Ricordi?

di
genere
saffico

Ti sposi.
Me lo dici con un sorriso bianco, pieno, gioioso. I tuoi denti perfetti, le tue gote sempre rosse.
Te la meriti questa felicità. Lo so.
Ti sposi con Lui.
Ti abbraccio forte.
Il tuo profumo mi penetra nel cervello catapultandomi a 8 anni fa... Caldo.
Il caldo afoso delle giornate di agosto a Milano ti abbraccia mentre sei sdraiata sul mio letto. Ricordo le tue mutandine di cotone a righe, il reggiseno bianco, i capelli bagnati sparsi sul mio cuscino... Il tuo profumo...
Stavamo realizzando il nostro sogno di bambine: vivevamo finalmente insieme, in una grande città, lontane dal nostro odiato paese natio... tu eri la mia Nana e io ero la tua.
Mi sdraio accanto a te e lascio vagare le dita sul tuo basso ventre. Un tocco leggero e circolare che in poco tempo smette di essere innocente.
Il tuo seno costretto nel tessuto segue la danza delle mie dita: inspiri, due meloni gonfi spingono la stoffa reclamando libertà. Espiri, una leggera conca si forma nel tuo ventre.
Percorro i tuoi fianchi morbidi adorando la tua pelle abbronzata. Saggio la consistenza dei tuoi seni nascosti sotto la stoffa odiandola. Sono caldi, gonfi, il centro è turgido, pronto da mordere. Stringo, forse troppo forte.
Un sospiro spezzato, un debole gemito...
Non resisto più.
Attraverso l’odiata stoffa lecco e mordo la punta del tuo generoso monte. Sei così morbida, così profumata. Scosto la stoffa del reggiseno insinuando una mano per tormentarti meglio.
Lentamente raggiungo l'ostacolo delle tue mutandine... pensavo mi avresti detto di no. Anzi ne ero praticamente convinta.
Avevamo già fatto questo gioco in passato. Ti irrigidivi e dicevi semplicemente “No.”
Solo no. Nessuna spiegazione né discorso era permesso dopo quel no. Ricordo imbarazzo. Teneri sorrisi. Uscivi dal letto e mi lasciavi grondante e frustrata con il tuo odore addosso.
Di quella sera invece ricordo la mia titubanza davanti a quelle mutandine a righe e le tue mani che quella notte le fecero semplicemente scivolare rivelandomi finalmente il tuo centro umido.
L'odore del tuo sesso vivo e pulsante finalmente schiuso tra le mie dita. Il tuo corpo teso, la tua bocca che si spalanca, le tue mani che si aggrappano alle lenzuola.
Bella.
Eri così bella.
Sei ancora così bella.
Ricordo la mia lingua sul tuo ombelico che si fa lentamente strada, un dito che lento scivola nella tua intimità. Il mio naso solleticato dal tuo pelo chiaro che impreziosisce il monte di venere.
Ti assaggio finalmente mentre ti penetro con due dita. Esploro e profano la tua intimità guidata dal tuo respiro. Le tue cosce morbide ai lati della mia testa le tue mani che tirano i capelli, le tue mani che premono chiedendomi di più...
Ricordo il tuo gemito che aumenta fino a diventare un urlo sommesso. La scossa elettrica che ti attraversa è per me motivo di orgoglio e godimento.
Eri mia finalmente. Mia.
Mi sdraio accanto a te, accarezzandoti i capelli.
Ricordo la forma del tuo seno rosa e prominente. Ricordo i tuoi capelli biondi ormai asciutti sparsi sul cuscino... Ricordo...
Ci addormentammo così. Abbracciate nel caldo agosto di Milano.
Ricordo fin troppo bene cosa mi dicesti qualche mese dopo.
“Mi sono messa con Marco. Mi piace Luna. Vorrei che piacesse anche a te.”
Hai cambiato università. Siete andati a vivere insieme... E tutto si è rotto.
Non ci siamo parlare per due anni, fino alla morte di tuo padre. Li ho capito quanto tu fossi ancora importante per me e quanto tu avessi bisogno di me.
Ti sposi.
Ti sposi con Lui.
Non te l'ho mai detto ma si, mi piace.
Sono sinceramente felice per te.
So già cosa ti regalerò... sono passati 8 anni ma ancora custodisco i nostri due bicchieri con le fragole. Ricordi? Sono proprio quelli che hai comprato al mercato in quel pomeriggio di maggio dove il tuo sorriso bianco illuminava i miei giorni nella nostra innocenza dei vent'anni.
scritto il
2018-12-21
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