Legata alla Doccia III
di
Mia Sempre
genere
bondage
Mi piscio’ addosso, non in viso, ma sui seni, sul ventre, sulle cosce, non l'avevo mai fatto prima di allora, era una strana sensazione, piacevole, calda e poi era del Mio Signore pensai e rimasi immobile, con i polsi legati mentre sentivo scivolarmi addosso quel fluido dorato, vedendolo poi scomparire nello scolo della doccia.
Leggevo sul suo viso la soddisfazione per il mio gesto di abbandono, finì sgrollando ogni goccia, si chinò su di me e guardandomi mi sussurrò:
” Sei davvero obbediente...Mia piccola troia adesso fatti legare appesa, voglio ammirare insaponare, sfregare e godere di ogni centimetro di questo corpo..alzati!..”
Mi aiutò sollevandomi per i polsi lesi legati dalla stoffa, appena fui in piedi mi fece alzare le mani verso il tubo, tenendomi bloccata passò un lembo della cravatta sopra al soffione, mi appese così, braccia unite in alto e lasciando che solo gli alluci potessero appena sfiorare il piatto della doccia, accese l'acqua accertandosi che non mi piovesse addosso, miscelò la temperatura sentendola con una mano e intanto mi girò su me stessa con l’altra poi mi bloccò al muro dal collo, la presa non era forte.
Un attimo ed arrivò l'acqua calda vedevo un po di vapore, era dietro di me sentivo il suo cazzo ancora duro sfiorarmi poco sopra le natiche.
Indirizzò il getto caldo su di noi, appena fu soddisfatto della posizione scese con le mani sulla mia pelle bagnata e mi branco’ stretta ai fianchi costringendomi a piegarmi in avanti e portando il mio culo in fuori in modo che potesse pennellare le labbra della mia fica aperta con la cappella morbida, liscia e dura.
Impugnava se stesso mentre l’acqua scorreva sui nostri corpi tesi, ero ovviamente colma di desiderio e lo cercai spingendomi indietro verso di lui che mi aiutò tirandomi forte a se, ero sospesa come senza peso, mi penetrò con un colpo secco, violento che mi fece gridare di piacere, continuò a sbattermi sempre più veloce, gli affondi erano duri, profondi e mi sollevavano ancor di più, sentivo il rumore dello scontro tra i nostri corpi.
Lasciò la presa ai fianchi per stringere con la mano sinistra il mio seno, prima a mano piena poi torturando tra indice e pollice il capezzolo, intanto con la destra stava cercando il clitoride per scoprire la puntina e torturarla mentre continuava inesorabile a scoparmi, ero piena, godevo, sentivo Alex ansimare e gemere al ritmo dei suoi colpi.
Credo che sentì arrivare il mio orgasmo sia dal gonfiarsi del clitoride, sia dal pulsare delle pareti interne perché si appoggiò al muro con le mani avvicinandosi al mio orecchio mi sussurrò:
” Ti riempio Mia piccola troia ..ti riempio”.
Lo sentii pulsare caldo, sentii il suo grido liberatorio come quello di un animale e venni con lui stringendo forte il suo cazzo con le contrazioni dei muscoli, come se non volessi farlo uscire, sentii che si lasciò andare finalmente rilassando la testa sulla mia spalla, l’acqua calda ancora ci scorreva addosso, sciacquando via i nostri fluidi che uscivano copiosi da me.
Uscì delicatamente, mi baciò sul collo, mi girò, mi slegò lasciando libere le mia mani, mi massaggiò i polsi arrossati e sorridendo prese un pò di sapone:
” Adesso se riusciamo a stare buoni cinque minuti è ora di lavarsi abbiamo un pranzo che ci aspetta Mia.. è chiaro?..”
” Si Alex chiarissimo..!”
Ridemmo soddisfatti.
Mi lavò dolcemente non trascurando nessun punto, intanto imparava a conoscere il mio corpo più dettagliatamente.
Cominciò dai capelli, fece presto, dato il mio taglio corto, mi chiese anche il perché di quel colore così originale, spiegai semplicemente che mi ero stancata di tingermi e che quello era il mio essere naturale, bianca come la Luna.
Scese sul collo insaponando anche le orecchie, era molto minuzioso.
” E questo?..”, mi pizzicò sul tatuaggio che ho sotto l’orecchio destro.
” Queste sone le MM della mia vita..ora non posso dirti di più..ma sono storia..” abbassai un pò la testa dispiaciuta per non poter dir tutto ma lui me la risollevò subito lavandomi la faccia, dispettoso pensai.
Continuò con i seni soffermandosi sul destro e sul Quore con le ali tatuato, sentii poi un dito entrare nell’ombelico lo vedevo impegnato, mi piaceva, altro sapone e le mani sul culo che non trascuravano nulla, entrò fra le chiappe per lavarmi accuratamente.
Si abbassò per gustarsi da vicino l’insaponata alla mia fica che ormai era sua, me l’aprì lavando e risciacquando con cura.
Passò alle cosce, alle ginocchia, una ad una, arrivò alle caviglie notando l’orchidea gocciolante e mi guardò sorridendo malizioso.
Terminò la sua parte con i miei piedi poi si rialzo’ guardandomi come a voler dire adesso tocca a te, non persi un secondo ad iniziare prendendo il sapone, ed imitai i suoi gesti partendo dai capelli, era più alto di me e dovetti alzarmi sulle punte per arrivare dal mio 1.60 ai sui 20 cm.in più, ero divertita, vedevo la nostra immagine riflessa nello specchio di fronte alla doccia.
Passai alle braccia studiando il tatuaggio sull'avambraccio sinistro, strane lettere, un codice, una formula, non capii e puntualizzo’ che anche lui non poteva dirmi tutto in quel momento.
Mi abbassai senza far domande, la mia unica mira era prendermi cura del mio Signore, lavai il torace, la pancia, notando un secondo tatuaggio tra l’incavo delle due anche, appena sotto l’ombelico, mi sembrò una mappa fatta da un anello con delle punte ed alcuni piccoli cerchi disposti apparentemente a caso, lo leccai avida, scesi sul culo massaggiando le sue chiappe sode, lavai con cura il pene che ora era rilassato eppure capace ancora di eccitarmi, Alex lo capii e mi allontanò sottolineando perentorio l'urgenza di finire, non me lo feci ripetere adoravo obbedirgli, ma soprattutto il bisogno di farlo che sentivo.
Finii anche io con le cosce ed i piedi, soddisfatta mi rialzai ed Alex mi sollevò per portarmi all'altezza del suo viso e mi stampo’ un bacio.
Uscimmo dalla doccia, ci asciugammo, e tornammo di la, ci aspettava un
pranzo...
Leggevo sul suo viso la soddisfazione per il mio gesto di abbandono, finì sgrollando ogni goccia, si chinò su di me e guardandomi mi sussurrò:
” Sei davvero obbediente...Mia piccola troia adesso fatti legare appesa, voglio ammirare insaponare, sfregare e godere di ogni centimetro di questo corpo..alzati!..”
Mi aiutò sollevandomi per i polsi lesi legati dalla stoffa, appena fui in piedi mi fece alzare le mani verso il tubo, tenendomi bloccata passò un lembo della cravatta sopra al soffione, mi appese così, braccia unite in alto e lasciando che solo gli alluci potessero appena sfiorare il piatto della doccia, accese l'acqua accertandosi che non mi piovesse addosso, miscelò la temperatura sentendola con una mano e intanto mi girò su me stessa con l’altra poi mi bloccò al muro dal collo, la presa non era forte.
Un attimo ed arrivò l'acqua calda vedevo un po di vapore, era dietro di me sentivo il suo cazzo ancora duro sfiorarmi poco sopra le natiche.
Indirizzò il getto caldo su di noi, appena fu soddisfatto della posizione scese con le mani sulla mia pelle bagnata e mi branco’ stretta ai fianchi costringendomi a piegarmi in avanti e portando il mio culo in fuori in modo che potesse pennellare le labbra della mia fica aperta con la cappella morbida, liscia e dura.
Impugnava se stesso mentre l’acqua scorreva sui nostri corpi tesi, ero ovviamente colma di desiderio e lo cercai spingendomi indietro verso di lui che mi aiutò tirandomi forte a se, ero sospesa come senza peso, mi penetrò con un colpo secco, violento che mi fece gridare di piacere, continuò a sbattermi sempre più veloce, gli affondi erano duri, profondi e mi sollevavano ancor di più, sentivo il rumore dello scontro tra i nostri corpi.
Lasciò la presa ai fianchi per stringere con la mano sinistra il mio seno, prima a mano piena poi torturando tra indice e pollice il capezzolo, intanto con la destra stava cercando il clitoride per scoprire la puntina e torturarla mentre continuava inesorabile a scoparmi, ero piena, godevo, sentivo Alex ansimare e gemere al ritmo dei suoi colpi.
Credo che sentì arrivare il mio orgasmo sia dal gonfiarsi del clitoride, sia dal pulsare delle pareti interne perché si appoggiò al muro con le mani avvicinandosi al mio orecchio mi sussurrò:
” Ti riempio Mia piccola troia ..ti riempio”.
Lo sentii pulsare caldo, sentii il suo grido liberatorio come quello di un animale e venni con lui stringendo forte il suo cazzo con le contrazioni dei muscoli, come se non volessi farlo uscire, sentii che si lasciò andare finalmente rilassando la testa sulla mia spalla, l’acqua calda ancora ci scorreva addosso, sciacquando via i nostri fluidi che uscivano copiosi da me.
Uscì delicatamente, mi baciò sul collo, mi girò, mi slegò lasciando libere le mia mani, mi massaggiò i polsi arrossati e sorridendo prese un pò di sapone:
” Adesso se riusciamo a stare buoni cinque minuti è ora di lavarsi abbiamo un pranzo che ci aspetta Mia.. è chiaro?..”
” Si Alex chiarissimo..!”
Ridemmo soddisfatti.
Mi lavò dolcemente non trascurando nessun punto, intanto imparava a conoscere il mio corpo più dettagliatamente.
Cominciò dai capelli, fece presto, dato il mio taglio corto, mi chiese anche il perché di quel colore così originale, spiegai semplicemente che mi ero stancata di tingermi e che quello era il mio essere naturale, bianca come la Luna.
Scese sul collo insaponando anche le orecchie, era molto minuzioso.
” E questo?..”, mi pizzicò sul tatuaggio che ho sotto l’orecchio destro.
” Queste sone le MM della mia vita..ora non posso dirti di più..ma sono storia..” abbassai un pò la testa dispiaciuta per non poter dir tutto ma lui me la risollevò subito lavandomi la faccia, dispettoso pensai.
Continuò con i seni soffermandosi sul destro e sul Quore con le ali tatuato, sentii poi un dito entrare nell’ombelico lo vedevo impegnato, mi piaceva, altro sapone e le mani sul culo che non trascuravano nulla, entrò fra le chiappe per lavarmi accuratamente.
Si abbassò per gustarsi da vicino l’insaponata alla mia fica che ormai era sua, me l’aprì lavando e risciacquando con cura.
Passò alle cosce, alle ginocchia, una ad una, arrivò alle caviglie notando l’orchidea gocciolante e mi guardò sorridendo malizioso.
Terminò la sua parte con i miei piedi poi si rialzo’ guardandomi come a voler dire adesso tocca a te, non persi un secondo ad iniziare prendendo il sapone, ed imitai i suoi gesti partendo dai capelli, era più alto di me e dovetti alzarmi sulle punte per arrivare dal mio 1.60 ai sui 20 cm.in più, ero divertita, vedevo la nostra immagine riflessa nello specchio di fronte alla doccia.
Passai alle braccia studiando il tatuaggio sull'avambraccio sinistro, strane lettere, un codice, una formula, non capii e puntualizzo’ che anche lui non poteva dirmi tutto in quel momento.
Mi abbassai senza far domande, la mia unica mira era prendermi cura del mio Signore, lavai il torace, la pancia, notando un secondo tatuaggio tra l’incavo delle due anche, appena sotto l’ombelico, mi sembrò una mappa fatta da un anello con delle punte ed alcuni piccoli cerchi disposti apparentemente a caso, lo leccai avida, scesi sul culo massaggiando le sue chiappe sode, lavai con cura il pene che ora era rilassato eppure capace ancora di eccitarmi, Alex lo capii e mi allontanò sottolineando perentorio l'urgenza di finire, non me lo feci ripetere adoravo obbedirgli, ma soprattutto il bisogno di farlo che sentivo.
Finii anche io con le cosce ed i piedi, soddisfatta mi rialzai ed Alex mi sollevò per portarmi all'altezza del suo viso e mi stampo’ un bacio.
Uscimmo dalla doccia, ci asciugammo, e tornammo di la, ci aspettava un
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