Legata all'Affare
di
Mia Sempre
genere
bondage
Alex mi portò fuori da quel losco hotel e lontano dal suo ex proprietario, volammo giù per le scale, mi trascinava tirando la corda.
Appena fummo fuori nel parco antistante, inspirò a pieni polmoni l'aria fresca del Lago.
Si girò verso di me baciandomi con molta dolcezza, lentamente e ad occhi chiusi, mi strinse a sé e disse:
“ Ti va di fare una passeggiata??... ho bisogno di ripulire i miei occhi...ho bisogno di tenerti per mano e di parlare...dobbiamo parlare io e te...vuoi?...”
“ Si Alex andiamo…”
Stretti, con le mani intrecciate ci incamminammo sul lungolago, la gente ci passava accanto, sentivo la presa salda di Alex e questo mi piaceva, mi dava sicurezza.
Ci fermammo in una gelateria, mi prese un gelato chiedendomi i gusti, risposi:
“ Cocco...Cioccolato e Panna montata...Grazie”.
Tornò con i due coni e ci andammo a sedere su di un prato poco distante, sotto l'ombra di una bella pianta.
Lecco’ un paio di volte il suo gelato e poi disse:
“ Mia...mi dispiace davvero tanto averti chiesto di fare questa cosa...vederti triste e schifata di noi...non mi è piaciuto nemmeno un po…”
“ Ma noooo..Alex..io….lo schifo era per il porco…”
“ Ti prego fammi finire...mi dispiace sì...ma...sono anche un imprenditore e questo affare era da concludere ad ogni costo...anche se il prezzo da pagare era di farti essere contro la tua natura di sottomessa...ho visto il tuo senso di inadeguatezza, la vergogna per te stessa e per lo svendere la tua passionalità… di questo mi scuso…”
“ Ma nooooo non servono scuse...ero consapevole, incuriosita dalla proposta...e…”
“ Mia ...ho detto fammi finire non farmi ripetere le cose...chiaro??...dopo mi dirai ciò che pensi ed io ascolterò...”
Feci solo si con la testa senza dire altro.
Continuò.
“ L'affare Mia è stato di acquistare l'hotel per tre milioni di euro invece dei cinque che voleva il porco e tutto solo per farsi frustare le palle mentre guarda la schiava, motociclista sconosciuta… fustigata dal suo Signore..i due milioni che mi hai fatto risparmiare te li renderò con un 5% sulla nuova proprietà...come ti ho promesso...verrà ristrutturata ovviamente..ho già alcuni progetti dei quali sarai partecipe…”
Ascoltavo muta.
“ Ora parlami Preziosa…”
Non sapevo bene cosa dire, la testa mi friggeva.
“ Alex ho fatto ciò che in quel momento sentivo fosse giusto fare...non mi è piaciuto almeno quanto non è piaciuto a te...perciò mettiamo il vecchio nel dimenticatoio e discutiamo dell’ Affare..”
Mi sorrise.
“ Mia torniamo a Quercia di Luna parleremo la...ho voglia di slegarti, di scoparti e di riempirti...”
Finimmo il gelato e tornammo alla locanda.
Andammo diretti nel suo ufficio al primo piano.
C'era una scrivania in radica, una poltrona in pelle nera, gli piacciono proprio le poltrone pensai, una finestra affacciata sul Lago, una libreria strapiena di libri e dischi un po in disordine.
Persa nel guardare fra le cose personali di Alex, mi sorprese quando mi strappò il vestito di dosso come fosse in preda ad una rabbiosa passione.
Con ancora più veemenza sciolse i nodi e mi slegò dalla costrizione della corda, tenedola in mano annodata al suo polso.
Mi girava e mi rigirava come una bambola, mi apriva le gambe, mi strattonava, fino a farmi girare la testa, fino a farmi quasi perdere l'equilibrio.
“ Adesso si che sarai Mia...puoi solo urlare…”.
Mi tirò verso la scrivania, gli piaceva prendermi da dietro perché come sempre mi mise a 90.
Mi fece aprire le gambe, mi passò la corda che aveva tenuto in mano tra le labbra della fica per farla inumidire.
Pulsava e si gonfiava di desiderio.
Avevo ancora il culo rosso che bruciava per le frustate prese a pranzo e nonostante me lo aspettassi, quando mi colpì urlai forte cercando anche di scappare dai colpi, ma più mi ribellavo o tentavo di farlo, più non facevo altro che accrescere la foga del mio Signore.
La corda era lunga, così ne prese un capo e legò una caviglia alla scrivania, mi costrinse ad aprirmi più possibile legando anche l'altra poi tiro’ la corda fino all'altro lato e mi bloccò.
Risali’ e unì i miei polsi, li avvolse con un giro stretto, assicurandosi che fossi immobile.
Come gesto finale andò dall'altra parte del tavolo e si assicurò che lo stessi guardando, perché fece un ultimo nodo ad un gancio, una specie di anello, incastonato nella radica.
Ero davvero Legata adesso, non potevo muovermi in nessun modo, potevo solo urlare.
Il mio bisogno di appartenenza e di abbandono totale erano finalmente appagati, perché stavo colando, e il mio piacere scendeva lungo le cosce.
Tornò dietro di me e lo sentii sfilarsi la cintura.
Se la passò intorno al polso e tenendola ben stretta me la passò sui segni che mi fece a pranzo, quasi accarezzandoli.
“ Adesso copriamo questi brutti ricordi...con qualcosa che ci rammenti il bello di Noi…”
Mi colpì, allontanandosi quel tanto che bastasse perché la cinghia arrivasse piatta e con la punta, era a gambe leggermente divaricate anche lui, per avere più forza da brandire.
Non so quanto mi colpì, smise solo quando le mie grida divennero prima singhiozzi, poi lacrime.
Alcuni dei colpi inferti avevano leso la pelle fino quasi a farla sanguinare.
Era furioso con Noi e ci puni’.
Ci, al plurale, sì perché io piangevo ma lui sentiva ora il senso di colpa per essersi forse, spinto troppo oltre, in ogni senso.
Si inginocchio’, non lo vedevo ovviamente, ma sentivo ogni suo movimento
Mi leccava ogni livido.
Mi leccava e rileccava ancora, mi baciava, mi succhiava, poi mi infilò un dito e cominciò a masturbarmi.
L'estasi di venirgli sulle mani, sulle labbra mi travolse, non avevo mai provato nulla di simile.
Era un continuo legarmi e slegarmi, sciolse i nodi e prendendomi in braccio mi adagiò dolcemente sul divano sotto la finestra.
Si spoglio’ stando in piedi difronte a me e appena fu nudo si sdraiò col suo peso spalmato su tutto il mio corpo.
Lo avvolsi aggrappandomi con le gambe ai suoi fianchi e le braccia al collo, stavamo facendo l'amore, quello lento, quello che solo il suo bacino si muoveva su e giù.
Si staccò un attimo, mi guardò:
“ Guarda Preziosa… guarda che spettacolo…”
Voleva guardassi il suo cazzo che mi entrava dentro.
Lo vedevo tutto, dalla cappella violacea, all'asta imbiancata dei miei umori, vedevo e sentivo le palle che sbattevano quando affondava pienamente, vedevo il mio clitoride gonfiarsi, lo notò anche lui e con la punta del pollice andò a stuzzicarlo.
Venimmo così stretti e pieni di Noi, ci abbracciammo e gli chiesi:
“ Ti prego non uscire...restami dentro..”
“ Ma non ci penso nemmeno..dove vuoi che vada??...sono dove voglio essere, prima che sapessi di volerci essere…”
Era la cosa più bella che mi avessero mai detto dopo l'amore.
Restammo così accoccolati l'uno sull'altra finché Alex disse:
“ Ti va di parlare d'affari adesso Mia piccola futura imprenditrice???...”
Sorrisi ma feci cenno di no, aggiungendo un faccino stanco e stravolto.
“ Su Su..sfaticata..so io cosa ti serve…”
Espressione inorridita sul mio volto, gli occhi e la bocca storta, come nello scudo del Caravaggio “ La decapitazione di Medusa”, credevo che intendesse frustarmi ancora.
“ Tranquilla...ahahaha..ti serve ...Solo.. un bel bagno rilassante, sali del mar morto e tanta schiuma profumata...ahahah..sei una schiavetta modello...la Mia schiava…”
Salimmo in Torretta da un'entrata direttamente dal suo ufficio, salimmo nudi.
Mi buttai sul letto mentre Alex preparava la vasca, ero madida di sudore che misto al sangue dei segni sul culo mi fece macchiare il lenzuolo di un rosina pallido.
Accese un po di musica soft, qualche candela ed era tutto pronto.
Scivolammo nell’acqua, lui appoggiato al bordo ed io al suo petto, le gambe si intrecciavano sotto le mille bollicine create dal bagnoschiuma.
Mi lavo’ i capelli, persino le orecchie, con una spugna sfrego’ la mia pelle, dal collo alle spalle, dai seni al pancino sommerso, dal mio sesso a fin dove riusciva ad arrivare senza spostarmi.
Mi sollevò appena un po’, delicatamente, appoggiò la spugna e mi mise le mani sotto al culo massaggiandolo là dove poco prima aveva leso le mie carni.
Era un continuo contrasto di emozioni, mi percuoteva furioso, mi dava ordini perentori e poi si prendeva cura di me come fossi parte del suo stesso corpo, come fosse un bisogno primario, e lo era per entrambi.
“ Mia...ci sei??...sei ancora su questo pianeta??...Mia..base terra chiama Luna…”
“ Mmmmm...cosa vuoi??...ci sono...ci sono...ti sento…”
“ Lo so che mi senti...Preziosa...ma vorrei sentire io.. le tue idee..le tue proposte sull'Affare…”
“ Mmmmm ..ma proprio adesso???...Sto così bene…sdraiata sul tuo di Affare..ahahaha...”
Mi strusciai sul suo cazzo.
“ Ma che spiritosa..Te lo devo chiedere ancora??...in modo diverso???...comunque Si adesso...adesso che sei libera di ogni inibizione...rilassata e purificata...su da brava…”.
Scivolai sott'acqua tra le sue gambe, mi girai schizzando ovunque, diedi un bacio veloce alla cappella e riemersi dal lato opposto appaggiandomi al bordo.
Uno di fronte all’altra, ci fissavamo.
Asciugai gli occhi per vederlo meglio e nell'istante in cui li chiusi ebbi come un flash, un fermo immagine sull'Affare, su quello vero, quello che ci avrebbe legato.
In pochi secondi, meno di un minuto, vidi la mia idea.
“ Mia..tutto bene???..”
Si stava avvicinando probabilmente perché notò un piccolo cedimento in me, frutto della visione, del calore e dell'energia del “tutto”.
Lo fermai con un piede sul suo torace.
“ Tutto bene...Tranquillo..ho visto una cosa...come un'immagine...del nostro hotel…”
“ Dimmi cosa hai visto Mia…”
La struttura esterna era una costruzione a forma di mezzaLuna di quattro piani, io lo vidi completamente ristrutturato.
La facciata color grigio perla, con gli scuri delle finestre argentati, così come i balconi e le grondaie.
Lo vedevo brillare con la giusta luce e una sapiente illuminazione, sembrava proprio uno spicchio di Luna.
Lo descrissi ad Alex.
“ E poi Mia??..cos’altro??...”
“ Poi sono entrata dentro...e ho visto..cerco di spiegarmi...come una specie di bordello d'altri tempi nel concetto di base, ma moderno nella struttura per non destare sospetti, ovviamente...siamo pur sempre in un paesino..tranquillo e un po’ fuori mano..ma con lo stretto indispensabile per accontentare LE...NOSTRE... clienti…”
Il viso stupito ora lo aveva Alex.
“ Scusa???...LE..?? clienti??? ..Donne??...
un bordello per donne???..ma credi pagherebbero per del sesso???..”
“ Beh..no..non credo che una Donna paghi per del “normale” sesso, ma credo pagherebbe per ciò che le proporremo noi...cioè...un servizio completo che la travolga nella mente e nel corpo...avremo diciamo stanze a tema, almeno per il quarto piano...a tema nel senso che…”
Vidi Alex che cambiò espressione, dal divertito, incredulo e scettico, all’interessato curioso.
“ In ogni camera, una donna sarà accolta da un uomo con un ruolo da interpretare, una maschera che coinvolga la Signora, da una cena, se lo desidera, ad una passeggiata sul Lago, un tuffo in piscina, a tutto ciò che la faccia sentire importante e al centro di ogni attenzione, che paga...le maschere a cui pensavo sono tipo…
da ingegnere...da avvocato...da musicista….da operaio specializzato...da muratore...da astronauta.. da quello che la sappia coinvolgere totalmente facendola godere...così com'è giusto che dovrebbe godere ogni donna...FINE...cosa ne pensi???..”
Lo vidi concentrato a riflettere, restai in silenzio aspettando il suo pensiero.
“ Ehmmm..interessante ...Mia...davvero interessante… da sviluppare in alcuni punti...ma non credevo...e tutto questo in una visione..in una “cosa” come dici tu...durata meno di un minuto...mah..che donna strana sei…”
“ Ehmmm...Alex...sai quanto ci ho messo a decidere di girare la mia moto e arrivare da te???...un secondo...ahahah in un minuto ovvio che ho creato il nostro Affare…”
“ Presuntuosa...la Mia Preziosa…”
Ridemmo di gusto schizzando l'acqua ed ironizzando sul futuro dell'hotel.
“ Dai usciamo da qui...abbiamo un Affare da sviluppare...ahahaha..”
Appena fummo fuori nel parco antistante, inspirò a pieni polmoni l'aria fresca del Lago.
Si girò verso di me baciandomi con molta dolcezza, lentamente e ad occhi chiusi, mi strinse a sé e disse:
“ Ti va di fare una passeggiata??... ho bisogno di ripulire i miei occhi...ho bisogno di tenerti per mano e di parlare...dobbiamo parlare io e te...vuoi?...”
“ Si Alex andiamo…”
Stretti, con le mani intrecciate ci incamminammo sul lungolago, la gente ci passava accanto, sentivo la presa salda di Alex e questo mi piaceva, mi dava sicurezza.
Ci fermammo in una gelateria, mi prese un gelato chiedendomi i gusti, risposi:
“ Cocco...Cioccolato e Panna montata...Grazie”.
Tornò con i due coni e ci andammo a sedere su di un prato poco distante, sotto l'ombra di una bella pianta.
Lecco’ un paio di volte il suo gelato e poi disse:
“ Mia...mi dispiace davvero tanto averti chiesto di fare questa cosa...vederti triste e schifata di noi...non mi è piaciuto nemmeno un po…”
“ Ma noooo..Alex..io….lo schifo era per il porco…”
“ Ti prego fammi finire...mi dispiace sì...ma...sono anche un imprenditore e questo affare era da concludere ad ogni costo...anche se il prezzo da pagare era di farti essere contro la tua natura di sottomessa...ho visto il tuo senso di inadeguatezza, la vergogna per te stessa e per lo svendere la tua passionalità… di questo mi scuso…”
“ Ma nooooo non servono scuse...ero consapevole, incuriosita dalla proposta...e…”
“ Mia ...ho detto fammi finire non farmi ripetere le cose...chiaro??...dopo mi dirai ciò che pensi ed io ascolterò...”
Feci solo si con la testa senza dire altro.
Continuò.
“ L'affare Mia è stato di acquistare l'hotel per tre milioni di euro invece dei cinque che voleva il porco e tutto solo per farsi frustare le palle mentre guarda la schiava, motociclista sconosciuta… fustigata dal suo Signore..i due milioni che mi hai fatto risparmiare te li renderò con un 5% sulla nuova proprietà...come ti ho promesso...verrà ristrutturata ovviamente..ho già alcuni progetti dei quali sarai partecipe…”
Ascoltavo muta.
“ Ora parlami Preziosa…”
Non sapevo bene cosa dire, la testa mi friggeva.
“ Alex ho fatto ciò che in quel momento sentivo fosse giusto fare...non mi è piaciuto almeno quanto non è piaciuto a te...perciò mettiamo il vecchio nel dimenticatoio e discutiamo dell’ Affare..”
Mi sorrise.
“ Mia torniamo a Quercia di Luna parleremo la...ho voglia di slegarti, di scoparti e di riempirti...”
Finimmo il gelato e tornammo alla locanda.
Andammo diretti nel suo ufficio al primo piano.
C'era una scrivania in radica, una poltrona in pelle nera, gli piacciono proprio le poltrone pensai, una finestra affacciata sul Lago, una libreria strapiena di libri e dischi un po in disordine.
Persa nel guardare fra le cose personali di Alex, mi sorprese quando mi strappò il vestito di dosso come fosse in preda ad una rabbiosa passione.
Con ancora più veemenza sciolse i nodi e mi slegò dalla costrizione della corda, tenedola in mano annodata al suo polso.
Mi girava e mi rigirava come una bambola, mi apriva le gambe, mi strattonava, fino a farmi girare la testa, fino a farmi quasi perdere l'equilibrio.
“ Adesso si che sarai Mia...puoi solo urlare…”.
Mi tirò verso la scrivania, gli piaceva prendermi da dietro perché come sempre mi mise a 90.
Mi fece aprire le gambe, mi passò la corda che aveva tenuto in mano tra le labbra della fica per farla inumidire.
Pulsava e si gonfiava di desiderio.
Avevo ancora il culo rosso che bruciava per le frustate prese a pranzo e nonostante me lo aspettassi, quando mi colpì urlai forte cercando anche di scappare dai colpi, ma più mi ribellavo o tentavo di farlo, più non facevo altro che accrescere la foga del mio Signore.
La corda era lunga, così ne prese un capo e legò una caviglia alla scrivania, mi costrinse ad aprirmi più possibile legando anche l'altra poi tiro’ la corda fino all'altro lato e mi bloccò.
Risali’ e unì i miei polsi, li avvolse con un giro stretto, assicurandosi che fossi immobile.
Come gesto finale andò dall'altra parte del tavolo e si assicurò che lo stessi guardando, perché fece un ultimo nodo ad un gancio, una specie di anello, incastonato nella radica.
Ero davvero Legata adesso, non potevo muovermi in nessun modo, potevo solo urlare.
Il mio bisogno di appartenenza e di abbandono totale erano finalmente appagati, perché stavo colando, e il mio piacere scendeva lungo le cosce.
Tornò dietro di me e lo sentii sfilarsi la cintura.
Se la passò intorno al polso e tenendola ben stretta me la passò sui segni che mi fece a pranzo, quasi accarezzandoli.
“ Adesso copriamo questi brutti ricordi...con qualcosa che ci rammenti il bello di Noi…”
Mi colpì, allontanandosi quel tanto che bastasse perché la cinghia arrivasse piatta e con la punta, era a gambe leggermente divaricate anche lui, per avere più forza da brandire.
Non so quanto mi colpì, smise solo quando le mie grida divennero prima singhiozzi, poi lacrime.
Alcuni dei colpi inferti avevano leso la pelle fino quasi a farla sanguinare.
Era furioso con Noi e ci puni’.
Ci, al plurale, sì perché io piangevo ma lui sentiva ora il senso di colpa per essersi forse, spinto troppo oltre, in ogni senso.
Si inginocchio’, non lo vedevo ovviamente, ma sentivo ogni suo movimento
Mi leccava ogni livido.
Mi leccava e rileccava ancora, mi baciava, mi succhiava, poi mi infilò un dito e cominciò a masturbarmi.
L'estasi di venirgli sulle mani, sulle labbra mi travolse, non avevo mai provato nulla di simile.
Era un continuo legarmi e slegarmi, sciolse i nodi e prendendomi in braccio mi adagiò dolcemente sul divano sotto la finestra.
Si spoglio’ stando in piedi difronte a me e appena fu nudo si sdraiò col suo peso spalmato su tutto il mio corpo.
Lo avvolsi aggrappandomi con le gambe ai suoi fianchi e le braccia al collo, stavamo facendo l'amore, quello lento, quello che solo il suo bacino si muoveva su e giù.
Si staccò un attimo, mi guardò:
“ Guarda Preziosa… guarda che spettacolo…”
Voleva guardassi il suo cazzo che mi entrava dentro.
Lo vedevo tutto, dalla cappella violacea, all'asta imbiancata dei miei umori, vedevo e sentivo le palle che sbattevano quando affondava pienamente, vedevo il mio clitoride gonfiarsi, lo notò anche lui e con la punta del pollice andò a stuzzicarlo.
Venimmo così stretti e pieni di Noi, ci abbracciammo e gli chiesi:
“ Ti prego non uscire...restami dentro..”
“ Ma non ci penso nemmeno..dove vuoi che vada??...sono dove voglio essere, prima che sapessi di volerci essere…”
Era la cosa più bella che mi avessero mai detto dopo l'amore.
Restammo così accoccolati l'uno sull'altra finché Alex disse:
“ Ti va di parlare d'affari adesso Mia piccola futura imprenditrice???...”
Sorrisi ma feci cenno di no, aggiungendo un faccino stanco e stravolto.
“ Su Su..sfaticata..so io cosa ti serve…”
Espressione inorridita sul mio volto, gli occhi e la bocca storta, come nello scudo del Caravaggio “ La decapitazione di Medusa”, credevo che intendesse frustarmi ancora.
“ Tranquilla...ahahaha..ti serve ...Solo.. un bel bagno rilassante, sali del mar morto e tanta schiuma profumata...ahahah..sei una schiavetta modello...la Mia schiava…”
Salimmo in Torretta da un'entrata direttamente dal suo ufficio, salimmo nudi.
Mi buttai sul letto mentre Alex preparava la vasca, ero madida di sudore che misto al sangue dei segni sul culo mi fece macchiare il lenzuolo di un rosina pallido.
Accese un po di musica soft, qualche candela ed era tutto pronto.
Scivolammo nell’acqua, lui appoggiato al bordo ed io al suo petto, le gambe si intrecciavano sotto le mille bollicine create dal bagnoschiuma.
Mi lavo’ i capelli, persino le orecchie, con una spugna sfrego’ la mia pelle, dal collo alle spalle, dai seni al pancino sommerso, dal mio sesso a fin dove riusciva ad arrivare senza spostarmi.
Mi sollevò appena un po’, delicatamente, appoggiò la spugna e mi mise le mani sotto al culo massaggiandolo là dove poco prima aveva leso le mie carni.
Era un continuo contrasto di emozioni, mi percuoteva furioso, mi dava ordini perentori e poi si prendeva cura di me come fossi parte del suo stesso corpo, come fosse un bisogno primario, e lo era per entrambi.
“ Mia...ci sei??...sei ancora su questo pianeta??...Mia..base terra chiama Luna…”
“ Mmmmm...cosa vuoi??...ci sono...ci sono...ti sento…”
“ Lo so che mi senti...Preziosa...ma vorrei sentire io.. le tue idee..le tue proposte sull'Affare…”
“ Mmmmm ..ma proprio adesso???...Sto così bene…sdraiata sul tuo di Affare..ahahaha...”
Mi strusciai sul suo cazzo.
“ Ma che spiritosa..Te lo devo chiedere ancora??...in modo diverso???...comunque Si adesso...adesso che sei libera di ogni inibizione...rilassata e purificata...su da brava…”.
Scivolai sott'acqua tra le sue gambe, mi girai schizzando ovunque, diedi un bacio veloce alla cappella e riemersi dal lato opposto appaggiandomi al bordo.
Uno di fronte all’altra, ci fissavamo.
Asciugai gli occhi per vederlo meglio e nell'istante in cui li chiusi ebbi come un flash, un fermo immagine sull'Affare, su quello vero, quello che ci avrebbe legato.
In pochi secondi, meno di un minuto, vidi la mia idea.
“ Mia..tutto bene???..”
Si stava avvicinando probabilmente perché notò un piccolo cedimento in me, frutto della visione, del calore e dell'energia del “tutto”.
Lo fermai con un piede sul suo torace.
“ Tutto bene...Tranquillo..ho visto una cosa...come un'immagine...del nostro hotel…”
“ Dimmi cosa hai visto Mia…”
La struttura esterna era una costruzione a forma di mezzaLuna di quattro piani, io lo vidi completamente ristrutturato.
La facciata color grigio perla, con gli scuri delle finestre argentati, così come i balconi e le grondaie.
Lo vedevo brillare con la giusta luce e una sapiente illuminazione, sembrava proprio uno spicchio di Luna.
Lo descrissi ad Alex.
“ E poi Mia??..cos’altro??...”
“ Poi sono entrata dentro...e ho visto..cerco di spiegarmi...come una specie di bordello d'altri tempi nel concetto di base, ma moderno nella struttura per non destare sospetti, ovviamente...siamo pur sempre in un paesino..tranquillo e un po’ fuori mano..ma con lo stretto indispensabile per accontentare LE...NOSTRE... clienti…”
Il viso stupito ora lo aveva Alex.
“ Scusa???...LE..?? clienti??? ..Donne??...
un bordello per donne???..ma credi pagherebbero per del sesso???..”
“ Beh..no..non credo che una Donna paghi per del “normale” sesso, ma credo pagherebbe per ciò che le proporremo noi...cioè...un servizio completo che la travolga nella mente e nel corpo...avremo diciamo stanze a tema, almeno per il quarto piano...a tema nel senso che…”
Vidi Alex che cambiò espressione, dal divertito, incredulo e scettico, all’interessato curioso.
“ In ogni camera, una donna sarà accolta da un uomo con un ruolo da interpretare, una maschera che coinvolga la Signora, da una cena, se lo desidera, ad una passeggiata sul Lago, un tuffo in piscina, a tutto ciò che la faccia sentire importante e al centro di ogni attenzione, che paga...le maschere a cui pensavo sono tipo…
da ingegnere...da avvocato...da musicista….da operaio specializzato...da muratore...da astronauta.. da quello che la sappia coinvolgere totalmente facendola godere...così com'è giusto che dovrebbe godere ogni donna...FINE...cosa ne pensi???..”
Lo vidi concentrato a riflettere, restai in silenzio aspettando il suo pensiero.
“ Ehmmm..interessante ...Mia...davvero interessante… da sviluppare in alcuni punti...ma non credevo...e tutto questo in una visione..in una “cosa” come dici tu...durata meno di un minuto...mah..che donna strana sei…”
“ Ehmmm...Alex...sai quanto ci ho messo a decidere di girare la mia moto e arrivare da te???...un secondo...ahahah in un minuto ovvio che ho creato il nostro Affare…”
“ Presuntuosa...la Mia Preziosa…”
Ridemmo di gusto schizzando l'acqua ed ironizzando sul futuro dell'hotel.
“ Dai usciamo da qui...abbiamo un Affare da sviluppare...ahahaha..”
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