Una bionda di troppo cap 2

di
genere
pissing

Flavia non fa neanche in tempo ad arrivare alla macchina che già avverte al prima fitta al basso ventre, “cazzo la piscia”pensa tra se non aveva pensato di farla prima di uscire dal locale. Portò la mano destra sotto il poncho e si toccò la passera non né poteva più, “cinque minuti e sono a casa” pensò tra se, rovista nella borsetta in cerca delle chiavi con le gambe incrociate e il busto piegato in avanti le due birre iniziavano a farsi sentire. Mentre guidava teneva la mano sinistra sulla patate “Dio non ne posso più” sentiva le prime gocce bagnargli il tanga aveva dolori tipo parto. Lungo la strada vede una stazione di servizio “forse è meglio che mi fermi” pensa scese di fretta dalla macchina sempre con il busto in avanti e la mano sotto il poncho a tenersi la vescica gonfia, cerca di riprendere un pò di dignità quando arriva davanti al barista della stazione di servizio “Scusi la toilet?” “” E’ qui fuori dietro l’angolo” “Grazie” rispose con un filo di voce, esce gira l’angolo e…”Porca Puttana” esclamò un pullman era parcheggiato li a pochi metri e un intera comitiva si stava dirigendo ai cessi. Continua a tenere la mano premuta sulla figa coperta dal poncho, per un attimo pensa di appartarsi e farla dietro a qualche frasca ma non gli piace rischiare di farsi vedere il culo da qualche sconosciuto. Stringe i denti e torna in macchina.

“Merda mi piscio sotto” dice a voce alta tra se lungo la strada c’è un pub che conosce molto bene “il Donegal” li ci sono i bagni accosta la macchina lungo la strada entra di corsa, sente la sua vescica come un vaso colmo che sta per tracimare “Un succo di frutta e il bagno per favore” “il bagno delle donne è rotte deve usare quello degli uomini “ rispose il barista “Va bene” chi cazzo se ne frega diceva tra se mentre si dirige verso i cessi continua a tenere la mano sotto il poncho a comprimere la figa, quando vede il bagno tira un sospiro di sollievo non c’e la fila appena varca la soglia gli si raggela lo sguardo. E’ una vera e propria latrina, la tazza sporga di urina per terra un lago, non riesce a pisciare li gli fa troppo schifo. Torna al bancone beve appena un sorso del succo paga ed esce.

Punto e capo dove cazzo posso liberarmi, invidia le sue amiche che pisciano all’aria aperta senza tanti problemi mentre lei se ne vergogna al solo pensiero che qualcuno possa vederla chiappe all’aria. Come si dice a mali estremi estemi rimedi, lungo la strada scorge un parco pubblico forse posso liberarmi dietro una pianta pensa. Esce per l’ennesima volta dall’auto entra nel parco alla ricerca di una pianta, un posto isolato dove potersi liberare la vescica, ma nulla su una panchina ragazzini che fumano forse erba, cazzo ma andate a dormire pensa tra se gente che chiacchiera o passeggia, “Signora erba?” le chiede un ragazzo di colore “No no grazie” capisce che quel posto non è sicuro per espletare i suoi bisogni, ormai disperata e con le lacrime agli occhi torna in macchina, sente altre gocce di pipi bagnargli il tanga l’unica soluzione è accelerare e arrivare a casa il prima possibile.

Dopo quindici minuti con il tanga ormai umido riesce ad arrivare a casa parcheggia alla meglio, esce dalla macchina tenendosi premuta la passera con la sinistra, sta per esplodere non riesce più a trattenere le gocce di pipi che continuano a scendere copiose, fa due rampe di scale arriva davanti alla porta, “cazzo le chiavi” non riesce a trovarle nella borsa, solo se fosse più ordinata con la destra rovista nella borsa mentre con la sinistra continua a massaggiarsi la vescica, quando le trova e troppo tardi, chiude gli occhi e li riapre, tira un sospiro di sollievo, sente un liquido caldo bagnargli il cavallo dei pantaloni e poi lentamente tutti i jeans “Ah Dio Santo” per terra una pescolla di pipi sullo zerbino di casa.
Entra senza far rumore per non svegliare i suoi, entra in camera si slaccia pantaloni e li cala atterra insieme al tanga si sdraia sul letto ha ancora le cosce bagnate di pipi, quel calore quella sensazione di bagnato la eccitata molto, comincia ad accarezzarsi le grandi labbra della figa e poi il clitoride sta godendo. Sente squillare il telefono e Beatrice, risponde con la destra mentre con la sinistra continua a masturbarsi, “Pronto si” “Flavia non mi hai fatto lo squillo ero in ansia” “Tutto apposto mai stata meglio” rispose sorridendo “ ci sentiamo domani Bea” “A domani Flavi”.
Mentre si masturbava pensava al da farsi tenere il bimbo che portava in grembo o interrompere la gravidanza e come?, quella sera pensava di aver avuto dolori tipo parto a causa della pipi o forse era peggio. In fondo lei voleva diventare madre ma non in quella situazione non sapeva neanche di chi fosse il bimbo, di Marco o di Raul Bho!!! Continua massaggiare il clitoride, la testa gli gira “ma si dai lo tengo” pensa tra se ubriaca la stanza in torno a se gira, i pantaloni con il tanga fradicio sono ancora nel pavimento, la luce accesa lei nuda dalla cintola in giù che si masturba con ancora il poncho grigio addosso. Succede quando una ragazza beve una bionda di troppo!!!!

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2018-11-01
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