Diario di un sottomesso - La vacanza
di
Semiramis
genere
dominazione
Mi pare doveroso raccontarvi di quella volta che Silvia decise di portarmi in vacanza con lei.
Ero stato da sempre un suo buon confidente e compagno fidato e quando ricevetti l'invito mi parve fin troppo strano per via del mio carettere poco incline ai bagordi e il mio spirito poco festaiolo che lei mi invitasse. Non ero mai stato trattato male da lei, me ne fidavo ciecamente, al punto che nella stranezza di un invito improvviso me ne meravigliai alquanto.
-Dai su che ci divertiremo, ci penserò io a te-.
Mi continuava a ripetere con tono tranquillo il giorno della partenza, quando le dovetti caricare la vecchia macchina del padre sotto ad un caldo infernale già prima della partenza.
-Sistema queste più giù...ah, e il trolley quello nero non farlo stare costretto-.
Mi diceva mentre grattandosi la testa piena di lunghi riccioli biondi io le sistemavo le valigie per la partenza di un intero esercito!
Senza precisare quanto tempo e quanto sole dovetti sopportare per caricare quella macchina, partimmo. Viaggio tranquillo, solite chiacchiere e canzoni.
Finalmente arrivammo nel pomeriggio presso l'appartamento che doveva ospitarci.
E io cosa ve lo dico a fare che dovetti scaricare di nuovo la macchina e salire non so quanti scalini, eravamo al secondo piano, con le valige. Ero già sudato e stanco e la vacanza non era ancora cominciata. Ovviamente non per lei, Silvia era completamente stravaccata sul divano a guardarmi sgobbare di lavoro.
- Oh dai finisci dopo di sistemarmi tutto - precisò facendomi fare rosso in viso per il nervosismo - ora vieni un po' qui accanto a me.
Mi sedetti al cospetto delle sue gambe lisce, mi poggiò i polpacci scolpiti sulle ginocchia.
- Ho guidato per tutto il viaggio, sono stanca, massaggiali su!-
Io stavo per scattare, per innervosismi, per dirle che me ne sarei andato non so come, non tutti capiranno ma quanto scatta il sottomesso che è in te tutta la fatica diventa piacere.
Mi passò i suoi piedi, togliendo via le converse bianche e un paio di fantasmini sudati dal viaggio. Cosa ne parliamo a fare, aveva dei piedi da ballerina, una caviglia sottile e delicata. Li presi tra le mani, erano ovviamente sudati, con le mani facevo una circonduzione dalla caviglia fino alle dita, la mia erezione cresceva.
-Ah ma allora è proprio vero quello che si dice di te, ho fatto bene a portarti con me in vacanza-.
Fui scosso ed eccitato da quelle parole :- Cc...Cosa è vero Silvy, perdonami non ho capito-.
-È vero che ti piace essere messo sotto dalle donne, ti piace farti comandare a bacchetta!-
Ero sempre più nervoso ed eccitato.
-Veramente io...ma queste cose chi le dice poi-
E lei subito :- Dai che lo so, anche ora, adesso ti metto un piede tra le gambe e vediamo-.
Detto, fatto. Segue erezione ancora più vigorosa e conseguente subentrare della personalità del leccapiedi senza dignità.
- Beh sì, ma non pretendere che io voglia farci sesso con te, sei mio amico e poi non fanno al caso mio queste cose... però ho pensato di farti fare alcuni compitucci per me-
Ormai stavo uscendo fuori dal binario e iniziai a leccarle la liscia e bellissima pianta del suo piede, ancora scivoloso per il sudore. Non le dispiacque, mi guardava con un sorriso beffardo.
- Eh sì fai bene a leccarli li rinfreschi, quindi in breve se tu mi fai da colf e io te lo ordino ti ecciti? -
- Sì - risposi.
- Oh ma è così strano, allora ti piace proprio essere la mia colf?-
- Sì - risposi di nuovo.
- Allora inizia a preparare la cena e a sistemare tutto qui, io vado al mare, quando torno forse avrai un premio -
- È tutto, non devi dirmi nient'altro- le dissi con tono riverente baciandole il collo del piede sinistro.
- Ah un'altra cosa, riceverai dei piccoli premi, siamo sempre buoni amici e anche se dovrò trattarti da schiavo, lo farò nel miglior modo possibile-.
Uscì col costume per andare al mare e io mi misi subito al lavoro cosicché quando tornò era tutto pronto. La aspettai e la accolsi come una vera regina.
Aveva addosso un profumo di salsedine e si era leggermente scottata il naso al sole.
- Allora hai sistemato tutto? Benedevo dire che sei bravo a fare la domestica... oh che profumino, su sediamoci a mangiare-.
Mangiammo degli ottimi spaghetti e riprendemmo a parlare, mi disse che aveva incontrato anche un bel tipo e mangiato un cornetto algida che le era anche caduto sulla sabbia, facendole restare l'ultimo morso sulla punta della lingua.
- Ora dobbiamo parlare un attimo di te, cos'è questa storia con le donne, non voglio che tu possa pensare che io ti sto sfruttando ma se ti eccita farmi la domestica e coccolarmi io ti lascio fare-
Finimmo di cenare ed io le diedi delle risposte piuttosto poco chiare sulla faccenda me ne vergognavo un po' era pur sempre una vecchia amica.
- Quando hai finito con i piatti ti aspetto in camera, muoviti-.
Così si spostò ondeggiando il culo verso il corridoio, le usciva dagli shorts dei jeans prepotentemente.
Finii e andai da lei.
Mi fece sdraiare :- Oh ma sai mi sento in difficoltà, non ho mai sottomesso nessuno, come prima regola però ora puoi avere a che fare solo con i miei piedi-.
Mi misi seduto sul letto a gambe aperte e iniziai di nuovo a baciarle il piede levigato ancora di più dall'acqua salata del mare, l'altro mi finì forte sui testicoli, cominciò a schiacciarli.
Una mano le scese negli shorts mentre la mia eccitazione aumentava il suo piede mi puniva.
- Forza, tiralo fuori, voglio vederlo-
Lo misi fuori e lei lo schiacciava su di me col suo piede.
- Piccolo, non mi farei mai scopare, però ora voglio che ti fai una sega... sì, voglio che ti stritoli quel pisellino così sarai pagato per le tue fatiche-.
Mi invitava a nozze, iniziai a menarlo davanti a lei, con la forte pressione del suo tallone che mi schiacciava i testicoli.
- Oh quindi è questo che ti piace, farti ordinare da una donna quello che potresti fare anche da solo, continua-
Mi segavo e la libidine saliva con conseguente discesa della mia dignità :- Oh ti prego Silvy, umiliami, verrò prima e toglierò il disturbo -.
- Sei un verme, non mi farei mai toccare da un uomo come te, se uomo posso definirti. Segati, sporco maiale! -
Continuavo, le sue parole mi facevano ribollire di goduria.
- Vuoi che ti sputi in faccia maiale?-
- Sì, oh sì fallo!-
Ricevetti uno sputo sul viso che scese fino alla mia bocca, aveva un ottimo sapore Silvy.
- Oh ma ancora non sei venuto, mi sto stufando di te maiale, vedi di muoverti-
Stavo per venire, goduria incalcolabile.
- Dove Silvy? Dove posso...-
Mi prese il cazzo coi piedi e me lo strofinò con forza, schiacciandomi i testicoli e facendo salire a fatica il seme, le inondai i piedi e lanciai un urlo di piacere.
Ricevetti uno schiaffo, forte e deciso e uno sputo che mi coprì l'occhio sinistro.
-Pulisci i piedi da quello schifo maiale e vattene che ho sonno-.
Detto, fatto.
Lui di Semiramis.
Ero stato da sempre un suo buon confidente e compagno fidato e quando ricevetti l'invito mi parve fin troppo strano per via del mio carettere poco incline ai bagordi e il mio spirito poco festaiolo che lei mi invitasse. Non ero mai stato trattato male da lei, me ne fidavo ciecamente, al punto che nella stranezza di un invito improvviso me ne meravigliai alquanto.
-Dai su che ci divertiremo, ci penserò io a te-.
Mi continuava a ripetere con tono tranquillo il giorno della partenza, quando le dovetti caricare la vecchia macchina del padre sotto ad un caldo infernale già prima della partenza.
-Sistema queste più giù...ah, e il trolley quello nero non farlo stare costretto-.
Mi diceva mentre grattandosi la testa piena di lunghi riccioli biondi io le sistemavo le valigie per la partenza di un intero esercito!
Senza precisare quanto tempo e quanto sole dovetti sopportare per caricare quella macchina, partimmo. Viaggio tranquillo, solite chiacchiere e canzoni.
Finalmente arrivammo nel pomeriggio presso l'appartamento che doveva ospitarci.
E io cosa ve lo dico a fare che dovetti scaricare di nuovo la macchina e salire non so quanti scalini, eravamo al secondo piano, con le valige. Ero già sudato e stanco e la vacanza non era ancora cominciata. Ovviamente non per lei, Silvia era completamente stravaccata sul divano a guardarmi sgobbare di lavoro.
- Oh dai finisci dopo di sistemarmi tutto - precisò facendomi fare rosso in viso per il nervosismo - ora vieni un po' qui accanto a me.
Mi sedetti al cospetto delle sue gambe lisce, mi poggiò i polpacci scolpiti sulle ginocchia.
- Ho guidato per tutto il viaggio, sono stanca, massaggiali su!-
Io stavo per scattare, per innervosismi, per dirle che me ne sarei andato non so come, non tutti capiranno ma quanto scatta il sottomesso che è in te tutta la fatica diventa piacere.
Mi passò i suoi piedi, togliendo via le converse bianche e un paio di fantasmini sudati dal viaggio. Cosa ne parliamo a fare, aveva dei piedi da ballerina, una caviglia sottile e delicata. Li presi tra le mani, erano ovviamente sudati, con le mani facevo una circonduzione dalla caviglia fino alle dita, la mia erezione cresceva.
-Ah ma allora è proprio vero quello che si dice di te, ho fatto bene a portarti con me in vacanza-.
Fui scosso ed eccitato da quelle parole :- Cc...Cosa è vero Silvy, perdonami non ho capito-.
-È vero che ti piace essere messo sotto dalle donne, ti piace farti comandare a bacchetta!-
Ero sempre più nervoso ed eccitato.
-Veramente io...ma queste cose chi le dice poi-
E lei subito :- Dai che lo so, anche ora, adesso ti metto un piede tra le gambe e vediamo-.
Detto, fatto. Segue erezione ancora più vigorosa e conseguente subentrare della personalità del leccapiedi senza dignità.
- Beh sì, ma non pretendere che io voglia farci sesso con te, sei mio amico e poi non fanno al caso mio queste cose... però ho pensato di farti fare alcuni compitucci per me-
Ormai stavo uscendo fuori dal binario e iniziai a leccarle la liscia e bellissima pianta del suo piede, ancora scivoloso per il sudore. Non le dispiacque, mi guardava con un sorriso beffardo.
- Eh sì fai bene a leccarli li rinfreschi, quindi in breve se tu mi fai da colf e io te lo ordino ti ecciti? -
- Sì - risposi.
- Oh ma è così strano, allora ti piace proprio essere la mia colf?-
- Sì - risposi di nuovo.
- Allora inizia a preparare la cena e a sistemare tutto qui, io vado al mare, quando torno forse avrai un premio -
- È tutto, non devi dirmi nient'altro- le dissi con tono riverente baciandole il collo del piede sinistro.
- Ah un'altra cosa, riceverai dei piccoli premi, siamo sempre buoni amici e anche se dovrò trattarti da schiavo, lo farò nel miglior modo possibile-.
Uscì col costume per andare al mare e io mi misi subito al lavoro cosicché quando tornò era tutto pronto. La aspettai e la accolsi come una vera regina.
Aveva addosso un profumo di salsedine e si era leggermente scottata il naso al sole.
- Allora hai sistemato tutto? Benedevo dire che sei bravo a fare la domestica... oh che profumino, su sediamoci a mangiare-.
Mangiammo degli ottimi spaghetti e riprendemmo a parlare, mi disse che aveva incontrato anche un bel tipo e mangiato un cornetto algida che le era anche caduto sulla sabbia, facendole restare l'ultimo morso sulla punta della lingua.
- Ora dobbiamo parlare un attimo di te, cos'è questa storia con le donne, non voglio che tu possa pensare che io ti sto sfruttando ma se ti eccita farmi la domestica e coccolarmi io ti lascio fare-
Finimmo di cenare ed io le diedi delle risposte piuttosto poco chiare sulla faccenda me ne vergognavo un po' era pur sempre una vecchia amica.
- Quando hai finito con i piatti ti aspetto in camera, muoviti-.
Così si spostò ondeggiando il culo verso il corridoio, le usciva dagli shorts dei jeans prepotentemente.
Finii e andai da lei.
Mi fece sdraiare :- Oh ma sai mi sento in difficoltà, non ho mai sottomesso nessuno, come prima regola però ora puoi avere a che fare solo con i miei piedi-.
Mi misi seduto sul letto a gambe aperte e iniziai di nuovo a baciarle il piede levigato ancora di più dall'acqua salata del mare, l'altro mi finì forte sui testicoli, cominciò a schiacciarli.
Una mano le scese negli shorts mentre la mia eccitazione aumentava il suo piede mi puniva.
- Forza, tiralo fuori, voglio vederlo-
Lo misi fuori e lei lo schiacciava su di me col suo piede.
- Piccolo, non mi farei mai scopare, però ora voglio che ti fai una sega... sì, voglio che ti stritoli quel pisellino così sarai pagato per le tue fatiche-.
Mi invitava a nozze, iniziai a menarlo davanti a lei, con la forte pressione del suo tallone che mi schiacciava i testicoli.
- Oh quindi è questo che ti piace, farti ordinare da una donna quello che potresti fare anche da solo, continua-
Mi segavo e la libidine saliva con conseguente discesa della mia dignità :- Oh ti prego Silvy, umiliami, verrò prima e toglierò il disturbo -.
- Sei un verme, non mi farei mai toccare da un uomo come te, se uomo posso definirti. Segati, sporco maiale! -
Continuavo, le sue parole mi facevano ribollire di goduria.
- Vuoi che ti sputi in faccia maiale?-
- Sì, oh sì fallo!-
Ricevetti uno sputo sul viso che scese fino alla mia bocca, aveva un ottimo sapore Silvy.
- Oh ma ancora non sei venuto, mi sto stufando di te maiale, vedi di muoverti-
Stavo per venire, goduria incalcolabile.
- Dove Silvy? Dove posso...-
Mi prese il cazzo coi piedi e me lo strofinò con forza, schiacciandomi i testicoli e facendo salire a fatica il seme, le inondai i piedi e lanciai un urlo di piacere.
Ricevetti uno schiaffo, forte e deciso e uno sputo che mi coprì l'occhio sinistro.
-Pulisci i piedi da quello schifo maiale e vattene che ho sonno-.
Detto, fatto.
Lui di Semiramis.
0
voti
voti
valutazione
0
0
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
Idillio del suonoracconto sucessivo
I ragazzi di Ciaulà
Commenti dei lettori al racconto erotico