Storia d'amore e passione 3 - La prima volta con mio figlio.

di
genere
incesti

Dopo alcuni giorni finalmente,mi erano venute le mie cose.

Ero troppo felice per lo scampato pericolo ed al termine del ciclo mestruale,avevamo voluto inaugurare il famoso sedile ribaltabile facendo finalmente l'amore in macchina.

Senza preservativo!

Nel momento dell'acme l'avevo implorato di venirmi dentro come aveva fatto la prima volta:

-Dai amore.....vienimi dentro....scaldami col tuo seme...riempimi...riempimi...sborra...sborra...godooooo...godooo....-

Era stato un momento sublime di piacere intenso ed era stata la prima volta che davvero mi sentivo innamorata di lui e percepivo il suo amore.

La sua verga dura e pulsante dentro di me nel momento di massimo piacere ci aveva travolti e sconvolti facendosi sentire davvero l'uno compentrato nell'altro.

Eravamo un unico corpo avviluppati in un orgasmo intenso e lunghissimo e mentre il suo sperma si scioglieva in me,le nostre membra scosse dal piacere si fondevano nell'anima e in un lago di sudore di amore e di passione.

Era stato bellissimo anche se non avevamo ancora capito se a vincere fosse stato lo spirito o la carne.

Riflettendoci dopo l'inizio del rapporto con mio figlio,mi viene da pensare che quel nodo non sia mai stato sciolto:Spitito o carne?Amore o passione?Sangue o incesto?

Dopo la prima volta in macchina,mi ero confidata con mia madre la quale dopo aver ascoltato la mia storia e lo scampato pericolo,mi aveva abbracciata e accrezzandomi il viso mi aveva detto:

-Alla buonora bambina mia.

Ero un po' preoccupata per te è già da qualche mese che aspettavo che tu mi parlassi.

Ho visto che con Marco te l'intendi bene e non riuscivo a capire come mai non avevate ancora fatto l'amore.

Cominciavo a temere che ci potesse essere qualche problema.

Domani chiamo il ginecologo così ti visita e ti prescrive la pillola e poi stasera ne parlo con tuo padre che sarà contentissimo in quanto anche lui era piuttosto preoccupato.-

Che mamma meravigliosa avevo ed anche il mio papà sotto quell'aria severa nascondeva un cuore d'oro.

Da quel giorno,ogni volta che i miei capivano che volevo stare un po' con Marco,ci lasciavano la casa libera.

Il lettone con le lenzuola pulite e gli asciugamani di lino appoggiati sulla pediera del letto.

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Avevo ancora nel culo il plug nero e nella fica la melanzana che quella stessa sera avrei cucinato per cena e mentre il mio corpo veniva scosso dal piacere,nella mia mente si addensavano intricati pensieri e nel mio ventre cresceva il seme che vi aveva inoculato mio figlio.

Quella con Sandro(mio figlio)è una storia incredibilmente simile a quella vissuta(e che vivo tutt'ora) con suo padre.

Si direbbe che il destino abbia voluto giocare con me offrendomi modelli di sessualità meravigliosi,struggenti,sacrali e peccaminosi nell'apparente normalità della famiglia.

Una sessualità vissuta all'interno di mura domestiche senza mai una tentazione,un pulsione,il desiderio di un maschio che non vedessero al centro mio marito e mio figlio.

Quando avevo deciso di cedere al desiderio di Sandro di avere un figlio da me,mi sono sentita finalmente libera da un'ansia che mi aveva angosciata per tre anni.

Tre anni meravigliosi in cui ogni giorno sentivo crescere la sua passione per me,sua madre!

E al tempo stesso,come se fosse la cosa più naturale del mondo,aumentava il mio attaccamento a mio marito il quale mai mi ha fatto mancare il suo amore,le sue attenzioni e la sua passione a letto.

Dunque,se in grembo portavo la creatura di mio figlio,era come se fosse anche di mio marito al quale mi sono sempre donata in modo appassionato concedendomi l'unica pausa quando con la scusa di una infiammazione uterina,per due settimane avevo sospeso la pillola ed avevo fatto l'amore solo con mio figlio sino ad essere certa che m'avesse ingravidata.

Mio figlio cresceva bello e sano come il sole e via via che si andava formando il giovanotto che sarebbe diventato,mi ricordava sempre più mio marito al liceo.

Anche lui come mio marito era un po' timido ed introverso ed anche lui sotto una corporatura solida e ben impostata,nascondeva una intelligenza fuori dal comune.

Aveva una naturale predisposizione per la matematica che lo spingeva ad andare oltre il programma della sua classe al liceo scientifico ed è per questo che mi chiedeva di aiutarlo nello studio.

Quando lo aiutavo sedevo accanto a lui e la cosa mi piaceva ma mi procurava una strana inspiegabile inquietitudine.

L'arcano mi si è improvvisamente disvelato quando lui già frequentava la quarta liceo.

Ero seduta accanto a lui che indossava una leggera tuta da casa.

D'un tratto si era alzato e con fare che mi era parso imbarazzato,si era diretto verso il bagno.

Mentre si alzava avevo notato un evidente segno di eccitazione sotto la tuta e subito mi sono resa conto che la mia gonna corta mi aveva lasciate completamente scoperte le cosce.

Mio figlio era cresciuto e si era eccitato alla vista delle mie forme e forse aveva visto anche le mie mutandine nere coi giuffi di peli che fuoriescivano di lato.

Per qualche istante avevo temuto che fosse andato a masturbarsi ed invece era riapparso indossando dei jeans che a malapena contenevano la sua erezione.

-Che c'è Sandro...perché sei andato a cambiarti?-

Alla mia domanda rimasta senza risposta aveva reagito il suo viso avvampandosi di rosso.

In quel momento mi sono resa conto di essere al mio liceo seduta accanto a Marco rinchiuso nella sua timidezza.

-Sandro non devi vergognarti.

Sei un ragazzo,scoppi di salute ed è del tutto naturale che tu abbia delle erezioni.

Spero che non sia stata colpa mia e della mia minigonna! -

-Ma no mamma...cosa dici....-

Mi aveva risposto con un filo di voce.

-Sandro...dimmi la verità...ce l'hai la ragazza?-

-No!-

Era stata la sua flebile e imbarazzata risposta.

Anche Marco mi aveva risposto così la prima volta e quel no mi aveva fatta precipitare indietro nel tempo quando nell'ultima fila di quel vecchio cinema lo avevo masturbato per la prima volta.

Come se fossi in tranche preda del tempo e dei ricordi mai sopiti,avevo avvicinato la sedia a quella di mio figlio e dopo avergli appoggiato la testa sulla spalla, con una mano avevo aperto la cerniera dei suoi pantaloni e non senza fatica gli avevo estratto la verga dura e livida dalla costrizione di un pantalone troppo stretto.

Mentre con una mano gli accarezzavo i capelli,nell'altra sentivo crescere e pulsare il suo giovane sesso.

L'ho masturbato lentamente e quando ho percepito i suoi ansimi di piacere,ho unito le mie labbra alle sue ed ho lasciato che mi bagnasse sciogliendo il suo piacere nella mia mano come aveva fatto suo padre venti anni prima.

Tutto era avvenuto troppo in fretta ed in modo imprevisto.

In mancanza di un fazzoletto,avevo portato la mano sulla mia bocca e l'avevo ripulita con la lingua sotto lo sguardo perso nel vuoto di mio figlio.

A quella constatazione avevo avuto anch'io un certo turbamento





scritto il
2018-08-06
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