Il mio primo colloquio
di
Lizbeth Gea
genere
bisex
Mamma mia come sono agitata! Quello che mi appresto a fare è il mio primo serio colloquio di lavoro dopo la laurea in matematica. L’unica distrazione presente è il seno della segretaria messo in evidenza da un bel reggiseno a balconcino. Ebbene si, non disdegno le belle donne!
Per l’occasione ho deciso di sfoggiare il mio Look portafortuna: camicetta di raso nera con i bottoni bianchi leggermente sbottonata, il che non guasta, gonna di cuoio nera con laccetti laterali, forse troppo sexy per un colloquio, scarpe decolté nere con lacci grepel e, come tocco finale, coda di cavallo e occhiali da vista finti.
“Signorina Lizbeth ora può entrare”, finalmente è arrivato il mio turno. Certo tesoro che sei fortunata se non rischiassi di compromettere tutto, ti salterei addosso con quel sorriso malizioso che ti ritrovi, penso tra me e me. Se poteste vederla sono sicura che sareste d’accordo con me. Che ansia, che ansia.
Cavolo ma lui conosco! Signor Alberto! E’ con lei che devo parlare? A questo punto è necessario che vi spighi che il signor Alberto è amico di mio padre. Sapete come si dice, lui mi ha vista crescere. Vi devo anche confessare che sono sempre stata affascinata da lui, anzi, arrossendo un po’, vi posso dire che ho sempre fantasticato su di lui fin da quando ero un adolescente.
“Ma cara Lizzy è un piacere vederti! Pensa che stupido, leggendo la lista non ho notato che saresti dovuta venire oggi”. Impressivamente mi sento meno ansiosa e, si lo confesso, molto più arrapata. Fate finta che non abbia detto nulla!
“Accomodati pure, come sta tuo padre?”, mi chiede, “Bene, bene adesso vive con la nuova compagna, a Napoli”, “Accidenti, non lo sapevo, non lo vedo ormai da anni, hai presente, da quella favolosa serata”
All’improvviso divento rossa, perché quella famosa sera mio padre mi beccò a baciare il Signor Alberto mentre sulla terrazza di casa! Allora avevo solamente 17 anni. L’ovvia conseguenza fu una lite furiosa con lui che sparì dalla nostra frequentazioni.
“Rimpiango di non aver mai chiesto scusa a te e alla tua famiglia per quello che successe quella famosa sera”, “Ma si figuri pure io lo volevo” “Non dire assurdità, eri minorenne e io non avrei mai dovuto” “beh ora non lo sono più”, oddio, che cazzo ho detto adesso!
“Dai piccolina torniamo a noi” o cazzo mi chiama ancora piccolina, maledetto “vedo che finalmente ti sei laureata”
“cosa vorresti dire Fuffino” mio padre lo chiamava così quando lo voleva offendere,
“ah vedo che te lo ricordi, volevo dire che ci hai messo 8 anni per laurearti, te la sei presa comoda” “Ma come guardi io durante gli anni di università ho sempre lavorato”
“Ok lo leggo del curriculum, passiamo alle cose serie, perché vorresti lavorare qui, e cosa daresti tu all’azienda?”
“Bhe lo sa bene, io amo la statistica e darei tutta me stessa per un lavoro che amo” è una mia impressione o mi ha guardato le gambe?
“Certo mi ricordo che non uscivi con gli amici per fare le espressioni, sei sempre stata un po’ matta” ora perché mi prende per il culo e perché ride?
“Ora signorina veniamo alla domanda più importante. Cosa potresti dare in più a questa azienda rispetto a tutte quelle che si sono presentate prima di te? Ti assicuro che sono molto qualificate”
“bhe di sicuro la tettona mora che è entrata prima di me aveva molto da dare. Opss scusa” “Non preoccuparti probabilmente hai ragione” e si mette a ridere
Ma che domanda del cazzo mi ha fatto. Cosa posso dire? Che cosa posso dire per farmi assumere?
“Beh probabilmente prima di me saranno entrate donne forse più qualificate di me, ma sa io le posso dare una cosa che sogna da ormai 10 anni”
“Non capisco, cosa intendi Lizzy?”
Ok, ho deciso, o la va o la spacca. Mi alzo, mi avvicino a lui e gli sbatto la lingua in bocca: “In ricordo dei vecchi tempi”
“O cazzo Lizzy!!!!”
“A proposito di cazzo sa è una vita che mi chiedo come è messo?” lo bacio ancora accarezzandogli l’inguine con la mano. “forse dovresti smetterla Lizzy, pensa a tuo padre..”
“pensi lei a mio padre e come l’ha trattata”
Mi alzo sbottono la camicia “E queste se le ricorda?” “Dai Lizzy non farlo per un posto di lavoro”
“Alberto forse non hai capito che è una vita che lo voglio fare”
Mi inginocchio sbottono i pantaloni e lo tiro fuori “uhnn lui sembra che lo voglia, porcellino” Inizio a scappellarlo con le mani mentre gli do una leccata alla punta. Strano, adesso se ne sta zitto.
Poi di botto me lo infilo tutto in gola e inizio a succhiarlo con tutta calma.
Lo faccio uscire dalla bocca e lo guardo ridendo “che dici la tettona è più brava di me?”
“Dai ti prego non voglio trattarti come una puttana” e cerca di rimettersi il cazzo nei pantaloni.
Mi alzo mi avvicino a lui lo bacio ancora. “Tesoro lascia fare a me” mi alzo la gonna “opss non ho le mutandine” Mi sbottono completamente la camicia “ora mi lecchi i capezzoli … signore”
Subito senza dire nulla, finalmente convinto, mi ficca la faccia tra le tette, inizia a leccare i capezzoli ormai duri. “Bravo il mio pervertivo”
Lentamente mi siedo sopra di lui facendo entrare il cazzo dentro di me, comincio a muovermi velocemente gustandomelo tutto. Inizia ad ansimare il porco e già non capisce più nulla.
“Dimmi, da quanto lo volevi?”
“Tesoro da quando a 14 anni ti ho vista prenderei llsole nuda davanti me, in quel momento mi sono sentito un pedofilo” “ahahah l’ho fatto apposta sai ..”
Mi alzo di scatto, appoggio le mani alla scrivania. “ora pero deve fare il suo dovere..”
Si alza dalla sua sedia, sembra finalmente che non abbia più rispetto per me, inizia a leccarmi la passera poi, finalmente, me lo sbatte dentro con forza ..
“Era ora brutto stronzo” “Non sono fatta di vetro, fottimi”
“Lizzy ti voglio da una vita” mi afferra le tette con le sue mani, le stringe, ci gioca... “Ora vieni stronzo, vienimi pure dentro tanto prendo la pillola” “Nooo ti voglio sborrare in faccia”
“uhnn ok pero prima mi deve promettere di farmi assumere” “Ovvio cosi ti scoperò tutti i giorni”
“bene” lo faccio uscire da me… mi inginocchio e inizio a segarlo, mi ficco il suo cazzo fino alla gola, gli lecco e succhio la cappella. Lui inizia a sbandare, all’improvviso mi viene in faccia, me la riempie tutta.
“Oddio che ho fatto?” “Idiota ti sei divertito?”
Mi rivesto, mi pulisco la faccia, lo bacio. Allora a che orami presento lunedì mattina? Lui confuso “tesoro vieni alle 8 e vedremo che ruolo darti”
“Ho il sospetto che il mio ruolo sia stato già definito”, lui sorride
“A proposito come si chiama la segretaria tettona?” “Si chiama Sonia, ma perché?”
“Perché idiota lo so che te la scopi, quindi lunedì mattina la facciamo partecipare” “Come, cosa?!!!??”
Mi avvicino, lo bacio. “Allora ci vediamo lunedi”
Esco e do un bel bacio in bocca a Sonia che mi guarda stupita.
“Sonia lunedì farò volentieri la tua conoscenza” così dicendo me ne esco sculettando dalla porta.
Per l’occasione ho deciso di sfoggiare il mio Look portafortuna: camicetta di raso nera con i bottoni bianchi leggermente sbottonata, il che non guasta, gonna di cuoio nera con laccetti laterali, forse troppo sexy per un colloquio, scarpe decolté nere con lacci grepel e, come tocco finale, coda di cavallo e occhiali da vista finti.
“Signorina Lizbeth ora può entrare”, finalmente è arrivato il mio turno. Certo tesoro che sei fortunata se non rischiassi di compromettere tutto, ti salterei addosso con quel sorriso malizioso che ti ritrovi, penso tra me e me. Se poteste vederla sono sicura che sareste d’accordo con me. Che ansia, che ansia.
Cavolo ma lui conosco! Signor Alberto! E’ con lei che devo parlare? A questo punto è necessario che vi spighi che il signor Alberto è amico di mio padre. Sapete come si dice, lui mi ha vista crescere. Vi devo anche confessare che sono sempre stata affascinata da lui, anzi, arrossendo un po’, vi posso dire che ho sempre fantasticato su di lui fin da quando ero un adolescente.
“Ma cara Lizzy è un piacere vederti! Pensa che stupido, leggendo la lista non ho notato che saresti dovuta venire oggi”. Impressivamente mi sento meno ansiosa e, si lo confesso, molto più arrapata. Fate finta che non abbia detto nulla!
“Accomodati pure, come sta tuo padre?”, mi chiede, “Bene, bene adesso vive con la nuova compagna, a Napoli”, “Accidenti, non lo sapevo, non lo vedo ormai da anni, hai presente, da quella favolosa serata”
All’improvviso divento rossa, perché quella famosa sera mio padre mi beccò a baciare il Signor Alberto mentre sulla terrazza di casa! Allora avevo solamente 17 anni. L’ovvia conseguenza fu una lite furiosa con lui che sparì dalla nostra frequentazioni.
“Rimpiango di non aver mai chiesto scusa a te e alla tua famiglia per quello che successe quella famosa sera”, “Ma si figuri pure io lo volevo” “Non dire assurdità, eri minorenne e io non avrei mai dovuto” “beh ora non lo sono più”, oddio, che cazzo ho detto adesso!
“Dai piccolina torniamo a noi” o cazzo mi chiama ancora piccolina, maledetto “vedo che finalmente ti sei laureata”
“cosa vorresti dire Fuffino” mio padre lo chiamava così quando lo voleva offendere,
“ah vedo che te lo ricordi, volevo dire che ci hai messo 8 anni per laurearti, te la sei presa comoda” “Ma come guardi io durante gli anni di università ho sempre lavorato”
“Ok lo leggo del curriculum, passiamo alle cose serie, perché vorresti lavorare qui, e cosa daresti tu all’azienda?”
“Bhe lo sa bene, io amo la statistica e darei tutta me stessa per un lavoro che amo” è una mia impressione o mi ha guardato le gambe?
“Certo mi ricordo che non uscivi con gli amici per fare le espressioni, sei sempre stata un po’ matta” ora perché mi prende per il culo e perché ride?
“Ora signorina veniamo alla domanda più importante. Cosa potresti dare in più a questa azienda rispetto a tutte quelle che si sono presentate prima di te? Ti assicuro che sono molto qualificate”
“bhe di sicuro la tettona mora che è entrata prima di me aveva molto da dare. Opss scusa” “Non preoccuparti probabilmente hai ragione” e si mette a ridere
Ma che domanda del cazzo mi ha fatto. Cosa posso dire? Che cosa posso dire per farmi assumere?
“Beh probabilmente prima di me saranno entrate donne forse più qualificate di me, ma sa io le posso dare una cosa che sogna da ormai 10 anni”
“Non capisco, cosa intendi Lizzy?”
Ok, ho deciso, o la va o la spacca. Mi alzo, mi avvicino a lui e gli sbatto la lingua in bocca: “In ricordo dei vecchi tempi”
“O cazzo Lizzy!!!!”
“A proposito di cazzo sa è una vita che mi chiedo come è messo?” lo bacio ancora accarezzandogli l’inguine con la mano. “forse dovresti smetterla Lizzy, pensa a tuo padre..”
“pensi lei a mio padre e come l’ha trattata”
Mi alzo sbottono la camicia “E queste se le ricorda?” “Dai Lizzy non farlo per un posto di lavoro”
“Alberto forse non hai capito che è una vita che lo voglio fare”
Mi inginocchio sbottono i pantaloni e lo tiro fuori “uhnn lui sembra che lo voglia, porcellino” Inizio a scappellarlo con le mani mentre gli do una leccata alla punta. Strano, adesso se ne sta zitto.
Poi di botto me lo infilo tutto in gola e inizio a succhiarlo con tutta calma.
Lo faccio uscire dalla bocca e lo guardo ridendo “che dici la tettona è più brava di me?”
“Dai ti prego non voglio trattarti come una puttana” e cerca di rimettersi il cazzo nei pantaloni.
Mi alzo mi avvicino a lui lo bacio ancora. “Tesoro lascia fare a me” mi alzo la gonna “opss non ho le mutandine” Mi sbottono completamente la camicia “ora mi lecchi i capezzoli … signore”
Subito senza dire nulla, finalmente convinto, mi ficca la faccia tra le tette, inizia a leccare i capezzoli ormai duri. “Bravo il mio pervertivo”
Lentamente mi siedo sopra di lui facendo entrare il cazzo dentro di me, comincio a muovermi velocemente gustandomelo tutto. Inizia ad ansimare il porco e già non capisce più nulla.
“Dimmi, da quanto lo volevi?”
“Tesoro da quando a 14 anni ti ho vista prenderei llsole nuda davanti me, in quel momento mi sono sentito un pedofilo” “ahahah l’ho fatto apposta sai ..”
Mi alzo di scatto, appoggio le mani alla scrivania. “ora pero deve fare il suo dovere..”
Si alza dalla sua sedia, sembra finalmente che non abbia più rispetto per me, inizia a leccarmi la passera poi, finalmente, me lo sbatte dentro con forza ..
“Era ora brutto stronzo” “Non sono fatta di vetro, fottimi”
“Lizzy ti voglio da una vita” mi afferra le tette con le sue mani, le stringe, ci gioca... “Ora vieni stronzo, vienimi pure dentro tanto prendo la pillola” “Nooo ti voglio sborrare in faccia”
“uhnn ok pero prima mi deve promettere di farmi assumere” “Ovvio cosi ti scoperò tutti i giorni”
“bene” lo faccio uscire da me… mi inginocchio e inizio a segarlo, mi ficco il suo cazzo fino alla gola, gli lecco e succhio la cappella. Lui inizia a sbandare, all’improvviso mi viene in faccia, me la riempie tutta.
“Oddio che ho fatto?” “Idiota ti sei divertito?”
Mi rivesto, mi pulisco la faccia, lo bacio. Allora a che orami presento lunedì mattina? Lui confuso “tesoro vieni alle 8 e vedremo che ruolo darti”
“Ho il sospetto che il mio ruolo sia stato già definito”, lui sorride
“A proposito come si chiama la segretaria tettona?” “Si chiama Sonia, ma perché?”
“Perché idiota lo so che te la scopi, quindi lunedì mattina la facciamo partecipare” “Come, cosa?!!!??”
Mi avvicino, lo bacio. “Allora ci vediamo lunedi”
Esco e do un bel bacio in bocca a Sonia che mi guarda stupita.
“Sonia lunedì farò volentieri la tua conoscenza” così dicendo me ne esco sculettando dalla porta.
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