Le voglie incestuose di una madre incinta

di
genere
incesti

Premessa: Se amate i racconti impregnati di sesso forse la prima parte del racconto vi annoierà, se al contrario apprezzate le tribolazioni interiori e il rapporto psicologico dei protagonisti, ve lo raccomando.

A Marco erano sempre piaciute le donne formose, un po’ in carne. Adorava i seni grossi e naturali, anche se un poco cadenti, i culi importanti e le curve accentuate, non come quelle Barbie anoressiche che ormai spopolavano al nel suo liceo. I canoni di donna preferiti da Marco erano quelli che si adattavano a sua madre. Sua madre era molto bella, formosa come piaceva a lui, qualche volta si era anche masturbato pensando a lei ma, questa sua ossessione, aveva preso una svolta completamente nuova da quando la mamma era rimasta incinta. Una gravidanza a sorpresa, una cosa inaspettata per la sua età non più verde, tanto che all’inizio si pensava fosse una menopausa un poco anticipata. Inizialmente non si notarono grossi cambiamenti nel fisico della madre, ma poi con il passare dei mesi il suo viso si irradiò, la pancia aumentava ed il seno cresceva a vista d’occhio, tanto che Marco iniziò a masturbarsi quotidianamente al pensiero, e alla vista della bella mamma. Certo, ogni volta si sentiva in colpa per aver reso la madre oggetto delle sue fantasie erotiche, soprattutto non si immaginava quello che sarebbe successo in seguito. Caterina, così si chiamava la mamma di Marco, era ormai all’ottavo mese e mezzo di gravidanza. Suo marito, manager di una importante ditta farmaceutica, era fuori per lavoro per tutta la settimana e lei purtroppo o per fortuna, causa questa strana gravidanza, si sentiva incredibilmente eccitata e vogliosa. Un sera, durante la cena, Marco, vedendo la madre più insofferente del solito, si sedette al suo fianco e gli chiese: “Mamma, come stai? Tutto bene?” “Si..Si.. sto bene.” Disse la madre sospirando. “Qualcosa non va?” Continuò Marco, si vedeva chiaramente che qualcosa non andava. “No.. Niente.” Rispose nuovamente la mamma cercando di mascherare il suo disagio. “Dai mamma, si vede che non stai bene, forse è causa di qualcosa che ho fatto io?” “No amore, non è a causa tua..” Le disse accarezzandogli la guancia nonostante dentro bruciasse dal desiderio sessuale. “E’ che tuo padre è via spesso per lavoro, ed anche che questa gravidanza è diversa dalla tua. Questa volta sono sempre eccitata e vogliosa e..” Subito si bloccò capendo che forse stava dicendo troppo al figlio. “Mamma, ti serve qualcosa?” Disse Marco da figlio premuroso quale era. La madre sorrise pensando a quello di cui aveva bisogno in quel momento. “Si caro, ma non è qualcosa che puoi darmi tu.” Non capendo l’allusione Marco continuò: “Su mamma dimmi, ti aiuterò e ti darò tutto quello che vuoi.” Caterina risse sommessamente, l’idea che suo figlio le desse quello che lei desiderava in quel momento la divertì e un po’ la eccitò. Del resto con le sue parole sembrava si offrisse proprio per questo. “Lo so tesoro, ma quello che desidero adesso non me lo puoi dare tu.” “Sei sicura?” Continuò Marco ancora ignaro del desiderio della madre. “Fidati di me, amore.” Anche se l’idea le era passata per la testa, ed era a portata di mano, nonostante fosse immorale. Mentre si scuoteva dalla testa il pensiero dell’incesto aggiunse: “Amore, ci sono delle leggi morali e non, contro l’aiuto che potresti darmi tu per risolvere il mio problema.” Dopo qualche secondo di silenzio Marco divenne rosso come un peperone rendendosi conto del genere di conversazione che stava avendo con la madre, ovvero si era proposto di scopare la mamma eccitata. La madre vedendo l’imbarazzo del figlio rise di gusto e aggiunse: “ Non preoccuparti, va tutto bene, è solo che questa gravidanza ha generato un sacco di voglie miste a desideri in me che mai mi sarei aspettata.” “Wwaaoo”, disse Marco stupito, ancora con la testa che gli girava dalla consapevolezza che la mamma era eccitata e lo stava ammettendo davanti a lui. “Scusa amore, forse non avrei dovuto raccontarti queste cose.” Disse Caterina sentendosi in colpa per aver avuto una tale conversazione con il figlio appena diciottenne, e soprattutto anche per il fatto che, in un momento di debolezza, lo avesse considerato la soluzione al suo problema. A Marco, improvvisamente, gli si irrigidì il cazzo nei pantaloni e, per stemperare la tensione, disse qualcosa che mai avrebbe pensato di dire alla madre: “ Dai mamma, tanto domani torna papà così puoi risolvere il tuo problema.” Stava consigliando alla mamma di farsi una scopata. Assurdo! Caterina a sua volta gli rispose di getto, purtroppo senza pesare le parole: “Si..si.. tanto non lo farà, è preoccupato che farlo a questo punto della gestazione possa fare del male al bambino.” Marco scosse la testa sapendo che era un’assurdità, mentre si sistemava maliziosamente il cazzo duro che gli aveva procurato un evidente bozzo nei pantaloni. “E’ ridicolo.”, aggiunse. Caterina, si rese conto che stava coinvolgendo troppo il figlio nella sua discussione anche se apprezzava il fatto che le avesse dato ragione. Vedendo il bozzo sui pantaloni di Marco capì che quella discussione lo aveva fatto eccitare e subito cercò di scusarsi. “Scusami tesoro, forse ciò che ti ho detto è di più di quello che desideravi sapere. Perdonami.” “Va tutto bene mamma.” Rispose Marco riflettendo su tutte le volte che aveva sentito i suoi gemiti provenire dalla loro camera alla notte. “Guarda che so che fai sesso con papà, spesso vi sento.” Disse alzandosi e allungando la mano per accarezzare il ventre della mamma. Caterina curiosamente si eccitò alla carezza del figlio e ridendo nervosamente disse: “Si, una volta all’anno..” “No.. no.. sono sicuro molto più spesso.” Disse Marco, stupito dalla strana ed eccitante conversazione che stava avendo con la madre. Anche se non voleva che tale discussione finisse, doveva andarsene in bagno, il suo cazzo sempre più duro richiedeva delle attenzioni particolari. “Beh, forse venticinque chili fa.” Sospirò Caterina sentendosi poco attraente in quei orribili abiti premaman che ormai da mesi indossava. La verità è che suo marito non l’avrebbe scopata perché, ultimamente, godeva di più nel farsi fare dei pompini che scoparla. Marco, cercando di ricostruire l’autostima della mamma cercò di confortarla con delle parole dolci. “Mamma, sei bellissima, lo sei sempre stata ed in questo particolare momento hai un viso che irradia letteralmente bellezza.” “Oh Marco..” La mamma sorrise lusingata, aveva proprio bisogno di questo complimento. “Amore sei dolcissimo, magari un po’ esagerato, ma dolcissimo.” “Mamma, non direi una cosa del genere se non fosse vero.” E così dicendo attirò a se la mamma per un abbraccio. Così facendo appoggiò il suo cazzo duro sulla coscia della mamma, lei non lo poteva vedere, ma non poté fare a meno di sentirlo. Sentendo il suo cazzo duro, Caterina pensò che veramente suo figlio la trovasse bella e desiderabile, che non erano solo complimenti. Ora gli credeva, anzi senti cazzo nuovamente sussultare appoggiato alla sua coscia, mai un cazzo gli era stato così vicino alla fica da ormai diversi mesi. “Grazie Marco, ne avevo bisogno.” Disse sentendosi finalmente ancora amata, desiderata e si, ancora bella, stretta nelle braccia del figlio. “Dai mamma, siediti sul divano tranquilla, lavo io i piatti stasera.” Disse Marco allontanandosi dall’abbraccio della mamma. Il suo cazzo tra tutti quei sfregamenti era quasi sul punto di sborrare. Marco voleva conservarsela per la notte la sborrata, accompagnando la sega con le immagini e i discorsi appena avuti con la mamma. Marco si aggiustò il cazzo e iniziò a lavare i piatti in silenzio. Caterina lasciò solo Marco e si sedette sul divano guardando la televisione. Anche se sapeva fosse sbagliato, Caterina non poteva fare a meno, in quel momento, di provare degli strani desideri nei confronti del figlio. Il suo cazzo duro contro la coscia l’aveva trasformata in un modo che non riusciva a capire. Marco in quel momento sembrava la versione dolce ed innamorata di suo padre. Si scosse subito da questi pensieri cercando di indovinare uno quiz che stava proponendo la televisione a quell’ora. Marco finì di rassettare i piatti e si unì alla mamma per il resto dello spettacolo. Mentre in tv passavano le solite banalità, Marco pensava alla mamma, ora non la stava considerando semplicemente come una madre, ma come una donna con desideri sessuali simili ed eguali ai suoi. Il suo cazzo ammosciatosi mentre di dava fare nei compiti di riassetto della cucina, mentre era vicino alla madre, ricominciò a crescere. L’idea di scopare la sua bella madre incita era tutto ciò che poteva desiderare nella sua fantasia. Mentre lo spettacolo televisivo continuava, anche Caterina non poteva fare a meno di notare come il figlio la guardasse e la desiderasse. Nonostante tutto, l’idea che il figlio la trovasse attraente era sufficiente per Caterina per farla bagnare. Ultimamente il marito l’aveva fatta sentire desiderata quanto una balena spiaggiata. Durante la notte, sia il figlio che la mamma, soli nelle relative camere, si masturbarono fantasticando di commettere l’atto proibito dell’incesto. Marco si masturbava fantasticando di succhiare i grossi seni della madre e di leccarle la fica prima di darle in cazzo che tanto agognava. Caterina invece si masturbava, con grande difficoltà per via del pancione, mentre fantasticava sul fatto che il marito fosse disposto a scoparla l’indomani quando sarebbe tornato, ma più si avvicinava all’orgasmo, l’immagine di suo figlio prendeva il posto del marito tanto che, all’acme del piacere, nella sua testa era Marco che la scopava violentemente. Raggiunto l’orgasmo si spaventò per la vergognosa fantasia che l’aveva portata al piacere. Aveva bisogno di scopare, ormai le sue dita non le bastavano più, non erano in grado di darle quel piacere intenso che cercava. Il giorno dopo Marco lo passò ossessionato dalla mamma. Ogni volta che era con lei non vedeva altro che una MILF incinta e sexy, una donna che aveva disperatamente bisogno di essere scopata, tanto che il suo cazzo diventava duro ogni volta che la vedeva. Caterina invece, sempre eccitata e vogliosa, stava pianificando come farsi scopare dal marito alla sera, dopo il suo ritorno, e non avrebbe accettato un no! Fin dalla mattina Marco non perdeva l’occasione di fare i complimenti alla mamma. Si svegliò presto e gli portò la colazione a letto, chiedendole se fosse nuda sotto il piumone. Nei suoi sogni la vedeva deliziosamente così. Caterina era oggetto delle piacevoli attenzione del figlio, finalmente un uomo che l’amava le stava dimostrando il suo affetto concretamente. Quando il marito finalmente tornò a casa, non salutò neppure Caterina. Stanco e distante quasi non mostrò interesse o compassione per la moglie così grossa con il pancione, ma sessualmente carica quasi più di quella quarantacinquenne quale era. Nelle sue condizioni doveva essere accontentata e coccolata. Era sicura che se avesse coinvolto in qualche modo suo figlio lui, tutte queste attenzioni, gliele avrebbe dedicate. In quel momento aveva bisogno di sapere che qualcuno pensasse a lei. Quel pomeriggio, quando tornò a casa dopo delle commissioni ed un salto in ufficio, un’agenzia immobiliare, Marco chiese alla mamma: “Mamma mi sembri stanca, vuoi che ti faccia un massaggio ai piedi?” Gli occhi di Caterina si spalancarono come se le avessero detto che aveva vinto un milione di euro. I piedi le dolevano, la schiena le doleva, tutto il suo corpo era dolorante, un bel massaggio ai piedi era il modo migliore per tonificare tutto il corpo. Lei annui. “Con estremo piacere, oggi indossare tacchi e collant è stato un grave errore.” Il cazzo di Marco divenne subito duro quando vide la mamma sfilare le scarpe e rimanere con il piede nudo avvolto dalla calza di nailon. Questa era un’altra cosa che lo eccitava della madre, lei ovviamente non sapeva di provocarlo oltremodo. Essendo un’agente immobiliare, Caterina era sempre vestita con tacchi, calze di nailon e tailleur, a parte questi giorni per ovvi motivi, tanto che Marco era sempre stato ossessionato dalle calze di nailon della madre e dai suoi piedi avvolti da esse. L’idea ora di poterglieli accarezzare e godere della sensazione dei suoi piedini rivestiti dalle calze lo eccitava moltissimo tanto da fargli avere l’ennesima erezione. Poi scherzando disse alla mamma: “Ooh.. il nailon non è mai un errore.” Caterina esausta, ridendo si lasciò cadere sul divano appoggiando i piedi sulle ginocchia del figlio. “Sai una cosa? Sei proprio uguale a tuo padre.” “In che senso?” Chiese Marco mentre la sua fantasia si stava avverando. Appoggiò con delicatezza e reverenza le mani sul piede sinistro avvolto nella calza e cominciò a massaggiarlo lentamente. “Tuo padre ha una ossessione fetish per il nailon.” Disse Caterina senza pensare che si trattava di informazioni che forse non era in caso di condividere con il figlio. La realtà era che lei spesso indossava autoreggenti o reggicalze e calze solo per il piacere del marito. Forse sarebbe stata una buona idea indossarle la sera stessa quando il marito sarebbe tornato a casa per stuzzicargli ulteriormente la voglia. Marco rispose con un feeling ed una confidenza che mai aveva avuto con le ragazze della sua età: “Beh, la colpa è tua se anche io amo queste cose.” “Come mai?” Chiese sorpresa dalle parole del figlio ma felice del complimento implicito. “Te le ho viste indossare per ogni giorno della mia vita, quindi..” “Ma mi hai vista anche lavare i piatti tutti i giorni, non è che hai una attrazione fetish anche per i piatti.” “E chi lo sa..” Rispose Marco ridendo ma continuando a massaggiare il piede della mamma. Rise anche Caterina, era gradevole la sensazione del massaggio ai piedi. Era bello avere qualcuno in casa che si prenda cura di te, cose che avrebbe dovuto fare suo marito. Dopo qualche minuto di chiacchiere, Caterina sollevando il piede destro disse: “Altro piede ora, per favore.” E nel cambio il piede atterrò direttamente sul cazzo duro di Marco, tanto che lui emise un gemito. Subito Caterina spostò il piede non prima però di essersi resa conto dell’eccitazione del figlio. Marco rise, anche se la cosa lo aveva segretamente ancora più eccitato. “Va tutto bene mamma, dai permettermi di massaggiarti anche l’altro piede.” “Mi spiace amore..” Rispose dispiaciuta per averlo colpito, e anche sentendosi in colpa per averlo eccitato, colpevole ma lusingata. “Va tutto bene mamma, non preoccuparti, non è neanche vicino al dolore che ho provato l’altra sera quando, alla partita di calcetto, ho preso una pallonata nelle zone basse.” La mamma sorrise mentre appoggiava con delicatezza il piede sulle ginocchia di Marco. “Comunque mi dispiace per aver calpestato il tuo..” Disse ridacchiando confusa tra gli strani sentimenti nei confronti del figlio, e poi quel cazzo duro non gli usciva dalla testa. “Rilassati mamma, lasciami fare.” Disse Marco che voleva continuare con il suo eccitante gioco il più a lungo possibile. “Va bene.” Disse lei chiudendo gli occhi e lasciando che le mani del figlio continuassero nel massaggio, in effetti anche il resto del corpo sembrava rigenerato. Nei minuti successivi nel totale silenzio, intervallati solo dai sospiri di apprezzamento della madre , Marco massaggiò il piede, la caviglia le dita ed anche i polpacci. Avrebbe voluto salire molto più in alto con le mani, ma non aveva il coraggio di osare. Caterina nel silenzio, apprezzava il tocco del figlio, così rilassante e delicato, tanto che la sua fica, ormai dimenticata da tempo cominciò a bagnarsi. Con gli occhi chiusi pensava alle nottate di fuoco avute con il marito non più tardi di qualche mese fa, ed avrebbe desiderato che ora fosse lì per scoparla violentemente. Si accorse che forse stava eccitandosi forse troppo, quindi sposto il piede. “Grazie tesoro, sei stato fantastico.” “Mamma, quando vuoi sono a tua disposizione.” Rispose Marco, cercando di non mostrarsi troppo desideroso di tale pratica, e cercando di non muoversi troppo dalla sua posizione per non mostrare ulteriormente il bozzo che gli si era formato nei pantaloni. Anche se il figlio cercò di nascondere il gonfiore inguinale, Caterina non poté fare a meno di notarlo. Sorrise sommessamente alla consapevolezza di aver eccitato un uomo, anche se era suo figlio. La sera suo marito Paolo tornò a casa dalla trasferta di lavoro. Appena giunto in camera Caterina gli si buttò letteralmente addosso. Aveva anche indossato un paio di autoreggenti sperando che la vista delle calze potesse aiutarla nel suo intento. Gli abbassò i pantaloni e iniziò a spompinarlo con tale voglia e maestria che in un attimo il cazzo del marito era diventato turgido e duro. Allora Caterina gli disse: “Adesso scopami come una troia!” “Amore..” disse Paolo bloccando la testa della moglie in modo che non interrompesse il suo lavoro di bocca. “Lo sai che non mi sento a mio agio farlo con la data del parto così vicina.” “Magari potresti indurmi al travaglio.” Ribatte lei con la bocca piena. “Sarebbe troppo presto.” Ribatté lui. Questo era il problema avuto nella gravidanza precedente. L’idea di mettere a rischio il bambino lo bloccava completamente. “E’ una sciocchezza e tu lo sai, te l’ha detto anche il ginecologo. Su, scopami e basta, ne ho maledettamente bisogno.” “Te l’ho detto.” Disse lui sentendosi in colpa. “Non ci riesco.” Allora Caterina giocò l’ultima carta che aveva nella manica. “E’ forse perché sono grossa e poco attraente?” “No amore.” Replico il marito sapendo che doveva dosare al massimo le parole. Del resto non è che avesse preso molti chili, poi a lui le tette grosse piacevano, era proprio un suo blocco psicologico. “E’ Proprio per il motivo che ti ho detto, e che continuo a ripeterti.” “Ma vaffanculo, sei proprio stronzo.” Sbottò Caterina uscendo arrabbiata dalla camera. Marco, che, solo nella camera si stava masturbando dando sfogo a tutte le situazioni eccitanti accumulate durante la giornata, sentì sbattere la porta e capì che il padre anche questa volta l’aveva rifiutata. “Proprio un idiota” pensò. Quella notte, per non peggiorare le cose, Paolo dormì sul divano. Al mattino successivo, mentre facevano colazione, arrivò una telefonata che avrebbe aperto la porta a ciò che sarebbe successo successivamente. “Amore, devo partire urgentemente per Parigi.” Disse Paolo dopo aver chiuso la telefonata, sapendo di aizzare la peggior reazione della moglie. “Ma come sei appena tornato?” “Si, ma il compratore americano che dovevo incontrare lunedì non può raggiungerci e si sta ritirando dall’accordo, allora devo incontrarlo a Parigi il prima possibile. Si tratta solo di qualche giorno” “Allora mi stai abbandonando di nuovo?” Disse Caterina sul punto di piangere trovando la cosa incredibile. Del resto avrebbe dovuto saperlo, il lavoro per Paolo era sempre venuto prima di tutto. Anni fa non era stato presente alla nascita di Marco perché bloccato in aeroporto a causa di una tempesta. “Lo so, amore, ma non posso fare altrimenti.” Disse Paolo in modo irremovibile anche se vedeva il dolore negli occhi della moglie. “Si puoi, solo che stai scegliendo di non farlo.” A quel punto intervenne Marco. “Mamma se hai bisogno in questi giorni posso aiutarti io.” Le parole di Marco erano sincere, anche se dentro di lui l’opportunità che gli si prospettava era molto ghiotta. Poteva dimostrare nuovamente alla madre che era lui l’uomo di casa sulla quale lei poteva contare. “Almeno tuo figlio sa come ci si comporta da gentiluomo.” Tuonò Caterina prima di salire arrabbiata in camera sua. Marco approfittò della tensione in casa e del fatto che era domenica per uscire e passare la giornata con degli amici, tornando la sera tardi. La mattina successiva Caterina si svegliò piuttosto tardi, Paolo era già partito per Parigi, lei era ancora arrabbiata per il fatto di essere rimasta di nuovo sola. Voleva rimanere tranquilla a far sbollire la rabbia ma doveva uscire, aveva appuntamento improrogabile, doveva mostrare un appartamento ad una giovane coppia. Mentre girovagava per la cucina Marco si stava preparando una fetta di pane con la Nutella. “Hai fame mamma?” “Si amore, come sempre in questo periodo.” “Siediti, ti preparo io la colazione.” “Amore non so cosa farei senza di te.” Le disse grata al cielo di avere un figlio così premuroso. “Oggi e domani non ho impegni, quindi posso essere tutto per te.” Le disse passandogli un bicchiere di succo d’arancia. L’affermazione di Marco voleva essere si gentile ma anche essere un suggerimento alla madre per quel suo sogno impossibile che stava coltivando da qualche giorno. “Sei cosi gentile..” Rispose Caterina mentre beveva un sorso di succo. “A pensarci bene potresti davvero essermi utile. Potresti accompagnarmi all’appartamento che devo mostrare a dei clienti. Ormai guidare la macchina in queste condizioni mi è diventato un compito piuttosto impegnativo. Ti va di fare il mio autista? Approfittiamo del fatto che hai il foglio rosa, mi dai una mano e fai un po’ di pratica.” Certo mamma.” Poi sottovoce sospirò: “Attualmente tutto mi sta diventando piuttosto impegnativo.” “Bene, allora mi propongo per essere il tuo servitore per questi giorni.” Poi più sfacciatamente aggiunse: “Sono qui per soddisfare tutti i tuoi bisogni.” “Buono a sapersi.” Disse Caterina mentre bevendo l’ultimo sorso si succo d’arancia e riflettendo sull’affermazione del figlio. Era una battuta di circostanza o forse era veramente disposto a soddisfare tutti i bisogni della mamma in primis la sua voglia di sesso? Sarebbe stato abbastanza audace per essere più esplicito? Forse avrebbe potuto usare delle altre parole meno impegnative. Uno strano silenzio cadde tra i due, poi fu Marco rompere il ghiaccio: “Mamma penso io a sparecchiare mentre tu ti prepari.” “Grazie tesoro.” Rispose lei con gratitudine. “Dico sul serio, ora tu pensa a prepararti , a tutto il resto ci penso io.” Ripeté nuovamente. “Grazie, sei un vero gentiluomo.” Mentre la madre lasciava la cucina, sottovoce, in modo che la mamma non potesse sentire, Marco aggiunse: “I miei pensieri non sono certi quelli di un gentiluomo.” Caterina dopo essersi fatta una doccia andò nella sua camera per vestirsi. Sebbene non avesse nessuna intenzione di sedurre il proprio figlio, decise di indossare dei capi di abbigliamento che potessero fare piacere a Marco. Con un po’ di fatica dovuta alle sue dimensioni, riuscì ad indossare allacciando tutti i gancetti, un reggicalze con delle calze nere e un reggiseno coordinato. Mentre stava indossando l’abito si ricordò di non aver indossato gli slip. Al pensiero di doversi togliere ancora reggicalze e calze e alla fatica che aveva fatto per allacciarseli la fecero optare per non indossarli. Indossato un abito premaman in stretch che evidenziava tutte le sue forme, scarpe con un tacco interessante si presentò al figlio. “Come ti sembro?” “Sei bellissima!” Le rispose Marco guardando le gambe con le calze di nailon e le forme messe in evidenza dall’abito. “Non mi fa troppo grossa questo vestito?” “E’ perfetto.” Disse Marco perso con lo sguardo nelle forme della mamma. “Sei un tesoro.” Così dicendo prese la sua borsa ed uscirono da casa. Mentre Marco guidava, prestava più attenzione al corpo della mamma che alla strada. Non riusciva a togliere lo sguardo dalle gambe, dal pancione e dalle tette. Caterina notò l’occhio vagante del figlio e godette per questa attenzione desiderando che il marito le rivolgesse solo un decimo di questi sguardi. Giunti alla casa Marco precedette la mamma, le aprì la porta e le diede la mano per aiutarla nel fare i gradini. “Sei proprio un gentlemen.” “Qualunque cosa per te.” Forse se avesse continuato a ripeterlo abbastanza spesso, magari sua madre sarebbe stata disposta a fare l’impensabile. La madre sorrise, e per la prima volta diede un piccolo suggerimento al figlio: “Stai attento a quello che prometti, giovanotto!” Accentando il consiglio ripeté convinto: “Mamma, ma io intendo fare assolutamente di tutto per renderti felice.” “Ed io ho intenzione di lasciatelo fare.” Disse diventando più audace mentre guardava la zona inguinale del figlio per vedere se si era formato il solito bozzo. Marco aveva notato che la mamma aveva buttato l’occhio, anche se era stato troppo veloce lo sguardo per esserne sicuro. “Amore perché non vai a prendermi un caffè al bar qui vicino mentre io mostro la casa?” “Qualsiasi cosa tu voglia.” “Magari anche una brioches.” “Vado e torno.” “Ok a presto allora.” Disse guardando di nuovo la patta del figlio. Patta che lasciava pensare che li dentro avesse qualcosa di dimensioni notevoli. “Sarò il più veloce possibile.” “Non essere troppo veloce.” Il significato delle ultime parole di Caterina erano chiaramente diverse dal contesto del discorso. Poi aggiunse con sorriso malizioso. “Le donne amano l’uomo che sa prendersi il suo tempo.” “Mamma!” Esclamo per la prima volta Marco sconvolto ma anche eccitato dalle parole della madre. Dopo quella battuta, la possibilità di scopare la madre era passata da praticamente impossibile a quasi probabile. “Cosa? Ti sei scandalizzato? Ormai sei adulto, ho bisogno qualcuno con il quale scherzare su certe cose.” “Giusto, puoi chiedermi e fare tutte le battute divertenti che vuoi.” “Bene, lo farò.” Disse Caterina pensando come avrebbe reagito il figlio se avesse allungato una mano e gli avesse accarezzato il pacco. Dopo questo scambio di battute Marco andò al bar e Caterina entro in casa aspettando i clienti. Mentre era per strada Marco si sforzava di ripetere le battute della madre cercando di capire quali erano delle chiare allusioni sessuali e quali solo innocenti affermazioni. Alla fine convenne che non ne aveva la minima idea. Caterina da parte sua, ignorando il fuoco e la voglia che le bruciava dentro, dopo aver bevuto il caffè e mangiata la brioches portatagli dal figlio, mostrò la casa alla coppia e concluse l’affare. Marco, che aveva aspettato in auto per circa mezzora, quando sua madre uscì con la mano sulla schiena gli si precipitò incontro. “Lascia che ti aiuti.” “Il mal di schiena mi sta uccidendo.” “Mamma ti porto a casa e ti metto subito a letto.” Disse Marco senza nessuna allusione sessuale, solo preoccupazione per la madre. Caterina sorrise e aggiunse: “L’ultima volta che un uomo mi ha detto una cosa del genere sono rimasta incinta.” Marco rispose quasi senza neanche pensarci: “Beh, questo non succederà questa volta.” Entrambi risero e Caterina confermò: “Questo è assolutamente vero.” Appena saliti in macchina Marco chiese alla mamma: “Allora come è andata?” “Benissimo, casa venduta, dobbiamo festeggiare.” “Certo, ma non prima di averti accompagnata a casa e di esserti riposata.” Disse Marco. Decidendo di essere più audace la mamma disse: “ So io cosa mi serve per rilassarmi. No potresti aiutarmi con...” Con cosa?” Rispose Marco cogliendo l’insinuazione ma facendo finta di non capire. “Beh, un altro massaggio ai piedi sarebbe fantastico.” Disse pensando che avrebbe voluto sentire nuovamente le mani del figlio che la toccavano e le davano sollievo anche se non stava pensando all’incesto. “Bene, sarò il tuo schiavo dei piedi per tutto il giorno.” “Sarai il mio schiavo?” Rise Caterina. “Ti stai veramente preparando a coccolare tua madre per tutto il giorno?” “Si, finché dovrò farti delle “coccole” sarò dentro al personaggio.” Il primo pensiero della mamma fu osceno. Avrebbe voluto che il figlio fosse dentro, ma non nel personaggio. Scosse la testa al suo pensiero birichino poi decise di aggiungere delle nuove rivelazioni subdole. “Fidati di me, niente “coccole” oggi, sono talmente stanca e affaticata che questa mattina non ho avuto neanche la forza e la voglia di mettermi le mutandine.” Alla rivelazione la faccia di Marco divenne rossa come un peperone. “Ti ho lasciato senza parole?” Disse Caterina ridendo nel vedere la reazione del figlio, ed anche un poco godendosi il pericoloso flirt con lui. Marco scrollando le spalle e cercando di darsi un tono rispose: “E’ bello sapere che la propria madre ami stare “in libertà” li sotto.” “Ti fa piacere allora saperlo?” Chiese la mamma in tono scherzoso. “Si, diciamo che vedo in te qualcosa in più di una madre.” Rispose Marco, anche se si accorse subito che l’affermazione gli suonava strana. “E come mai?” “Va bene..” Iniziò Marco prendendo tempo. “Le mamme hanno un certo stereotipo sociale in cui dovrebbero identificarsi e vivere, ma forse vorrebbero essere percepite sotto una luce diversa.” “Continua.. Continua..” Disse Caterina molto interessata. “Ok, tu spesso sei identificata come la o la ” rispose il figlio prima di aggiungere: “..invece il tuo nome è Caterina.” “Vero, parlamene” Sospirò Caterina pensando quando fosse vera la considerazione del figlio. Come da anni fosse diventata una madre e una moglie, mettendo da parte i suoi desideri ed i suoi bisogni personali. Un ciclo che riprenderà tra un paio di settimane per almeno altri 18 anni. Facendosi più audace Marco allora aggiunse: “ Quale è il modo in cui veramente vuoi essere vista? Bella, brava, o… altro ?” Marco si fermò di proposito sperando di attirare l’attenzione della mamma. “Altro cosa?” Chiese Caterina proprio come Marco sperava. “Dai, non farmi continuare, forse sono inopportune le cose che vorrei dire.” “Tutti oggi è sembrato un po’ ma nessuno di noi se n’è lamentato.” Continuò la madre sentendo il desiderio di sentire le parole del figlio. Forse voleva sentirsi dire che era ancora una donna sexy e attraente, parole che non sentiva da molto prima che rimanesse incinta. “Su dai giovanotto, quale termine vorresti appiopparmi?” “Da scopare.” Aggiunse Marco prima che potesse considerare i milioni di motivi per cui non avrebbe dovuto dirlo. “Ohh..” Disse Caterina sorpresa dalle parole del figlio. “E’ un termine decisamente da usare per la propria madre.” Anche se il suo tono era tra il severo e il compiaciuto. Infatti era proprio il modo in cui voleva essere vista in quel momento, specialmente dal figlio, voleva sentirsi una donna . “Scusami mamma, forse ho esagerato.” Disse frettolosamente Marco ancora incapace di leggere la risposta della madre. “No, non scusarti. Hai ragione, in questo momento desidero che qualcuno veda in me una donna anche se questa persona potrebbe essere ” “Oh mamma, tu sei la persona più bella che io conosca, sia dentro che fuori.” Disse Marco mentre con l’auto entravano nel vialetto di casa. “Tesoro!” Disse Caterina con il cuore che gli si stava sciogliendo. “Avevo tanto bisogno di sentirlo.” Scesero dall’auto e lui la aiutò ad entrare in casa pensando entrambi a cosa sarebbe successo dopo. Appena entrati in casa, Marco desideroso di mantenere lo slancio appena preso, si offrì alla madre: “Allora lo vuoi quel famoso massaggio ai piedi, mamma?” “Sicuramente, come potrei rifiutare un’offerta del genere.” Rispose Caterina sorridendo. Con i piedi indolenziti che si ritrovava, un bel massaggio questa volta era opportuno e necessario. “Fantastico!” Esclamò Marco forse con troppo entusiasmo. “Ti piace massaggiare i piedi della mamma vero?” Replicò Caterina sedendosi sul divano dopo essersi levata le scarpe. “Mi piace fare tutto ciò che ti rende felice, mamma.” “Allora non parlo più.” Replicò Caterina ridendo, mentre Marco prese una sedia e si sedette di fronte a lei. Caterina appoggiò i piedi sulle ginocchia del figlio e per una ventina di minuti non parlò più, si godette il massaggio in religioso silenzio. Era talmente rilassata che involontariamente aprì le gambe tanto che il vestito le salì un poco sulle cosce in modo da mostrare la parte finale delle calze ed il reggicalze. Il cazzo di Marco, già duro ebbe un ulteriore sussulto nei pantaloni. Il massaggio sempre più piacevole non aveva portato beneficio solo ai piedi, ma anche a tutto il corpo e soprattutto alla fica di Caterina che cominciava ad essere umida. Nella suo stato di estasi non si accorse che le gambe si aprirono sempre di più. Gli occhi di Marco quasi gli uscirono dalle orbite quando, le gambe sempre più aperte, gli permisero di vedere finalmente il sesso della madre. “E’ davvero piacevole il tuo massaggio.” Disse Caterina in uno stato quasi di trance. “Queste calze sono morbidissime.” Rispose Marco innamorato delle calze della mamma e attratto soprattutto dalla visione della sua fica. “Si, questo non sono di nailon ma di seta, le ho indossate per te.” Disse Caterina prima di rendersi conto di cosa stesse dicendo. “Le hai indossate per me?” Gli occhi di Caterina si spalancarono, e improvvisamente resuscitò dal suo stato di relax profondo. Vide il figlio che guardava tra le sue gambe aperte e subito entrò in modalità “controllo e risoluzione danni”. “Si, si.. so che ti piacevano e allora le ho indossate, soprattutto sperando che tu ti offrissi di nuovo di farmi un massaggio ai piedi, volevo essere carina con te, come tu lo sei con me, non volevo offenderti o altro..” Caterina non sapeva più che dire. Marco rapidamente distolse lo sguardo dal sesso della madre sperando che lei non se ne fosse accorta quindi la rassicurò: “No, non potresti ma offendermi, mamma. Poi mi piace vederti con indosso queste calze. Grazie.” Non menzionando ovviamente lo spettacolo extra del quale aveva goduto. Caterina si ricompose, chiuse le gambe, abbassò il vestito e aggiunse: “Grazie per il massaggio, tesoro.” “Di niente, figurati.” Rispose Marco con tono triste, Il suo divertimento era finito, e la cosa non sfuggi alla madre. “Qualcosa non va?” Chiese lei con ancora i piedi sul suo grembo. “No..No..” Rispose Marco, massaggiando ancora i piedi a sua madre e progettando di continuare fino a quando lei gli avrebbe detto di smettere, poi aggiunse: "Mi sto semplicemente divertendo. Mi sento molto vicino a te in questo momento, mamma. " "Sei così dolce," rispose lei, allungando una mano per toccargli la guancia e continuando, "Mi sento anch’io molto vicina a te.." Caterina in quel momento sentiva anche un bisogno più fisiologico. Spostò i piedi dalle ginocchia e disse.: “ Scusa, ho bisogno di fare pipì.” “Ok.” Disse Marco. Appena la mamma si avviò verso il bagno Marco si aggiustò il cazzo che spingeva nei pantaloni cercando di scacciare il pensiero della fica della mamma umida che ormai gli girava per la testa. Caterina, mentre andava in bagno prese il suo smart-phone e, mentre era intenta ad espletare i suoi bisogni fisiologici, ne approfittò per controllare le notifiche e la posta. Una di queste notifiche riportava che era il Giornata Mondiale della Nudità, non è che a lei interessasse, tanto e non sapeva neanche che esistesse ma la cosa gli diede un’idea. La verità è che lei era eccitata. La verità è che lei aveva bisogno di farsi scopare. La verità è che lei non vedeva l’ora che a farlo suo figlio. Allora andò nella sua camera da letto, sfilò con fatica il reggiseno dall’imboccatura della manica senza togliersi il vestito e chiamò suo figlio: “Marco, amore, ho bisogno del tuo aiuto.” Lanciò il reggiseno nel cesto della biancheria sporca e di nuovo chiamò: “Amore, arrivi?” “Si, eccomi.” Caterina in quel momento penso di essere una madre degenere, arrapata e vogliosa, ma anche felice di essersi decisa a sedurre il figlio. Marco arrivò e trovo la madre in piedi vicino al letto. “Cosa posso fare per te mamma?” “Che strana domanda che mi fai amore.” Recitò Caterina fingendosi timida e ritrosa. “Mamma, te l’ho detto più volte oggi. Farei qualsiasi cosa per te.” Il suo sogno di scopare la madre ancora lo tormentava. “Scusami ma sono così grossa che non riesco neanche a togliermi il vestito da sola.” “Sei bellissima anche così.” Ripeté Marco mentre si avvicinava alla madre. “Sei dolce amore.” Disse Caterina sapendo che aveva solo qualche secondo per potersi tirare indietro dal suo incestuoso piano. Una volta levato il vestito sarebbe rimasta completamente e vergognosamente nuda, solo con calze e reggicalze. Caterina sollevò le braccia verso l’alto e disse: “Amore devi solo sollevare il vestito sopra la mia testa, per favore. ”Va bene.” Concordò Marco e avvicinandosi con le mani tremanti pensava che avrebbe visto la mamma in slip, poi ricordò che non portava le mutandine, come aveva fatto a dimenticarlo? Con le mani sudate dall’emozione gli tolse il vestito e, con sorpresa, si ritrovò davanti agli occhi le tette enormi della mamma. Sapeva che avrebbe dovuto distogliere lo sguardo, ma erano come due luci ipnotiche dalle quali non potevi staccarti. Caterina non le copriva con le mani, anzi non provava vergogna o imbarazzo, invece sospirò: “Forse non avrei dovuto lasciarle libere, sono grosse e si afflosciano un po’.” “Mamma, sono perfette.” Disse con un filo di voce Marco, incapace di uscire da quella trance ipnotica. “Sei un adorabile bugiardo.” Disse lei sorridendo. “Mamma sono serio, tutto di te è perfetto, dall’inizio alla fine.” “Beh, non potevi pensarla diversamente, le amavi fin da piccolo queste bocce di latte.” E sorridendo le prese da sotto come per offrirgliele. “Erano grandi così allora?” “Certo che si, ti ho allattato più a lungo di quanto si allatti la maggior parte dei bambini.” “Per questo ero un bambino intelligente.” Scherzo Marco togliendo finalmente lo sguardo dalle enormi tette della madre. “Certo che lo eri.” Confermo la madre aggiungendo: “Quindi, visto che ti piaccio ancora posso chiederti un altro favore?” “Certo” Replicò prontamente Marco. “Con la stessa delicatezza con la quale mi hai massaggiato i piedi, massaggeresti il seno ed i capezzoli della mamma?” Chiese Caterina capendo che con questa richiesta aveva ufficialmente oltrepassato il confine. Quasi senza voce Marco balbettò un si, sentendo finalmente le parole che avrebbe voluto sentire da tempo. “Su, avvicinati, se vuoi puoi anche succhiare i capezzoli della mamma, tesoro.” Lo incoraggiò Caterina. In un silenzio strano, Marco, con la testa che gli girava dall’emozione, si chinò sui seni che la mamma gli porse vogliosamente ed iniziò a succhiargli il capezzolo sinistro. “Oh si Marco, succhia i seni della mamma come facevi un tempo.” Gemette Caterina. Sollecitato dalla bocca di Marco, il capezzolo si eresse duro come una nocciolina. Non poteva credere che stesse accadendo davvero. Caterina non aveva mai avuto nessuno che le chiedesse di potergli succhiare i capezzoli, la cosa la eccitava molto ed un piacere intenso cresceva dentro di lei. Il tabù che era suo figlio a farlo, accresceva il suo piacere in modo esponenziale. Poco dopo Marco spostò l’attenzione sull’altro capezzolo. Dopo qualche minuto di adorazione dei seni della mamma (si questa è la parola giusta), Caterina esclamò: “Lo sai che oggi è la Giornata Mondiale della Nudità?” “Che cosa?” Rispose Marco concentrato sui seni della madre. “Si, è un giorno in cui tutti dovrebbero festeggiarlo spogliandosi a vicenda. Tu lo hai fatto a me, adesso tocca a me spogliare te.” Quasi senza voce Marco sussurrò un ok. Restando in piedi impassibile si fece sfilare la maglietta dalla testa. Ancora più fermo di una statua quando la madre, con molta fatica, si inginocchiò e cominciò a slacciargli i bottoni dei jeans. Sempre fermo ma super eccitato quando la madre gli abbassò i jeans. “O mio dio, il pisellino del mio tesoro è diventato molto più grande di quando gli facevo il bagnetto da piccolo.” Esclamò Caterina vedendo la forma nascosta sotto gli slip, e subito gli abbassò anche quelli. “Accidenti, è ancora più grande di quello di tuo padre.” Il cazzo di Marco era circa 22 cm , 6/7 centimetri in più di quello del genitore. Marco sapeva di avere un cazzo superiore alla media, lo aveva scoperto l’estate prima in vacanza a Rimini, quando una ragazza gli aveva fatto un pompino durante una festa in spiaggia. La voce corse e molte altre ragazze vollero vedere e provare il cazzo di Marco, compresa la moglie del bagnino. Sfortunatamente la voce sulle dimensioni del cazzo di Marco rimase in Romagna e dopo le vacanze estive tutti si dimenticarono di lui. Da allora il solo trattamento al quale era stato sottoposto era quello della sua mano destra. “Wwaaoo.. è proprio grosso. Lo può toccare la mamma?” Chiese Caterina in modo retorico. “Si, certo.. ohh.. mamma.” Caterina allungò la mano e prese il cazzo palpitante del figlio. “Accidenti come è duro, è forse per colpa mia?” Disse in modo ironico. “Si mamma..” Caterina cominciò ad accarezzarlo mentre, ormai entrata nel personaggio di questo strano gioco di ruolo, chiese: “Che ne dici se la mamma succhiasse il cazzo del suo bambino cattivo?” “Oddio, sii..” I pompini dell’estate scorsa non erano niente a confronto dell’eccitazione che provava per il pompino fatto dalla madre incinta. “Grazie amore.” Caterina ancora inginocchiata, si sporse in avanti e portò il cazzo del figlio alla bocca. “Mmmm.. Sii..” gemette Marco mentre la mamma cominciava a masturbargli la cappella con le labbra e la lingua. Caterina ormai divorava il cazzo del figlio come una troia affamata. Voleva dare al figlio il pompino della vita, non sapendo se ci fosse stato un domani per questa relazione incestuosa. Non sapeva che esperienze sessuali avesse avuto suo figlio fino ad ora, voleva soltanto che questa volta sarebbe stata una memorabile. La mamma gestiva i 22 cm di Marco come solo una donna di esperienza come lei poteva fare. Marco sentiva il piacere crescere dentro di se, sapeva che non avrebbe resistito per molto, quindi avvertì Caterina: “Mamma tra poco sborro.” Se levò per un attimo dalla bocca e disse: “Allora vienimi in bocca amore.” Per poi tornare a succhiarglielo nuovamente con vigore. La frase della madre lo eccitò ulteriormente tanto che dopo pochi secondi riversò nella bocca della madre il frutto del suo piacere. La sborrata del figlio l’aveva sorpresa, molto più abbondante di quella del marito e di qualsiasi altre che si ricordasse. Deglutì con fatica per l’abbondanza tutta la sborra versatagli in gola, quindi continuò a succhiare il cazzo del figlio senza perdersi una goccia. Quando anche l’ultima goccia era stata recuperata dalla sua lingua, si alzò un po’ a fatica e disse a Marco: “Ora ho bisogno di sdraiarmi un pochino.” Marco allora l’aiutò ad alzarsi e la aiutò a sdraiarsi sul letto e si accomodò vicino a lei. Dopo una decina di minuti in cui Marco non aveva smesso di rimirare il corpo della madre disse: “Mamma pronta per un massaggino?” “Ai piedi?” “No questa volta alla tua passerina.” Caterina sorrise, questa era una cosa che il marito non gli faceva quasi mai, tanto che non si ricordava quando fu l’ultima volta. “Oh amore non dovresti farlo..” Anche se mentre lo diceva apriva le gambe. Marco, vedendo finalmente il sesso della mamma da vicino, rispose immediatamente. “ Oh.. mamma, ho voglia di farlo. Posso?” “Va bene, se proprio devi..” Disse Caterina ridendo mentre su figlio si infilava con la testa tra le sue gambe. Marco appena si trovò davanti alla fica della madre cominciò subito a leccarla avidamente. Ne aveva leccate di fiche l’estate prima, ma qui il livello di eccitazione era incommensurabile. Era bagnatissima, aveva un profumo di muschio molto stimolante ed anche il gusto decisamente gradevole. “Si amore, mangia la fica della mamma.” Sussurrò Caterina in estasi. Si capiva che Marco lo aveva già fatto, la sua lingua esperta scivolava alternativamente tra le labbra ed intorno al clitoride mentre i gemiti della mamma crescevano sempre di più. Con le dita scappellò il clitoride e cominciò ad accanirsi piacevolmente su di esso. “O mio dio, o mio dio..” Si capiva che l’orgasmo per Caterina si stava avvicinando. Marco continuò leccare finché non senti la madre gridare come una ossessa: “Siiiiii… Godooooo..” Marco continuò a leccare ricevendo sul viso un’abbondante ondata di umori vaginali finché lei non lo spinse via. “Mamma ho fatto qualcosa di sbagliato?” Chiese Marco. “No amore, ho il clitoride troppo sensibile dopo che sono venuta leccandolo.” “Bene, pensavo di essere stato io.” “Ce l’hai ancora duro tesoro?” Chiese al figlio ancora eccitata e con l’intenzione questa volta di farsi scopare. “Per te sempre.” Candidamente ammise che l’idea di fare sesso con la madre non gli aveva procurato neanche il cosiddetto “periodo refrattario” tanto che era stato sempre in tiro. A Caterina piaceva farlo da dietro, con un po’ di difficoltà si girò su se stessa e si mise a quattro zampe. Mentre si girava pensava quanto sarebbe stato strano dire: “Tesoro vieni e scopa la mamma.” Marco si avvicinò al suo grosso culo e posizionò il suo cazzo vicino alla sua fica sempre più bagnata. “Ok amore, ora la mamma lo vuole duro e fino in fondo.” Marco senza farselo ripetere, appoggiò le mani sui fianchi della mamma e le scivolò dentro. “Oh si amore, riempi la fica della mamma con il tuo cazzone duro e lungo.” Commento ad alta voce sentendolo entrare. “Non posso crederci..” Rispose Marco. “Nemmeno io amore.” Concordò Caterina. “Il tuo cazzo è così grande e duro.” “Mamma ti amo.” Disse lui cominciando a scoparla lentamente. “Anche io amore.” Le rispose lei voltandosi a guardarlo. Entrambi si sorrisero con tenerezza ma subito dopo Caterina esclamò: “Ora scopa la mamma, e scopala selvaggiamente come una troia.” “Scommettiamo che ci riesco?” Replicò ridendo ed apprezzando il modo scurrile con cui si era espressa la mamma. Il rumore del bacino di Marco che sbatteva contro le natiche della mamma riempiva la camera. “O mio dio, si. Scopa la mamma, scopala..” Gemeva Caterina sentendo quel cazzo infuriato così bene dentro di lei. “Anche tutto il giorno..” Sapendo che la sua gioventù gli avrebbe permesso di farlo senza problemi. L’ultimo giorno di vacanza la scorsa estate aveva sborrato otto volte con sei ragazze diverse. “Mmmm.. benissimo.” Gemette la madre. “Qualsiasi cosa per te, mamma.” Era il mantra che continuava ripetere Marco mentre la scopava più forte che poteva. Caterina con grande sorpresa si accorse di aver avuto degli orgasmi multipli per la prima volta da vent’anni a questa parte, raggiungendo un secondo ed un terzo orgasmo negli ultimi quindici minuti di scopata. Dopo poco, Marco sentendosi vicino all’orgasmo chiese alla madre: “Mamma posso sborrarti dentro?” “Devi! Tanto penso sia sicuro.” Disse ridendo desiderosa di sentire lo schizzo del piacere del figlio dentro di lei. Dopo qualche colpo, con un grugnito bestiale accompagnato da un “Siiii..” liberatorio Marco scaricò la seconda prova del suo piacere dentro la madre. “Oh si, riempi quella zoccola di tua madre del tuo sperma bollente.” Gemette Caterina in estasi. Marco rallentò piano piano il suo ritmo, quindi estrasse il cazzo ancora gocciolante. All’improvviso un enorme zampillo uscì dalla vagina della mamma. “Oh no.. cazzo!” Esclamò Caterina rendendosi subito conto di ciò che era successo. “Oh no cosa? Cos’è tutto questo fluido?” “Mi si sono rotte le acque.” Le spiegò con calma la mamma. “Quindi la prossima cosa che devi fare per la mamma è accompagnarla in ospedale.” “Ok, conta su di me.” Rispose Marco molto responsabilizzato. Mentre si girava sulla schiena tentando di rialzarsi disse: “ Penso che tu abbia fatto, finalmente, quello che tuo padre non poteva o non voleva fare.” Seguì una grande risata tra i due mentre Caterina nella sua testa si chiedeva come sarebbe stato d’ora in avanti il rapporto con Marco. No volle darsi una risposta, una cosa però era chiara, quel cazzo e quel vigore erano irrinunciabili. “Per te mamma qualsiasi cosa.” Continuò con il suo mantra Marco mentre aiutava la mamma a preparare la valigia per l’ospedale.
scritto il
2018-06-26
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