Opzione P (come Pat): Me li faccio tutti
di
Patrizia V.
genere
orge
Arnaldo sta trascendendo: le sue ormai sono minacce fisiche belle e buone.
Lo afferro per il braccio e lo strattono.
Lui sussulta sorpreso, perché non si era neanche accorto della mia presenza.
- E tu che cazzo ci fai qui?
- Vi si sente fin dal lungomare – lo informo – Adesso basta: piantatela. Arnaldo, datti una calmata. E tu, Pam, copriti: non mi sembra il caso di discutere di certe cose con le poppe al vento... Grazioso quel ciondolo: è nuovo?
Lo sapete che sono fisicamente messa piuttosto bene: quando strattono una persona normale, ottengo la loro attenzione. Lui mi guarda sorpreso dall’energia che ci metto, e si lascia spingere fin sulla porta della cabina, mentre lei si solleva pudicamente il lenzuolo sul seno come un’educanda colta sul fatto con lo stalliere.
- Non finisce qui! – urla il marito tradito ai due nudi dentro al letto mentre lo spintono fin sull’uscio.
- Adesso piantala di gridare, che ti sentono tutti – gli faccio – Inspira a fondo e spara un bestemmione per sfogarti.
- Io non bestemmio.
- Peggio per te: allora inspira a fondo e basta, o rischi di fare qualcosa di cui poi ti pentirai.
Lui mi guarda frustrato, ma non è uno stupido: sa che ho ragione.
- Ma quello stronzo...
- Tu non ti preoccupare: adesso ci penso io.
Spingo di lato la mia sacca e mi volto di nuovo verso il lettone: - Bello davvero quel diamante. È vero?
Pamela farfuglia: - Sì... No... Non lo so, ma credo di sì. È il regalo di Arnaldo per il nostro decimo anniversario.
- Davvero? Auguri. E tu lo indossi per scopare con il tuo ganzo mentre lui non c’è? Sei davvero una sporcacciona...
Li guardo tutti e tre e sospiro: già che ci siamo...
E poi mi hanno fatto venire voglia, con la loro storia di corna!
Mi sfilo rapidamente la canotta color pesca, denudandomi dalla vita in giù e rivolgo lo sguardo su Arnaldo: - Beh, cosa stai aspettando?
Lui mi guarda imbambolato. Ho le tette di fuori, e i capezzoli mi tirano da bestia: sono gonfi, scuri, lunghi e duri come chiodi da otto.
Comincio a sbottonarmi i jeans, abbassandomeli quanto basta a mettere in mostra un po’ di pelo biondo, e Arnaldo deglutisce a vuoto.
- Pat, non credo che...
- Non fare lo sciocco – lo blocco io - Pam si è goduta la sua piccola trasgressione con un ragazzino: adesso tocca a te con la vicina, no? A ognuno il suo...
Siedo sulla panca di servizio e mi sfilo uno stivale senza togliere gli occhi dal padrone della barca: è da un po’ che medito di farmi scopare da lui, e mi sembra che l’occasione sia quanto meno opportuna. Pam non può certo protestare, considerato che è ancora a letto nuda con il suo boytoy. Infatti, quando giro lo sguardo su di lei mentre sfilo il secondo stivale, la vedo che mi fissa a bocca aperta, rossa come un pomodoro per l’indignazione ma incapace di dire beo.
Sguscio dai jeans attillatissimi, li scalcio via verso la sacca e rimetto gli stivali prima di alzarmi di nuovo in piedi con le mani sui fianchi per fissare Arnaldo con aria di sfida: - Allora? Devo spogliarti io o fai da solo?
La mia bella passerona bionda e scarmigliata sembra ipnotizzarlo: dovrei spuntarla un po’. Pensavo di farlo una volta a bordo, ma pazienza: vorrà dire che Arnaldo me la scoperà nature...
Finalmente lui si dà una mossa: si strappa di dosso la sua elegante giacca executive e la getta per terra; poi scioglie la cravatta e la tira in faccia alla moglie prima di passare alla camicia senza spostare lo sguardo dalla mia fica.
È fatta: il bagno di sangue è scongiurato.
Mi avvicino ad Arnaldo ancheggiando appena sui tacchi e lo aiuto a sfilarsi la camicia restando a torso nudo... Non male, non male davvero: fisico asciutto, abbronzato e non troppo peloso; pettorali discreti, niente tartaruga ma stomaco piatto e profumo di maschio pulito.
Gli apro io la patta dei pantaloni e infilo dentro una mano senza guardare mentre sollevo il viso per offrirgli le labbra da baciare: è appena più alto di me, e deve piegare il capo per baciarmi. Io gli mollo subito la lingua mentre saggio la sua virilità con le mie dita esperte.
Con la coda dell’occhio vedo che Pam ci fissa paonazza.
Arnaldo mi afferra un seno e lo strizza mentre mi rovista la bocca con la lingua dura e io comincio lentamente a segarlo; non che ci sia molto da strizzare, ma chiaramente gli piace giocare con il capezzolo turgido.
Ha un bel cazzo: lo sento al tatto... Ed è già piacevolmente intostato: le mie dita scorrono velocemente sulla pelle ruvida dopo averlo scappellato, e cominciano a fare la loro magia...
La seconda manona del padrone di casa mi artiglia una chiappa e la stringe forte saggiandone elasticità e consistenza: non ho dubbi che saprà apprezzare entrambe, visto che il culo è il mio punto forte...
Pam sembra sul punto di esplodere: vedersi davanti il marito che mi limona come se lei non ci fosse neanche la sta facendo impazzire...
Gli tiro fuori il cazzo dai pantaloni: è già bello eretto, e io continuo a segarlo di gusto con le mie lunghe dita mentre lui mi palpeggia di gusto e le nostre lingue si aggrovigliano in bella vista.
Sento un lamento esasperato e getto uno sguardo verso il letto: Pamela si è rassegnata a vedere il marito scopare con me, ed è tornata a buttarsi sul suo ragazzo. La vedo voltarsi verso di lui, mettergli la lingua in bocca e poi piegarsi per prendergli in bocca l’uccello moscio.
Beh, contenta lei... A me sembra che il cazzo di suo marito sia molto meglio.
Mi inginocchio e lo lecco dal basso verso l’alto, scivolando dalle palle fino al prepuzio, strappando un lungo sospiro di piacere al proprietario di quel bel cazzo che sto per ingoiare tutto intero.
Spalanco le fauci e ingoio la cappella turgida, succhiandola saporitamente.
Arnaldo geme di piacere e mi accarezza i capelli mentre lo spompino senza vergogna davanti a sua moglie.
Non c’è bisogno di andare oltre: il membro di Arnaldo è bello pronto per il fottisterio.
Mi rialzo in piedi e lo guardo dritto negli occhi continuando a segarlo lentamente: - Adesso fottimi...
Lui mi guarda allupato, e io mi lascio andare di schiena sul letto finendo quasi addosso a Pamela che istintivamente si scansa. Spalanco le gambe e mi apro le grandi labbra con le dita mentre Arnaldo si libera di corsa dei pantaloni e delle scarpe e mi si butta addosso nudo, del tutto indifferente allo sguardo oltraggiato della moglie fedifraga.
Il mio nuovo amante mi viene sopra reggendosi sulle braccia; gli prendo il cazzo e me lo conduco all’ingresso della fica, poi lui spinge deciso e mi penetra profondamente facendomi fremere di piacere.
- Aahhh... Sì, così! Io ho bisogno di essere scopata forte per godere...
Comincia a scoparmi alla missionaria sotto il naso della moglie, facendo scricchiolare il letto per la violenza dei colpi che mi sferra nel ventre mentre io rinserro le cosce nude intorno ai suoi fianchi e punto i tacchi degli stivali verso il soffitto in tek.
- Aah! Aah! Più forte, sventrami... Aahhh...
Arnaldo ci sa fare. Mi scopa profondo e deciso, rimestandomi la verga nella sorca con movimenti rotatori improvvisi e rapaci che mi strappano strilli acuti di piacere sempre più frequenti.
Accanto a noi, Pamela è sempre alle prese con un cazzo moscio, che per quanto succhiato in maniera piuttosto aggressiva non sembra più disposto a rizzarsi: il cacasotto non è suo agio davanti al marito della sua amante intento a fottere me come se lui non esistesse.
Pam non demorde: continua a succhiarlo, e poi con una dimostrazione di inventiva che non mi sarei aspettata, gli ficca un dito nel culo strappandogli un gridolino in falsetto.
Inopinatamente, il cazzo giovane si rizza quasi all’improvviso, rivelandosi insospettabilmente lungo. Ecco svelato il perché dell’interesse di Pam per il moccioso cacasotto...
Ottenuta l’erezione che le occorreva, la padrona di casa monta in sella al suo ganzo voltandomi le spalle e s’impala con un guaito di piacere, prendendo subito a sgroppare.
Ora il lettone è un vero casino: Arnaldo mi scopa alla mamma e papà tenendomi per le caviglie stivalate, e Pamela cavalca all’amazzone il suo boytoy strillando più forte di me come se volesse dimostrare qualcosa.
Non capita spesso, ma stavolta sono io a godere per prima: sento l’orgasmo esplodermi nel cervello e caccio un grido selvaggio, serrando con forza le cosce nude intorno ai fianchi muscolosi del mio amante, che intanto è sempre intento a fottermi senza riguardo.
- Ci sono quasi... – annaspa Arnaldo, che da gentiluomo mi avvisa si essere sul punto di inseminarmi.
- Sborrami dentro! – lo incito – Riempimi la fica di sperma davanti alla cornuta...
Lui non si fa pregare: getta la testa all’indietro, barrisce come un elefante e mi schizza in fondo alla vagina tutto il contenuto dei suoi testicoli gonfi.
Sento il seme maschile che mi riempie le viscere mentre l’orgasmo mi scuote ancora le carni.
Pamela è meno fortunata di me: il cacasotto è davvero a disagio a fottere davanti a noi, e il nostro duplice orgasmo probabilmente lo smonta ancora di più. Sento Pamela imprecare accanto a noi, e ne deduco che il suo maschietto ha avuto un contrattempo.
Lei smonta dall’arcione e si butta di nuovo con la bocca a ingoiare il cazzo chiaramente abbattuto, ma stavolta non ci sono dita in culo che tengano: il cacasotto proprio non ce la fa...
Strizzo l’occhio ad Arnaldo, che ha notato anche lui i problemi del giovane amante di sua moglie, e sta apertamente sogghignando.
Il cacasotto si accorge che lo stiamo pigliando per il culo, e il suo pisellone si rattrappisce del tutto.
Pamela bestemmia oltraggiata, ma non ci sono cazzi... Almeno non ce n’è per lei.
Arnaldo si solleva da sopra di me e mi rotola accanto, lontano dalla moglie che continua a segare inutilmente il suo inutilissimo amante.
- Pam – le faccio – Onestamente, valeva la pena di incasinarti il matrimonio per un affare così mediocre?
Lei emette un gorgoglio pieno di odio, poi mi manda a fare in culo.
Accanto a me Arnaldo se la ride, e scapperebbe da ridere anche a me... Se non fosse che per principio la Visentin non si lascia sfanculare da nessuno.
Mi sollevo sui gomiti, la afferro per i capelli e la strattono con cattiveria lontano dal suo inutile amante.
- Ahi! Mi fai male...
- Senti, stupida troia: questo linguaggio riservalo per i tuoi amichetti del cazzo! Con me non ti permettere mai più, capito?
Le schiaccio la testa contro il materasso con la faccia all’insù, poi prima che possa reagire mi rivolto e le salgo sopra prendendole il capo fra le gambe e schiacciandole in faccia la fica sbrodolante della venuta di Arnaldo.
- Avanti, troia! – le intimo, sempre tirandola per i capelli ricci – Pulisci il casino che ha fatto tuo marito...
- Che schifo! – annaspa lei, cercando vanamente di divincolarsi – Lasciami andare, puttana!
- Senti chi parla – la sfotto io – Quella che si è appena fatta beccare a letto con un altro... Tira fuori la lingua e lecca, se non vuoi che ti tiro il collo, baldracca!
Decisamente, la Pam non ha tendenze lesbiche: sembra davvero schifata dalla mia fichetta che le solletica il naso. Glie la sbatto in faccia bella slabbrata e sgocciolante, inzaccherandole il viso con la sbroda del marito che ormai mi cola abbondantemente dalle valve spalancate.
Arnaldo adesso se la ride di gusto, eccitato dalla scena della moglie fedifraga sottomessa e obbligata al connilinguo. Il cacasotto invece ci guarda stralunato e del tutto inerte.
Un’altra tirata di capelli, e Pamela si rassegna a leccare.
- Hmmm... Brava, così! Lecca, puttana... In fondo è tutta roba tua, no?
Poco alla volta, la troia si beve tutta la sborrata del marito.
Mentre mi godo la sottomissione della donna (le sue leccate sono così goffe che mi fanno solo un po’ di solletico), osservo divertita l’uccello rattrappito del cacasotto: è davvero un peccato vederlo così umiliato. Il suo proprietario non vale niente, ma il cazzo in sé non sarebbe poi malaccio.
Peccato, davvero...
Quando Pam ha finito di ripulirmi, il cazzo di Arnaldo è di nuovo bello duro: il maschione si è eccitato ad assistere alla parentesi lesbica.
Mi alzo in piedi e scendo dal letto e lo incito: - Scopa tua moglie, Arnaldo! Riprenditi ciò che è tuo, mentre io faccio una telefonata.
Ho avuto un’ispirazione: visto che il cacasotto sembra proprio non servire a niente, abbiamo bisogno di rinforzi, e forse so dove trovarli.
Infilo la mano nella mia sacca e recupero il cellulare. Chiamo la palestra dove ho appena fatto karate e chiedo di Ioan, l’istruttore romeno che mi ha appena allenata e che ha un fisico da animale selvatico.
Lui risponde un po’ perplesso, e io gli dico che sono in barca, seminuda e con una mano nelle mutande: ho una voglia pazzesca di essere scopata. Ce la fa a fare un salto per darmi una ripassata? Magari potrebbe portare con sé il suo amico Nicolai, il nuovo arrivato che insegna ai principianti...
Ioan esita un momento: il suo italiano è perfetto, ma ha paura di non aver capito bene.
- Ioan: sono in calore! Datti una mossa e venite subito a montarmi tutti e due...
Un istante di silenzio rumorosissimo, e poi: - Arriviamo.
Risolta la questione, e in attesa dell’arrivo dei nuovi cazzi, mi giro a guardare cosa succede nel lettone.
Arnaldo è salito sopra sua moglie e l’ha inforcata senza troppi complimenti. Lei ha subito con un gemito, e adesso si becca il cazzo maritale come una brava mogliettina: difficile dire se per pura sottomissione o per soddisfare i pruriti disperati che il suo amante non ha saputo grattargli.
A proposito: il cacasotto...
Una sfida: un cazzo moscio attaccato a un maschio inutile.
Non so resistere alle sfide; e poi devo pur passare il tempo in attesa di Ioan e Nicolai, no?
Afferro il cazzo moscio e comincio a segarlo. Poi lo prendo in bocca.
Infine, come ho visto fare a Pam, ficco un dito in culo al proprietario, che sobbalza sorpreso.
Vabbè, non sono delicata come la sua amante sposata, ma si sa che non sono la più dolce delle compagne di letto... Aggiungo un secondo dito, e poi un terzo e un quarto.
Il cacasotto si lamenta, cerca di sottrarsi, ma io lo tengo per le palle.
Succhio e sditalino, e il cazzo ha un primo sussulto.
Insisto, e il cacasotto geme di piacere: il cazzo comincia a dar segni di vita...
- Oohhh... Sì, mi piace...
- Bravo, così mi piace – gli faccio, staccando un istante la bocca – Ce l’hai un nome, cacasotto?
- Sì... Mi chiamo Ugo.
- Bravo Ugo. Adesso fattelo rizzare, va bene? Voglio divertirmi un po’...
Il giovane cazzo si rizza come ordinato. Comincio a godermi il pompino, mentre Arnaldo e la Pam mi scopano accanto neanche fossero una coppietta innamorata e felice.
Loro fottono, io spompino: chi taglierà per primo il traguardo?
Non c’è storia: in fondo, sono o non sono una professionista?
Ugo mi sborra in bocca. Io ingoio soddisfatta, bevendo il seme giovane e saporito...
Li sento salire un po’ esitanti sulla battagliola e li richiamo di sotto con un urlo.
I due stalloni scendono e ci trovano sul lettone, con i padroni di casa ancora intenti a scopare e me nuda con gli stivali e il cazzo vuoto di Ugo ancora in mano...
È da un po’ che voglio farmi scopare da Ioan: è un tipaccio di ventotto anni, un vero animalone di un metro e novanta, tutto muscoli ma gentilissimo. Finora non è capitata l’occasione, perché la palestra è sempre piuttosto affollata, ma oggi ho deciso di rompere gli indugi e soffocare le grida della coppia in crisi con le mie urla di piacere.
Il suo compare Nicolai è un tipo silenzioso; un po’ più giovane, meno alto e muscoloso, ma irsuto e nerboruto come un cro-magnon. Non sa ancora bene l’italiano e quindi evita di parlare se non è obbligato; però è un eccellente istruttore, e le ragazze della palestra sbavano dietro ai suoi occhi nerissimi e ai pettorali esagerati...
- Avanti ragazzi! – li invito con un gesto eloquente – Cosa aspettate?
I due si spogliano rapidamente e salgono sul lettone con le mazze già in tiro.
Il padrone di casa smette di montare la moglie e si volta a guardare i nuovi arrivati, un po’ seccato per l’intrusione.
- Arnaldo – gli faccio – Questi sono Ioan e Nicolai, due miei amici... Ragazzi, Arnaldo è il proprietario della barca, e quella che gli sta sotto è la vacca di sua moglie: potete scoparvela come vi pare, tanto è una zoccola peggio di me.
L’idea sembra andare a genio ad Arnaldo: la sua espressione cambia, e con un gesto elegante invita i nuovi arrivati a servirsi senza problemi delle polpe della sua signora.
La mezz’ora successiva, Arnaldo mi scopa da sopra, da sotto e da dietro, sembra una macchina del sesso; intanto Ioan e Nicolai si fanno la Pam di bocca e di fica, alternandosi di continuo senza mai venirle dentro né farla godere: un supplizio tremendo e delizioso, che la riccia sembra apprezzare parecchio a giudicare dai suoi gridolini di piacere.
Arnaldo mi sta scopando a pecora mentre io mi smucino la fica con la faccia nel cuscino; non riesco a godere perché sono distratta dagli altri tre che stanno fottendo praticamente addosso a noi. Il fatto è che vorrei provarli tutti e tre, e non riesco a concentrarmi.
Il cacasotto è più in disparte e si sta segando guardandoci allupato.
Sono infoiata, ho bisogno di godere, ma di questo passo non ci arriverò mai...
Giro la testa verso Arnaldo e ansimo: - Adesso mettimelo nel culo, ti prego...
Lui mi guarda sbalordito: - Lo prendi anche lì?
Evidentemente la coppietta benestante non pratica il sesso anale; interessante.
- Ma certo. Avanti, spaccami in due!
Arnaldo non si fa pregare, anche se è evidentemente un po’ imbranato. Mi ficco quattro dita insalivate nel buco del culo e me lo apro il più possibile, poi gli dico di sputarci dentro e di mettermi il cazzo.
Lui esegue goffamente, ma quando sente il glande baciato dal mio sfintere l’istinto lo porta a spingere dentro con forza.
- Aawww... – annaspo, il fiato mozzato dal dolore – Così: sfondami!
Pamela smette un momento di spompinare Ioan e mi guarda stralunata: - Pat! Ma tu... Ti fai inculare?
- Oohhh... Ma certo – ansimo, gustandomi il riempimento del retto – Da quando avevo quindici anni... Hmmm...
- Oddio, ma così ti spaccherà in due! Non ti fa male?
- Hmmm... Fa un male cane – ammetto – Ma solo all’inizio. Poi è meglio che in fica...
Lei scuote il capo e si riempie di nuovo la bocca dopo aver commentato: - Io non potrei mai: sono troppo stretta. Se ci provassi mi romperei lo sfintere e finirei al pronto soccorso...
Io socchiudo gli occhi e mi godo la sodomia di suo marito. Scodinzolo, sculetto, mi masturbo, rinculo per prenderlo più a fondo possibile.
Le donne che non fanno sesso anale non sanno cosa si perdono...
Pochi colpi ancora, e poi è l’estasi: - AAHHH! Godo! Godooo...
Mi godo il mio orgasmo rettale, poi mi accascio stremata mentre Arnaldo continua a fottermi indefessamente il buco.
È allora che mi viene l’idea: - Arnaldo, non credi che sia giunto il momento di fare il culo anche a tua moglie?
Lui mi guarda scettico: - Non ci starà mai. Dice che la sua conformazione fisica...
- Stupidaggini. Un culo è un culo, e tutte possono prenderlo... A meno di problemi contingenti e momentanei. E poi non credi che sia ora?
- Ma... Ma lei non vuole.
- Chi se ne frega. Violentiamola: non credi che se lo meriti?
Lui mi guarda allupato.
Pam non si accorge neppure di cosa stia per succederle, ma i maschioni della palestra sono ben contenti di dare una mano: Si staccano da lei e le bloccano le braccia contro il materasso mentre Arnaldo le va dietro con la verga dura come un paletto di frassino.
- Cosa volete farmi... – esclama Pam, colta di sorpresa – No! Arnaldo, sei impazzito? Non voglio... NOOO!
- Stai zitta, troia! – le faccio io, prendendola per i capelli ricci e schiacciandole la faccia nel cuscino.
Allungo il braccio sopra la sua schiena e le caccio un dito in culo. In effetti, la tipa è strettina... Peggio per lei: vorrà dire che le farà più male.
- Lasciami, puttana! – strepita Pam, dimenandosi disperatamente – Non voglio...
Arnaldo la blocca schiacciandole i fianchi sul materasso e sedendosi sulle sue cosce chiuse, poi spinge la nerchia enfiata fra le natiche sudate mentre io le scovolo il buco con due dita insalivate con cura.
Poi afferro il cazzo di Arnaldo e lo allogo al buco palpitante, e lui spinge con forza dentro.
- AARGHHH!!!
Pamela caccia un urlo lacerante sentendosi squarciare il buco, ma non ha modo di sfuggire al suo atroce destino.
- Aah Aah! Mi sbudellaaaa!
Arnaldo non se ne dà per inteso, e affonda completamente il cazzo nelle budella della moglie.
- Mi stai ammazzando... Pietà!
- E piantala, troia! – le faccio, serrandole le dita intorno alla gola – Tanto ormai è rotto. Se la pianti di dimenarti, tra un po’ smetterà di bruciarti e comincerai a godere...
Arnaldo sembra davvero prenderci un gusto matto a sfondare sua moglie: ha gli occhi fuori dalle orbite per l’eccitazione, e visto che gli ho svuotato le palle da poco, immagino che continuerà a fotterle il culo per un bel pezzo.
Alzo lo sguardo sui due amici romeni e gli strizzo l’occhio: - Allora ragazzi: visto che per il momento Pam è occupata con suo marito, cosa ne direste di pensare finalmente anche a me? Ho una voglia matta di un bel tramezzino...
Lo afferro per il braccio e lo strattono.
Lui sussulta sorpreso, perché non si era neanche accorto della mia presenza.
- E tu che cazzo ci fai qui?
- Vi si sente fin dal lungomare – lo informo – Adesso basta: piantatela. Arnaldo, datti una calmata. E tu, Pam, copriti: non mi sembra il caso di discutere di certe cose con le poppe al vento... Grazioso quel ciondolo: è nuovo?
Lo sapete che sono fisicamente messa piuttosto bene: quando strattono una persona normale, ottengo la loro attenzione. Lui mi guarda sorpreso dall’energia che ci metto, e si lascia spingere fin sulla porta della cabina, mentre lei si solleva pudicamente il lenzuolo sul seno come un’educanda colta sul fatto con lo stalliere.
- Non finisce qui! – urla il marito tradito ai due nudi dentro al letto mentre lo spintono fin sull’uscio.
- Adesso piantala di gridare, che ti sentono tutti – gli faccio – Inspira a fondo e spara un bestemmione per sfogarti.
- Io non bestemmio.
- Peggio per te: allora inspira a fondo e basta, o rischi di fare qualcosa di cui poi ti pentirai.
Lui mi guarda frustrato, ma non è uno stupido: sa che ho ragione.
- Ma quello stronzo...
- Tu non ti preoccupare: adesso ci penso io.
Spingo di lato la mia sacca e mi volto di nuovo verso il lettone: - Bello davvero quel diamante. È vero?
Pamela farfuglia: - Sì... No... Non lo so, ma credo di sì. È il regalo di Arnaldo per il nostro decimo anniversario.
- Davvero? Auguri. E tu lo indossi per scopare con il tuo ganzo mentre lui non c’è? Sei davvero una sporcacciona...
Li guardo tutti e tre e sospiro: già che ci siamo...
E poi mi hanno fatto venire voglia, con la loro storia di corna!
Mi sfilo rapidamente la canotta color pesca, denudandomi dalla vita in giù e rivolgo lo sguardo su Arnaldo: - Beh, cosa stai aspettando?
Lui mi guarda imbambolato. Ho le tette di fuori, e i capezzoli mi tirano da bestia: sono gonfi, scuri, lunghi e duri come chiodi da otto.
Comincio a sbottonarmi i jeans, abbassandomeli quanto basta a mettere in mostra un po’ di pelo biondo, e Arnaldo deglutisce a vuoto.
- Pat, non credo che...
- Non fare lo sciocco – lo blocco io - Pam si è goduta la sua piccola trasgressione con un ragazzino: adesso tocca a te con la vicina, no? A ognuno il suo...
Siedo sulla panca di servizio e mi sfilo uno stivale senza togliere gli occhi dal padrone della barca: è da un po’ che medito di farmi scopare da lui, e mi sembra che l’occasione sia quanto meno opportuna. Pam non può certo protestare, considerato che è ancora a letto nuda con il suo boytoy. Infatti, quando giro lo sguardo su di lei mentre sfilo il secondo stivale, la vedo che mi fissa a bocca aperta, rossa come un pomodoro per l’indignazione ma incapace di dire beo.
Sguscio dai jeans attillatissimi, li scalcio via verso la sacca e rimetto gli stivali prima di alzarmi di nuovo in piedi con le mani sui fianchi per fissare Arnaldo con aria di sfida: - Allora? Devo spogliarti io o fai da solo?
La mia bella passerona bionda e scarmigliata sembra ipnotizzarlo: dovrei spuntarla un po’. Pensavo di farlo una volta a bordo, ma pazienza: vorrà dire che Arnaldo me la scoperà nature...
Finalmente lui si dà una mossa: si strappa di dosso la sua elegante giacca executive e la getta per terra; poi scioglie la cravatta e la tira in faccia alla moglie prima di passare alla camicia senza spostare lo sguardo dalla mia fica.
È fatta: il bagno di sangue è scongiurato.
Mi avvicino ad Arnaldo ancheggiando appena sui tacchi e lo aiuto a sfilarsi la camicia restando a torso nudo... Non male, non male davvero: fisico asciutto, abbronzato e non troppo peloso; pettorali discreti, niente tartaruga ma stomaco piatto e profumo di maschio pulito.
Gli apro io la patta dei pantaloni e infilo dentro una mano senza guardare mentre sollevo il viso per offrirgli le labbra da baciare: è appena più alto di me, e deve piegare il capo per baciarmi. Io gli mollo subito la lingua mentre saggio la sua virilità con le mie dita esperte.
Con la coda dell’occhio vedo che Pam ci fissa paonazza.
Arnaldo mi afferra un seno e lo strizza mentre mi rovista la bocca con la lingua dura e io comincio lentamente a segarlo; non che ci sia molto da strizzare, ma chiaramente gli piace giocare con il capezzolo turgido.
Ha un bel cazzo: lo sento al tatto... Ed è già piacevolmente intostato: le mie dita scorrono velocemente sulla pelle ruvida dopo averlo scappellato, e cominciano a fare la loro magia...
La seconda manona del padrone di casa mi artiglia una chiappa e la stringe forte saggiandone elasticità e consistenza: non ho dubbi che saprà apprezzare entrambe, visto che il culo è il mio punto forte...
Pam sembra sul punto di esplodere: vedersi davanti il marito che mi limona come se lei non ci fosse neanche la sta facendo impazzire...
Gli tiro fuori il cazzo dai pantaloni: è già bello eretto, e io continuo a segarlo di gusto con le mie lunghe dita mentre lui mi palpeggia di gusto e le nostre lingue si aggrovigliano in bella vista.
Sento un lamento esasperato e getto uno sguardo verso il letto: Pamela si è rassegnata a vedere il marito scopare con me, ed è tornata a buttarsi sul suo ragazzo. La vedo voltarsi verso di lui, mettergli la lingua in bocca e poi piegarsi per prendergli in bocca l’uccello moscio.
Beh, contenta lei... A me sembra che il cazzo di suo marito sia molto meglio.
Mi inginocchio e lo lecco dal basso verso l’alto, scivolando dalle palle fino al prepuzio, strappando un lungo sospiro di piacere al proprietario di quel bel cazzo che sto per ingoiare tutto intero.
Spalanco le fauci e ingoio la cappella turgida, succhiandola saporitamente.
Arnaldo geme di piacere e mi accarezza i capelli mentre lo spompino senza vergogna davanti a sua moglie.
Non c’è bisogno di andare oltre: il membro di Arnaldo è bello pronto per il fottisterio.
Mi rialzo in piedi e lo guardo dritto negli occhi continuando a segarlo lentamente: - Adesso fottimi...
Lui mi guarda allupato, e io mi lascio andare di schiena sul letto finendo quasi addosso a Pamela che istintivamente si scansa. Spalanco le gambe e mi apro le grandi labbra con le dita mentre Arnaldo si libera di corsa dei pantaloni e delle scarpe e mi si butta addosso nudo, del tutto indifferente allo sguardo oltraggiato della moglie fedifraga.
Il mio nuovo amante mi viene sopra reggendosi sulle braccia; gli prendo il cazzo e me lo conduco all’ingresso della fica, poi lui spinge deciso e mi penetra profondamente facendomi fremere di piacere.
- Aahhh... Sì, così! Io ho bisogno di essere scopata forte per godere...
Comincia a scoparmi alla missionaria sotto il naso della moglie, facendo scricchiolare il letto per la violenza dei colpi che mi sferra nel ventre mentre io rinserro le cosce nude intorno ai suoi fianchi e punto i tacchi degli stivali verso il soffitto in tek.
- Aah! Aah! Più forte, sventrami... Aahhh...
Arnaldo ci sa fare. Mi scopa profondo e deciso, rimestandomi la verga nella sorca con movimenti rotatori improvvisi e rapaci che mi strappano strilli acuti di piacere sempre più frequenti.
Accanto a noi, Pamela è sempre alle prese con un cazzo moscio, che per quanto succhiato in maniera piuttosto aggressiva non sembra più disposto a rizzarsi: il cacasotto non è suo agio davanti al marito della sua amante intento a fottere me come se lui non esistesse.
Pam non demorde: continua a succhiarlo, e poi con una dimostrazione di inventiva che non mi sarei aspettata, gli ficca un dito nel culo strappandogli un gridolino in falsetto.
Inopinatamente, il cazzo giovane si rizza quasi all’improvviso, rivelandosi insospettabilmente lungo. Ecco svelato il perché dell’interesse di Pam per il moccioso cacasotto...
Ottenuta l’erezione che le occorreva, la padrona di casa monta in sella al suo ganzo voltandomi le spalle e s’impala con un guaito di piacere, prendendo subito a sgroppare.
Ora il lettone è un vero casino: Arnaldo mi scopa alla mamma e papà tenendomi per le caviglie stivalate, e Pamela cavalca all’amazzone il suo boytoy strillando più forte di me come se volesse dimostrare qualcosa.
Non capita spesso, ma stavolta sono io a godere per prima: sento l’orgasmo esplodermi nel cervello e caccio un grido selvaggio, serrando con forza le cosce nude intorno ai fianchi muscolosi del mio amante, che intanto è sempre intento a fottermi senza riguardo.
- Ci sono quasi... – annaspa Arnaldo, che da gentiluomo mi avvisa si essere sul punto di inseminarmi.
- Sborrami dentro! – lo incito – Riempimi la fica di sperma davanti alla cornuta...
Lui non si fa pregare: getta la testa all’indietro, barrisce come un elefante e mi schizza in fondo alla vagina tutto il contenuto dei suoi testicoli gonfi.
Sento il seme maschile che mi riempie le viscere mentre l’orgasmo mi scuote ancora le carni.
Pamela è meno fortunata di me: il cacasotto è davvero a disagio a fottere davanti a noi, e il nostro duplice orgasmo probabilmente lo smonta ancora di più. Sento Pamela imprecare accanto a noi, e ne deduco che il suo maschietto ha avuto un contrattempo.
Lei smonta dall’arcione e si butta di nuovo con la bocca a ingoiare il cazzo chiaramente abbattuto, ma stavolta non ci sono dita in culo che tengano: il cacasotto proprio non ce la fa...
Strizzo l’occhio ad Arnaldo, che ha notato anche lui i problemi del giovane amante di sua moglie, e sta apertamente sogghignando.
Il cacasotto si accorge che lo stiamo pigliando per il culo, e il suo pisellone si rattrappisce del tutto.
Pamela bestemmia oltraggiata, ma non ci sono cazzi... Almeno non ce n’è per lei.
Arnaldo si solleva da sopra di me e mi rotola accanto, lontano dalla moglie che continua a segare inutilmente il suo inutilissimo amante.
- Pam – le faccio – Onestamente, valeva la pena di incasinarti il matrimonio per un affare così mediocre?
Lei emette un gorgoglio pieno di odio, poi mi manda a fare in culo.
Accanto a me Arnaldo se la ride, e scapperebbe da ridere anche a me... Se non fosse che per principio la Visentin non si lascia sfanculare da nessuno.
Mi sollevo sui gomiti, la afferro per i capelli e la strattono con cattiveria lontano dal suo inutile amante.
- Ahi! Mi fai male...
- Senti, stupida troia: questo linguaggio riservalo per i tuoi amichetti del cazzo! Con me non ti permettere mai più, capito?
Le schiaccio la testa contro il materasso con la faccia all’insù, poi prima che possa reagire mi rivolto e le salgo sopra prendendole il capo fra le gambe e schiacciandole in faccia la fica sbrodolante della venuta di Arnaldo.
- Avanti, troia! – le intimo, sempre tirandola per i capelli ricci – Pulisci il casino che ha fatto tuo marito...
- Che schifo! – annaspa lei, cercando vanamente di divincolarsi – Lasciami andare, puttana!
- Senti chi parla – la sfotto io – Quella che si è appena fatta beccare a letto con un altro... Tira fuori la lingua e lecca, se non vuoi che ti tiro il collo, baldracca!
Decisamente, la Pam non ha tendenze lesbiche: sembra davvero schifata dalla mia fichetta che le solletica il naso. Glie la sbatto in faccia bella slabbrata e sgocciolante, inzaccherandole il viso con la sbroda del marito che ormai mi cola abbondantemente dalle valve spalancate.
Arnaldo adesso se la ride di gusto, eccitato dalla scena della moglie fedifraga sottomessa e obbligata al connilinguo. Il cacasotto invece ci guarda stralunato e del tutto inerte.
Un’altra tirata di capelli, e Pamela si rassegna a leccare.
- Hmmm... Brava, così! Lecca, puttana... In fondo è tutta roba tua, no?
Poco alla volta, la troia si beve tutta la sborrata del marito.
Mentre mi godo la sottomissione della donna (le sue leccate sono così goffe che mi fanno solo un po’ di solletico), osservo divertita l’uccello rattrappito del cacasotto: è davvero un peccato vederlo così umiliato. Il suo proprietario non vale niente, ma il cazzo in sé non sarebbe poi malaccio.
Peccato, davvero...
Quando Pam ha finito di ripulirmi, il cazzo di Arnaldo è di nuovo bello duro: il maschione si è eccitato ad assistere alla parentesi lesbica.
Mi alzo in piedi e scendo dal letto e lo incito: - Scopa tua moglie, Arnaldo! Riprenditi ciò che è tuo, mentre io faccio una telefonata.
Ho avuto un’ispirazione: visto che il cacasotto sembra proprio non servire a niente, abbiamo bisogno di rinforzi, e forse so dove trovarli.
Infilo la mano nella mia sacca e recupero il cellulare. Chiamo la palestra dove ho appena fatto karate e chiedo di Ioan, l’istruttore romeno che mi ha appena allenata e che ha un fisico da animale selvatico.
Lui risponde un po’ perplesso, e io gli dico che sono in barca, seminuda e con una mano nelle mutande: ho una voglia pazzesca di essere scopata. Ce la fa a fare un salto per darmi una ripassata? Magari potrebbe portare con sé il suo amico Nicolai, il nuovo arrivato che insegna ai principianti...
Ioan esita un momento: il suo italiano è perfetto, ma ha paura di non aver capito bene.
- Ioan: sono in calore! Datti una mossa e venite subito a montarmi tutti e due...
Un istante di silenzio rumorosissimo, e poi: - Arriviamo.
Risolta la questione, e in attesa dell’arrivo dei nuovi cazzi, mi giro a guardare cosa succede nel lettone.
Arnaldo è salito sopra sua moglie e l’ha inforcata senza troppi complimenti. Lei ha subito con un gemito, e adesso si becca il cazzo maritale come una brava mogliettina: difficile dire se per pura sottomissione o per soddisfare i pruriti disperati che il suo amante non ha saputo grattargli.
A proposito: il cacasotto...
Una sfida: un cazzo moscio attaccato a un maschio inutile.
Non so resistere alle sfide; e poi devo pur passare il tempo in attesa di Ioan e Nicolai, no?
Afferro il cazzo moscio e comincio a segarlo. Poi lo prendo in bocca.
Infine, come ho visto fare a Pam, ficco un dito in culo al proprietario, che sobbalza sorpreso.
Vabbè, non sono delicata come la sua amante sposata, ma si sa che non sono la più dolce delle compagne di letto... Aggiungo un secondo dito, e poi un terzo e un quarto.
Il cacasotto si lamenta, cerca di sottrarsi, ma io lo tengo per le palle.
Succhio e sditalino, e il cazzo ha un primo sussulto.
Insisto, e il cacasotto geme di piacere: il cazzo comincia a dar segni di vita...
- Oohhh... Sì, mi piace...
- Bravo, così mi piace – gli faccio, staccando un istante la bocca – Ce l’hai un nome, cacasotto?
- Sì... Mi chiamo Ugo.
- Bravo Ugo. Adesso fattelo rizzare, va bene? Voglio divertirmi un po’...
Il giovane cazzo si rizza come ordinato. Comincio a godermi il pompino, mentre Arnaldo e la Pam mi scopano accanto neanche fossero una coppietta innamorata e felice.
Loro fottono, io spompino: chi taglierà per primo il traguardo?
Non c’è storia: in fondo, sono o non sono una professionista?
Ugo mi sborra in bocca. Io ingoio soddisfatta, bevendo il seme giovane e saporito...
Li sento salire un po’ esitanti sulla battagliola e li richiamo di sotto con un urlo.
I due stalloni scendono e ci trovano sul lettone, con i padroni di casa ancora intenti a scopare e me nuda con gli stivali e il cazzo vuoto di Ugo ancora in mano...
È da un po’ che voglio farmi scopare da Ioan: è un tipaccio di ventotto anni, un vero animalone di un metro e novanta, tutto muscoli ma gentilissimo. Finora non è capitata l’occasione, perché la palestra è sempre piuttosto affollata, ma oggi ho deciso di rompere gli indugi e soffocare le grida della coppia in crisi con le mie urla di piacere.
Il suo compare Nicolai è un tipo silenzioso; un po’ più giovane, meno alto e muscoloso, ma irsuto e nerboruto come un cro-magnon. Non sa ancora bene l’italiano e quindi evita di parlare se non è obbligato; però è un eccellente istruttore, e le ragazze della palestra sbavano dietro ai suoi occhi nerissimi e ai pettorali esagerati...
- Avanti ragazzi! – li invito con un gesto eloquente – Cosa aspettate?
I due si spogliano rapidamente e salgono sul lettone con le mazze già in tiro.
Il padrone di casa smette di montare la moglie e si volta a guardare i nuovi arrivati, un po’ seccato per l’intrusione.
- Arnaldo – gli faccio – Questi sono Ioan e Nicolai, due miei amici... Ragazzi, Arnaldo è il proprietario della barca, e quella che gli sta sotto è la vacca di sua moglie: potete scoparvela come vi pare, tanto è una zoccola peggio di me.
L’idea sembra andare a genio ad Arnaldo: la sua espressione cambia, e con un gesto elegante invita i nuovi arrivati a servirsi senza problemi delle polpe della sua signora.
La mezz’ora successiva, Arnaldo mi scopa da sopra, da sotto e da dietro, sembra una macchina del sesso; intanto Ioan e Nicolai si fanno la Pam di bocca e di fica, alternandosi di continuo senza mai venirle dentro né farla godere: un supplizio tremendo e delizioso, che la riccia sembra apprezzare parecchio a giudicare dai suoi gridolini di piacere.
Arnaldo mi sta scopando a pecora mentre io mi smucino la fica con la faccia nel cuscino; non riesco a godere perché sono distratta dagli altri tre che stanno fottendo praticamente addosso a noi. Il fatto è che vorrei provarli tutti e tre, e non riesco a concentrarmi.
Il cacasotto è più in disparte e si sta segando guardandoci allupato.
Sono infoiata, ho bisogno di godere, ma di questo passo non ci arriverò mai...
Giro la testa verso Arnaldo e ansimo: - Adesso mettimelo nel culo, ti prego...
Lui mi guarda sbalordito: - Lo prendi anche lì?
Evidentemente la coppietta benestante non pratica il sesso anale; interessante.
- Ma certo. Avanti, spaccami in due!
Arnaldo non si fa pregare, anche se è evidentemente un po’ imbranato. Mi ficco quattro dita insalivate nel buco del culo e me lo apro il più possibile, poi gli dico di sputarci dentro e di mettermi il cazzo.
Lui esegue goffamente, ma quando sente il glande baciato dal mio sfintere l’istinto lo porta a spingere dentro con forza.
- Aawww... – annaspo, il fiato mozzato dal dolore – Così: sfondami!
Pamela smette un momento di spompinare Ioan e mi guarda stralunata: - Pat! Ma tu... Ti fai inculare?
- Oohhh... Ma certo – ansimo, gustandomi il riempimento del retto – Da quando avevo quindici anni... Hmmm...
- Oddio, ma così ti spaccherà in due! Non ti fa male?
- Hmmm... Fa un male cane – ammetto – Ma solo all’inizio. Poi è meglio che in fica...
Lei scuote il capo e si riempie di nuovo la bocca dopo aver commentato: - Io non potrei mai: sono troppo stretta. Se ci provassi mi romperei lo sfintere e finirei al pronto soccorso...
Io socchiudo gli occhi e mi godo la sodomia di suo marito. Scodinzolo, sculetto, mi masturbo, rinculo per prenderlo più a fondo possibile.
Le donne che non fanno sesso anale non sanno cosa si perdono...
Pochi colpi ancora, e poi è l’estasi: - AAHHH! Godo! Godooo...
Mi godo il mio orgasmo rettale, poi mi accascio stremata mentre Arnaldo continua a fottermi indefessamente il buco.
È allora che mi viene l’idea: - Arnaldo, non credi che sia giunto il momento di fare il culo anche a tua moglie?
Lui mi guarda scettico: - Non ci starà mai. Dice che la sua conformazione fisica...
- Stupidaggini. Un culo è un culo, e tutte possono prenderlo... A meno di problemi contingenti e momentanei. E poi non credi che sia ora?
- Ma... Ma lei non vuole.
- Chi se ne frega. Violentiamola: non credi che se lo meriti?
Lui mi guarda allupato.
Pam non si accorge neppure di cosa stia per succederle, ma i maschioni della palestra sono ben contenti di dare una mano: Si staccano da lei e le bloccano le braccia contro il materasso mentre Arnaldo le va dietro con la verga dura come un paletto di frassino.
- Cosa volete farmi... – esclama Pam, colta di sorpresa – No! Arnaldo, sei impazzito? Non voglio... NOOO!
- Stai zitta, troia! – le faccio io, prendendola per i capelli ricci e schiacciandole la faccia nel cuscino.
Allungo il braccio sopra la sua schiena e le caccio un dito in culo. In effetti, la tipa è strettina... Peggio per lei: vorrà dire che le farà più male.
- Lasciami, puttana! – strepita Pam, dimenandosi disperatamente – Non voglio...
Arnaldo la blocca schiacciandole i fianchi sul materasso e sedendosi sulle sue cosce chiuse, poi spinge la nerchia enfiata fra le natiche sudate mentre io le scovolo il buco con due dita insalivate con cura.
Poi afferro il cazzo di Arnaldo e lo allogo al buco palpitante, e lui spinge con forza dentro.
- AARGHHH!!!
Pamela caccia un urlo lacerante sentendosi squarciare il buco, ma non ha modo di sfuggire al suo atroce destino.
- Aah Aah! Mi sbudellaaaa!
Arnaldo non se ne dà per inteso, e affonda completamente il cazzo nelle budella della moglie.
- Mi stai ammazzando... Pietà!
- E piantala, troia! – le faccio, serrandole le dita intorno alla gola – Tanto ormai è rotto. Se la pianti di dimenarti, tra un po’ smetterà di bruciarti e comincerai a godere...
Arnaldo sembra davvero prenderci un gusto matto a sfondare sua moglie: ha gli occhi fuori dalle orbite per l’eccitazione, e visto che gli ho svuotato le palle da poco, immagino che continuerà a fotterle il culo per un bel pezzo.
Alzo lo sguardo sui due amici romeni e gli strizzo l’occhio: - Allora ragazzi: visto che per il momento Pam è occupata con suo marito, cosa ne direste di pensare finalmente anche a me? Ho una voglia matta di un bel tramezzino...
0
voti
voti
valutazione
0
0
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
Opzione D: mi faccio i Cazzi Mieiracconto sucessivo
I Dilemmi di Pat: Epilogo
Commenti dei lettori al racconto erotico