Fall
di
LilyLuna87
genere
sentimentali
Giallo, arancio, rosso, marrone... Anche l'odore del vento è carico di autunno: umido, bagnato, fresco e piacevole. Sa di sciarpe, cioccolata calda, scarpe bagnate e maglioni morbidi e solitudine.
Entro nel portone lasciandomi il rumore della città alle spalle. Nell'atrio del palazzo c’è qualche bicicletta e un piccolo giardinetto, le foglie del piccolo albero colorano il pavimento lucido di pioggia. Senza pensarci troppo ne raccolgo due gialle e una rossa.
Mi dirigo verso la scala piena di buone intenzioni quando la pigrizia ha la meglio e chiamo l'ascensore.
Attendo qualche secondo appoggiando la fronte alla parete fredda.
Adoro l'autunno ma questo clima mi mette sempre una dolce malinconia. La voglia di compagnia è prepotente.
Lo scatto metallico alle mie spalle mi distoglie dai pensieri confusi riportandomi alla realtà.
“Porca miseria questo cazzo di tempo... Cristo santo se si è bagnato il computer sono fottuto.”
Mi giro divertita e incuriosita.
Tiene la bicicletta per il manubrio mentre la sistema nella rastrelliera del palazzo. Volano bestemmie colorite mentre aggancia il lucchetto sotto l'acqua scrosciante.
Abita al secondo piano, è alto, molto alto, forse 1.90. Moro, capelli spettinati e bagnati una barba folta ricopre parte del viso, non ha l'ombrello ed è bagnato fradicio. Non so come si chiami, l'ho intravisto due o tre volte da quando mi sono trasferita qui. Probabilmente lavora in qualche ufficio visto che indossa sempre un completo serio con camicia.
Si avvicina alla scala scrollandosi di dosso quanta più acqua possibile
“Cazzo...”
Imbronciato e di cattivo umore apre la porta delle scale in modo brusco.
“Giornataccia?”
Sobbalza sorpreso e mi guarda intimorito spostandosi ciuffi di capelli bagnati dagli occhi.
“Oh, io... si, si scusa pensavo di esser solo.”
“No non preoccuparti, mi hai fatto fare una risata in realtà...” “Sono fradicio.”
“Ma dai non l'avevo capito...”
“Abiti qui?”
“Da due settimane, mi sono appena trasferita.”
“Sei la nuova inquilina del terzo!”
Sorrido e annuisco.
L'ascensore è appena arrivato a terra. Entro nella piccola scatola di metallo seguita da lui.
“Odio questo clima... stamattina sole, ora diluvio universale...”
I capelli fradici gli si attaccano alla fronte alta mentre si infila di fronte a me.
Mi sistemo nervosamente la gonna e premo il numero del piano.
“Tu invece sembri uscita da un libro delle favole... uno scialle, capelli azzurri, un vestitino da Alice nel paese delle meravigliei... e delle foglie in mano? Dimmi mia cara Alice non sei triste per la fine dell'estate?”
“Io adoro questo clima. Coperte, thè, candele.. è splendido solo... Un poco malinconico.”
“Nah non riuscirai a farmi cambiare idea. Mi rattrista troppo questo clima. Ora mi sparo una doccia calda e poi mi imbruttisco davanti al pc.”
L'ascensore si ferma con un sobbalzo meccanico. Una foglia mi sfugge dalle mani.
I suoi occhi neri mi scrutano qualche secondo dall'alto. Si abbassa velocemente raccogliendo la foglia rossa fuoco, le sua mano sfiora leggermente la mia caviglia mentre risale. Un brivido mi attraversa.
“Beh allora ciao Alice...” dice con un mezzo sorriso porgendomi la foglia.
E se per una volta... “Ho un'idea... perché non vieni con me nella tana del bianconiglio? Prendiamo un tè col cappellaio e ti faccio fare pace con l'autunno... ”
No non funzionerebbe, riderebbe di me.
“Mi sento sola, posso offrirti un caffè?”
No sarebbe inappropriato e mi scoprirei troppo fragile.
“Ho bisogno di stringermi a qualcuno. Ho bisogno di calore, di pelle umida, di graffi. Ho bisogno di sentirmi piena e viva. Di fremere, di gemere... faresti l'amore con me stasera?”
“Grazie... buona serata.”
Le porte metalliche si chiudono. L'ascensore sale di un piano. Credo di aver bisogno di una doccia calda anche io...
Entro nel portone lasciandomi il rumore della città alle spalle. Nell'atrio del palazzo c’è qualche bicicletta e un piccolo giardinetto, le foglie del piccolo albero colorano il pavimento lucido di pioggia. Senza pensarci troppo ne raccolgo due gialle e una rossa.
Mi dirigo verso la scala piena di buone intenzioni quando la pigrizia ha la meglio e chiamo l'ascensore.
Attendo qualche secondo appoggiando la fronte alla parete fredda.
Adoro l'autunno ma questo clima mi mette sempre una dolce malinconia. La voglia di compagnia è prepotente.
Lo scatto metallico alle mie spalle mi distoglie dai pensieri confusi riportandomi alla realtà.
“Porca miseria questo cazzo di tempo... Cristo santo se si è bagnato il computer sono fottuto.”
Mi giro divertita e incuriosita.
Tiene la bicicletta per il manubrio mentre la sistema nella rastrelliera del palazzo. Volano bestemmie colorite mentre aggancia il lucchetto sotto l'acqua scrosciante.
Abita al secondo piano, è alto, molto alto, forse 1.90. Moro, capelli spettinati e bagnati una barba folta ricopre parte del viso, non ha l'ombrello ed è bagnato fradicio. Non so come si chiami, l'ho intravisto due o tre volte da quando mi sono trasferita qui. Probabilmente lavora in qualche ufficio visto che indossa sempre un completo serio con camicia.
Si avvicina alla scala scrollandosi di dosso quanta più acqua possibile
“Cazzo...”
Imbronciato e di cattivo umore apre la porta delle scale in modo brusco.
“Giornataccia?”
Sobbalza sorpreso e mi guarda intimorito spostandosi ciuffi di capelli bagnati dagli occhi.
“Oh, io... si, si scusa pensavo di esser solo.”
“No non preoccuparti, mi hai fatto fare una risata in realtà...” “Sono fradicio.”
“Ma dai non l'avevo capito...”
“Abiti qui?”
“Da due settimane, mi sono appena trasferita.”
“Sei la nuova inquilina del terzo!”
Sorrido e annuisco.
L'ascensore è appena arrivato a terra. Entro nella piccola scatola di metallo seguita da lui.
“Odio questo clima... stamattina sole, ora diluvio universale...”
I capelli fradici gli si attaccano alla fronte alta mentre si infila di fronte a me.
Mi sistemo nervosamente la gonna e premo il numero del piano.
“Tu invece sembri uscita da un libro delle favole... uno scialle, capelli azzurri, un vestitino da Alice nel paese delle meravigliei... e delle foglie in mano? Dimmi mia cara Alice non sei triste per la fine dell'estate?”
“Io adoro questo clima. Coperte, thè, candele.. è splendido solo... Un poco malinconico.”
“Nah non riuscirai a farmi cambiare idea. Mi rattrista troppo questo clima. Ora mi sparo una doccia calda e poi mi imbruttisco davanti al pc.”
L'ascensore si ferma con un sobbalzo meccanico. Una foglia mi sfugge dalle mani.
I suoi occhi neri mi scrutano qualche secondo dall'alto. Si abbassa velocemente raccogliendo la foglia rossa fuoco, le sua mano sfiora leggermente la mia caviglia mentre risale. Un brivido mi attraversa.
“Beh allora ciao Alice...” dice con un mezzo sorriso porgendomi la foglia.
E se per una volta... “Ho un'idea... perché non vieni con me nella tana del bianconiglio? Prendiamo un tè col cappellaio e ti faccio fare pace con l'autunno... ”
No non funzionerebbe, riderebbe di me.
“Mi sento sola, posso offrirti un caffè?”
No sarebbe inappropriato e mi scoprirei troppo fragile.
“Ho bisogno di stringermi a qualcuno. Ho bisogno di calore, di pelle umida, di graffi. Ho bisogno di sentirmi piena e viva. Di fremere, di gemere... faresti l'amore con me stasera?”
“Grazie... buona serata.”
Le porte metalliche si chiudono. L'ascensore sale di un piano. Credo di aver bisogno di una doccia calda anche io...
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