Serata imprevista 6

di
genere
incesti

Mentre pago il salato conto, faccio spacchettare al commesso tre piccoli vibratori telecomandati, sono come degli “ovetti” ma le dimensioni e le forme sono come quelle di un rossetto, possono sia essere inseriti che stimolare esternamente, il telecomando ha tre velocità. Sono tutti iper-eccitati dall’esperienza appena fatta, i commenti ed i doppi sensi si sprecano.
Ci riavviciniamo alla macchina, li fermo prima di farli salire, Ivana per cominciare, la faccio appoggiare allo sportello dell’auto, le alzo la minigonna mostro oscenamente il suo culo nel parcheggio, lei dice: “cosa vuoi fare ci possono vedere”,
-non preoccuparti, è il parcheggio di un locale scambisti e sexy-shop, non faranno caso a noi, e se lo fanno… meglio!
Le tiro giù il minuscolo slippino, le allargo la fichetta che sento bella bagnata, segno che la visita al sexy-shop ha fatto il suo effetto, chiamo Dario accanto a me gli dico di inumidirla ulteriormente con la lingua, lui si inginocchia ed inizia a leccare, io nel frattempo inumidisco il “Bullet” cioè il piccolo vibratore telecomandato e lo inserisco in figa alla bella ragazza che sobbalza per un attimo, poi prendo il telecomando e metto a velocità uno, ottengo un brivido dalla ragazza, che poi lascio libera di entrare in auto, poi, avanti con mia moglie, che stranamente reagisce molto bene, sganciandosi la gonna da sola ed appoggiandosi allo sportello, lei si appoggia di spalle però, in questo modo ha la possibilità di guidare la testa del figlio direttamente nel suo spacco, il mio sguardo si incrocia con quello di mia figlia, gli faccio cenno di scendere anche lei a leccare il figone della mamma, esegue, e si affianca al fratello nell’operazione oscena, mi avvicino, li abbraccio a tutti e tre e sussurro:”vi amo, siete bellissimi”.
Inserisco anche alla loro mamma, il sex-toys radiocomandato, alla stessa velocità di Ivana e la lascio entrare, resta la mia bambina, dopo tutte le peripezie capitate da ieri sera ad oggi, ancora io e lei non abbiamo scopato, rifletto su questo mentre la piego a novanta gradi con le mani poggiate sul vetro dell’auto, e tiro giù le sue mutandine rosa, che al solo vederle mi mandano in estasi, spingo con la mano la testa del fratello a leccarle la farfallina, mentre con la mia di lingua le penetro un po’ il buchetto del culo, è una scena fantastica, io e mio figlio stiamo leccando i buchini della mia bambina, che goduria, il cazzo inizia a tirarmi da dentro il pantalone, e vedo lo stesso effetto sul pacco di Dario, ancora una volta mi limito, inserisco il mini vibratore, metto a velocità due e la faccio sedere sul sedile anteriore, lei fa per ritirarsi su le mutandine, ma io la blocco, la faccio entrare in auto con il leggins e le mutandine abbassate a metà, mi guarda sorridente ed entra, poi riapro lo sportello posteriore e faccio scendere mia moglie per un attimo, voglio sia il mio bambinone a sedersi in mezzo a loro, prima che entri a Dario gli sbottono il jeans, prendo due telecomandi e glieli infilo nelle mutande, tra le palle e lo spacco del culo, il telecomando che aziona il vibratore di mia figlia invece, lo infilo nelle mie mutande.
Metto in moto e parto, chiedendo alle donne che sensazioni provano, mia figlia è la prima a rispondere: sto divinamente bene mi fa, questo aggeggino lavora meglio di molti uomini e si mette a ridere, Ivana le fa eco, mentre mia moglie dice: “è una tortura, dovrebbe andare più veloce”.
-E’ Dario ad avere i telecomandi, se volete soddisfarvi, dovrete guadagnarveli dalle sue mutande, dico, mentre dallo specchietto retrovisore faccio l’occhiolino a mio figlio. Poi rivolto a Sara: anche tu te lo devi guadagnare tesoro, e nel frattempo allungo la mano tra le sue cosce, sono emozionato come un neopatentato che è appena andato a prendere la fidanzatina con la macchina del padre, lo sguardo languido della mia piccola mi invita ad osare sempre più, spingo una falange nella sua fichetta facendola mugolare, poi torno a guardare nel retrovisore, sia mia moglie che Ivana stanno armeggiando con la patta di Dario, ridono per quant’è ardua l’operazione con i jeans attillati di mio figlio, alla fine riescono ad estrarre cazzo e coglioni dalla lampo, il paletto di carne è bello teso e già lucido, Ivana lo sega, la mamma gli massaggia le grosse palle, mio figlio limona duramente con entrambe, poi reclina la testa all’indietro e inizia a godersi una sega a due mani, la mamma va a leccargli il pronunciato pomo d’adamo, Ivana cerca con l’altra mano di raggiungere i telecomandi, la scena è talmente coinvolgente che devo riportare lo sguardo sulla strada per non sbandare, mia figlia si sporge dal sediolino a guardare indietro poi mi raggiunge dandomi un bacio sulla guancia, poi tira fuori la lingua e la infila nel mio orecchio e scende fino al collo, continua scendere la sua testolina sul mio pacco che sta quasi per esplodere, le sue delicate manine mi aprono la zip, la mia emozione è fortissima, in pratica sto già ansimando, vederla piegata sul mio pacco con le mutandine abbassate mi manda forti scariche al cazzo, che quando svetta dai pantaloni è come se si liberasse dalle catene.
Ogni uomo sulla terra desidera un pompino mentre sta guidando, ed io ne sto avendo uno sublime da una splendida puledrina che è pure mia figlia, cosa che mi fa raggiungere un piacere enorme, perverso e sconosciuto, ringrazio il cambio automatico che mi facilita la guida e la strada statale che essendo sabato pomeriggio deve ancora essere trafficatissima.
Mia figlia riesce a procurasi il telecomando ed ovviamente mette a velocità massima, ha quasi il culo all’aria, mentre cerca di ingollare la mia asta, il suo andirivieni ritmico con la testa che si muove velocemente mi porta quasi all’orgasmo dopo pochi secondi, riesco solo a dare un’altra occhiata dietro, Ivana ha trovato i telecomandi, armeggia un po’ per vedere quale comanda il suo, mette velocità massima a quello di mia moglie che esclama:”figliola mia che tu sia benedetta”, mette al massimo anche il suo, adesso tutte e tre le donne hanno gli ovetti che vibrano al massimo e gli effetti sono evidenti, la mia auto è diventata un puttanaio ambulante, mio figlio ha le mani impegnate nelle loro fighe, le trastulla con vigore, sia Ivana che mia moglie Daniela, hanno le mani su quelle di Dario, gli guidano la masturbazione, il respiro diventa affannoso a tutti e tre, io sono allo stremo, la mia piccola bambina sta facendomi un pompino coi fiocchi, grugnisco, sbuffo mi agito e….ahhhhhhh grrrrrrrr…ahhhhhh godo, sborro copiosamente nella bocca di Sara, le tengo la testa ferma sul cazzo urlando: sii bambina ingoia, ingoia tutta la gioia di papà, così dai succhialo al tuo papino…. Disperatamente lei cerca di ingoiare tutto, è un’impresa colossale visto che in pratica mi sforzo di affogarla col cazzo, ci riesce per metà, rivoli di sperma le colano dai lati delle labbra, se li raccoglie con il dito e me li poggia in bocca, succhio le dita della mia bambina con passione, e devo usare tutta la mia abilità di pilota per non andare fuori strada, anche sul sedile posteriore si è al culmine, la sega ha trasformato il cazzo di mio figlio in un obelisco che sta per eruttare, viene anche lui nelle sapienti mani della mamma e della bella troietta cha ha accanto, schizza in aria, talmente forte che quasi raggiunge il tettuccio dell’auto.
-Si puttane…. Siiii…..fatemi godere.
Le donne dal canto loro vengono quasi insieme, sbrodolandogli umori sulle mani, sospiri e mugolii si susseguono, anche mia figlia accanto a me si sta sgrillettanto forsennatamente, mi guarda e mi sussurra:”ti amo papà”, e viene anche lei, in maniera rumorosa, lanciando gridolini di piacere.
Gli ultimi chilometri di strada trascorrono in silenzio, mentre tutti cercano di sistemarsi alla meglio, finché mia figlia esclama: “ed ora come si levano sti cosi vibranti dalla fica!”
Le risate coinvolgono tutti, fermo l’auto sotto casa, l’operazione di liberazione degli ovetti è più macchinosa di quel che pensavo ma mi dà la possibilità di frugare nella fichetta di Sara, e la cosa mi fa mooolto piacere, estraggo il “bullet” vibrante anche da mia moglie, ma da Ivana no, lo spengo solo per il momento, lei protesta, dice che dopo l’orgasmo, quell’oggetto in figa è solo una tortura. Sorrido perché è proprio quello che voglio.
La mia famiglia si dilegua in pochi secondi, Dario le dà solo un bacetto e fugge di sopra sapendo che alla bella bionda l’accompagno io.
Ivana si siede accanto a me con le braccia conserte ed il broncio, le domando se va tutto bene, lei risponde di no, avrebbe voluto che l’accompagnasse Dario a casa, invece l’ha rimasta nelle mie grinfie.
-io cerco di farle capire che con i ragazzi come mio figlio è normale, quando ti sono vicino ti fanno sentire speciali, ma poi si allontanano ed è come se, si fosse allontanato il sole, non bisogna prendersela, ma approfittare dei momenti che si passano insieme.
Arriviamo sotto casa sua, è un palazzone popolare nella più infima periferia, mi chiede di non fermarmi sotto casa, se vedono che mi accompagna un uomo maturo col macchinone penserebbero a male, è una strafiga dell’est e già quando passa i commenti si sprecano.
Fermo l’auto in un posto che mi sembra il più sicuro possibile, e faccio per accompagnarla in casa, lei mi guarda male e dice:”cosa ti fa credere che ti faccia salire a casa?”
-ho fatto due conti cara, è pomeriggio inoltrato, tua madre se lavora presso una sartoria da spose, sicuro è ancora al lavoro, e tuo padre che fa il cameriere, sicuro il sabato lavora di più, quindi….
-quindi sei un bastardo che si è fatto i suoi calcoli, ma sappi che con mia sorella non ci scopi.
-mamma mia Ivana come sei malpensante, faccio io, mica la devo violentare, ti ho chiesto solo di presentarmela, in pratica è maggiorenne, potrà decidere lei che fare, o deve chiedere il permesso?... e poi devo salire per forza altrimenti chi te lo toglie l’ovetto dalla fica?
Mentre facciamo questi discorsi siamo già fuori la porta di casa, aziono l’ovetto nella fica a velocità due, Ivana mi fulmina con lo sguardo, elaboro scuse plausibili nel caso dovesse aprire uno dei genitori, ma il problema non si pone, apre la sorella piccola.
-“speravo che fosse mamma” fa la ragazzina, devo uscire con gli amici e non ho un soldo, Ivana apre la borsetta e gli dà venti euro, lei vorrebbe di più ma Ivana le dice:”fatteli bastare”.
Io assisto al piacevole teatrino guardandomi bene la piccolina, è davvero uno spettacolo di ragazza, è più bassa di Ivana, ma con il seno pesante e le labbra rosse, i capelli neri che ora sono bagnati ed un asciugamano in vita, anche lei si sta preparando per il sabato sera.
Ivana entra, non mi presenta neanche, e le dice :”non fidarti di quest’uomo e non credere a nulla di quello di quello che dice, io scappo in bagno”, poi guardando me:”aspettami in camera che devi fare quella cosa”
Io le rispondo che può fare senza fretta, anzi è meglio che prima si faccia una doccia ed indossi qualcosa di più comodo, lei continua a guardarmi male, ma l’ovetto in figa fa il suo dovere, e Ivana raggiunge il bagno, sorrido alla bella ragazzina che mi fa:”cosa hai combinato a mia sorella da farla arrabbiare così?”
-ma niente, rispondo io, le ho solo comprato un diamante ed un telefonino…..
-Cazzo! fa lei, allora se le compravi una macchina che faceva ti sparava? E si mette a ridere..
Ridiamo insieme, le dico che sua sorella ha un carattere impossibile, e non apprezza né i complimenti né i regali, poi con fare da marpione consumato mi avvicino e le chiedo se lei invece è una donna che li apprezza i regali ed i complimenti.
-ma certo che li apprezzo, mica sono cretina io….
Mi avvicino all’orecchio e le sussurro: lo spero bene, perché ho proprio qui un regalino per te, sai preferisco le more, e quando tua sorella mi ha palato di te, non ho resistito alla voglia di conoscerti, ed appena ti ho visto mi sei piaciuta moltissimo, che dici l’accetti un regalino da me?
Lei è turbata ma incuriosita, poi mi sorride e dice: che regalino hai per me?
Le chiedo di girarsi, e tiro fuori dalla tasca una delle catenine d’oro presa al centro commerciale, gliela appunto sul collo, indugiando poi con le mani sulle spalle, la giro a me, e le dico come sei bella Karina mi piaci da morire, e le spingo le labbra sulle sue.
Lei accetta il bacio a timbro, ma poi tirandosi indietro mi dice: ma io non so neanche il suo nome!!
Mi chiamo Francesco, ma tutti mi chiamano Franco, vedo che ti stai preparando per uscire, come lo raggiungi il centro?
-prima con l’autobus e poi con la metro, fa lei
Gli dico: se non dici niente ad Ivana ti aspetto di sotto e ti do io un passaggio.
Lei mi risponde “ok”, e va a vestirsi nella camera della sorella che poi è anche la sua.
Io entro in bagno dove si trova Ivana, si sta lavando in una piccolissima doccia, gli chiedo come mai non si sia chiusa dentro, lei mi risponde che questo è l’unico bagno in casa, quindi è sempre aperto e lo usano tutti, sorrido dicendo: allora tuo padre può venire a guardare le grazie delle figliole quando vuole?
Mi risponde che il padre non è un depravato come me, io controbatto dicendole che se la vede sotto la doccia così come la vedo io allora di sicuro qualche pensierino se l’è fatto, lei mi ricorda che devo toglierle quel vibratore da dentro la fica, io provvedo, approfittandone per allungare le mani, ma lei mi stoppa, sono quasi le otto di sera, non solo potrebbe tornare sua madre da un momento all’altro, ma le ha telefonano Gino il fidanzato, dicendole che la sta venendo a prendere per uscire, poi mi chiede della sorella, io sono evasivo, rispondo che non siamo andati oltre ai convenevoli, evidentemente il sabato sera non è il momento migliore per presentarsi, lei mi dice: ben ti sta!
Ovviamente ignora che tra un po’ la bella sorellina si farà scarrozzare da me per il centro, quindi io con aria di commiato le chiedo quando potremmo vederci, lei risponde: ”mai più”, ma io con fare amorevole le accarezzo la guancia e le sussurro: “ti amo, ti chiamo io domani o al massimo lunedì”, le do un ultimo bacio e corro nella camera dove si trova Karina, spalanco la porta e la trovo solo con reggiseno e mutandina mentre si sta asciugando i capelli, le sorrido a bocca larga, lei mi fa la linguaccia, le dico:”lo sapevo che eri bella ma così sei da infarto, ti aspetto giù, sto vicino all’auto, ho parcheggiato vicino il palazzo accanto, non metterci troppo”…
Scendo le scale tutto eccitato, facendo bene i conti non sono passate neanche ventiquattro ore dalla “serata inaspettata” e le cose sessualmente parlando mi sono andate più che bene, vediamo come si mette ora.
di
scritto il
2018-02-05
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