Il ciccione

di
genere
dominazione

Era il mio periodo folle, lavoravo a Milano, e spesso non rientravo a casa dalla famiglia, non che mia moglie non sapesse il perché, avevo un appartamentino arredato nei pressi della stazione centrale, e quando organizzavo qualche incontro, rimanevo lì a dormire.
Non era difficile, che a volte passavo intere settimane a Milano, un po' per il lavoro, e un po' per le mie avventure, che a volte non erano tanto occasionali.
Un pomeriggio di Aprile, in ufficio, incontro un cliente, un cliente molto importante per l'azienda, e quindi mi metto nelle condizioni perfette per il lavoro, oltre ad essere elegantissimo, giacca e cravatta, chiedo alla mia segretaria, di mettersi anche lei elegante, Anna la mia segretaria, aveva circa sessant'anni, bella donna, e a conoscenza della mia natura omosessuale, e così, si presenta in gonna e camicetta, e tacco alto, bella, e eccitante.
Così, verso le trè del pomeriggio, incontriamo il cliente, si presenta un omone grande e grosso, molto grasso, aveva una pancia bella pronunciata, ben piantato, e anche muscoloso da quello che potevo vedere, con lui, c'era una ragazza, carina minuta al suo confronto era uno scricciolo.
Ci presentiamo, e dopo i convenevoli ci sediamo, e cominciamo a lavorare, ma sin da subito, ho notato, che non sbirciava Anna, eppure il suo seno faceva capolino con il pizzo del reggiseno, e lo spacco, faceva intravedere i gancetti del suo reggicalze, e pensare, che anni fa, quel seno e quelle coscie, le ho toccate, quando Anna ha cercato in tutti i modi di farmi piacere le donne, e l'ho scopata anche, ma poi la mia natura era diversa, e lei lo ha capito, e anzi mi ha aiutata spesso.
Quindi al cliente, Aldo era il suo nome, non era interessato alle donne, o non voleva mescolare il piacere con il lavoro, ma a mè, non interessava, non volevo rischiare il contratto, e me ne stetti buona.
Non riuscimmo a finire in tempo l'accordo, e così, ci incontrammo di nuovo il giorno dopo, e così, oltre al lavoro iniziammo a parlare di un po' di cose, come il calcio, le famiglie ecc, ma vedevo nei suoi occhi un interesse particolare, che cresceva ogni volta che parlavo della mia famiglia o di mè, e si accesero ancor di più, quando seppe che spesso rimanevo sola a milano.
Comunque, i lavori procedettero per altri due giorni, e in conclusione, degli stessi, uscimmo a cena tutti e quattro per festeggiare il buon esito delle trattative.
Quella sera, forse perché, tuuto era andato bene, o per un calo di tensione, mi lasciai un poco andare, e bevvi un pochino di più del normale, così, finimmo per parlare di donna e di uomini, e le ragazze, ormai stanche ci lasciarono soli a proseguire la serata.
Chiacchierammo un poco, appartati nel salone dell'albergo di Aldo, e poi a bruciapelo mi disse, Paolo, tu sei gay vero', RIMASI BASITA, IO RICONOSCO A FIUTO GLI OMOSESSUALI, E QUELLI SOTTOMESSI POI ANCOR DI Più, ero spaventata, terrorizzata, rossa in viso, e dimmi continuò, ti travesti vero?, devi essere bella e eccitante da donna, e mi mise una mano sulla gamba, ho ragione vero Paola? non so come ma fecci cenno di sì col capo.
Bene mi disse Aldo, andiamo da tè, ti voglio vedere, e così, in taxi, in poco tempo fummo a asa mia, intanto in auto mi mise la mia mano sul suo pacco, e iniziai a toccarlo.
Una volta in casa, mi abbracciò, mi strinse a sé, mi stritolò quasi, e mi baciò, mi infilò la lingua in bocca e mi soffocò di baci.
Bene preparati Paolo fammi vedere come sei bella, e così andai a prepararmi, mi infilai reggicalze calze, slip reggiseno, tubino rosso sandali tacco 12, parrucca e inevitabile trucco da troia.
Mi presentai in sala, lui era lì in liedi, che si stava toccando il suo cazzo, si girò e lo vidi, un pezzo di carne tozzo, malvatto, con una cappella strana, ma enorme, e appena mi vide mi disse, bene troia, spogliami, eseguii, sfilai il suo abito, la camicia, la maglietta e gli slip, era nudo, enorme grasso e sudaticcio, mi prese per mano, e mi portò in camera, dove mi mise in ginocchio e mi disse fammi un pompino troia e ingoia tutto, e così iniziai a succhiarlo, era grosso faticava a entrare in bocca, e poi lo scappellai, era rossa e grossa, e così lo pompai, per una decina di minuti, e poi sentii un rantolo, e venne copiosamente nella mia bocca e bevvi tutto, quasi mi strozzai, ma bevvi tutto.
Bene troia, ora aiutami a rivestirmi, e vieni in albergo con mè, lo guardai, e dissi che era impossibile, che l'indomani dovevo andare al lavoro e cambiarmi, mi diede uno schiaffo, non forte ma deciso zitta troia, decido io ora per tè, tu fai parte del contratto, domani parlo io con chi di dovere, e per i vestiti verrà la mia segretaria a prendere quello che serve, per il periodo che io rimango a Milano, tu sarai la mia troia, e così, mi portò in albergo, en femme, e mi presentò come la sua escort, mi vergognai.
Poi una volta in camera, era tardissimo, lo spogliai, e vidi che era ancora duro, tranquilla troia, è difficile che mi si smolli, e poi preparati, a succhiare ancora.
A DOPO.
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2019-04-25
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