Fiaba Nataliza - incastrati- II parte
di
Kyknox
genere
tradimenti
Emanuelle rimase a bocca aperta la scena davanti a lei non lasciava spazio ad equivoci, per terra i cocci dei piatti che le erano caduti di mano dallo shock, quel magnifico stallone nero stava cavalcando quella troia di sua figlia su questo non c’erano dubbi.
La cosa che più la turbava era che in quel momento avrebbe voluto essere lei al posto di Ludovica, avrebbe voluto farsi sfondare la fica senza pietà dal nostro amico di colore.
Quello che i nostri lettori non sanno è che questo era già successo la nostra Emanuelle che tanto si prodigava nella locale parrocchia, si era già data da fare con il nostro Idris, dapprima nei gabinetti dietro la sacrestia, con una semplice sveltina, poi in macchina aveva avuto un rapporto completo. Quando aveva saputo dell’iniziativa di Don Aldo di affidare per la vigilia un bisognoso ad ogni famiglia della parrocchia si era data da fare per farsi proprio affidare, il nostro amico Idris perché sperava di farsi una bella scopata anche a Natale. Il fatto che suo marito fosse li in casa con lei la eccitava ancora di più.
La nostra Emanuelle era una donna di quarantaquattro anni, fisico asciutto e tonico mora con gli occhi scuri una bellezza mediterranea. La sua altezza l’aveva fatta soprannominare “La cavalla” in città, e lei infatti era una vera cavalla di razza da giovane aveva avuto varie esperienze con molti uomini finche non aveva attaccato capello con Edoardo figlio di un ricco industriale del paese.
Usava la sua attività di Pia Donna in parrocchia come copertura, per poter continuare a divertirsi alle spalle del marito, che portava sulla testa un cesto di corna. Sua figlia non era da meno infatti tale madre tale figlia dice il detto, ora che quella zoccola avesse posato gli occhi sul suo osso la faceva letteralmente imbufalire.
“Che cazzo fai brutta puttana” disse mentre la schiaffeggiava in volto. “Fanculo Mamma vuoi che non sappia che te lo sei fatto anche tu” “ zitta che ci sentono vai subito in sala puttanella” “Stronza” gli rispose Ludovica mentre si sistema alla meglio il tanga fradicio di umori e il vestito, uscendo senza voltarsi dalla stanza rossa in volto.
“Tu ed io dobbiamo fare i conti” disse con tono perentorio Emanuelle rivolta a Idris “Signora mi spiace sua figlia mi è saltata addosso” “Lo so e una zoccola ma tu non devi permetterglielo” lo afferra per le guance e comincia a baciarlo sulla bocca. “Mi spiace signora” “Devi farti perdonare ora” da una rapida occhiata al pitone che ancora penzola fuori dai pantaloni lo prende in mano, aveva un cazzo veramente enorme “Andiamo nello sgabuzzino ti devi sdebitare con me” disse la donna.
Quando Ludovica fece il suo ingresso in sala era ancora paonazza in volto il padre gli chiese dove fosse la madre “E di la che aiuta Idris a lavare i piatti” disse con un finto sorriso, si accorse subito di un occhiataccia stizzita di David il suo ragazzo, forse aveva capito qualcosa. Cercava di fingere indifferenza ma non poteva tollerare ciò che era successo prima, l’idea che sua madre gli avesse sfilato l’osso di bocca non gli andava giù. Prese un vassoio dal tavolo e tornò in cucina in preda all’ira ma quando entro nella stanza non c’era nessuno.
Intanto in sala David era in preda ai dubbi che cazzo facevano quelle due troie di la in cucina con il negretto ormai era passato troppo tempo il fatto che stessero lavando i piatti non lo convinceva per niente doveva andare a controllare temeva che Ludovica gli stesse giocando un brutto scherzo.
Intanto Ludovica si chiedeva dove cazzo fossero finiti quei due quando senti dei gemiti provenire dalla dispensa aprì la porta e subito vide di schiena Idris a culo nudo che stava impalando da dietro sua madre, completamente nuda , era piegata a 90 gradi con le mani appoggiate sullo scaffale della dispensa. Idris le cingeva i fianchi e stava gemendo anche lui “Cazzo volete fare piano di la c’è gente” “Ludovica per favore dacci una mano siamo rimasti incastrati” disse con voce tremula sua madre “Che cazzo stai dicendo?” “ il suo uccello non esce dal mio culo comprendi” Ludovica prese per i fianchi Idris e provò ad aiutarlo ad uscire senza successo “come cazzo ti è venuto in mente lo sai che hai il buco del culo stretto” “Lo so pensavo di farcela dai cerca di aiutarlo ad uscire” “Ci sto provando” rispose Ludovica.
David decise di andare a vedere cosa stesse succedendo in cucina suo suocero era troppo tranquillo per i suoi gusti quando giunse in cucina rimase sorpreso trovò Ludovica che stava mettendo apposto i piatti “Tua madre e Idris?” “Idris in bagno mamma in dispensa tutto apposto tranquillo” David si diresse verso la dispensa Ludovica lo prese per un braccio lo portò a se e lo baciò “Ho voglia di fare l’amore con te” “Cosa dici c’è tuo padre di la” “ Chi cazzo se ne frega voglio farti un pompino ora” “Ma sei impazzita?” “no ho voglia” gli tirò fuori l’uccello ed inizio a segarlo fin quando non divenne turgido, David stava per venire quando senti qualcuno lamentarsi in dispensa “Ma che cazzo è” “Nulla nulla aspetta che te lo succhio” quando sentì altri lamenti David non perse tempo apri la porta della dispensa e vide sua suocera attaccata letteralmente all’ivoriano “Posso spiegarti tutto” provò a ribattere Emanulle “ No non c’è da spiegare nulla” disse ridendo sotto i baffi David. “E’ successo un casino ti prego dacci una mano” “Ecco perché morivi dalla voglia di farmi un pompino per distrarmi vero?” “Dai ti prego non sapevo cosa fare” “finche non gli si ammoscia l’uccello difficile farlo uscire” “Mio cazzo molto duro” disse Idris “ Si confermo” ribatte Emanuelle.
Ora la scena sembra quasi comica ma non c’era nulla da ridere David prese l’iniziativa “Ok io afferro Idris dalle spalle tu afferra tua madre davanti proviamo a staccarli” purtroppo l’operazione non era per nulla semplice, David tirava il negretto da dietro tenendolo per le spalle, Ludovica teneva sua madre per le mani e cercava di spingere dalla parte opposta a quella del suo ragazzo. Lo spazio angusto della dispensa non rendeva facile l’operazione. Spingi spingi, tira tira successe l’irreparabile, per la foga David si era dimenticato di rimettersi l’uccello nelle mutande così mentre spingeva all’indietro fini per infilare il cazzo nel culo di Idris e rimanere attaccato anche lui al ragazzo di colore, mentre la fica di Emanuelle fradicia di umori fini per fare effetto ventosa ed incollarsi al vestito di Ludovica, ora si trovavano tutti e quattro attaccati.
Adesso scommetto che volete sapere come è andata a finire la storia. Bene furono costretti a chiamare il pronto soccorso, ad Edoardo prese un coccolone, quando vide i quattro appiccicati quelli del 118 dovettero trattenersi per non farsi quattro risate.
La storia fini sui giornali e le Pie donne furono battezzate in città come le Pie Troie di Natale. Edoardo non si riprese più per lo scandalo e chiese giustamente il divorzio, David cambiò città ormai lo prendevano per il culo tutti.
E le pie troie? Per mantenere la vita agiata di prima si misero a fare le escort di lusso e guadagnavano bene, solo che l’anale lo praticava Ludovica che aveva il buco più largo della madre.
Finisce qui questo modesto raccontino tra il serio e il faceto spero di avervi strappato un sorriso con questa semplice fiaba Natalizia.
La cosa che più la turbava era che in quel momento avrebbe voluto essere lei al posto di Ludovica, avrebbe voluto farsi sfondare la fica senza pietà dal nostro amico di colore.
Quello che i nostri lettori non sanno è che questo era già successo la nostra Emanuelle che tanto si prodigava nella locale parrocchia, si era già data da fare con il nostro Idris, dapprima nei gabinetti dietro la sacrestia, con una semplice sveltina, poi in macchina aveva avuto un rapporto completo. Quando aveva saputo dell’iniziativa di Don Aldo di affidare per la vigilia un bisognoso ad ogni famiglia della parrocchia si era data da fare per farsi proprio affidare, il nostro amico Idris perché sperava di farsi una bella scopata anche a Natale. Il fatto che suo marito fosse li in casa con lei la eccitava ancora di più.
La nostra Emanuelle era una donna di quarantaquattro anni, fisico asciutto e tonico mora con gli occhi scuri una bellezza mediterranea. La sua altezza l’aveva fatta soprannominare “La cavalla” in città, e lei infatti era una vera cavalla di razza da giovane aveva avuto varie esperienze con molti uomini finche non aveva attaccato capello con Edoardo figlio di un ricco industriale del paese.
Usava la sua attività di Pia Donna in parrocchia come copertura, per poter continuare a divertirsi alle spalle del marito, che portava sulla testa un cesto di corna. Sua figlia non era da meno infatti tale madre tale figlia dice il detto, ora che quella zoccola avesse posato gli occhi sul suo osso la faceva letteralmente imbufalire.
“Che cazzo fai brutta puttana” disse mentre la schiaffeggiava in volto. “Fanculo Mamma vuoi che non sappia che te lo sei fatto anche tu” “ zitta che ci sentono vai subito in sala puttanella” “Stronza” gli rispose Ludovica mentre si sistema alla meglio il tanga fradicio di umori e il vestito, uscendo senza voltarsi dalla stanza rossa in volto.
“Tu ed io dobbiamo fare i conti” disse con tono perentorio Emanuelle rivolta a Idris “Signora mi spiace sua figlia mi è saltata addosso” “Lo so e una zoccola ma tu non devi permetterglielo” lo afferra per le guance e comincia a baciarlo sulla bocca. “Mi spiace signora” “Devi farti perdonare ora” da una rapida occhiata al pitone che ancora penzola fuori dai pantaloni lo prende in mano, aveva un cazzo veramente enorme “Andiamo nello sgabuzzino ti devi sdebitare con me” disse la donna.
Quando Ludovica fece il suo ingresso in sala era ancora paonazza in volto il padre gli chiese dove fosse la madre “E di la che aiuta Idris a lavare i piatti” disse con un finto sorriso, si accorse subito di un occhiataccia stizzita di David il suo ragazzo, forse aveva capito qualcosa. Cercava di fingere indifferenza ma non poteva tollerare ciò che era successo prima, l’idea che sua madre gli avesse sfilato l’osso di bocca non gli andava giù. Prese un vassoio dal tavolo e tornò in cucina in preda all’ira ma quando entro nella stanza non c’era nessuno.
Intanto in sala David era in preda ai dubbi che cazzo facevano quelle due troie di la in cucina con il negretto ormai era passato troppo tempo il fatto che stessero lavando i piatti non lo convinceva per niente doveva andare a controllare temeva che Ludovica gli stesse giocando un brutto scherzo.
Intanto Ludovica si chiedeva dove cazzo fossero finiti quei due quando senti dei gemiti provenire dalla dispensa aprì la porta e subito vide di schiena Idris a culo nudo che stava impalando da dietro sua madre, completamente nuda , era piegata a 90 gradi con le mani appoggiate sullo scaffale della dispensa. Idris le cingeva i fianchi e stava gemendo anche lui “Cazzo volete fare piano di la c’è gente” “Ludovica per favore dacci una mano siamo rimasti incastrati” disse con voce tremula sua madre “Che cazzo stai dicendo?” “ il suo uccello non esce dal mio culo comprendi” Ludovica prese per i fianchi Idris e provò ad aiutarlo ad uscire senza successo “come cazzo ti è venuto in mente lo sai che hai il buco del culo stretto” “Lo so pensavo di farcela dai cerca di aiutarlo ad uscire” “Ci sto provando” rispose Ludovica.
David decise di andare a vedere cosa stesse succedendo in cucina suo suocero era troppo tranquillo per i suoi gusti quando giunse in cucina rimase sorpreso trovò Ludovica che stava mettendo apposto i piatti “Tua madre e Idris?” “Idris in bagno mamma in dispensa tutto apposto tranquillo” David si diresse verso la dispensa Ludovica lo prese per un braccio lo portò a se e lo baciò “Ho voglia di fare l’amore con te” “Cosa dici c’è tuo padre di la” “ Chi cazzo se ne frega voglio farti un pompino ora” “Ma sei impazzita?” “no ho voglia” gli tirò fuori l’uccello ed inizio a segarlo fin quando non divenne turgido, David stava per venire quando senti qualcuno lamentarsi in dispensa “Ma che cazzo è” “Nulla nulla aspetta che te lo succhio” quando sentì altri lamenti David non perse tempo apri la porta della dispensa e vide sua suocera attaccata letteralmente all’ivoriano “Posso spiegarti tutto” provò a ribattere Emanulle “ No non c’è da spiegare nulla” disse ridendo sotto i baffi David. “E’ successo un casino ti prego dacci una mano” “Ecco perché morivi dalla voglia di farmi un pompino per distrarmi vero?” “Dai ti prego non sapevo cosa fare” “finche non gli si ammoscia l’uccello difficile farlo uscire” “Mio cazzo molto duro” disse Idris “ Si confermo” ribatte Emanuelle.
Ora la scena sembra quasi comica ma non c’era nulla da ridere David prese l’iniziativa “Ok io afferro Idris dalle spalle tu afferra tua madre davanti proviamo a staccarli” purtroppo l’operazione non era per nulla semplice, David tirava il negretto da dietro tenendolo per le spalle, Ludovica teneva sua madre per le mani e cercava di spingere dalla parte opposta a quella del suo ragazzo. Lo spazio angusto della dispensa non rendeva facile l’operazione. Spingi spingi, tira tira successe l’irreparabile, per la foga David si era dimenticato di rimettersi l’uccello nelle mutande così mentre spingeva all’indietro fini per infilare il cazzo nel culo di Idris e rimanere attaccato anche lui al ragazzo di colore, mentre la fica di Emanuelle fradicia di umori fini per fare effetto ventosa ed incollarsi al vestito di Ludovica, ora si trovavano tutti e quattro attaccati.
Adesso scommetto che volete sapere come è andata a finire la storia. Bene furono costretti a chiamare il pronto soccorso, ad Edoardo prese un coccolone, quando vide i quattro appiccicati quelli del 118 dovettero trattenersi per non farsi quattro risate.
La storia fini sui giornali e le Pie donne furono battezzate in città come le Pie Troie di Natale. Edoardo non si riprese più per lo scandalo e chiese giustamente il divorzio, David cambiò città ormai lo prendevano per il culo tutti.
E le pie troie? Per mantenere la vita agiata di prima si misero a fare le escort di lusso e guadagnavano bene, solo che l’anale lo praticava Ludovica che aveva il buco più largo della madre.
Finisce qui questo modesto raccontino tra il serio e il faceto spero di avervi strappato un sorriso con questa semplice fiaba Natalizia.
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