Viaggio di Nozze a Cap (2)

di
genere
tradimenti

Scandaglio la spiaggia con occhio rapace.
Nascosto dietro gli occhialoni da sole, che sono l’unica cosa che indosso, il mio sguardo corre sugli uccelli dei passanti e dei bagnanti, su quelli dritti e su quelli a riposo, senza perderne uno…
La sera prima ho goduto come non mi capitava da tempo… Di sicuro con Franco non ho mai goduto così. Con Davide, qualche volta.
Ora, il problema con noi femmine, è che più prendiamo cazzo, più ne vogliamo. Dopo un prolungato periodo di astinenza o di sesso mediocre, ci adattiamo e la nostra libido si atrofizza. Ma quando veniamo servite a dovere, pretendiamo sempre di più.
Insomma: dopo la sveltina nel cesso ho i sensi a mille. Non solo continuo a sperare di vedere di nuovo il morettone della sera prima, ma prendo anche in considerazione praticamente tutti gli uccelli che mi passano davanti, indipendentemente o quasi dai loro proprietari: tutto il contrario di mio marito, al quale tengo sinceramente, ma del cui cazzo non sono assolutamente più interessata.

Ieri sera per fortuna era troppo stanco e mi ha lasciata in pace a godermi la sensazione sublime della sborrata del moro che mi scaldava le viscere, ma stamani ha preteso di fare il suo dovere coniugale, con risultati a dir poco patetici; ero ancora incrostata dello sperma ormai secco del mio amante notturno, così mi sono concessa da dietro e lui non si è accorto che ero usata di fresco, però la sua solita prestazione mediocre a confronto con l’esperienza ancora recente col morettone è risultata davvero frustrante.
Così adesso sono più infoiata che mai…
Al punto che butto lì l’idea di provare uno dei numerosi club per scambisti che ci sono in giro per il villaggio naturista.
Franco mi guarda come se fossi impazzita, così io aggiungo in fretta: - Tanto per dare un’occhiata e vedere cosa succede lì dentro…
Lui è incerto. Io insisto. Vedremo…

Devo assolutamente dare una svolta alla nostra vita sessuale; o perlomeno alla mia.
Poi li vedo: il morettone e il suo compare, a spasso sulla spiaggia con i loro bei batacchi al vento…
Mi illanguidisco tutta nel rivedere il maschio che mi ha avuta la sera prima; mi rendo conto che lo voglio ancora, e che sono pronta a tutto pur di ripetere quell’esperienza bruciante.
Mi agito, voglio che mi veda… Mi alzo in piedi e mi stiracchio al sole.
Incontro il suo sguardo, e vedo dalla sua espressione che mi ha riconosciuta.
Sento i suoi occhi scorrermi sul corpo, accarezzarmi prima i fianchi e poi le tette…
Mi lecco le labbra, ancheggio un po’. Lui nota, e apprezza.
Poi ammicca brevemente prima di arrestare la sua marcia e di rivolgersi al compare.
Un istante più tardi, lo vedo voltarmi le spalle e entrare nell’acqua con aria decisa.
Resto un istante interdetta, poi mi rendo conto che mi sta offrendo l’opportunità di raggiungerlo.
Dico a Franco che sto morendo di caldo e mi butto un momento in acqua per rinfrescarmi.
- Aspetta – mi fa il cornuto – vengo anch’io…
- No – lo gelo senza quasi pensare – Non voglio nuotare, mi immergo e torno subito, amore… Il bagno insieme lo facciamo più tardi, OK?
Non aspetto risposta, tanto lui è ancora a pancia sotto e io sto già camminando verso l’acqua…
Una rapida corsa e sono accanto al mio bel morettone. Mi tuffo nell’acqua fresca, e lui fa altrettanto. Quando riemergo, lui è lì davanti a me, bello come un dio greco.
- Ciao – mi fa lui – Hai ancora voglia, vero?
Bastardo. E’ davvero così evidente?
- Sì – ammetto – Ho bisogno di un’altra dose come quella di ieri…
- Vieni qui, che ti scopo nell’acqua.
Idea intrigante… Ho avuto l’impressione che qualcuno lo faccia davvero, e non mi dispiacerebbe affatto provare.
- Non posso, c’è mio marito in spiaggia.
- OK. Allora facciamo così: alle cinque in punto liberati di lui. Ci vediamo davanti alla pizzeria di Heliopolis.
- Ma come faccio…
- Digli che vai a comprare qualcosa per cena, no?
E’ sveglio, il mio maschione.

Faccio come dice. Quando torniamo alla villetta dalla spiaggia, dopo aver fatto la doccia, Franco si stende nuovamente al sole per asciugarsi sul lettino nel nostro minuscolo cortile.
Io afferro il prendisole trasparente che di solito indosso intorno ai fianchi per andare a fare la spesa: non copre praticamente niente, ma è una questione igenica non avere i genitali al vento mentre passi fra i banchi di frutta e verdura…
- Caro, io faccio una corsa al supermercato, abbiamo quasi finito il caffé.
Lui grugnisce, contento di non doverci andare lui, e io infilo velocemente il cancelletto diretta al centro commerciale di Heliopolis, la zona più centrale del villaggio.
Indosso solo il prendisole, una graziosa cinturina di ottone, i sandali e gli occhialoni da sole quando mi presento davanti alla pizzeria all’ingresso del centro commerciale.
Lui è lì.
Alto, bruno, abbronzatissimo e muscoloso come piace a me, con i peli sul petto e sulle gambe, ma non sulla pancia piatta e segnata da una tartaruga stupenda…
- Brava, sei in orario – mi fa, brusco.
- Ce l’hai un posto dove andare?
- Non c’è bisogno: vieni con me…

Lo seguo neanche venti metri più in là, dove c’è l’ingresso dei garages per i residenti, dove passano anche i furgoni che riforniscono i negozi dal retro: a quell’ora non c’è nessuno, e lo spazio di manovra è immerso nella penombra. Puzza un po’ di marcio, probabilmente per via di un po’ di verdura caduta sul pavimento e non ancora raccolta dagli addetti alle pulzie, ma ho troppa voglia per andare per il sottile.
Lui mi afferra con forza e mi attira a sé per baciarmi a bocca aperta. Sento il suo uccello già bello duro contro lo stomaco, e mi chiedo se non abbia l’intenzione di sverginarmi l’ombelico… Poi le sue manacce mi afferrano le chiappe sode e le sprimacciano di brutto come piace a me.
- Vieni qui – mi fa, brusco – Ti voglio…
Mi prende così, in quel vicolo buio e maleodorante: all’inpiedi e appoggiata con la schiena contro il muro, come la volta precedente.
Annaspo per la sorpresa sentendomi penetrare così brutalmente e all’improvviso: per fortuna ero eccitata come una cagna, altrimenti con quella bega che si ritrova, mi sventrava.
- Aahhh! – strillo – Sì; fottimi, bastardo…
Lui non se lo fa ripetere: sento la sua verga dura e nerbosa scavarmi nella vagina e stantuffarmi con forza bestiale mentre ci baciamo con foga e le sue mani mi serrano i fianchi dirigendo il ritmo e la direzione della monta.
- Aah! Aah! Aah! – gemo al ritmo dei suoi colpi che mi squassano la figa.
Mentre mi scopa a quel modo brutale, mi succhia la lingua e mi caccia anche un dito nel culo…
- Ahi! – faccio sorpresa – Hmmm… Sei un porco!
Il dito mi smucina il buco del culo mentre il cazzone mi scovola la vagina affamata: mi sembra di impazzire per il piacere…

Sono nel pucio più completo; mi gira la testa per la libidine e ho gli occhi chiusi per gustare al massimo il sollazzo che quel cazzone stupendo mi sta donando..
Poi sento che le manone del tipo riprendono a palparmi saporitamente le chiappe senza però smettere di sditalinarmi lo sfintere… Che bello!
Ma come fa? Una mano per chiappa, un dito in culo… E poi una bella carezza lungo la coscia, il tutto contemporaneamente.
Due mani sui fianchi, i glutei stretti in una morsa, il dito al culo…
Il compare! L’amico del mio amante è dietro di me mentre lui mi fotte all’inpiedi…
Intrigante, non sono mai stata con due maschi. Chissà cosa…
- Ahiaaa!!!
Un dolore lacerante: il compare ha sostituito rapinosamente il dito del morettone con il suo cazzo e me lo ha cacciato nel culo un po’ troppo bruscamente, mentre ero ancora impalata in figa dal suo amico.
Fra tutti e due mi tengono stretta saldamente fra i loro corpi nudi, caldi e sudati. Il mio stallone è duro come una roccia, ma il suo compare non è male neanche lui in quanto a muscolatura, anche se è decisamente più snello… Anche i suo uccello per fortuna è duro come un paletto di frassino ma ha un diametro simile a quello standard di mio marito, altrimenti sarebbero dolori: infatti mi affonda nello sfintere senza squarciarmelo come mi sarei aspettata se i due si fossero invertiti le parti. Così, con la figa farcita dalla spingarda del maschio alfa e il culo da quella del partner regular, ho la speranza di uscirne viva.

Non è la prima volta che lo prendo in culo: Davide mi ha allargato il secondo canale un paio di volte un anno e mezzo fa, ma a parte il fatto che ho provato parecchio dolore, avevo paura che Franco se ne accorgesse e così dopo essermi tolta la curiosità non ho voluto ripetere l’esperienza.
Ora invece lo sto prendendo di nuovo, e per di più a figa piena: cazzo, questo si chiama sandwich! Un vero tramezzino come nei romanzi porno, e addirittura all’inpiedi… Che bello essere presa da due maschi forti e decisi!
Non sono mai stata così piena. Non ci posso credere: ho due cazzi dentro, uno per buco, e mi stando fottendo all’unisono.

Devono essersi preparati, perché sono coordinati piuttosto bene: uno entra e l’altro esce, e poi all’inverso. Il morettone mi regge con una gamba sollevata, e il compare mi tromba nel culo da dietro tenendomi per i fianchi…
Mi sembra di impazzire per il piacere.
Godo, tremando tutta e baciando il mio morettone mentre il suo amico mi sodomizza da dietro, prendendosi inopinatamente qualcosa che neanche mio marito ha mai avuto.
Il mio buco più stretto dev’essere troppo per lui, perché dopo neanche cinque minuti di quel torrido tramezzino, mi ringhia nell’orecchio: - Ti sborro in culo, puttana!
Sento il suo cazzo sussultarmi nel buco, e poi avverto l’intenso calore dello sperma che mi allaga il retto con uno spruzzo dopo l’altro.
- Aahhh! – grido – Com’è calda…
L’idea stessa di farmi riempire il culo di sborra da un’altro sconosciuto è così eccitante che anch’io me ne vengo per la seconda o terza volta, contorcendomi tutta negli spasmi di un orgasmo contro natura mai provato prima…
Le contrazioni della mia vagina trascinano anche il morettone fino all’estasi, e così anche lui mi schizza dentro la figa, farcendomela di sborra per la seconda volta.
- Oh, madonna… - annaspo, accogliendo dentro di me il seme di entrambi i maschi.
Loro continuano a tenermi stretta, schiacciata fra i loro corpi, finché non si sono svuotati completamente le palle dentro di me.

Poi, con calma, mi lasciano andare: prima si stacca da me il compare, barcollando all’indietro e lasciandomi il culo vuoto all’improvviso, in modo quasi doloroso…
Poi è la volta del morettone, che lascia andare a terra la gamba tenuta sollevata fino a quel momento ed estrae lentamente la sua spaventosa erezione dalla mia figa fumante.
Improvvisamente lasciata a me stessa, annaspo in cerca dell’equilibrio finché non mi appoggio con le spalle alla parete di cemento.
I due mi guardano sogghignando, poi il morettone mi dà un buffetto.
- Sei stata brava – mi fa ghignando prima di voltarsi assieme al compare e di lasciarmi da sola in quel cunicolo buio e puzzolente; sola, e piena di sborra in tutti i buchi.

Torno alla villetta e butto la confezione di caffé sul tavolo, annunciando che ho bisogno di un’altra doccia.
Se non mi lavassi alla svelta, perfino un cornuto conclamato come mio marito potrebbe accorgersi che sono appena stata trapanata da due maschi…
scritto il
2018-09-24
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