Riscoprirsi donna

di
genere
masturbazione

L'ascensore frena la sua corsa al quinto piano. È stata una giornata lunga, calda e faticosa. Chiudo la porta di casa dietro di me con un giro di chiave, mi sfilo le scarpe alte ed abbandono l'abito a terra lasciando solo l'intimo nero a coprirmi. La casa è accarezzata dalla penombra nel tentativo vano di tenere lontano il caldo.
Lascio che la musica di Bonamassa riempia l'ambiente afoso di casa mentre la voce rauca di Bet Hart mi incatena in una danza morbida e sensuale con la sua “I’ll take care of you”.
Mi muovo lenta ondeggiando i fianchi seguendo la sua voce, mi godo ogni secondo di quella melodia muovendomi senza schemi o inibizioni.
Leggera mi dirigo in bagno e mi infilo in doccia. L’occhio mi cade sull'orologio, ho ancora un ora e mezza prima di dover uscire di casa. L'acqua fresca scende sui miei capelli solleticandomi la pelle in rivoli ribelli. La musica incalza il ritmo passando da un lento blues ad un blues-rock più sostenuto. Mi giro di schiena e lascio che l'acqua mi accarezzi la pelle. Muovo il corpo cadenzando un ritmo lento, destra, sinistra, destra, sinistra...
L'acqua mi regala dei brividi leggeri sulla pelle rovente. Senza smettere questa danza le dita insaponate iniziano ad accarezzare il corpo che, sciolto dallo stress della giornata, reagisce alle carezze indurendo i capezzoli e contraendo leggermente i muscoli pelvici. Le mani scendono sapientemente strizzando e tirando la parte più sensibile dei miei seni risvegliando completamente il mio ventre. Mi mordo il labbro mentre lascio che le mani mi esplorino con voracità trasformando la danza sensuale in una danza più primordiale, una rincorsa leggera verso l’agognato benessere fisico e mentale.
Le dita scivolano nel mio centro già umido e voglioso, solleticano prima le labbra poi il clitoride aumentando l'intensità della pressione. Appoggio la testa al muro lasciando che l'acqua torni a scorrermi tra i seni e poi giù sul ventre fino alla mia apertura umida e vogliosa di attenzioni. Le dita iniziano ad inseguire quella fiamma già accesa fino a trasformarla in incendio. Mi inarco, mi tendo, mi sento.
Con la mano libera artiglio un seno mentre le due dita premono con maestria i lati del clitoride rallentando la corsa prolungandomi l'orgasmo. Con gli occhi chiusi mi godo la sensazione di sollievo.
Porto le due dita ricoperte dai miei umori alla bocca, lentamente le lecco inebriandomi nel mio odore, gustandomi a fondo...
No, non ne ho ancora abbastanza.
La musica cambia e mentre Beth sussurra al mio orecchio “Your heart is as black as night” mi riempio con due dita la figa grondante e mi scopo aumentando il ritmo. Lo sguardo mi cade sulla spazzola che uso solitamente a sciogliere i nodi dei miei capelli ricci. Il manico è abbastanza lungo e presenta una leggera sporgenza rotonda alla base.
Non ho mai fatto niente del genere, ma sai che c’è? C’è che voglio godere.
Lentamente faccio passare il manico della spazzola tra le mie labbra già fradice di umori per poi infilarmelo dentro senza troppe cerimonie. Sento la sporgenza della spazzola premere contro l’utero ed aumento il ritmo della penetrazione...
No, non mi basta.
Appoggio il piede nella piccola rientranza dell'ingresso, mi chino vergognosamente in avanti e inizio a toccarmi il culo. Un dito entra con facilità, due dita mi fanno leggermente tremare le gambe. Tolgo la spazzola ormai completamente lubrificato dai miei umori e la infilo lentamente sforzando la resistenza di quel passaggio che non ho mai veramente esplorato. Avvampo di calore mentre la testa comincia a girarmi. Mi scopo il culo con forza, gemo senza ritegno mordendomi le labbra. La mano libera torna a torturare il clitoride, e poi è l'oblio. La scarica elettrica arriva senza preavviso strappandomi un urlo roco e profondo, tremo incontrollata contro la parete e mi accascio sotto l'acqua per riprendere fiato. Il cuore batte nel petto come impazzito, un sorriso leggero nasce dalle mie labbra mentre penso che dopo anni, finalmente, mi sono riscoperta donna.
scritto il
2018-08-06
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