Litha in luna piena
di
LilyLuna87
genere
prime esperienze
Fa caldo.
L'aria che solitamente scende dal monte e attraversa l'appartamento questa sera non si decide a farmi visita.
Una goccia di sudore scende dalla nuca e percorre il collo, si fa strada lentamente, solleticando la pelle per finire nello scollo del seno svegliandomi completamente.
Mi sollevò di malavoglia dal mio giaciglio umido, la stanza resa buia dalla pesante tenda tirata rende difficoltosa la visuale lasciandomi a malapena intravedere la sagoma del gatto che dorme nell'altra metà del letto. È disteso sul fianco, zampe anteriori e posteriori allungate, probabilmente per cercare una qualche forma di refrigerio.
Mi allungo verso di lui lasciando un'affettuosa carezza percorrendo l'intero metro di felino, il suo corpo flessuoso si allunga ulteriormente stirandosi e ritraendosi assumendo infine una perfetta forma a semicerchio.
Mi alzo di malavoglia brancolando verso la portafinestra e tiro le tende nella disperata ricerca di aria. Inaspettatamente vengo investita da un fascio di luce perlacea che mi fa distogliere lo sguardo dal cielo.
L'intera stanza si riempie di sfumature argentate. Gli occhi si abituano gradualmente alla nuova luce.
Mi ero completamente dimenticata che questa notte si festeggia Litha.
Ammaliata dalla magia della luna piena mi concedo al suo bianco abbraccio, osservandola con ammirazione e rispetto. Sorrido, respiro profondamente l'aria calda di questa notte, alzo le braccia al cielo e ringrazio la Dea offrendo alla Luna un respiro profondo.
Stiracchiandomi mi dirigo in cucina in cerca di un bicchiere d'acqua. L'afa dell'estate permea l'intero appartamento, perfino l'acqua che esce dal rubinetto è calda.
Percorro a ritroso il corridoio che mi riporta in camera, sfilo la maglietta di cotone che uso come pigiama e mi appoggio allo stipite che fa da tramite tra il buio dell'appartamento e la luce fatata della stanza.
Da questa angolazione lo specchio sull'anta dell'armadio riflette perfettamente la luce bianca sfaccettandola in alcuni raggi azzurrini che si posano direttamente sul letto. Sto per entrare nella camera quando un brivido mi attraversa la schiena.
È una sensazione assurda da descrivere ma tutto il mio corpo avverte che l'aria all'interno della camera vibra in un modo anomalo.
La polvere che leggera danza davanti ai miei occhi si muove nervosa, quasi spostata a onde da una tensione innaturale.
Aggrappata allo stipite fisso intensamente lo specchio che riflette l'interno della camera.
Il letto è sfatto, le lenzuola azzurre aggrovigliate ai piedi del letto mostrano e nascondono una sagoma perlacea. Avvolte disordinatamente intorno alla silhouette liscia e armoniosa di un corpo nudo evidenziano ciò che nel letto non c'era fino a poco fa.
Sbatto le palpebre più volte certa che la luce mi abbia giocato un brutto scherzo.
Entro tremante nella stanza ed osservo direttamente il letto illuminato dalla Luna.
C'è decisamente qualcuno nel mio letto. Un ragazzo, estremamente alto dorme in posizione fetale, a mezzaluna, sul fianco. Il viso sprofondato nel cuscino, le braccia lunghe abbandonate di lato, le gambe leggermente accavallate arrotolate alle lenzuola.
Un unico pensiero mi attraversa come un fulmine: sto sognando, non sono sveglia, sto semplicemente sognando.
Un gemito pigro si alza dal corpo argenteo che giace tra le lenzuola stropicciate.
"Non vieni a letto?" Gracchia con voce assonnata e vibrante.
"Chi... cosa?"
Si gira supino, un braccio poggiato sulla fronte per proteggere gli occhi dalla luce. Mi osserva nella penombra con un sorriso felino.
"Vieni a letto Luna". La voce è melodiosa e stridente al tempo stesso eppure incredibilmente familiare.
"K... Kiri? Sei tu?"
"Beh chi altri dovrei essere?" Allunga un braccio sinuoso verso di me ed allarga il sorriso mostrando denti bianchi e canini appuntiti.
Istintivamente mi avvicino alla sua mano sfiorandola con curiosità. La pelle candida è più calda e setosa del normale. Sotto i miei polpastrelli la sensazione di seta bollente si trasforma in incendio quando la sua mano stringe il mio braccio trascinandomi nel letto accanto a lui. Dolcemente mi lascia accoccolare sul suo petto bollente. Le mie mani esplorano il corpo bianco e vellutato, la temperatura della pelle non è normale. Caldo, troppo caldo per essere...
"Sei... Sei umano?"
"Oh no, sono tutt'altro che umano... Ma stasera la dea mi ha ascoltato. Erano anni che le chiedevo di poterti toccare..."
Mi stacco dal suo petto per osservarlo.
La luna riflette il suo profilo felino che si apre in un sorriso lussurioso. Le sue dita danzano sulla mia schiena nuda scendendo per percorrere la forma dei fianchi.
Studio il suo volto da vicino intrecciando le mie dita nei capelli serafici che ricadono morbidi sugli zigomi spigolosi. L'iride verde riempie l'occhio quasi completamente lasciando spazio solo alla fessura nera verticale della pupilla che mi studia attentamente.
Le sue dita indugiano sul mio seno facendo drizzare i capezzoli. Lasciando scie bollenti i polpastrelli vellutati percorrono la strada verso l'ombelico. Caldo. Ho davvero caldo.
La sua lingua ruvida lambisce il mio collo lasciandomi sfuggire un gemito.
"Sto sognando Kiri?"
"Forse Luna... Forse."
Le sue braccia affusolate mi girano dolcemente, il suo corpo caldo dietro di me, le sue mani roventi su di me...
Con impazienza la sua mano continua a scendere infilandosi nelle mutandine bagnate violando la mia fessura già umida. Denti appuntiti affondano nel mio collo facendomi male, la schiena si tende come l'arco di un violino rispondendo alle spinte ritmate che accendono il mio ventre. Tremo, gemo, combatto, sospiro avvinghiata a braccia e gambe di velluto. Offro il mio gemito alla notte, mi contraggo e danzo vestita della sola luce della luna mentre mani ora gentili e bollenti mi cullano nelle contrazioni post orgasmiche.
Un suono ritmato, lieve e vibrante mi avvolge e coccola mentre appagata mi abbandono tra le braccia di Morfeo.
..
L'allarme del cellulare suona impetuoso le 7.00. Un sole caldo penetra dalla finestra spalancata abbracciandomi le caviglie arrotolate tra le lenzuola. Sporgo un braccio alla ricerca del maledetto oggetto trillante quando la mia mano incontra una morbida pelliccia. L'aria si riempie di fusa profonde. Due occhi verdi si schiudono lussuriosi nel piacere tattile dato dal contatto reciproco.
"Ho fatto un sogno assurdo Kiri"...
Lo so, non pubblico da quasi tre anni. Ho avuto un fantastico stravolgimento di vita che mi ha tenuta decisamente impegnata. Questo racconto l'ho scritto l'estate scorsa ed è rimasto incompiuto fino ad ora. Non so assolutamente in che categoria inquadrarlo dato che ha sorpreso decisamente anche me. Spero che piaccia anche se un po' sopra le righe.
L'aria che solitamente scende dal monte e attraversa l'appartamento questa sera non si decide a farmi visita.
Una goccia di sudore scende dalla nuca e percorre il collo, si fa strada lentamente, solleticando la pelle per finire nello scollo del seno svegliandomi completamente.
Mi sollevò di malavoglia dal mio giaciglio umido, la stanza resa buia dalla pesante tenda tirata rende difficoltosa la visuale lasciandomi a malapena intravedere la sagoma del gatto che dorme nell'altra metà del letto. È disteso sul fianco, zampe anteriori e posteriori allungate, probabilmente per cercare una qualche forma di refrigerio.
Mi allungo verso di lui lasciando un'affettuosa carezza percorrendo l'intero metro di felino, il suo corpo flessuoso si allunga ulteriormente stirandosi e ritraendosi assumendo infine una perfetta forma a semicerchio.
Mi alzo di malavoglia brancolando verso la portafinestra e tiro le tende nella disperata ricerca di aria. Inaspettatamente vengo investita da un fascio di luce perlacea che mi fa distogliere lo sguardo dal cielo.
L'intera stanza si riempie di sfumature argentate. Gli occhi si abituano gradualmente alla nuova luce.
Mi ero completamente dimenticata che questa notte si festeggia Litha.
Ammaliata dalla magia della luna piena mi concedo al suo bianco abbraccio, osservandola con ammirazione e rispetto. Sorrido, respiro profondamente l'aria calda di questa notte, alzo le braccia al cielo e ringrazio la Dea offrendo alla Luna un respiro profondo.
Stiracchiandomi mi dirigo in cucina in cerca di un bicchiere d'acqua. L'afa dell'estate permea l'intero appartamento, perfino l'acqua che esce dal rubinetto è calda.
Percorro a ritroso il corridoio che mi riporta in camera, sfilo la maglietta di cotone che uso come pigiama e mi appoggio allo stipite che fa da tramite tra il buio dell'appartamento e la luce fatata della stanza.
Da questa angolazione lo specchio sull'anta dell'armadio riflette perfettamente la luce bianca sfaccettandola in alcuni raggi azzurrini che si posano direttamente sul letto. Sto per entrare nella camera quando un brivido mi attraversa la schiena.
È una sensazione assurda da descrivere ma tutto il mio corpo avverte che l'aria all'interno della camera vibra in un modo anomalo.
La polvere che leggera danza davanti ai miei occhi si muove nervosa, quasi spostata a onde da una tensione innaturale.
Aggrappata allo stipite fisso intensamente lo specchio che riflette l'interno della camera.
Il letto è sfatto, le lenzuola azzurre aggrovigliate ai piedi del letto mostrano e nascondono una sagoma perlacea. Avvolte disordinatamente intorno alla silhouette liscia e armoniosa di un corpo nudo evidenziano ciò che nel letto non c'era fino a poco fa.
Sbatto le palpebre più volte certa che la luce mi abbia giocato un brutto scherzo.
Entro tremante nella stanza ed osservo direttamente il letto illuminato dalla Luna.
C'è decisamente qualcuno nel mio letto. Un ragazzo, estremamente alto dorme in posizione fetale, a mezzaluna, sul fianco. Il viso sprofondato nel cuscino, le braccia lunghe abbandonate di lato, le gambe leggermente accavallate arrotolate alle lenzuola.
Un unico pensiero mi attraversa come un fulmine: sto sognando, non sono sveglia, sto semplicemente sognando.
Un gemito pigro si alza dal corpo argenteo che giace tra le lenzuola stropicciate.
"Non vieni a letto?" Gracchia con voce assonnata e vibrante.
"Chi... cosa?"
Si gira supino, un braccio poggiato sulla fronte per proteggere gli occhi dalla luce. Mi osserva nella penombra con un sorriso felino.
"Vieni a letto Luna". La voce è melodiosa e stridente al tempo stesso eppure incredibilmente familiare.
"K... Kiri? Sei tu?"
"Beh chi altri dovrei essere?" Allunga un braccio sinuoso verso di me ed allarga il sorriso mostrando denti bianchi e canini appuntiti.
Istintivamente mi avvicino alla sua mano sfiorandola con curiosità. La pelle candida è più calda e setosa del normale. Sotto i miei polpastrelli la sensazione di seta bollente si trasforma in incendio quando la sua mano stringe il mio braccio trascinandomi nel letto accanto a lui. Dolcemente mi lascia accoccolare sul suo petto bollente. Le mie mani esplorano il corpo bianco e vellutato, la temperatura della pelle non è normale. Caldo, troppo caldo per essere...
"Sei... Sei umano?"
"Oh no, sono tutt'altro che umano... Ma stasera la dea mi ha ascoltato. Erano anni che le chiedevo di poterti toccare..."
Mi stacco dal suo petto per osservarlo.
La luna riflette il suo profilo felino che si apre in un sorriso lussurioso. Le sue dita danzano sulla mia schiena nuda scendendo per percorrere la forma dei fianchi.
Studio il suo volto da vicino intrecciando le mie dita nei capelli serafici che ricadono morbidi sugli zigomi spigolosi. L'iride verde riempie l'occhio quasi completamente lasciando spazio solo alla fessura nera verticale della pupilla che mi studia attentamente.
Le sue dita indugiano sul mio seno facendo drizzare i capezzoli. Lasciando scie bollenti i polpastrelli vellutati percorrono la strada verso l'ombelico. Caldo. Ho davvero caldo.
La sua lingua ruvida lambisce il mio collo lasciandomi sfuggire un gemito.
"Sto sognando Kiri?"
"Forse Luna... Forse."
Le sue braccia affusolate mi girano dolcemente, il suo corpo caldo dietro di me, le sue mani roventi su di me...
Con impazienza la sua mano continua a scendere infilandosi nelle mutandine bagnate violando la mia fessura già umida. Denti appuntiti affondano nel mio collo facendomi male, la schiena si tende come l'arco di un violino rispondendo alle spinte ritmate che accendono il mio ventre. Tremo, gemo, combatto, sospiro avvinghiata a braccia e gambe di velluto. Offro il mio gemito alla notte, mi contraggo e danzo vestita della sola luce della luna mentre mani ora gentili e bollenti mi cullano nelle contrazioni post orgasmiche.
Un suono ritmato, lieve e vibrante mi avvolge e coccola mentre appagata mi abbandono tra le braccia di Morfeo.
..
L'allarme del cellulare suona impetuoso le 7.00. Un sole caldo penetra dalla finestra spalancata abbracciandomi le caviglie arrotolate tra le lenzuola. Sporgo un braccio alla ricerca del maledetto oggetto trillante quando la mia mano incontra una morbida pelliccia. L'aria si riempie di fusa profonde. Due occhi verdi si schiudono lussuriosi nel piacere tattile dato dal contatto reciproco.
"Ho fatto un sogno assurdo Kiri"...
Lo so, non pubblico da quasi tre anni. Ho avuto un fantastico stravolgimento di vita che mi ha tenuta decisamente impegnata. Questo racconto l'ho scritto l'estate scorsa ed è rimasto incompiuto fino ad ora. Non so assolutamente in che categoria inquadrarlo dato che ha sorpreso decisamente anche me. Spero che piaccia anche se un po' sopra le righe.
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