più il mio voler conoscerti a tutti i costi e farti mio mi premeva più di qualsiasi cosa. Ogni mattina ti dovevo vedere e, se non succedeva, sentivo un vuoto dentro me, quasi un dolore fisico.
Cominciai a seguirti. A frequentare gli stessi posti che frequentavi tu, le stesse persone, le stesse feste.
Scoprii che avevi una compagna, moglie o non so. E anche che ogni tanto qualche scappatella te la concedevi. Eri diventato la mia ossessione.
Oggi andrai alla sagra del paese. Parteciperai a una gara di ballo. Non so se le informazioni sono giuste, ma io ci sarò, per te.
Ti vedo con la tua compagna, mentre ballate appiccicati un tango. Girate, roteate intorno alla pista. Il tuo bacino attaccato al suo, le braccia distese. Mentre balli, la fai chinare, poi ti chini su di lei a soli due passi da me. Mi vedi. Sorridi. Poi, in quella posizione, le baci il collo senza staccare gli occhi dai miei.
Mi immagino al suo posto. Impazzisco. Con tanta eleganza la tiri su e vi muovete di nuovo con grazia. Adoro il tango anche se non lo so ballare. Guardare te ballarlo, mi fa sognare.
Torno a casa tremante, piena di emozioni. Mi immagino tra le tue braccia, ballo in bagno quella musica che ha penetrato tutto il mio essere. Immagino le tue labbra sulle mie, il tuo bacino che strofina contro il mio. Chiudo gli occhi e immagino te e me, mentre danzando mi spogli. Infilo una mano negli slip. Sono bagnata. Avvolgo le grandi labbra immaginando che sia tu a farlo, le massaggio. Respiro.
"Ti voglio", sussurro.
Immaginandoti, annuso la mia pelle come fosse la tua, mi mordo la spalla con i tuoi denti. Ora la tua mano mi infila un dito nella mia figa, poi due, mentre il pollice tortura il clitoride.
"Mmmm... oh, sii ... continua così" sospiro.
Aumento il ritmo delle dita, e con gli occhi chiusi sento le mie vibrazioni pervadermi, il mio piacere che cresce. Un attimo dopo vengo tra le mie dita.
Apro gli occhi appagata. Ho un vuoto dentro che solo tu potresti riempire. Ma tu non ci sei. Non ora. Non ancora almeno.
Ti cammino davanti per provocarti.
Mi guardi dall'alto in basso come per dirmi: vattene, non sono per te!
Sorrido a me stessa. Mi piacciono le sfide e ho già deciso: quest' uomo sarà MIO!
Ti rivolgo la parola, così per caso. Gioiosa e spensierata, mi avvicino mostrando il sorriso che da sempre mi contraddistingue.
"Ciao".
"Ciao" rispondi senza nemmeno alzare gli occhi, mentre una nube di fumo esce dalla tua bocca e ti avvolge di mistero.
"Sono Alba", mi presento.
"So chi sei" mi dici alzando un sopracciglio.
"Ah, si?! Allora saprai anche che adesso vorrei prendere un caffè con te" dico con l'aria strafottente di una 18 enne.
"Alba, che hai? Ti sei stufata di giocare con i tuoi amici? Guarda che qui non si gioca. Il fuoco non si tocca".
Rido, mentre tu ti alzi e te ne vai.
Ti guardo allontanarti con passo deciso e penso a cosa mi abbia tanto colpito di te.
Forse quell'aria misteriosa di uno che ha vissuto in pieno ma non lo dice, forse perché sono stata sempre affascinata dagli uomini maturi, forse nel tuo modo sei così dannatamente bello...
"Non finisce qui!" ti urlo dietro.
Alzi la mano con noncuranza, e continui a camminare senza neppure voltarti.
L'indomani...
Alba è a caccia. Mi vesto con jeans aderentissimi e scarpe da ginnastica, una maglietta che lascia intravedere il mio addome piatto e il mio sedere tondo. Mi guardo allo specchio. Mi piaccio. Forse dovrei mettermi più rossetto, mi dico.
Le mie labbra diventano rosse, l'eye-liner e il mascara mettono in risalto i miei occhi verdi. Mi guardo allo specchio: davvero niente male, vediamo se oggi riesci a resistermi.
Ti passo davanti sculettando. Alzi gli occhi. Sorridi.
"Buongiorno signor so-tutto-io, come va stamattina? Sei forse di buon umore?".
"Lo dico per il tuo bene, signorina, stammi lontano!".
Mi mordo il labbro in modo provocante: "e se non volessi?".
"Dico davvero, è meglio che tu mi stia lontano".
"Meglio per chi?" ti chiedo.
"Per te".
"Sicuro?".
"Sicurissimo!"
"Quindi tu sei così presuntuoso che pensi di sapere meglio di me, cos'è meglio per me?".
I tuoi occhi stavolta mi guardano dritti nei miei. Vedo una luce, un filo di curiosità che si accende.
Faccio per allontanarmi, ma, mentre mi
allontano, ti sfido ancora: "prima o poi quel caffè insieme lo prenderemo. C'è la farò a fartelo prendere, vedrai", dico facendoti l'occhiolino.
"Non giocare a giochi che non conosci. Puoi solo perdere".
"Preferisco perdere, piuttosto che non provarci affatto", rispondo decisa senza battere ciglio.
Ridi divertito, senza scomporti troppo.
Chiudo gli occhi. "Dio, quanto mi piaci!" penso tra me e me.
Passai tante altre volte davanti a te, senza però riuscire nel mio intento. Più facevi il misterioso e più il mio voler conoscerti a tutti i costi e farti mio mi premeva più di qualsiasi cosa. Ogni mattina ti dovevo vedere e, se non succedeva, sentivo un vuoto dentro me, quasi un dolore fisico.
Cominciai a seguirti. A frequentare gli stessi posti che frequentavi tu, le stesse persone, le stesse feste.
Scoprii che avevi una compagna, moglie o non so. E anche che ogni tanto qualche scappatella te la concedevi. Eri diventato la mia ossessione.
Oggi andrai alla sagra del paese. Parteciperai a una gara di ballo. Non so se le informazioni sono giuste, ma io ci sarò, per te.
Ti vedo con la tua compagna, mentre ballate appiccicati un tango. Girate, roteate intorno alla pista. Il tuo bacino attaccato al suo, le braccia distese. Mentre balli, la fai chinare, poi ti chini su di lei a soli due passi da me. Mi vedi. Sorridi. Poi, in quella posizione, le baci il collo senza staccare gli occhi dai miei.
Mi immagino al suo posto. Impazzisco. Con tanta eleganza la tiri su e vi muovete di nuovo con grazia. Adoro il tango anche se non lo so ballare. Guardare te ballarlo, mi fa sognare.
Torno a casa tremante, piena di emozioni. Mi immagino tra le tue braccia, ballo in bagno quella musica che ha penetrato tutto il mio essere. Immagino le tue labbra sulle mie, il tuo bacino che strofina contro il mio. Chiudo gli occhi e immagino te e me, mentre danzando mi spogli. Infilo una mano negli slip. Sono bagnata. Avvolgo le grandi labbra immaginando che sia tu a farlo, le massaggio. Respiro.
"Ti voglio", sussurro.
Immaginandoti, annuso la mia pelle come fosse la tua, mi mordo la spalla con i tuoi denti. Ora la tua mano mi infila un dito nella mia figa, poi due, mentre il pollice tortura il clitoride.
"Mmmm... oh, sii ... continua così" sospiro.
Aumento il ritmo delle dita, e con gli occhi chiusi sento le mie vibrazioni pervadermi, il mio piacere che cresce. Un attimo dopo vengo tra le mie dita.
Apro gli occhi appagata. Ho un vuoto dentro che solo tu potresti riempire. Ma tu non ci sei. Non ora. Non ancora almeno.
0
voti
voti
valutazione
0
0
Commenti dei lettori al racconto erotico