Il peccato originale.
di
Tibet
genere
pulp
Io sono solo un cantastorie.
Dedico questo racconto a Cigno, sapendolo come me un appassionato e ammiratore di Tarantino. Molti si fermano a guardare la salsa di pomodoro spacciata per sangue come fosse il classico dito ignorando la luna.
Dimmi... Cigno che eri tu Gaia Libera.
Ammettilo e chiudiamo qui questa cosa. Mi sta tormentando non saperlo.
^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^
Ognuno ha un angolo buio dentro di se.
Non scuotere la testa, anche tu che mi leggi ne hai uno,
li hai riposto le cose che vuoi dimenticare.
Certo! Se sei fortunato, hai persino dimenticato di averlo l’angolo buio!
Forse il mio angolo è strapieno, visto che ne esce di tutto, ma tutto sopporto ma questa cosa… NO!
Carthago… mille vite fa.
Bari è morto, si è sparato.
Ho visto farlo
un attimo prima di mettersi in bocca il vecchio revolver mi parlava…
poi… il suo cervello sparso sulla parete dietro di lui.
Una macchia di materia cerebrale e sangue, tanto sangue!
E l’odore di cordite! E l’odore di morte!
E’ terribile l’odore della morte…
Non lo si dimentica mai…
Ora… è qui da me la sua donna,
abbiamo seppellito il suo corpo oggi, noi due soli
piange Conchita,
piange ma è senza lacrime…
non ne ha più.
Mi racconta di Bari.
Che uomo Bari!
Poco meno di due metri
e l’animo di un bambino
la sua innocenza…
la sua fiducia mal riposta nel mondo!
E’ stato truffato… Bari.
Ha lasciato un paese, il suo, per cercare una nuova vita ed ha trovato la morte, la morte per disperazione.
E’ bella Conchita.
E’ una mistique, in lei si intuiscono innumerevoli travasi di DNA, il bianco, il nero, il giallo.
E’ un capolavoro della natura, Conchita.
Non mi chiede nulla, Conchita, ma una cosa farò, è già deciso.
Voglio la vendetta.
Ora lei vuole consolazione.
Donna vieni… ricordiamo assieme il tuo uomo, io so la maniera!
Ti insegno cosa usare per far svanire il dolore e la pazzia della mente!
Il sesso... Conchita!
Il sesso... anestetico
il sesso... come un momento di oblio
il sesso... come passaporto temporaneo per il domani!
Per questa notte... Conchita!
Domani torneremo a soffrire.
Dammi la bocca... Conchita!
Sei bella… bella!
Non giudicate!
Lui è morto e noi siamo vivi!
Vivi… vivi… vivi! Perdio!!!!
Vieni… fatti spogliare, ti voglio nuda!
Ah… il tuo seno, Conchita!
Le tue mammelle piene… sode!
Le tue areole, Conchita, due medaglioni color della cioccolata
e i tuoi capezzoli?
Due ditali, lunghi e grossi… rigati.
Ah… mettere il viso nella valle fra le due colline.
Non so parlare d’amore, Conchita, io ho perso quelle parole.
Apri le cosce, Conchita!
Inarcati, Conchita!
Ah… il tuo scrigno, Conchita!
Quelle labbra gonfie, scure,
l’interno… corallo puro!
Il tuo clitoride?
Grosso quanto la punta del mio mignolo, lucido… sensibile.
Lo senti, Conchita?
Senti come cresce il desiderio?
Come diventa frenesia?
Fammela baciare, Conchita, lascia che appoggi le mie labbra, che la mia bocca possa suggere il tuo miele, fatti baciare, mordere, succhiare!
Aprila, Conchita, aprila con le dita dai! Fammela vedere, fammi mettere la lingua dentro… dai!
Come scuoti la testa... Conchita!
Come ansimi... Conchita!
Cosa dici, cosa sussurri... Conchita?
Dillo forte… forte, ripetilo!
-Te quiero… Bari, te quiero… my vida…-.
Urlalo…!
Lui ti sentirà!
Pensalo... Conchita!
Pensalo e lui ti sentirà!
Usa il mio cazzo… come fosse il suo!
Eccolo… eccolo… dentro di te a fondo…!!
Non mi importa… se mi usi... no…!
Usami, Conchita… usami…!
Perdio…!!!
Usami… cazzo… usami…!!!
Mordimi… forte! Fammi sanguinare!
Graffiami Conchita, voglio sentire le tue unghie aprirmi la carne…!
Dai…!
Aprimi il petto con i denti, Conchita!
Mangiami il cuore, Conchita…!
Godi, Conchita… urla…!
Dai ancora.. ancora… ancora…!
Poi… poi… poi…
i corpi madidi…
il respiro rotto…
e il suo pianto… lungo… disperato…
e il mio!
-Voglio esserci anch’io, ti prego… ti prego…-.
-Va bene Conchita… va bene…-
Poi… il sangue!
Il sangue!
La mattanza…!
Quanto sangue! Un fiume di sangue!
La notte…
Noi due… lei ed io, una tuta blu scuro per ambedue,
il volto annerito dal nerofumo.
I machete…
L’avvicinamento alla ex finca di Bari, una finca di 900 acri coltivati a caffè sulle pendici dell’Irrazù, comperata da lui in fiducia e poi persa per la denuncia del vecchio proprietario, una falsa denuncia per frode fiscale e truffa, Bari rischiava di dover andare in prigione, e minimo, se gli andava bene, l’espulsione immediata dal paese e la perdita di tutto, scacciato come un Giuda e senza più un soldo!
Non è un paese per ingenui, il centro America, no, non lo è!
Dietro a tutto questo?
Al solito… i soldi…!
I stramaledetti soldi!
La scoperta di un giacimento di caolino e una società nord-americana che si intromette, che briga… che inquina… che corrompe, corrompe le coscienze, sempre i soldi… soldi… soldi, sempre i loro stramaledetti soldi…! Che dio li maledica!
E Bari…?
Che non voleva la ricchezza?
Che voleva solo la tranquillità?
E la sua vita assieme a Conchita, il suo sogno?
Stritolato!
Il vecchio proprietario aveva ripreso ad abitarvi dopo aver ottenuto l’allontanamento di Bari.
Aveva una famiglia numerosa.
La cosa… mi sfuggì di mano, dovevo rifiutare a Conchita di parteciparvi, che errore!
La colpa fu mia!
Il solo bersaglio doveva essere lui, lui che doveva pagare.
Una vita per una vita!
E invece… il sangue, torrenti di sangue!
Vedere il machete aprirgli il collo, il getto di sangue che mi colpiva sul viso, poi il colpo di Conchita e doveva finire così!
Il suo sangue per il sangue di Bari!
Ma lei… perse il controllo, in un raptus di follia assoluta diventò una furia, una erinni e fu tregenda, un massacro, il castigo del mondo! Urlando prese a entrare in tutte le stanze, una dopo l’altra e massacrare chi ci stava, donne, ragazzi, bambini!
Che dovevo fare? Impossibile fermarla!
Rimediare, solo rimediare ormai.
Dovevo finire in fretta, non lasciare nessuno vivo, ormai era solo quello che potevo e dovevo fare.
Un ragazzo… esce da una stanza, il corpo insanguinato e lei, lei… che lo rincorre… lo raggiunge… alza il machete… e…!
Il colpo… il tonfo…!
Come colpire un melone!
E quella che colpii io… dopo?
Quella che fuggiva? Quella che abbattei? Quella che sarebbe altrimenti vissuta?
La moglie del giovane!
Era gravida!
Me ne accorsi dopo!
Oh cazzo…!
Noooo! Portava una vita in grembo!
Tremavo, incapace di controllarmi.
Il machete… mi cadde di mano…!
No… No…!
Bari… non avrebbe voluto questo, non lo avrebbe mai permesso.
Lo so di certo, lui era buono.
Ma io e Conchita non lo eravamo buoni.
No.
Conchita… non superò la cosa.
Tempo tre giorni e si uccise anche lei.
Voleva raggiungere il suo Bari… scrisse.
Io… la superai a modo mio visto che sono ancora vivo.
Otto vite per una vita, otto!
Compresa quella che doveva nascere…
E’ quella che doveva nascere… che più mi tormenta…
Dai, torna nell’angolo buio…
Tibet
Dedico questo racconto a Cigno, sapendolo come me un appassionato e ammiratore di Tarantino. Molti si fermano a guardare la salsa di pomodoro spacciata per sangue come fosse il classico dito ignorando la luna.
Dimmi... Cigno che eri tu Gaia Libera.
Ammettilo e chiudiamo qui questa cosa. Mi sta tormentando non saperlo.
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Ognuno ha un angolo buio dentro di se.
Non scuotere la testa, anche tu che mi leggi ne hai uno,
li hai riposto le cose che vuoi dimenticare.
Certo! Se sei fortunato, hai persino dimenticato di averlo l’angolo buio!
Forse il mio angolo è strapieno, visto che ne esce di tutto, ma tutto sopporto ma questa cosa… NO!
Carthago… mille vite fa.
Bari è morto, si è sparato.
Ho visto farlo
un attimo prima di mettersi in bocca il vecchio revolver mi parlava…
poi… il suo cervello sparso sulla parete dietro di lui.
Una macchia di materia cerebrale e sangue, tanto sangue!
E l’odore di cordite! E l’odore di morte!
E’ terribile l’odore della morte…
Non lo si dimentica mai…
Ora… è qui da me la sua donna,
abbiamo seppellito il suo corpo oggi, noi due soli
piange Conchita,
piange ma è senza lacrime…
non ne ha più.
Mi racconta di Bari.
Che uomo Bari!
Poco meno di due metri
e l’animo di un bambino
la sua innocenza…
la sua fiducia mal riposta nel mondo!
E’ stato truffato… Bari.
Ha lasciato un paese, il suo, per cercare una nuova vita ed ha trovato la morte, la morte per disperazione.
E’ bella Conchita.
E’ una mistique, in lei si intuiscono innumerevoli travasi di DNA, il bianco, il nero, il giallo.
E’ un capolavoro della natura, Conchita.
Non mi chiede nulla, Conchita, ma una cosa farò, è già deciso.
Voglio la vendetta.
Ora lei vuole consolazione.
Donna vieni… ricordiamo assieme il tuo uomo, io so la maniera!
Ti insegno cosa usare per far svanire il dolore e la pazzia della mente!
Il sesso... Conchita!
Il sesso... anestetico
il sesso... come un momento di oblio
il sesso... come passaporto temporaneo per il domani!
Per questa notte... Conchita!
Domani torneremo a soffrire.
Dammi la bocca... Conchita!
Sei bella… bella!
Non giudicate!
Lui è morto e noi siamo vivi!
Vivi… vivi… vivi! Perdio!!!!
Vieni… fatti spogliare, ti voglio nuda!
Ah… il tuo seno, Conchita!
Le tue mammelle piene… sode!
Le tue areole, Conchita, due medaglioni color della cioccolata
e i tuoi capezzoli?
Due ditali, lunghi e grossi… rigati.
Ah… mettere il viso nella valle fra le due colline.
Non so parlare d’amore, Conchita, io ho perso quelle parole.
Apri le cosce, Conchita!
Inarcati, Conchita!
Ah… il tuo scrigno, Conchita!
Quelle labbra gonfie, scure,
l’interno… corallo puro!
Il tuo clitoride?
Grosso quanto la punta del mio mignolo, lucido… sensibile.
Lo senti, Conchita?
Senti come cresce il desiderio?
Come diventa frenesia?
Fammela baciare, Conchita, lascia che appoggi le mie labbra, che la mia bocca possa suggere il tuo miele, fatti baciare, mordere, succhiare!
Aprila, Conchita, aprila con le dita dai! Fammela vedere, fammi mettere la lingua dentro… dai!
Come scuoti la testa... Conchita!
Come ansimi... Conchita!
Cosa dici, cosa sussurri... Conchita?
Dillo forte… forte, ripetilo!
-Te quiero… Bari, te quiero… my vida…-.
Urlalo…!
Lui ti sentirà!
Pensalo... Conchita!
Pensalo e lui ti sentirà!
Usa il mio cazzo… come fosse il suo!
Eccolo… eccolo… dentro di te a fondo…!!
Non mi importa… se mi usi... no…!
Usami, Conchita… usami…!
Perdio…!!!
Usami… cazzo… usami…!!!
Mordimi… forte! Fammi sanguinare!
Graffiami Conchita, voglio sentire le tue unghie aprirmi la carne…!
Dai…!
Aprimi il petto con i denti, Conchita!
Mangiami il cuore, Conchita…!
Godi, Conchita… urla…!
Dai ancora.. ancora… ancora…!
Poi… poi… poi…
i corpi madidi…
il respiro rotto…
e il suo pianto… lungo… disperato…
e il mio!
-Voglio esserci anch’io, ti prego… ti prego…-.
-Va bene Conchita… va bene…-
Poi… il sangue!
Il sangue!
La mattanza…!
Quanto sangue! Un fiume di sangue!
La notte…
Noi due… lei ed io, una tuta blu scuro per ambedue,
il volto annerito dal nerofumo.
I machete…
L’avvicinamento alla ex finca di Bari, una finca di 900 acri coltivati a caffè sulle pendici dell’Irrazù, comperata da lui in fiducia e poi persa per la denuncia del vecchio proprietario, una falsa denuncia per frode fiscale e truffa, Bari rischiava di dover andare in prigione, e minimo, se gli andava bene, l’espulsione immediata dal paese e la perdita di tutto, scacciato come un Giuda e senza più un soldo!
Non è un paese per ingenui, il centro America, no, non lo è!
Dietro a tutto questo?
Al solito… i soldi…!
I stramaledetti soldi!
La scoperta di un giacimento di caolino e una società nord-americana che si intromette, che briga… che inquina… che corrompe, corrompe le coscienze, sempre i soldi… soldi… soldi, sempre i loro stramaledetti soldi…! Che dio li maledica!
E Bari…?
Che non voleva la ricchezza?
Che voleva solo la tranquillità?
E la sua vita assieme a Conchita, il suo sogno?
Stritolato!
Il vecchio proprietario aveva ripreso ad abitarvi dopo aver ottenuto l’allontanamento di Bari.
Aveva una famiglia numerosa.
La cosa… mi sfuggì di mano, dovevo rifiutare a Conchita di parteciparvi, che errore!
La colpa fu mia!
Il solo bersaglio doveva essere lui, lui che doveva pagare.
Una vita per una vita!
E invece… il sangue, torrenti di sangue!
Vedere il machete aprirgli il collo, il getto di sangue che mi colpiva sul viso, poi il colpo di Conchita e doveva finire così!
Il suo sangue per il sangue di Bari!
Ma lei… perse il controllo, in un raptus di follia assoluta diventò una furia, una erinni e fu tregenda, un massacro, il castigo del mondo! Urlando prese a entrare in tutte le stanze, una dopo l’altra e massacrare chi ci stava, donne, ragazzi, bambini!
Che dovevo fare? Impossibile fermarla!
Rimediare, solo rimediare ormai.
Dovevo finire in fretta, non lasciare nessuno vivo, ormai era solo quello che potevo e dovevo fare.
Un ragazzo… esce da una stanza, il corpo insanguinato e lei, lei… che lo rincorre… lo raggiunge… alza il machete… e…!
Il colpo… il tonfo…!
Come colpire un melone!
E quella che colpii io… dopo?
Quella che fuggiva? Quella che abbattei? Quella che sarebbe altrimenti vissuta?
La moglie del giovane!
Era gravida!
Me ne accorsi dopo!
Oh cazzo…!
Noooo! Portava una vita in grembo!
Tremavo, incapace di controllarmi.
Il machete… mi cadde di mano…!
No… No…!
Bari… non avrebbe voluto questo, non lo avrebbe mai permesso.
Lo so di certo, lui era buono.
Ma io e Conchita non lo eravamo buoni.
No.
Conchita… non superò la cosa.
Tempo tre giorni e si uccise anche lei.
Voleva raggiungere il suo Bari… scrisse.
Io… la superai a modo mio visto che sono ancora vivo.
Otto vite per una vita, otto!
Compresa quella che doveva nascere…
E’ quella che doveva nascere… che più mi tormenta…
Dai, torna nell’angolo buio…
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