Una paziente della dottoressa Angela - Ménage a trois

di
genere
saffico

Dottoressa, le scrivo per raccontarle la mia ultima esperienza. È un qualcosa che mai mi sarei aspettata, e penso che nessuno a parte lei dovrebbe saperlo. Ma a qualcuno penso di doverlo dire, se non altro per scaricare la tensione e perché lei possa dirmi che, dopotutto, non è poi una cosa così grave.
Tutto è cominciato un caldo pomeriggio di agosto. Avevo deciso di invitare a casa mia, nel giardino della mia villa di Anghiari (appena fuori il borgo medievale), due delle mie più care amiche per un thè freddo al limone. Premetto (e questo è un particolare interessante) che la nostra amicizia è iniziata solo da un paio d’anni e per un motivo piuttosto singolare: la nostra amicizia infatti era in principio solo una “sinergia”, per cercare di trovare delle prove sul fatto che i nostri mariti ci tradissero attraverso un sito internet dedicato agli incontri extra-coniugali. Dapprima ci siamo incontrate su un forum, poi nella vita reale, infine abbiamo speso fior di quattrini per ingaggiare prima un detective privato, e poi un tecnico informatico o qualcosa del genere che potesse attraverso i computer leggere le loro mail o i loro messaggi sui cellulari (cosa tra l’altro illegale ma so che lei non lo dirà a nessuno). Morale della favola: tutti e tre i bastardi prendevano appuntamenti attraverso il sito, e tutti e tre facevano i maiali con altre. Certo, ognuno aveva le proprie preferenze: al marito di Laura piacevano i travestiti, cosa più che ovvia visto che solo un gay poteva tradire una come Laura: la più giovane di noi (poco meno di 40 anni); aveva i capelli castani a caschetto e un nasino a patatina adorabile, nonché due grandi occhi verdi. Con un passato da modella, era bella come il sole. Aveva sposato quel vecchio bastardo del marito solo per i soldi, quindi era quella che aveva sofferto di meno dal tradimento, ma aveva materiale utile nel caso di un eventuale divorzio. Il marito di Adriana invece aveva una predilezione per le nere. Quelle del sito le aveva fatte passare tutte, purché provenissero da paesi africani come Nigeria o Costa d’Avorio. Per carità dottoressa, io non sono razzista, ma Adriana non poteva certo farsene una colpa per non avere la pelle nera; alta quasi un metro e ottanta, con un passato da pallavolista, aveva sposato il suo allenatore. Adriana non aveva forse il visetto angelico di Laura ma due cosce che sembravano modellate nel marmo e un culo così sodo da fare realmente invidia. E poi non si poteva definire brutta: capelli castani lunghi e ricci e occhi azzurri. Certo, indossava il 43 di scarpe, ma so che certi uomini amano le donnone come lei!
Poi ovviamente c’ero io. Posso tranquillamente definirmi la meno bella del trio, anche se non mi sento proprio così “brutta”. Sono piuttosto bassina ma in forma, con un bel seno e un bel culetto rotondo. Certo, ho la bocca un pochino larga e il naso un po’ grosso (non esagerato), ma i miei occhi sono di un color castano che si confonde col grigio e quando ero giovane ho fatto girare la testa a parecchi uomini!
Ecco, appunto: “quando ero giovane”. Da giovani io e mio marito eravamo come conigli; sempre a scopare. Ma da qualche anno le cose sono ovviamente cambiate. Prima sono arrivati i figli, poi il mio fisico ha iniziato ad affievolirsi. Ho cercato di tenermi in forma ma a 50 anni si fa quel che si può. E così mio marito è andato a caccia di prede più giovani e a quanto pare le ha trovate: la prima con cui mi ha tradito sul suo profilo dice di avere 22 anni. 24 anni. Ancora 22 anni. Poi addirittura una di 20. Ovviamente questa cosa mi ha alquanto buttato a terra. A proposito; mi sono dimenticata di dirglielo: i nostri mariti non sanno nulla delle nostre indagini!
Ma torniamo al nostro thè al limone. Tutto è cominciato quando Laura ha iniziato a proporre ad Adriana un massaggio tonificante.
“Chiara hai della crema massaggiante?”
“Chiara lascia perdere… Laura non lo voglio un massaggio da te!”
Non sapevo a chi dare retta.
“Adriana, perché non ti fidi di me? Quando ho smesso di lavorare come modella ho fatto la personal trainer per un po'; so come sciogliere i muscoli!”
Adriana sbuffò. Io mi alzai ed entrai in casa a cercare una delle mie cremine per il corpo. Quando tornai, vidi Laura in ginocchio sull’erba che sfilava il piedone di Adriana da delle stupende zeppe d’alta moda. Si risedette sulla poltroncina di vimini e appoggiò il piede di Adriana sulle proprie ginocchia.
“Io… odio quando mi toccano i piedi… me ne vergogno!”
“Ma su Adry! Sei altissima! È normale tu abbia piedi un po’ più grandi del normale!” le dissi.
Laura raccolse il barattolo di crema dal tavolinetto in vimini e a poco a poco ricoprì il piede di Adriana di crema bianca, poi iniziò con vigore a massaggiarlo.
“Che buon profumo!” disse Laura. “Cos’è cocco?”
Io annuii. “Beh in realtà è proprio crema di cocco! Si può usare per la pelle ma di fatto lo si può anche mangiare!”
Laura non perse tempo e si infilò in bocca l’alluce di Adriana, succhiandolo per bene. Fece “mmmh” con la bocca, poi estrasse delicatamente l’alluce dalla bocca e sorrise ad Adriana. Lei si mise a ridere come una matta, con la tazza di thè freddo tra le mani.
Io rimasi scioccata. Pensai: “ma sono cose che si fanno?”. Rimasi letteralmente senza parole.
“Adry hai davvero dei piedoni da infarto!”
“ma smettila stronza!”. Laura riprese in mano il piede, lo mordicchiò sull’esterno e leccò la pianta tutta bianca di crema.
“razza di stupida non penso sia da mangiare; Chiara stava scherzando!”. Ma Laura non aveva intenzione di fermarsi. Sembrava vogliosa di potersi infilare quel bel piedone in bocca. Poi, con la mano libera ricoperta di crema, si abbassò la zip dei jeans e si infilò la mano nelle mutandine. Adriana mi guardò, lasciò cadere a terra la tazza di thè e tolse immediatamente il piede dalla bocca di Laura.
Notò che ero profondamente a disagio. Anche Laura mi guardò, con il contorno della bocca tutto bianco. Poi si mise a ridere. “Pensavo che lo sapessi! Non le hai detto niente?”
“No!” disse scocciata Adriana. “E anche se glielo avessi detto? Cazzo laura siamo ospiti di Chiara. Cerca di controllare la tua cazzo di libido stupida!”
“Non mi hai detto di fermarmi la volta scorsa!” le disse Laura.
Io ero senza parole. Adriana, sempre scocciata, raccolse la tazza dal prato, poggiando il piede ancora ricoperto di crema a terra.
“perdonala…”
“che succede ragazze?”
Adriana, mentre Laura sogghignava, mi spiegò la situazione. Mentre erano insieme a casa di Laura, lei aveva rivelato all’amica che il fatto che il marito fosse attratto dai travestiti non la faceva infuriare, anzi, in qualche modo la eccitava. Un rapporto omosessuale era l’unica cosa che la bella Laura non aveva mai fatto nella sua vita e Adriana, in preda ai fumi dell’alcol, aveva acconsentito. Laura sembrava ben più che in preda alla semplice curiosità e, benché Adriana non lo desse a vedere, anche a lei era piaciuta quell’avventura. Da quel momento, lo avevano fatto più e più volte.
Adriana guardò Laura sorridente. “il tuo comportamento è comunque inaccettabile! Leccarmi il piede così davanti a Chiara… cosa pensi possa pensare di te?”
Ero in imbarazzo, certo, ma anche piuttosto eccitata. E a farmi eccitare era stata proprio Laura, così vogliosa…
Non pensai minimamente a ciò che stavo per dire, e le mie esatte parole furono: “continuate!”
Adriana rimase sbalordita. E Laura si mise nuovamente a ridere. Iniziai a sudare freddo. Cosa avevo appena detto? Ci fu un lungo momento di silenzio. Laura si schiarì la gola, mentre Adriana estrasse dalla borsetta una sigaretta e un accendino.
“hai detto continuate?” chiese Laura col sorriso sulla bocca.
“No no! Quello che volevo dire è che…”
“Basta fare la stupida Laura! Non lo vedi che l’hai messa in imbarazzo?” ma Laura non voleva demordere. “Guarda che non c’è niente di male Chiara! Non dovresti sentirti in imbarazzo. Ci stiamo solo vendicando dei nostri mariti in maniera creativa!”
“Stupida!” ripeté Adriana.
“In particolare ti piace di più leccare il piede o fartelo leccare?”. Io non sapevo cosa rispondere.
“Smettila o adesso me ne vado!” disse Adriana non troppo convinta. Laura raccolse il piede di Adriana dal terreno e iniziò nuovamente a succhiare il suo alluce, e Adriana sorprendentemente non fece alcuna resistenza, forse curiosa della mia reazione. Mentre Laura succhiava, mi fissava con i suoi bellissimi occhi verdi.
“È come un piccolo cazzo!”. Piccolo, certo, coperto di crema in parte diventata verde per il contatto con l’erba. Questa cosa non fermava Laura; nulla l’avrebbe fermata. Io rimasi di sasso nel vedere l’eccitazione di Laura e la totale disinvoltura di Adriana che si fumava con calma la sua sigaretta. Ora anche lei mi fissava. Laura passò la lingua tra le dita dei piedi di Adriana, sporcandosi la faccia di crema. Le succhiò il tallone e le mordicchio nuovamente l’esterno. Ora anche Adriana sorrideva.
“Chiara, perdona questa povera pervertita ma… visto che abbiamo fatto 30, facciamo 31… perché non ti tocchi?”. Nel frattempo Laura aveva tolto l’altra zeppa a Laura e ora le leccava la pianta pulita.
“Io… dovrei…”
“Non sentirti in imbarazzo! Guarda questa troietta! Si eccita a leccarmi i piedi! Se ti vuoi toccare non c’è niente di male. rimarrà un segreto.”
Non avrei mai pensato di dirlo, ma il piedone di Adriana, quello pulito e che Laura stava leccando quasi con rabbia, era semplicemente stupendo!
Mi abbassai la gonna, e non appena feci quel gesto, Laura, come uno squalo che fiuta l’odore del sangue, si girò verso di me. Appoggiò a terra i piedi di Adriana e carponi camminò verso di me. Con una mano abbassò le mie mutandine. Sentii il suo bel nasino a patata accarezzare la mia fica…
“AAAH!”. Laura caddè all’indietro, mentre Adriana si mise come d’istinto una mano sul cuore. Entrambe mi fissarono. Mi alzai dalla sedia, con la fica in bella vista. Mi girai e feci per tornarmene in casa dalla porta di servizio. Prima di aprire la porta, però, dissi ancora una volta poche parole ma ben chiare: “Di sopra, in camera da letto…” Laura si alzò di scatto e mi seguì. Adriana, con molta più calma, spense la sigaretta nel posacenere, si infilò le scarpe e ci seguì.
Le feci entrare nella mia bellissima camera da letto stile moderno, con i mobili in legno beige e la vetrata che dava sulle colline toscane. Non ebbi il tempo di dire nulla che entrambe si erano già spogliate completamente nude. Io rimasi immobile.
“Aspetta… ci hai invitate in camera tua per questo, giusto?” chiese Adriana. Io annuii.
Si lanciarono sul letto e Adriana mi sporcò il copriletto con i suoi piedi zozzi di crema e terriccio. Prese il bel culetto di Laura, mano per natica, e ci infilò la testa. Laura gridò. Vedevo la testa di Adriana fare su è giù. La sua lingua probabilmente stava leccando per bene il buco del culo dell’amica.
Rimasi distante per qualche secondo poi, ancora vestita, mi misi dietro Adriana. Con la mano le accarezzai prima le piante dei piedi sporchi, poi i polpacci muscolosi, infine le cosce sode. Lei si girò di scatto.
“mmmh… vuoi farlo tu al posto mio?” disse invitandomi a leccare il buco del culo a Laura. Io non dissi nulla. Allora Laura si girò a pancia in su e rise. “Mi dai sempre della stupida ma sei tu la stupida Adriana! Non lo vedi come ti guarda? È il tuo buco del culo che vuole!”
“Davvero?”. Io annuii. Con un filo di voce le dissi: “la tua vagina…”
“ha ha! Vuole la tua passera!” disse Laura. Adriana si mise anch’essa a pancia in su, alzò i piedi e me li poggiò sulle spalle. “Coraggio, non aver paura!” quando fui abbastanza vicina le prese la mia testa con le mani, appoggiando i suoi talloni sulla mia schiena. Premette con forza la mia testa sulla sua vagina e io inizia a leccare. Dapprima fu una cosa spiacevole; con la lingua sentivo i peli cortissimi appena rasati e la lingua mi faceva male. Poi iniziai ad utilizzare solo la punta della lingua, proprio dentro la fica. Sentivo che godeva perché i suoi talloni rimbalzavano sulla mia schiena. Ero talmente presa che non mi accorsi che Laura era sgattaiolata dietro di me. All’improvviso senti distintamente quattro dita farsi largo nella mia vagina, e dalla mia bocca uscì sulla fica di Adriana un fiotto di saliva.
“ALLORA? Adesso che mi dici signora Chiara? Sei ancora imbarazzata?” gridò Laura. Le sue dita erano come un martello pneumatico dentro di me; era rude, senza tatto, senza dolcezza… e la cosa mi faceva impazzire! Grattava come avesse dita di carta vetrata, ma il dolore era puro godimento. Poi tolse le dita e si mise a leccare.
“Che bel trenino!” disse Adriana stessa sul letto.
Col sesso eterosessuale non avevo mai goduto così, questo era poco ma sicuro.
Un gettò di liquido uscì dalla mia vagina. Laura tolse la bocca.
“ha eiaculato!” disse ad Adriana. Lei rise. “Wow, scommetto che non ti capita tutti i giorni vero?” disse accarezzandomi la testa. Ero distrutta; non riuscivo più nemmeno a leccare. L’orgasmo mi aveva quasi mandato in coma.
“Tranquilla è tutto ok; goditelo!”. Mi girai a pancia in su sul letto. La vagina di Adriana era stupenda, ma il gioco di lingua di Laura mi aveva scioccato.
“fai eiaculare anche me?” disse Adriana a Laura. “o preferisci leccarmi i piedi, schiava?”
“non farmi decidere!” disse lei ridendo. Io le osservavo sorridente. Laura le prese nuovamente il piede ed iniziò a leccarlo. “Tuo marito te li ha mai leccati questi piedoni?” le chiese.
“Si sempre dopo le partite… quando puzzavano!”. Scoppiarono entrambe a ridere. “Così mi fai eccitare di più…” disse Laura.
“A te piacciono davvero tanto i piedi!” dissi stremata a Laura. Adriana in preda all’euforia mi piazzò il piede sinistro sulla faccia, aprendo a dismisura le cosce, da vera contorsionista. “zitta e lecca tu!”. Scoppiarono nuovamente a ridere, mentre io ovviamente leccavo.
Quando il piede in mano a Laura fu zuppo di saliva, Laura se lo infilò dentro. Fece qualche gemito, faticò a farlo entrare, ma alla fine ci riuscì. Mentre laura pensava al suo piacere personale, Adriana tolse l’altro piede dalla mia faccia e cercò la mia mano, poi se la appoggiò sulla vagina. “Beh”, pensai “questo so farlo!”. Con tre dita le feci raggiungere il piacere, mentre quasi nello stesso momento Laura faceva lo stesso. stremata, si gettò sul letto accanto a me e Adriana e rimanemmo lì per quasi un’ora, completamente nude.
“E così siete amiche di mia moglie?” disse mio marito. Era appena tornato dall’ufficio ma la cena era già pronta.
“non ti dispiace che le ho invitate, vero?” gli chiesi mentre preparavo il tavolo.
“Certo che no!” disse. E come poteva? Quando aveva visto tante gnocche in una volta sola senza spendere un centesimo?
Servii la prima portata; le mie lasagne alla bolognese. Laura fu la prima a prenderne una bella fetta. “Sii gentile!” le disse Adriana, come se stesse sgridando sua figlia.
“Allora, cosa avete fatto di bello oggi?” chiese mio marito.
Laura prese la parola, ma Adriana la zittì. “Segreto tra donne!” disse.
scritto il
2018-02-06
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