The Show Must Go On
di
LilyLuna87
genere
etero
Boccheggio dietro le quinte. Le luci rosse illuminano il delitto appena compiuto in veranda.
Ora sono tre. Tre cadaveri.
Uno in veranda, uno in cucina e uno nel salotto.
Seicento persone attendono col fiato sospeso mentre le pedine si muovono frenetiche sul palco cercando di scovare l'assassino. Ma tra gli otto probabili colpevoli ne manca uno. Solo uno.
Attendo dietro le quinte col respiro sempre più corto. Esce il maggiordomo di scena e si infila di fronte a me, le quinte strette e buie non aiutano i movimenti sopratutto se indossi vestiti ampi e corsetto.
Le nostre ginocchia quasi si toccano. Riesco a scorgere un sorriso malizioso prima che le luci si spengano del tutto.
Applausi.
Percepisco un movimento di ombre quando sento il suo respiro sul mio collo.
“Signorina Scarlet, il suo profumo è inebriante” mi sussurra a pochi centimetri dall'orecchio con voce roca.
“Mi dica Wadswordth...” annullo la distanza afferrando i lembi del suo completo impeccabile. “Lei sa di stare flirtando con l'assassino?”
La mia bocca famelica incontra la sua a metà strada. Ci mordiamo con foga, i denti cozzano tra loro le lingue si inseguono come serpenti indemoniati. Le sue mani afferrano la gonna e la strattonano verso l'alto.
Le luci del palco diventano blu, mancano sei scambi di battute al suo rientro in scena.
L'eccitazione ha la meglio sulla paura.
Le sue mani si fanno strada fino al bordo delle autoreggenti e poi più su fino all’intimo di pizzo. Il mio leggero gemito è coperto dagli applausi mentre due dita scivolano nella mia intimità pulsante ed eccitata.
Mi vìola senza tenerezza.
Imbeve le sue dita nel succo della mia lussuria esigendone ancora e ancora.
La luce diventa verde.
Il maggiordomo entra in scena barcollando, la faccia stravolta, il completo sgualcito. Si accascia sul divano disperandosi per la perdita della defunta ed adorata moglie.
Solo un occhio attento potrebbe notare che una mano è oscenamente ricoperta di umori.
Con un gesto teatrale la porta alla bocca, da le spalle al pubblico singhiozzando. I suoi occhi si alzano mentre guardano nella mia quinta. Sono incredula.
Lecca velocemente quelle estremità profanatrici aprendo il viso in un ghigno soddisfatto.
Ti voglio. Qui. Ora. Davanti a seicento persone. Voglio la tua perversione e tu lo sai, stronzo maledetto. Così come sai che dovrò torturarmi per altri ottanta minuti di recitato nell'attesa di consumarti.
Ora sono tre. Tre cadaveri.
Uno in veranda, uno in cucina e uno nel salotto.
Seicento persone attendono col fiato sospeso mentre le pedine si muovono frenetiche sul palco cercando di scovare l'assassino. Ma tra gli otto probabili colpevoli ne manca uno. Solo uno.
Attendo dietro le quinte col respiro sempre più corto. Esce il maggiordomo di scena e si infila di fronte a me, le quinte strette e buie non aiutano i movimenti sopratutto se indossi vestiti ampi e corsetto.
Le nostre ginocchia quasi si toccano. Riesco a scorgere un sorriso malizioso prima che le luci si spengano del tutto.
Applausi.
Percepisco un movimento di ombre quando sento il suo respiro sul mio collo.
“Signorina Scarlet, il suo profumo è inebriante” mi sussurra a pochi centimetri dall'orecchio con voce roca.
“Mi dica Wadswordth...” annullo la distanza afferrando i lembi del suo completo impeccabile. “Lei sa di stare flirtando con l'assassino?”
La mia bocca famelica incontra la sua a metà strada. Ci mordiamo con foga, i denti cozzano tra loro le lingue si inseguono come serpenti indemoniati. Le sue mani afferrano la gonna e la strattonano verso l'alto.
Le luci del palco diventano blu, mancano sei scambi di battute al suo rientro in scena.
L'eccitazione ha la meglio sulla paura.
Le sue mani si fanno strada fino al bordo delle autoreggenti e poi più su fino all’intimo di pizzo. Il mio leggero gemito è coperto dagli applausi mentre due dita scivolano nella mia intimità pulsante ed eccitata.
Mi vìola senza tenerezza.
Imbeve le sue dita nel succo della mia lussuria esigendone ancora e ancora.
La luce diventa verde.
Il maggiordomo entra in scena barcollando, la faccia stravolta, il completo sgualcito. Si accascia sul divano disperandosi per la perdita della defunta ed adorata moglie.
Solo un occhio attento potrebbe notare che una mano è oscenamente ricoperta di umori.
Con un gesto teatrale la porta alla bocca, da le spalle al pubblico singhiozzando. I suoi occhi si alzano mentre guardano nella mia quinta. Sono incredula.
Lecca velocemente quelle estremità profanatrici aprendo il viso in un ghigno soddisfatto.
Ti voglio. Qui. Ora. Davanti a seicento persone. Voglio la tua perversione e tu lo sai, stronzo maledetto. Così come sai che dovrò torturarmi per altri ottanta minuti di recitato nell'attesa di consumarti.
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