La mia bimba, la mia ossessione-8
di
Satiro
genere
incesti
=Ancor oggi a distanza di tempo, potrei ricordare quei momenti con memoria fotografica, e d'altra parte come non potrei; Furono minuti di indicibile erotismo, mia madre con la bocca e mia figlia con la mano, avevano ridato vigore al mio uccello.
=Avevo goduto da poco e, normalmante avrei avuto bisogno di almeno un paio d'ore, quella sera invece lo sentii, con quelle carezze, rinascere a nuova vita.
=Il giocattolino, come l'aveva definito mia madre ergeva la sua testa paonazza nell'attesa che l'altra bocca, la bocchina della mia bimba, lo gratificasse
per la sua arrogante pretesa di godere nuovamente.
= Come a Calcutta il serpente si riscuote e si alza al suono del flauto, così il mio priapo teneva alta la testa, gustando le melodie che le davano la vellutata manina della mia Lauretta e il calore della bocca della mia genitrice.
=All'esplicito invito di mia madre, la piccola accennò di curvarsi su di me però, indecisa e fermata da qualche lontana remora s'era bloccata a metà strada.
=Mia madre con paroline suadenti e con una leggera pressione dulla schiena, le fece avvicinare il viso al mio lui; Madonna Santa, che attimi sublimi, mi si bloccò il respiro.
--Su Lauretta dai...è il pistolone del tuo papà...bacialo tesoro bacialo, fallo felice questo papino che ti vuole tanto bene...-
=Ricordo ancora parola per parola, ma sopratutto il primissimo contatto della linguetta.
=Mi diede prima una leggera leccatina sulla cappella, poi un'altra e un'altra ancora, indi volse lo sguardo su di me; Era uno sguardo indagatore, i suoi neri occhioni penetranti sembravano volermi forare l'anima, capire cosa pensassi di lei, della mia bambina che si apprestava a pigliarmelo in bocca.
=Se Lauretta avesse davvero potuto leggermi nel profondo dell'anima, non so come si sarebbe comportata, vi avrebbe letto tutte le mie perverse voglie, voglie nate lontane nel tempo, voglie di leccarmela e baciarmela tutta da capo ai piedi, di rotolarmi con lai nel mio talamo coniugale, chiavarla e goderle dentro come feci con la sua mamma, metterla a 90 gradi romperle il culetto e, altre cose ancora, perchè la mia mente da porco patentato aveva addirittura introdotto in quei lubrici pensieri, anche Ilaria, la mia nipotina il tutto in una infernale bolgia sessuale.
=Lauretta, dopo aver guardato e riguardato il glande, tornò a fissarmi, avvicinando sempre più la sua bocchina che, da socchiusa, s'aperse, abboccandomelo.
=La carezza che mia madre le fece sulla testolina, funzionò da starter, Lauretta continuando a fissarmi, iniziò il su e giù più bello del mondo.
=Quasi venti minuti durò quel Paradisiaco pompino; Guidata magistralmente da mia madre, mia figlia mi regalò momenti sublimi che mai dimenticherò, le insegnò che quando avvertiva l'arrivo del mio orgasmo, doveva accelerare sia con gli succhiotti che con le menatine.
=Ad aumentare a dismisura quel piacere, furono anche le carezze che la mia mammina mi elargiva sfiorandomi la pancia, l'interno delle cosce arrivando anche a giocherellare con i miei capezzoli perchè, quando vide che la mia piccola procedeva bene, si mise in ginocchio fra le mie gambe, mi sfilò pigiama e mutande e da lì assistè la sua nipotina nel suo primissimo bocchino e potrei, giurare d'averla vista fare qualche incursione fra le cosce della sua nipotina.
=Per mettere a suo agio Lauretta, io presi quel cuscino che servì a lei quando le leccai la fichetta e,
me lo tenni premuto sul viso anche se,
più volte la sbirciai da sotto.
=La vidi che mi controllava con qualche rara occhiata, poi si concentrò sul mio uccello; Lo leccava, lo succhiava con vigore, come volesse sorbirmi l'anima, lo fece con tale ardore, tanto da farsi rientrare le gote ogni risucchio.
--Brava Lauretta...brava...si così...brava, brava...su e giù, su e giù...- e le accarezzava i capelli e mentre io mugolavo, lei.
--Lo senti, lo senti il tuo papino...? Lo senti... sei tu amore che le dai gioia...questi non sono lamenti sai, sono inni all'amore...gemiti di piacere, è la tua boccuccia, la tua linguetta che li fa scaturire sai? -
=Anch'io incitai la mia bimba con parole sbiascicate e rotte dalla passione.
--Si Lauretta si...oohh Dio si...come sei brava...si si
bambina mia, succhiami...si, così, così...-
=Lo sperma che si stava accumulando nei testicoli, frutto della bocca di mia figlia ma anche dai sapienti palpeggi alle palle di mia madre, stava sempre più fermentando; Quando lo sentii che stava per eruttare, le avvertii.-
--Ecco mamma, Laura ecco...vengo...vengo...vengo...ecco
ecco....si...si...oooohhh..-
=Furono attimi di estasi così totale che non capii più nulla; Sborrai, sborrai nella bocca della mia bambina
con una sborrata non abbondante, ma con dei densi e cremosi getti.
=Dal piacere rovesciai all'indietro la testa, gettando via il cuscino; Guardai Lauretta che teneva ancora la cappella in bocca; Mia madre, con le mie mutande coprì velocemente quella lubrica e celestiale unione, raccogliendo con esse il frutto dei miei lombi, mi guardò sorridente e soddisfatta e disse.-
--Hai visto Roberto com'è stata brava la tua piccola? E tu Lauretta dimmi, t'è piaciuto vero? -
=Il sì della risposta glielo diede nascondendosi il visetto per la vergogna, io glielo girai, aveva le guance rosse; Meritò il bacio che le diedi rubandole un pochino del mio succo, ma i suoi occhi ridenti erano felici di quel furto.
=Ero talmente felice, che il giorno dopo, in ufficio, vidi di buon occhio anche quell'arpia della mia collega, se n'era accorta pure lei; E' vero, i sentimenti sono estrememente difficili da nascondere.
=Quando rientrai a casa mia madre, prima mi lasciò cenare tranquillo, poi mi diede, per così dire la "triste" novella.-
--Lauretta ha le sue cose...questa sera a nanna senza ciccina...- e aggiunse sghignazzando - segati .-
--Davvero? -
--Sì...ora per un paio di giorni, digiuno, ammenocchè -
--Ammenocchè? -
--Ammenocchè non ti accontenti di un bocchino della tua mammina.-
=Al mio silenzio e al mio sorriso sornione, il cui significato, capì benissimo, non la fece desistere, e quando un paio d'ore dopo, a letto stavo leggendo qualche pagina prima d'addormentarmi, alzai gli occhi, era sulla soglia, come una ladra aperse l'uscio silenziosamente, le dette pure un giro di chiave; Non fu necessario dire nulla, sedette sul bordo del letto, era tesa, non l'avevo mai vista così; Mi tolse il libro dalle mani, spense la luce del comodino e nell'oscurità più fonda, la sentii salire sul letto.-
--Robertino...tesoro, fai contenta anche la tua mamma
falla felice...amami-
=Non risposi, il mio cazzo sì, s'impennò da solo anche se ero ancora molto perplesso; La carezza che da esperta subito si prodigò di darmi, lo cristallizzò.
=Mi lasciai andare anche se avrei preferito avere lì la mia creatura; L'aver conquistato il cuore e il corpo di mia figlia lo dovevo sopratutto a lei, e se poi butto sulla bilancia dei prò e contro il fatto d'avere il grande vantaggio di poter godere la mia piccola nella comodità e nella sicurezza di casa mia, anche la mia vecchia merita un pò di cazzo fresco.
=Dapprima fu la gratitudine che mi spinse ad abbracciarla e palparla, poi la tecnica della sua bocca nel lavorarmi il cazzo mi diede l'imput.
=Fu brava mia madre, una vera donna da letto, mi ha fatto un pompino da sogno, leccandomi e prendendomi in bocca pure le palle; Volle cavalcarmi lei, si imboccò in fica il mio uccello beccandoselo in corpo fino alla radice, premendo e roteando il bacino sul mio.
--Robertino...- disse ansando - vedrai quante gioie ti saprà dare la tua mammina...insegnerò anche a Lauretta di montarti così...lo vorresti? Ti piacerebbe vero...?-
--Certo - risposi anche se non avevo ancora messo a fuoco la situazione; E' un fatto enormemente grande il doppio incesto con la madre e con la figlia anche per un porcone come me.
=Mentre mi montava mia madre, si sgrillettava, la sentii godere, ed io mi stupii nell'accorgermi che mi piaceva fottermi anche mia madre sebbene sia sempre stato portato vero le giovani, addirittura giovanissime.
--Ti piace Robertino...ti piace? Sono Lauretta, la tua bambina...ho la fighina in calore...su papino dai chiavami...chiavami.- Disse celiando; Io, arrivato vicino all'orgasmo, la disarcionai e mettendomela sotto, con le mani sotto le chiappe, le detti gli ultimi colpi; Mi scaricai in quel sito dove tanti anni prima ero stato generato; Grandissimo peccato.
=Mi cercò la bocca strozzando gli ansiti del mio orgasmo; Le godetti dentro, era in menopausa e questo è
oltre all'esperienza, l'altro vantaggio del chiavarsi un'anziana.
=Erano quasi due mesi che non godevo in una fica e lì, volli godermi il rilassamento postorgasmico restandole ancora dentro; Lei mi tenne lì volentieri, lieta di gustarselo tutto.
--Sai Roberto, Laura per fortuna non rassomiglia alla madre...l'ho valutata bene sai? T'è piaciuto e l'ha fatto bene il pompino ieri sera, vero? -
--Certo e tantissimo - risposi mentre dondolavo il cazzo ormai molle dentro di lei, spingendo e sfregando il pube sul suo.
--E' una piccola libidinosa, e più di quel che pensi...
ieri sera, mentre ti deliziava, le ho fatto delle carezze alle cosce, mi ha fermata dopo un bel pò che la toccavo e a pochi millimetri dalla fica.-
=A quella conferma del mio sospetto, ebbi come una sferzata psicologica che si ripercosse laggiù sull'uccello; Eccitato, la stuzzicai.-
--Sii sincera mamma, se te lo lasciasse fare, le daresti una bella leccata, non è vero?.-
--Si, sinceramente si...però se lei lo volesse.-
--Certo, certo...-
=Poco dopo, mentre mi puliva il cazzo a colpi di lingua
sia per eccitarmi, sia per vedere le sue reazioni, parlai a me stesso.
--Ah Roberto, Roberto...sei destinato a finire all'inferno mio caro...come si fa a fottersi la mamma, la figlia e cercare di fottersi pure la nipotina...-
--Chi intendi, Ilaria? -
--Sì...pensa mamma che bello sarebbe un'orgetta fra di noi...vedere la nostra Lauretta in un lungo 69 con la cugina...-
--E magari tu che le tamponi il culetto a quella di sopra...porcellone -
--Sarebbe stupendo mamma, meraviglioso.-
=Queste immagini dettero il loro frutto, mia madre tornò al suo letto felice, si era bevuta la mia seconda venuta.
=La successiva sera, finsi di non conoscere l'indisponibilità di mia figlia e dando ascolto al mio smodato desiderio di darle almeno dei baci, lì in cucina, l'attirai sulle mie ginocchia baciando avidamente la sua bocca di rosa; Lauretta ricambiò con fervore i miei baci, ne rimasi un pò sorpreso, ma un paio di mesi dopo, mi confessò che in quei periodi, le carezze, i baci le davano uno stimolo ben più forte del solito, mi disse che spesso doveva stringersi forte le gambe e che provava un piacere così intenso da paragonarsi all'orgasmo.
=Le risalii sotto la gonna e la sentti così ricettiva,
che il mio cazzo prese la sua forma di lavoro; Lei lo toccò da soprala patta, poi tirò giù lo zip; Seppur riparati dalla tavola, mia madre intuiva tutto, però taque lasciandomi masturbare mia figlia; Le occhiate parlavano chiaro, forse ricordava che la femmina durante le mestruazioni, ha la fica che tira di più.-
=Lauretta si scansò al mio primo tocco, ma poi vinta dall'eccitazione si lasciò fare; Navigai in un acquitrino fatto di mestruo e sborrina femminile, col medio frullavo il grilletto che trovai erto come non mai, saggiai il buchetto vergine spingendo dentro una falange ma fermandomi rispettoso della sua verginità.-
--Oooohhh...papà...papà...- disse con urlettino, mentre mi moriva di piacere fra le braccia.-
--Non te l'ho detto papà, scusami...- disse piagnucolando quando guardai le mie dita arrossate del suo sciroppo - ho le mie cose...scusami...-
=Scappò in bagno. Due sere dopo, eros il Dio dell'amore
saettò il suo dardo centrando i nostri cuori; Lauretta, in camicia da notte, appesa al mio collo, si lasciava portare in camera mia.-
--Mi raccomando - mi disse mia madre senza farsi udire dalla piccola - mi raccomando...sii delicato...
la prima volta è molto importante per una ragazza .-
=Al soffuso chiarore del lampione stradale velato dalle tendine della finestra, deposi sul letto il mio gioiello; Inframmezzato dai sensualissimi baci, me la spogliai completamente; Perfetta; Mi chiesi, meritavo io quel Paradiso? Certamente no ma, come Adamo, allungai la mano, la mela della mia Eva fu talmente invitante che quando affondai i denti sulla polpa della sua tettina, continuai a morderla, incurante delle cateratte che si aprirono su di me con un fragore che mi assordò il cervello.-
--Quanto sei bella amore...quanto sei bella .- le ripetei con voce arrocchita dall'emozione.
= Palmo a palmo palpai quella carne e quella pelle levigata dagli angeli; M'ero tolto la giacca del pigiama, restando a torso nudo, e lì fra i peli del mio petto, le sue mammellina riposarono nell'attesa di intraprendere il lungo viaggio verso il pianeta donna.-
( continua )
=Avevo goduto da poco e, normalmante avrei avuto bisogno di almeno un paio d'ore, quella sera invece lo sentii, con quelle carezze, rinascere a nuova vita.
=Il giocattolino, come l'aveva definito mia madre ergeva la sua testa paonazza nell'attesa che l'altra bocca, la bocchina della mia bimba, lo gratificasse
per la sua arrogante pretesa di godere nuovamente.
= Come a Calcutta il serpente si riscuote e si alza al suono del flauto, così il mio priapo teneva alta la testa, gustando le melodie che le davano la vellutata manina della mia Lauretta e il calore della bocca della mia genitrice.
=All'esplicito invito di mia madre, la piccola accennò di curvarsi su di me però, indecisa e fermata da qualche lontana remora s'era bloccata a metà strada.
=Mia madre con paroline suadenti e con una leggera pressione dulla schiena, le fece avvicinare il viso al mio lui; Madonna Santa, che attimi sublimi, mi si bloccò il respiro.
--Su Lauretta dai...è il pistolone del tuo papà...bacialo tesoro bacialo, fallo felice questo papino che ti vuole tanto bene...-
=Ricordo ancora parola per parola, ma sopratutto il primissimo contatto della linguetta.
=Mi diede prima una leggera leccatina sulla cappella, poi un'altra e un'altra ancora, indi volse lo sguardo su di me; Era uno sguardo indagatore, i suoi neri occhioni penetranti sembravano volermi forare l'anima, capire cosa pensassi di lei, della mia bambina che si apprestava a pigliarmelo in bocca.
=Se Lauretta avesse davvero potuto leggermi nel profondo dell'anima, non so come si sarebbe comportata, vi avrebbe letto tutte le mie perverse voglie, voglie nate lontane nel tempo, voglie di leccarmela e baciarmela tutta da capo ai piedi, di rotolarmi con lai nel mio talamo coniugale, chiavarla e goderle dentro come feci con la sua mamma, metterla a 90 gradi romperle il culetto e, altre cose ancora, perchè la mia mente da porco patentato aveva addirittura introdotto in quei lubrici pensieri, anche Ilaria, la mia nipotina il tutto in una infernale bolgia sessuale.
=Lauretta, dopo aver guardato e riguardato il glande, tornò a fissarmi, avvicinando sempre più la sua bocchina che, da socchiusa, s'aperse, abboccandomelo.
=La carezza che mia madre le fece sulla testolina, funzionò da starter, Lauretta continuando a fissarmi, iniziò il su e giù più bello del mondo.
=Quasi venti minuti durò quel Paradisiaco pompino; Guidata magistralmente da mia madre, mia figlia mi regalò momenti sublimi che mai dimenticherò, le insegnò che quando avvertiva l'arrivo del mio orgasmo, doveva accelerare sia con gli succhiotti che con le menatine.
=Ad aumentare a dismisura quel piacere, furono anche le carezze che la mia mammina mi elargiva sfiorandomi la pancia, l'interno delle cosce arrivando anche a giocherellare con i miei capezzoli perchè, quando vide che la mia piccola procedeva bene, si mise in ginocchio fra le mie gambe, mi sfilò pigiama e mutande e da lì assistè la sua nipotina nel suo primissimo bocchino e potrei, giurare d'averla vista fare qualche incursione fra le cosce della sua nipotina.
=Per mettere a suo agio Lauretta, io presi quel cuscino che servì a lei quando le leccai la fichetta e,
me lo tenni premuto sul viso anche se,
più volte la sbirciai da sotto.
=La vidi che mi controllava con qualche rara occhiata, poi si concentrò sul mio uccello; Lo leccava, lo succhiava con vigore, come volesse sorbirmi l'anima, lo fece con tale ardore, tanto da farsi rientrare le gote ogni risucchio.
--Brava Lauretta...brava...si così...brava, brava...su e giù, su e giù...- e le accarezzava i capelli e mentre io mugolavo, lei.
--Lo senti, lo senti il tuo papino...? Lo senti... sei tu amore che le dai gioia...questi non sono lamenti sai, sono inni all'amore...gemiti di piacere, è la tua boccuccia, la tua linguetta che li fa scaturire sai? -
=Anch'io incitai la mia bimba con parole sbiascicate e rotte dalla passione.
--Si Lauretta si...oohh Dio si...come sei brava...si si
bambina mia, succhiami...si, così, così...-
=Lo sperma che si stava accumulando nei testicoli, frutto della bocca di mia figlia ma anche dai sapienti palpeggi alle palle di mia madre, stava sempre più fermentando; Quando lo sentii che stava per eruttare, le avvertii.-
--Ecco mamma, Laura ecco...vengo...vengo...vengo...ecco
ecco....si...si...oooohhh..-
=Furono attimi di estasi così totale che non capii più nulla; Sborrai, sborrai nella bocca della mia bambina
con una sborrata non abbondante, ma con dei densi e cremosi getti.
=Dal piacere rovesciai all'indietro la testa, gettando via il cuscino; Guardai Lauretta che teneva ancora la cappella in bocca; Mia madre, con le mie mutande coprì velocemente quella lubrica e celestiale unione, raccogliendo con esse il frutto dei miei lombi, mi guardò sorridente e soddisfatta e disse.-
--Hai visto Roberto com'è stata brava la tua piccola? E tu Lauretta dimmi, t'è piaciuto vero? -
=Il sì della risposta glielo diede nascondendosi il visetto per la vergogna, io glielo girai, aveva le guance rosse; Meritò il bacio che le diedi rubandole un pochino del mio succo, ma i suoi occhi ridenti erano felici di quel furto.
=Ero talmente felice, che il giorno dopo, in ufficio, vidi di buon occhio anche quell'arpia della mia collega, se n'era accorta pure lei; E' vero, i sentimenti sono estrememente difficili da nascondere.
=Quando rientrai a casa mia madre, prima mi lasciò cenare tranquillo, poi mi diede, per così dire la "triste" novella.-
--Lauretta ha le sue cose...questa sera a nanna senza ciccina...- e aggiunse sghignazzando - segati .-
--Davvero? -
--Sì...ora per un paio di giorni, digiuno, ammenocchè -
--Ammenocchè? -
--Ammenocchè non ti accontenti di un bocchino della tua mammina.-
=Al mio silenzio e al mio sorriso sornione, il cui significato, capì benissimo, non la fece desistere, e quando un paio d'ore dopo, a letto stavo leggendo qualche pagina prima d'addormentarmi, alzai gli occhi, era sulla soglia, come una ladra aperse l'uscio silenziosamente, le dette pure un giro di chiave; Non fu necessario dire nulla, sedette sul bordo del letto, era tesa, non l'avevo mai vista così; Mi tolse il libro dalle mani, spense la luce del comodino e nell'oscurità più fonda, la sentii salire sul letto.-
--Robertino...tesoro, fai contenta anche la tua mamma
falla felice...amami-
=Non risposi, il mio cazzo sì, s'impennò da solo anche se ero ancora molto perplesso; La carezza che da esperta subito si prodigò di darmi, lo cristallizzò.
=Mi lasciai andare anche se avrei preferito avere lì la mia creatura; L'aver conquistato il cuore e il corpo di mia figlia lo dovevo sopratutto a lei, e se poi butto sulla bilancia dei prò e contro il fatto d'avere il grande vantaggio di poter godere la mia piccola nella comodità e nella sicurezza di casa mia, anche la mia vecchia merita un pò di cazzo fresco.
=Dapprima fu la gratitudine che mi spinse ad abbracciarla e palparla, poi la tecnica della sua bocca nel lavorarmi il cazzo mi diede l'imput.
=Fu brava mia madre, una vera donna da letto, mi ha fatto un pompino da sogno, leccandomi e prendendomi in bocca pure le palle; Volle cavalcarmi lei, si imboccò in fica il mio uccello beccandoselo in corpo fino alla radice, premendo e roteando il bacino sul mio.
--Robertino...- disse ansando - vedrai quante gioie ti saprà dare la tua mammina...insegnerò anche a Lauretta di montarti così...lo vorresti? Ti piacerebbe vero...?-
--Certo - risposi anche se non avevo ancora messo a fuoco la situazione; E' un fatto enormemente grande il doppio incesto con la madre e con la figlia anche per un porcone come me.
=Mentre mi montava mia madre, si sgrillettava, la sentii godere, ed io mi stupii nell'accorgermi che mi piaceva fottermi anche mia madre sebbene sia sempre stato portato vero le giovani, addirittura giovanissime.
--Ti piace Robertino...ti piace? Sono Lauretta, la tua bambina...ho la fighina in calore...su papino dai chiavami...chiavami.- Disse celiando; Io, arrivato vicino all'orgasmo, la disarcionai e mettendomela sotto, con le mani sotto le chiappe, le detti gli ultimi colpi; Mi scaricai in quel sito dove tanti anni prima ero stato generato; Grandissimo peccato.
=Mi cercò la bocca strozzando gli ansiti del mio orgasmo; Le godetti dentro, era in menopausa e questo è
oltre all'esperienza, l'altro vantaggio del chiavarsi un'anziana.
=Erano quasi due mesi che non godevo in una fica e lì, volli godermi il rilassamento postorgasmico restandole ancora dentro; Lei mi tenne lì volentieri, lieta di gustarselo tutto.
--Sai Roberto, Laura per fortuna non rassomiglia alla madre...l'ho valutata bene sai? T'è piaciuto e l'ha fatto bene il pompino ieri sera, vero? -
--Certo e tantissimo - risposi mentre dondolavo il cazzo ormai molle dentro di lei, spingendo e sfregando il pube sul suo.
--E' una piccola libidinosa, e più di quel che pensi...
ieri sera, mentre ti deliziava, le ho fatto delle carezze alle cosce, mi ha fermata dopo un bel pò che la toccavo e a pochi millimetri dalla fica.-
=A quella conferma del mio sospetto, ebbi come una sferzata psicologica che si ripercosse laggiù sull'uccello; Eccitato, la stuzzicai.-
--Sii sincera mamma, se te lo lasciasse fare, le daresti una bella leccata, non è vero?.-
--Si, sinceramente si...però se lei lo volesse.-
--Certo, certo...-
=Poco dopo, mentre mi puliva il cazzo a colpi di lingua
sia per eccitarmi, sia per vedere le sue reazioni, parlai a me stesso.
--Ah Roberto, Roberto...sei destinato a finire all'inferno mio caro...come si fa a fottersi la mamma, la figlia e cercare di fottersi pure la nipotina...-
--Chi intendi, Ilaria? -
--Sì...pensa mamma che bello sarebbe un'orgetta fra di noi...vedere la nostra Lauretta in un lungo 69 con la cugina...-
--E magari tu che le tamponi il culetto a quella di sopra...porcellone -
--Sarebbe stupendo mamma, meraviglioso.-
=Queste immagini dettero il loro frutto, mia madre tornò al suo letto felice, si era bevuta la mia seconda venuta.
=La successiva sera, finsi di non conoscere l'indisponibilità di mia figlia e dando ascolto al mio smodato desiderio di darle almeno dei baci, lì in cucina, l'attirai sulle mie ginocchia baciando avidamente la sua bocca di rosa; Lauretta ricambiò con fervore i miei baci, ne rimasi un pò sorpreso, ma un paio di mesi dopo, mi confessò che in quei periodi, le carezze, i baci le davano uno stimolo ben più forte del solito, mi disse che spesso doveva stringersi forte le gambe e che provava un piacere così intenso da paragonarsi all'orgasmo.
=Le risalii sotto la gonna e la sentti così ricettiva,
che il mio cazzo prese la sua forma di lavoro; Lei lo toccò da soprala patta, poi tirò giù lo zip; Seppur riparati dalla tavola, mia madre intuiva tutto, però taque lasciandomi masturbare mia figlia; Le occhiate parlavano chiaro, forse ricordava che la femmina durante le mestruazioni, ha la fica che tira di più.-
=Lauretta si scansò al mio primo tocco, ma poi vinta dall'eccitazione si lasciò fare; Navigai in un acquitrino fatto di mestruo e sborrina femminile, col medio frullavo il grilletto che trovai erto come non mai, saggiai il buchetto vergine spingendo dentro una falange ma fermandomi rispettoso della sua verginità.-
--Oooohhh...papà...papà...- disse con urlettino, mentre mi moriva di piacere fra le braccia.-
--Non te l'ho detto papà, scusami...- disse piagnucolando quando guardai le mie dita arrossate del suo sciroppo - ho le mie cose...scusami...-
=Scappò in bagno. Due sere dopo, eros il Dio dell'amore
saettò il suo dardo centrando i nostri cuori; Lauretta, in camicia da notte, appesa al mio collo, si lasciava portare in camera mia.-
--Mi raccomando - mi disse mia madre senza farsi udire dalla piccola - mi raccomando...sii delicato...
la prima volta è molto importante per una ragazza .-
=Al soffuso chiarore del lampione stradale velato dalle tendine della finestra, deposi sul letto il mio gioiello; Inframmezzato dai sensualissimi baci, me la spogliai completamente; Perfetta; Mi chiesi, meritavo io quel Paradiso? Certamente no ma, come Adamo, allungai la mano, la mela della mia Eva fu talmente invitante che quando affondai i denti sulla polpa della sua tettina, continuai a morderla, incurante delle cateratte che si aprirono su di me con un fragore che mi assordò il cervello.-
--Quanto sei bella amore...quanto sei bella .- le ripetei con voce arrocchita dall'emozione.
= Palmo a palmo palpai quella carne e quella pelle levigata dagli angeli; M'ero tolto la giacca del pigiama, restando a torso nudo, e lì fra i peli del mio petto, le sue mammellina riposarono nell'attesa di intraprendere il lungo viaggio verso il pianeta donna.-
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