L'Elementalista ( 2 di 8 )

di
genere
pulp

II

Dormiva il sonno dei vincitori sotto il sole pomeridiano, dopo l'impresa che aveva compiuto gli sembrava che nulla potesse più andare male quel giorno, nessuno l'avrebbe disturbato mentre prendeva la tintarella integrale. Nessuno.

" Tò guarda che bel fungo ho trovato ! "

Il peso sulle gambe e un vocione da contralto gli fecero capire che aveva sbagliato i conti, lo richiamarono al mondo. E per fortuna che non era sonno profondo, sbarrò gli occhi e scattò su, per quanto permettevano gli addominali da tempo impigriti.
Una cicciona negra sorridente era inginocchiata davanti a lui, sulle sue caviglie, e stringeva nella destra il suo attrezzo, una stretta morbida in verità.
Sembrava la Mami di Via col Vento, col naso largo, gli occhi a palla, i capelli ricci coperti da un fazzoletto annodato. Tutto decorato con un intrico di virgole gialle e ocra, come il camicione che indossava, una di quelle tuniche manicate dell'Africa Occidentale. La scena era talmente inaspettata che gli ci volle tempo prima di trovare la parola. Quella intanto non sembrava intenzionata a mollare l'osso.

" Ooooh ti sei spaventato, mi spiace, ho visto questo bel ragazzo che dormiva nella mia pineta e non volevo disturbare il suo sonno. "

" Però lo ha fatto, signora, ma prima non potrebbe.. mmm.. lasciarmi andare ? "
Certo, aveva già tradito la moglie poco prima, però non era un motivo per rifarlo subito, e comunque tradire con una donna vera gli sembrava più grave.

" Eppure il tuo amico qui non sembra della stessa opinione.. "
Non mollava e anzi strisciando sulle ginocchia si avvicinava di più.

La sua pineta aveva detto ? E quella voce innaturale che parlava un italiano perfetto, privo di inflessioni. Un brivido freddo e un malessere nel fondo della pancia. Un' altra di loro !
E tutto nel suo aspetto e modo di fare riportava all'elemento Terra.

" Sei proprio così spaventato ? Guarda, non sono malintenzionata. "
Si portò più avanti di fianco a lui, lasciando finalmente la presa, ma posandogli la mano al'altezza dell'ombelico, era come essere trattenuto a terra dalla zampa di un elefante.
Dalla manica sinistra del camicione rotolarono fuori dei cioccolatini e lui non ebbe più dubbi su cosa avesse davanti. Avrebbe persino potuto pronunciare il suo nome, ma l'avrebbe innervosita, non sarebbe stata una cosa furba. Non era nemmeno furbo contrariarla, scartò uno dei cioccolatini e si mise a masticarlo cercando di sorridere. Come s'era detto, loro sono molto più forti di un essere umano, ma quelle legate alla Terra sono il peggio, sottrarsi con la forza alla sua presa era impossibile, picchiarla sarebbe stato come prendere a pugni una parete di granito.
Sapeva anche troppo bene quali fossero le sue intenzioni, voleva cavalcarlo, salirgli sopra. All'inizio sarebbe sembrato normale, ma con il piacere il suo peso sarebbe aumentato fino a diventare quello di una montagna. Stava per finire come una formica schiacciata.
Eppure in quel momento era delicata nel massaggiargli il ventre.

" Allora, mi fai fare un giro ? "

Il terriccio polveroso sotto di lui e l'erba secca gli fecero capire cosa doveva fare.
" Aspetta ! Ho anche io una cosa per te, sono sicuro che hai sete ! "

Quella fece una faccia stupita senza perdere il suo sorriso e lo liberò.
" Ma va. Checcarino ! "

Si alzò senza fare movimenti bruschi, la bottiglietta d'acqua era nella tasca laterale della borsa.
Passare oltre la borsa e scappare? A parte che era nudo, se si trattava della Ninfa di quella particolare pineta niente avrebbe potuto uscirne senza il suo permesso.
Rifugiarsi in un altro elemento? Avrebbe potuto correre agli scogli e tuffarsi in mare, se non avesse poco prima ingannato e offeso un'Ondina, sono piuttosto vendicative oltre che voraci.

Consegnò la bottiglia alla negrona, che intanto aveva sciolto il fazzoletto e liberato una matassa di capelli. Quella tutta contenta si fece fuori il mezzo litro in tre secondi, la Terra non rifiuta mai l'Acqua.

E' molto raro per gli umani avere incontri con gli elementali, trovarne due nello stesso giorno era impossibile, doveva essere impossibile. Ma lui se l'era cercata, ne aveva attirata una con un’ esca, era come se avesse acceso un faro per farsi trovare. Non aveva calcolato che quel posto potesse avere un suo Nume.

" Allora, cosa stavamo dicendo ? .. "
Vuotata la bottiglia la Ninfa si avvicinò di nuovo con la grazia signorile di un carro armato, le Donne di Terra non possono essere distolte dal loro scopo.
Eppure nonostante la sua immensa forza la Terra è il più passivo degli elementi, il più ricettivo, la violenza non può piegarla, ma la volontà si.

Era insomma necessario prendere l'iniziativa e metterci della sicurezza, per questo anche se ci arrivava appena per quanto era alta, lui le mise la mano sulla guancia e la lingua direttamente in bocca, senza incontrare nessuna resistenza.

Il Ricettivo: Grandi cose sono compiute attraverso la forza di una docile cavalla.

Il gioco delle lingue sarebbe anche stato piacevole se non fosse stata in palio la sua vita, dopo essersi riempito la bocca di quelle labbra le aveva seguite fino all’angolo, per proseguire fino all’attaccatura del collo sotto l’orecchio. Sentiva odore di cannella. Non era solo la sopravvivenza, c’erano la moglie e i figli piccoli, non poteva abbandonarli solo per aver voluto sentirsi cacciatore di misteri. Lei intanto gli aveva ripreso in mano la situazione.
Eppure il calore che sentiva in alto nel petto, mentre i suoi baci diventavano morsi, era qualcosa di ancora diverso. Quel che si stava svegliando in lui non era più l’italiana meschinità di chi si accontenta, di chi cerca di vincere ai punti perché tiene famiglia, La sua era pura e primitiva volontà di prevalere. Le sue mani corsero sotto quel camicione giallo incontrando una carne per nulla flaccida, liscia come il turchese lavorato, fino a impadronirsi con arroganza dei due globi di marmo. Nella sua mente non poteva più concepire la possibilità di perdere e anche la signora sembrava gradire questo cambiamento. Tanto che si tolse il camicione perché lui potesse baciarla nello spazio tra i seni e la gola.

Se lei non avesse voluto nulla avrebbe potuto spostarla, una ruspa avrebbe inutilmente fuso il motore senza guadagnare un filo.

Lui non provò nessuno stupore quando la sentì cedere, prima in ginocchio mentre lui continuava a divorarla con le mani e la bocca, poi distesa.
Avrebbe voluto montarla di brutto come quella di prima, però c’erano delle corrispondenze da rispettare, la Terra è l’oralità, il suo punto debole è la gola.
Per questo le si pose sopra a gambe larghe, infilandosi tra i due globi come in una guaina, i piedi non arrivavano a toccare il suolo, l’erba faceva solletico.

“ Tiens Ayzan, y-à ton mangè ! “

Diversamente dalle umane quella non aveva bisogno di respirare, arrivò a contenerlo completamente, la cavalcava e strattonava i capezzoli come redini. La fine fu come un terremoto.

Dopo. La voglia era esaurita, ma era ancora disteso su di lei, le carezzava il viso appena con un dito scendendo lungo il naso. Non era sparita e questo non era normale, non possono rimanere a lungo dalla nostra parte della realtà. E la pineta era diversa, quando si era messo a prendere il sole non c’erano le Felci e nemmeno le Calendule. Poteva contare a occhio i cespugli di Timo, come se tutto il paesaggio avesse preso vita dal loro accoppiamento. Il sole poi era troppo alto per quell’orario.

“ E’ il mio mondo questo ? “

Fu li solo momento in cui lei abbandonò il sorriso.
“ No, non lo è e tu non dovresti essere qui. E’ stato un errore bello però. “

“ E sai da che parte posso andare per mettere le cose a posto ? “

“ No. Mi spiace. “

La baciò un’ultima volta sulle labbra, poi si alzò e andò alla borsa per rivestirsi.
Dopo qualche minuto ancora con la borsa appesa alla spalla arrivò dove avrebbe dovuto esserci l’automobile. Naturalmente la strada con l’asfalto tutto smangiato era vuota e oltre c’era una parete di roccia a picco invece del campo che ricordava, ciuffi di alberi sopra come un piccolo altopiano.
A sinistra la strada faceva una curva e non si vedeva oltre, a parte il mare.
A destra campo con fattoria diroccata, però con una pala eolica nuova fiammante.
Sul margine della strada c’era un palo di legno con un manifesto stracciato, parlava della mostra di Mirò ad Alzara, però quello nella foto era un autoritratto di Van Gogh.

Sospirò, era incastrato a piedi in un altro mondo, tutto perché aveva creduto di poter gestire una sovrapposizione dei piani paralleli, così, tanto per divertirsi e fare una scappata gratis alla faccia della moglie.
Girandosi verso la pineta e la scogliera disse una sola cosa prima di mettersi in cammino per trovare l’uscita.

“ Ho una donna che mi aspetta a casa “.
scritto il
2018-08-23
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